Abbiamo incontrato gli Amaranthe in occasione della loro ultima discesa in Italia, di spalla agli Stratovarius; l’intervista si svolge nel backstage dell’Alcatraz con un loquace Jake E (clean vocalist della band), anche se, inizialmente, ci aspettavamo di incontrare la bella Elize che, invece, dà forfait all’ultimo momento a causa di un lieve malore, onde evitare di compromettere la performance della serata. Forse proprio il cambio dell’ultimo momento contribuisce a farci conoscere un lato degli Amaranthe che non immaginavamo, ben lontano dallo stereotipo di band ‘di contorno’ alla Ryd. “Sai” – esordisce Jake dopo aver appurato l’assenza di Elize – “ci chiedono spesso com’è avere una ragazza nella band. Noi, in realtà, non la vediamo così. Siamo in sei e lei è una dei sei. Non è diversa da noi o non viene trattata diversamente perché è una donna”. Così iniziamo una piacevole chiacchierata ma, anche non volendo incentrare l’intervista sull’assente Elize, qualche domanda su di lei è d’obbligo…
CI SONO MOLTE VOSTRE INTERVISTE IN RETE, MA NON CI È MAI CAPITATO DI LEGGERE QUALCUNO CHE VI CHIEDESSE QUANTO È IMPORTANTE PER LA VOSTRA BAND AVERE UNA RAGAZZA BELLA COME ELIZE IN FORMAZIONE. EPPURE, QUANDO LE PERSONE PARLANO DEGLI AMARANTHE, QUESTO È UNO DEI PRIMI ARGOMENTI…
“Naturalmente ci ha aiutato, in qualche modo. Soprattutto durante le fasi promozionali è innegabile che avere una bella donna in copertina aiuti, ma non abbiamo mai voluto esporre Elize più di quanto ci esponessimo noi oppure voluto dare l’impressione di essere una ‘band con una frontgirl’, perché non è quello che siamo. Credo sia la musica a farci vendere i dischi; se vendessimo per il fatto che una donna è la principale interprete, allora saremmo i Nightwish. Cerchiamo di concentrarci sul fatto che la nostra musica è l’unione di stili differenti e che beneficia dell’apporto di tutti per creare uno stile unico, creato anche dal fatto che abbiamo tre cantanti. Nessuno ha tre cantanti! Uno dei tre è una ragazza e questo aiuta con i media, certo, ma non siamo l’unica band metal con una vocalist”.
ELIZE COMPONE ANCHE E, QUINDI, LA SUA IMPORTANZA NELLA BAND È FUORI DISCUSSIONE…
“Assolutamente. Generalmente, io e Olof scriviamo la base della canzone ed Elize aggiunge le linee vocali. Ma ognuno nella band dà il suo contributo a come verrà una canzone alla fine; abbiamo veramente tanti background differenti, alcuni di noi ascoltano band molto pesanti, come i Behemoth (indicando la maglietta del sottoscritto, ndR), mentre Elize ascolta anche cose più tranquille, come Beyoncé…”.
E QUESTO CONTRIBUISCE A CREARE IL VOSTRO SOUND?
“Assolutamente sì (letteralmente Jake risponde: ‘Abso-fucking-lutely’, ndR)!”.
TORNANDO ALLA BAND, SIETE IN TOUR CON GLI STRATOVARIUS, PARTECIPERETE AD ALCUNI FESTIVAL QUESTA ESTATE E L’ANNO SCORSO AVETE SUONATO A WACKEN…
“Wacken (ride, ndR)! Che casino di concerto! C’era così tanta gente e noi avevamo fatto un soundcheck molto rapido, io avevo avuto una pessima giornata, Elize non stava bene, ma abbiamo fatto del nostro meglio e c’è stata una partecipazione fantastica del pubblico. Il tendone era pieno!”.
NON SI È QUASI MAI VISTO QUEL PALCO COSÌ AFFOLLATO (GLI AMARANTHE NON HANNO SUONATO IN UNO DEI TRE STAGE PRINCIPALI DEL FESTIVAL)!
