AMEN – Music Before death!

Pubblicato il 23/08/2005 da
 
17 giugno Idroscalo di Milano, al Lambrate Rockfest oltre al gradito ritorno dei Sick of it all si attende un’altra piacevole comparsa: la reincarnazione degli Amen, assenti da anni dal suolo italico dopo una fugace apparizione all’apice della loro potenza distruttiva nel lontano tour con Slipknot, Mudvayne e Static X, dove il pubblico milanese fu annichilito dalla formazione storica comprendente Casey Chaos e gli ex Snot Shannon Larkin, Sonny Mayo e Tumor, una vera e violenta macchina da guerra e una attitudine che raramente si vede su un palco. Negli anni a seguire un guaio dietro l’altro: la formazione originale si sfascia sotto le pressioni del music biz e delle case discografiche che continuano a dar contro e a scaricare puntualmente la band, vittima di vendite non soddisfacenti, della propria intransigenza e dell’estremo distruttivo lesionismo del singer, refrattario ad ogni tipo di imposizione e contrario ad ogni espressione di autorità. Chaos non molla e assolda continuamente nuove forze, mentre in molti lo abbandonano dandogli del truffatore, ma la passione e la volontà hanno la meglio su tutto, e una nuova lineup è pronta a mettere a ferro e fuoco il mondo intero: anche Casey è però fatto di carne e ossa, e per poco non passa all’altro mondo per una emorragia interna qualche mese prima della calata italica… pochissimo tempo dopo eccolo qui, visibilmente ingrassato, un taglio alla Nikki Sixx, coperto di lividi e cicatrici da palco, pronto a dimostrare con entusiasmo che nulla è cambiato… o quasi.

 
CIAO CASEY E’ UN PIACERE RIVEDERTI, TI ASPETTAVAMO DA MOLTO TEMPO
“Il piacere è mio, vuoi qualcosa da bere o da mangiare? (e mi indica, nello scalcinato prefabbricato con aria condizionata a palla, un frigo scassato ripieno di ogni bevanda esistente, mentre sul tavolo c’è una montagna di schifezze tra patatine, snack e cibarie non identificate ndR)”.

GENTILISSIMO, SONO A POSTO COSI’. TI VA DI PARLARCI DEI TUOI NUOVI COMPAGNI DI VENTURA? COME LI HAI RECLUTATI?
“Joe è il batterista… John e James i chitarristi… uhm… Nathan al basso (da sottolineare le pause tra un nome e l’altro, evidentemente solo il primo dei musicisti è davvero nelle sue grazie ndR). Joe è di New York, è un freak, suonava in un gruppo davvero notevole e si è dimostrato motivatissimo trasferendosi a Los Angeles esclusivamente per entrare nella band. Come batterista è molto vicino a Shannon (Larkin, ora nei Godsmack, sicuramente una scelta più redditizia ndR), mi ha impressionato da subito. Con John ho diviso il palco, suonava in una band che ha aperto per gli Amen in un vecchio tour, è il mio chitarrista preferito… James e Nathan sono stati scelti anche loro per la voglia di suonare e la dedizione dimostrata. E’ una formazione molto giovane, ma anche molto talentuosa e piena di spirito”.

E’ ALMENO IL SECONDO CAMBIO COMPLETO DI LINEUP, COME TE LO SPIEGHI?
“In realtà ci sono stati innumerevoli cambi, molto di più di quelli documentati. La verità è che la musica è un credo molto importante per me, e quando qualcuno non se la sente di continuare o mette il guadagno dinanzi alla passione va sostituito, non dico che accada in maniera semplice, ma va sostituito. Suono ogni strumento e compongo ogni singola nota da tempo. Ci sono moltissime band famose che hanno avuto molti avvicendamenti e molti cambi di line up, alla fine penso che stare in una band è come avere cinque ragazze, è difficile sopportarle tutte”.

PARLIAMO DI LABEL, IN QUALE CONDIZIONE SONO ATTUALMENTE GLI AMEN E COSA NE PENSI DEL MUSIC BUSINESS?
“(Inizia subito a ridere, la domanda è retorica visto il passato della band ndR) Oramai ci sono abituato, la mia carriera sarà trovare una label e fare uscire un  disco, poi trovarne un’altra e pubblicare un altro disco e così via… Attualmente siamo senza contratto, siamo in tour per lanciare un messaggio e per testimoniare che gli Amen esistono. Tutte le etichette non sono altro che succursali di grandi compagnie, in America sembra che continuino a pubblicare lo stesso album ancora e ancora. Quando uscirono gli Slipknot e cominciarono a vendere parecchio un discografico mi disse: ‘Ho trovato questi Mushroomhead, sono mascherati anche loro, se solo vendono un decimo degli Slipknot sarà un successo’… rimasi a bocca aperta, è un disastro”.

