AMARANTHE – Inno alla gioia

Pubblicato il 25/02/2024 da

In attesa di rivederli a breve in Italia, il 10 marzo al live di Trezzo con Dragonforce ed Infected Rain, a poche settiamne dall’uscita di “The Catalyst” abbiamo colto al volo l’occasione di scambiare quattro chiacchiere con Olof Mörck, mastermind degli Amaranthe ma in passato attivo anche con i Dragonland e per un breve periodo chitarrista dei Nightrage.
Professionale e cordiale come un vero uomo di business (a partire dal collegamento Zoom nel quartier generale degli Amaranthe a Gothenburg), il biondo chitarrista ha ripercorso con noi tutto il suo excursus musicale, dagli anni d’oro del melo-death fino alla genesi del loro ultimo album…

AGLI ESORDI AVETE PORTATO UNA VENTATA DI NOVITA’ MESCOLANDO MELO-DEATH, POWER ED EURO-DANCE: COME FATE A MANTTENERE LA ‘FRESCHEZZA’ DOPO SETTE ALBUM?
– Per me ed Elize è ormai un processo rodato, quello di comporre tra un tour e l’altro ogni due anni circa, e ogni volta che ci troviamo in studio è come se fosse la prima volta, dato che possiamo sperimentare aggiungendo qualcosa di nuovo: di base sappiamo come dev’essere il sound degli Amaranthe in termini d’intrattenimento ed energia, ma di volta in volta ci piace stupire il pubblico inserendo qualche elemento a sorpresa.

POSSIAMO DIRE CHE AVETE CONTRIBUITO A SDOGANARE IL CONNUBIO DANCE/METAL?
– Non so esattamente che ruolo abbiamo avuto, ma sicuramente ormai è assodato che anche il metal può essere visto come una forma d’intrattenimento, là dove invece quando abbiamo cominciato tredici anni fa era un genere molto più ‘conservativo’; sicuramente anche allora c’erano ritornelli melodici (soprattutto nelle band americane), ma noi volevamo che la melodia fosse al centro di tutto, e credo abbiamo dimostrato come sia possibile suonare metal anche in questo modo più ‘spensierato’. Se poi questo ha influenzato altre band – ed in alcuni casi sono abbastanza sicuro sia andata così – non posso che esserne felice.

PRIMA DEGLI AMARANTHE HAI SUONATO NEI NIGHTRAGE: COSA TI HA SPINTO A CAMBIARE GENERE?
– Ho vissuto in prima persona l’esplosione del melodic death metal di metà anni Novanta, e all’epoca per me era normale vedere In Flames e Dark Tranquillity praticamente ogni week-end visto che frequentavamo gli stessi posti: quando mi sono unito ai Nightrage nel 2006 per me quindi era qualcosa di molto familiare.
Con gli Amaranthe ho cercato invece di preservare alcuni elementi di quella scena ma al tempo stesso di portare un’evoluzione che spesso ci ha portato in altre direzioni: forse non sono così immediatamente riconoscibili, ma in molte nostre canzoni ci sono dei rimandi ad In Flames e Dark Tranquillity, una sorta di tributo a band che per me sono state di grande ispirazione.

QUALCHE BAND DA CONSIGLIARE NELLA SCENA PIU’ UNDEGROUND DI GOTHENBURG DELL’EPOCA?
– Beh, innanzitutto bisogna dire che all’epoca anche gli In Flames erano considerati undeground: quando uscì “The Jester Race” andai a vederli e saremmo stati circa duecento persone, quindi sicuramente di strada ne hanno fatta, da allora. Un’altra band che avrebbe meriato più fortuna sono i The Sacrilege, attivi a metà anni Novanta e poi scioltisi dopo il passaggio di Daniel Svensson proprio agli In Flames: se vi piace il Gothenburg sound dell’epoca, dateci un ascolto.

OLTRE CHE LE CHITARRE SUONI ANCHE LE TASTIERE: QUALI SONO LE TUE ISPIRAZIONI IN QUESTO SENSO?
– In Svezia il gusto melodico e per la musica dance è qualcosa che abbiamo nel latte materno: negli anni Settanta c’erano gli Abba, poi i Roxette negli anni Ottanta, nei Novanta gli Ace Of Base ed E-Type fino ad arriare ad Avicii, per non parlare di Max Martin (produttore e autore per Britney Spears, Backstreet Boys e tantissimi altri, ndr), quindi in qualche modo la melodia è da sempre nel mio DNA, anche perchè credo sia il miglior gancio tra quello che vuoi esprimere come autore e l’ascoltatore. Inoltre ho la fortuna di lavorare con Elize, che ha un gusto melodico pazzesco (ad esempio se le porto una proposta di ritornello ha almeno dieci varianti possibili per le parti vocali), quindi posso dire di essere molto più fortunato che se dovessi fare tutto da solo.

LORDI, BLIND CHANNEL, VOYAGER, LORD OF THE LOST: ORMAI LE BAND METAL ALL’EUROVISION NON FANNO PIU’ NOTIZIA, TRA QUANTO IL VOSTRO TURNO?
– Elize ha scritto musica in passato per l’Eurovision e ha anche partecipato nel 2015 come performer, così come molte delle band che hai citato sono nostre amiche. Abbiamo avuto anche noi in passato la possibilità di candidarci per rappresentare la Svezia, ma purtroppo le selezioni avvengono in genere tra febbraio e marzo: vorrebbe dire interrompere per un paio di mesi tour o registrazioni, cosa che finora non è stata possibile. Detto questo, mai dire mai!