“Sì, c’era tantissima gente e perfino molti ragazzi che non erano potuti entrare ma che ascoltavano il concerto dall’esterno del tendone. E’ stato incredibile ed una vera misura di quello che ci stava accadendo”.
INFATTI È SUCCESSO TUTTO MOLTO IN FRETTA. NON DEVE ESSERE FACILE AVERE UN SUCCESSO COSÌ IMPROVVISO. QUESTO HA CAMBIATO LE VOSTRE VITE ?
“La mia vita non è cambiata per niente. Diciamo che se avessi avuto un lavoro in fabbrica e, di colpo, la mia band avesse avuto questo successo e avessi dovuto decidere se abbandonare uno stipendio certo per darmi alla musica, allora sarebbe stato diverso. Ma io faccio musica da quando avevo vent’anni. Sia avendo altre band che lavorando dietro le quinte, in tour con In Flames, Hammerfall, Guns’n’ Roses, Kiss… Certo, ero ‘dall’altra parte’, come tecnico delle luci o delle chitarre; quel che è cambiato, è che adesso io sono quello sul palco e non sono più il tecnico del suono”.
NON È UN CAMBIO DA POCO…
“Sì, certo. Quello che voglio dire è che non è stato come vedere un film su una rockstar e poi trovarmi immerso in quel tipo di vita. Erano dieci anni che giravo coi tour bus e, quindi, conoscevo bene questo mondo”.
SI LEGGONO MOLTE DEFINIZIONI DELLA VOSTRA MUSICA: DEATH-POP, POP-METAL, MELODIC-CORE, DISCO-METAL, POP-CORE…
“(ride, ndR) Pop-core o pop-corn? Non sarebbe male anche pop-corn metal (sempre ridendo, ndR). Amaranthe: popcorn metal! La cosa buffa è che io sono l’unico della band a cui questa cosa non interessa per niente. E questo tipo di domanda capita sempre a me. Io non ascolto musica; collezionavo dischi, ho iniziato quando avevo sette anni e sono andato avanti fino ai diciotto-diciannove. Lavoravo in un negozio di dischi ed ero quello che aveva sempre i CD per primo e pagandoli meno, avevo circa tremila dischi, ma adesso… Non ho neanche un account su Spotify. Ma questa cosa di dover etichettare la musica, vedi, non l’ho mai capita. Se guardi su YouTube, puoi vedere discussioni interminabili tipo questo è chocolate-metal, con risposte tipo ‘no, è death-core-pop-metal; no, è solo pop metal; no, no è grand-prix metal!’. Non capisco perché sia così importante. E’ un qualche tipo di metal, possiamo chiamarla anche solo musica. Per me questo tipo di discussioni si chiudono semplicemente: molti vogliono essere etichettati in un modo o in un altro, io mi chiedo perché dovrei volerlo. Puoi chiamarlo death metal o pop-metal, ma se ti piace la band, perché discuterne?”.
ASCOLTANDO IL VOSTRO NUOVO DISCO “THE NEXUS”, SEMBRA CHE ABBIATE SPINTO MOLTO LE VOSTRE CARATTERISTICHE PRINCIPALI: SIETE PIÙ ESTREMI NELLE PARTI METAL E PIÙ LEGGERI E POP NELLE PARTI POP, NON TROVI?
“Hai centrato perfettamente lo spirito del disco, è esattamente quello che volevamo creare: volevamo che le parti metal fossero più metal e le parti pop più pop. Inoltre credo si possa sentire che il disco è stato scritto in un unico periodo di tempo; su ‘Amaranthe’ (il loro debut, ndR) puoi definire il sound di ogni canzone in un certo modo, mentre su ‘The Nexus’ è tutto più compatto, la linea comune delle canzoni resta sempre la stessa. Certo, c’è un pezzo come ‘Electroheart’ che (scuote la testa e fa il gesto di buttare via qualcosa, ndR)… ma tutte le altre canzoni hanno la loro coerenza”.
OK. QUESTA È LA TERZA VOLTA CHE VENITE IN ITALIA. LA PRIMA COI KAMELOT, POI CON GLI HAMMERFALL E ORA CON GLI STRATOVARIUS…
“Sì. Spesso, a causa della forte visibilità di Elize, la gente tende a dimenticarsi degli altri… io sono stato nei Kamelot per due anni, quindi, in realtà, io sono stato a Milano cinque volte. Amo l’Italia, ogni volta che vengo cerco di andare a trovare un amico ad Amalfi; ci sono stato anche l’estate scorsa e cerco di andarci almeno una volta all’anno: è un posto splendido. In Svezia abbiamo pochissimi giorni all’anno di sole e caldo, mentre per voi è diverso. Ci siete più abituati. Magari potete andare a rilassarvi in spiaggia dopo il lavoro, cosa impensabile in Svezia o in Norvegia”.
EPPURE MOLTI ITALIANI AMANO I PAESI DEL NORD EUROPA…
“Credo che ognuno desideri sempre l’opposto di quello che ha. Sento continuamente gente che si lamenta per essere nata in Svezia: fa troppo freddo, si ghiaccia, non puoi uscire a fare una passeggiata e quando, finalmente, arriva l’estate, appena ci sono due giorni con la temperatura a venti gradi, tutti a lamentarsi che fa troppo caldo. Vogliamo sempre l’opposto di quello che abbiamo”.
AVETE TRE CANTANTI. FORSE NON NE POTRETE PIÙ DI RISPONDERE A QUESTA DOMANDA… AVETE UNA VOCE FEMMINILE, UNA VOCE “SPORCA” E UNA PULITA. COME HAI DETTO TU STESSO POCO FA, SIETE L’UNICA BAND CON TRE CANTANTI. COME MAI?
“E’ una pura coincidenza. All’inizio solo io e Olof facevamo parte della band; siamo amici e ci vedevamo spesso. Io ho uno studio e lì componevamo delle canzoni; poi abbiamo pensato di invitare dei nostri amici di altre band come In Flames, Hammerfall, Evergrey, At The Gates. Göteborg è una città molto piccola, ci conosciamo tutti e l’idea era di formare un gruppo come gli Avantasia: una all-star band, una Göteborg-metal all-star band. Andy (il terzo cantante degli Amaranthe, ndR) aveva una band death metal (i Within Y), così gli abbiamo chiesto di registrare con noi un demo, facendo le parti vocali che poi avremmo potuto chiedere a qualcuno degli At The Gates. Elize era un’amica, così venne anche lei con Andy e noi le chiedemmo se voleva fare qualche voce femminile, visto che pensavamo di avere delle ragazze che cantavano in qualche canzone. Quando abbiamo sentito le prime registrazioni ci siamo detti: ‘cazzo, questa roba viene bene. Facciamo altre canzoni con questa formazione’. Dopo qualche pezzo pubblicato su MySpace, le etichette iniziarono a scriverci che erano interessate e così decidemmo di formare una band vera e propria. E questo è come è iniziato tutto. Coincidenza”.
E’ ANDATA BENE, VISTO CHE GUARDANDO LE CLASSIFICHE DI VENDITA IN SVEZIA (E NON SOLO) SIETE DAVANTI A BAND COME HYPOCRISY E IRON MAIDEN…
“Sì, è pazzesco. Non si può descrivere la sensazione. Non te ne accorgi mentre accade… Guardi le classifiche e vedi che tu sei al numero sei, mentre al numero sette c’è Iggy Pop. Intanto, però, stai lavorando… suoni, fai concerti e quindi dici: bene, bello. Adesso però dobbiamo finire il sound-check. Poi, però, la sera vai a letto e realizzi esattamente cosa significhi e ti chiedi cosa cazzo stia succedendo e poi cammini per settimane con un enorme sorriso stampato in faccia. Poi scopri di avere il brano metal più scaricato da iTunes in America o che in Giappone hai superato le vendite di Lady Gaga… E’ fantastico e speriamo che il successo continui!”.