A MARZO SARETE IN TOUR DALLE NOSTRE PARTI COI DRAGONFORCE: COSA DOBBIAMO ASPETTARCI?
– Coi ragazzi dei Dragonforce ci conosciamo da circa quindici anni e siamo reduci da un tour insieme negli Stati Uniti, quindi non vediamo l’ora di portare anche in Europa questo show, dove peraltro avremo una nuova scenografia e la possibilità di esibirci come co-headliner.
Dato che “The Catalyst” sarà uscito da poco avremo sicuramente qualche nuovo pezzo in scaletta, ma per il resto ci sarà grande spazio per i classici e sarà sicuramente uno show ricco di energia!

COME SCEGLIETE LA SCALETTA? GUARDATE GLI ASCOLTI SU SPOTIFY, CHIEDETE AI FAN, TESTATE I BRANI DAL VIVO…
– Tutte le precedenti, ma l’aspetto fondamentale è dosare bene le dinamiche dei pezzi per tenere ingaggiato il pubblico: tipicamente c’è una opener esplosiva, poi devi abbassare un po’ il ritmo, poi di nuovo salire prima del gran finale, e via così. Sembra una cosa facile ma non sempre lo è: sicuramente l’esperienza aiuta, ma ad ogni show ci possono essere reazioni differenti a seconda dello show.

LA DISNEY STA FESTEGGIANDO I CENTO ANNI: QUAL E’ IL TUO CARTONE PREFERITO?
– Direi “Hercules”, il cartone del 1997. Mi piace moltissimo sia il film che la colonna sonora e in particolare “Go The Distance”, una canzone incredibile di Michael Bolton.

PER LA PRIMA VOLTA LA “A” DEL VOSTRO LOGO NON TRONEGGIA IN COPERTINA…
– Sì, c’è sulla fronte dell’androide ma in effetti è molto più piccola rispetto al passato. Come per “The Manifest” abbiamo lavorato al concept grafico con un’artista molto famoso, che ha collaborato anche a “Game Of Thrones”, e l’idea di fondo era quella di trasformare il catalizzatore (“catalyst” in inglese, ndr) in una sorta di divinità greco-romana, che nella visione dell’artista è diventato questo cyborg/androide.

CAMBIARE CANTANTE E’ SEMPRE DELICATO, MA VOI SIETE ARRIVATI AL TERZO RIBALTONE DIETRO AL MICROFONO SENZA APPARENTI CONTRACCOLPI…
– Premesso che tutti e tre i cantanti sono importanti per noi, sicuramente un’eventuale uscita di Elize avrebbe un impatto maggiore, anche per il ruolo che ha come songrwiter. Credo comunque il segreto finora sia stato quello di trovare dei sostituti che fossero in qualche modo già parte della famiglia Amaranthe, sia a livello personale che di genere, senza dover per forza inserire una terza persona per rispettare il numero: questo penso abbia reso, anche nei confronti dei fan, più semplici gli avvicendamenti avvenuti finora.

COME MAI NON AVETE INCLUSO “PvP” (CANZONE SCELTA NEL 2024 COME INNO DELLA NAZIONALE SVEDESE DI E-SPORT, NDR) COME BONUS TRACK?
– E’ una canzone che tuttora suoniamo dal vivo, ma per quanto mi riguarda faceva parte delle registrazioni di “The Manifest”, quindi anche se non era presente su nessun album non ci è venuto in mente di aggiungerla, a differenza viceversa di “Find Life” che abbiamo composto l’anno dopo e che ha trovato posto sull’album proprio perchè era la prima del nuovo ciclo.

MOLTI TUOI COLLEGHI DICONO DI NON ASCOLTARE MUSICA FUORI DALLO STUDIO: E’ COSI’ ANCHE PER TE?
– Per me è importante ascoltare in continuazione musica, di qualunque genere. A Natale mi piace ascoltare i classici degli anni Trenta, così come mi piace spaziare dalla musica classica a quella elettronica, da Vivaldi ai Prodigy ad esempio, e per quanto mi riguarda come compositore è importante avere sempre l’orecchio aperto ad ogni nuova proposta.

COSA NE PENSI DELLE COLLABORAZIONI ESTERNE?
– Niente in contrario a chi collabora con altri autori esterni alla band ma, visto il continuo scambio d’idee che abbiamo Elize ed io, al momento non ne sento la necessità: in futuro tutto può succedere, ma vista la nostra diversità di background e il costante flusso creativo penso abbiamo già abbastanza idee tra di noi.
Per quanto riguarda, viceversa, noi verso altri, lo farei per qualcuno che ammiro personalmente, ed Elize si è già prestata in questo senso, ma la verità almeno nel mio caso è che l’impegno con gli Amaranthe è davvero tanto (tra tour, promozione, amministrazione, etc.), quindi non mi resta molto spazio per altro.
Ad esempio un paio di anni fa ho registrato un disco con la mia vecchia band, i Dragonland: è stato divertente, ma ho avuto davvero molto meno tempo da poterci dedicare rispetto al passato.

COSA E’ SUCCESSO CON JAKE E. (EX CANTANTE DELLA BAND ORA NEI CHYRA, NDR)?
– Con Jake siamo amici fin da ragazzini, anche se poi col tempo ci siamo trovati ad avere visioni diverse rispetto alla direzione musicale della band e dei tour. Sono comunque contento abbia dato vita ad una sua band con Jesper Stromblad dato che sono entrambi ottimi songwwriter, e non posso che augurargli il meglio.

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