LE PREMESSE CI SONO. IL VOSTRO PRIMO DISCO ERA, COMUNQUE, ABBASTANZA FACILE E COMMERCIALE; ASCOLTANDO BENE “THE NEXUS”, INVECE, SI NOTA CHE C’È UN LAVORO MOLTO PIÙ ATTENTO E CHE LA MUSICA NON È SEMPLICE COME POTREBBE SEMBRARE AD UN PRIMO ASCOLTO. COME COSTRUITE UNA CANZONE, VISTO CHE NELLA BAND CI SONO TRE COMPOSITORI?
“Inizia con me e Olof che prepariamo qualche idea e ci registriamo sopra una base vocale; a volte Olof arriva con un pezzo fatto e finito, altre volte io arrivo con una canzone completa; quando abbiamo un demo completo, lo portiamo in studio. Ovviamente c’è ancora molto lavoro da fare: le batterie sono programmate, perché io e Olof facciamo schifo a suonare la batteria. Poi Morten (il batterista, che nel frattempo ci ha raggiunti, ndR) le ri-programma (ridono entrambi, ndR)”.
E QUALI SONO LE VOSTRE INFLUENZE? CI HAI DETTO CHE NON ASCOLTI MUSICA…
“Sono un ragazzo fermo negli anni ’80. Ascolto Europe, Dokken, Iron Maiden, Bon Jovi. Da un lato mi fa bene non ascoltare musica, perché non rischio di influenzare la mia musica con quello che sto ascoltando, dall’altro è un problema perché può succedere che venga completamente meno l’ispirazione. Spesso capita che, quando sono con la mia ragazza, lei metta un po’ di musica di sottofondo con Spotify e io mi blocco ad ascoltare. In realtà non puoi non ascoltare musica; ovunque vai ascolti musica: nei centri commerciali, nei locali. Semplicemente non mi capita di mettere un CD ed ascoltarlo. Ogni volta che ascolto qualcosa di nuovo, devo analizzarlo. Divento quasi autistico: posso ascoltare un disco intero, concentrarmi solo sulle chitarre ed accorgermi che, ad un certo punto, sono scordate o che dissonano o che quell’accordo è suonato male o è sbagliato…mi fa venire il mal di testa. E mi chiedo a cosa cazzo pensassero quando hanno registrato: perché hanno usato quella nota che suona fuori posto o se non si sono accorti che la voce non era nella tonalità corretta. Mi urta tutto ciò”.
EPPURE ESISTONO MOLTE BAND CHE FANNO OTTIMA MUSICA, SENZA ESSERE DEI MUSICISTI PARTICOLARMENTE PREPARATI O CHE RICERCANO SONORITÀ PERFETTE E PULITE, SOPRATTUTTO NEL METAL ESTREMO. BAND, PER ESEMPIO, COME I DARKTHRONE…
“Sì, capisco cosa vuoi dire. E’ molto strano. Mi chiedo spesso come facciano certe band a comporre musica splendida. Magari fanno un intero disco fatto di pochi accordi e riescono a fare davvero un ottimo lavoro, ma mi chiedo sempre se non abbiano solo avuto fortuna. Per me, invece, è come la matematica. Io so come far suonare un pezzo. E so che se suoni ‘la do re sol’, verrà fuori qualcosa alla Iron Maiden e che se suoni le stesse note e cambi accordatura, farai gli stessi accordi, ma suoneranno diversi”.
E CHE BASTA ACCORDARE IN RE PER SUONARE SWEDISH METAL…
“Sì, esattamente (non sembra aver colto la provocazione, ndR)”.
SIAMO ALLA FINE: C’È QUALCHE COSA CHE VORRESTI DIRE?
“Sì. Amo l’Italia e gli italiani. Un giorno comprerò una casa ad Amalfi, anzi tutta Amalfi! Seriamente: spero che torneremo presto e riusciremo a non suonare solo a Milano; ci piacerebbe suonare a Roma e nel sud Italia. So che a Napoli ci sono molte persone che ascoltano musica metal e mi piacerebbe suonare anche lì. Mi hanno detto che è più difficile a causa della politica che odia la musica metal; ma spero comunque che ce la faremo”.