SONO RIMASTO SHOCCATO NEL LEGGERE DEL TUO TERRIBILE MALORE, COSA E’ SUCCESSO ESATTAMENTE?
“Avevo una doppia ernia da non so quanto, lo seppi un anno e mezzo fa (a questo punto le parole rallentano e anche l’espressione si incupisce, evidentemente lo shock è ancora forte ndR). Ci stavamo preparando per il tour quando cominciai a sentirmi male, mi salì la febbre. In un attimo alzandomi dal letto mi accorsi di non riuscire a reggermi in piedi e di raggiungere la mia ragazza… immediatamente mi portarono all’ospedale dove si accorsero che avevo una grave emorragia interna, e dove fui operato di urgenza. Il medico mi proibì categoricamente di salire su un palco per almeno sedici settimane… ne sono passate otto ed eccomi qui!!! (e subito ritorna allegro esplodendo in una risata, impressionante ndR)”.

COME HA CAMBIATO LA TUA VITA QUESTA ESPERIENZA?
“Sicuramente me l’ha cambiata perché nelle prime date del tour, cavolo, faceva dannatamente male! Sto ingranando lentamente e sono convinto che in qualche settimana sarò ancora al 100%. La scorsa notte a Torino mi sono danneggiato parecchio, spero di non stramazzare stasera… direi che è sempre la solita vecchia storia !!!”.

HAI DEFINITO GLI AMEN COME UNA “WORKING CLASSA AMERICAN BAND”, SPIEGACI QUESTA DEFINIZIONE
“Penso esistano moltissime band ispirate unicamente dal denaro e dal lato glamour di essere un musicista, soprattutto nella realtà statunitense. Una ‘working class band’ non è realmente popolare ma si dedica esclusivamente a ciò che è realmente nel suo cuore e nel suo spirito, è l’opposto del saltare sul carrozzone del metalcore, dell’emo o di cosa cazzo ne so; ho avuto tre contratti con delle major e non ho mai prodotto una canzone che potesse essere considerata dalla etichetta un singolo con cui fare un pacco di soldi, sarà sempre così perché non considero nemmeno l’eventualità di cambiare”.

E’ DA POCO USCITO ‘GUN OF A PREACHERMAN’, IL VOSTRO PRIMO LIVE ALBUM, VUOI PARLARCENE?
“Non ho la minima idea di che cosa si tratti!!! E’ la stessa cosa del dvd che uscì tempo fa, l’ha pubblicato questa etichetta senza che nessuno sapesse nulla, non idea se sia legale o meno, l’ho visto poco tempo fa al Virgin Megastore fuori dall’aeroporto e me ne sono comprato una copia (risate ndR), la mia ragazza te lo può confermare”.

NON DIRMI CHE NON SAI NULLA NEMMENO DEL COFANETTO ‘PISSTORY’!
“No quello è una mia creazione, c’è molta gente a cui piace questo tipo di pubblicazione totalmente underground e limitata. Contiene la musica che ho fatto dall’età di undici anni ad oggi, con un booklet veramente curato e significativo. Troverete per esempio la foto di me da ragazzino al concerto dei Black Flag, quando vidi Henry Rollins fui talmente sconcertato che il giorno dopo vendetti la mia attrezzatura da skate (Casey da ragazzino era un pro-skater sponsorizzato dalla famosa Indipendent, e ci sono parecchie foto che lo provano, non come quel chiaccherone di Fred Durst ndR) per pagarmi lo studio di registrazione e produrre i miei primi lavori… quattro canzoni di quei tempi sono finite nel box-set. C’è tutta la mia vita da musicista, penso sia davvero una ottima raccolta, se vi interessa è acquistabile solo online o ai nostri show”.

SEI SEMPRE STATO IPERATTIVO E TOTALMENTE DEVOTO ALLA MUSICA, PARLACI DEI TUOI NUMEROSI SIDEPROJECT
“Posso parlarti del progetto ‘Scars on Brodway’ con Daaron dei System, abbiamo un album finito che sicuramente vedrà la luce prima o poi… hai presente B.Y.O.B. (primo singolo da Mezmerize ndR)? E’ un pezzo su cui abbiamo lavorato io e Daaron! Poi sono coinvolto con gli ‘Headband’, assieme a Josh Homme e Nick Olivieri (Queens of the Stone Age), Twiggy Ramirez e Shannon Larkin, il mio vecchio batterista, il migliore batterista del pianeta a dire il vero: ci alterniamo alla voce, uno su ogni canzone, e ho suonato anche la chitarra. Gli ‘Amicuss’ avevano oltre al sottoscritto Phil Anselmo, Killjoy dei Necrophagia e Fredrik dai Marduk… questo penso proprio che non vedrà mai la luce perché non abbiamo mai registrato nulla prima che Killjoy si stancasse e lasciasse il progetto. Non posso escludere a priori che un giorno tutto questo verrà pubblicato, ma davvero non chiedermi quando perché non ne ho la minima idea”.

TI DIMENTICHI DEGLI SCUM (FEATURING SAMOTH (ZYKLON), FAUST (EMPEROR), HAPPY TOM (TURBONEGRO) E COSMOCRATER (MINDGRINDER))…
“Beh gli Scum sono l’unico progetto concretizzatosi appieno, l’album è completo e abbiamo da poco finito la masterizzazione, c’è un video pronto e a breve debutteremo anche in sede live. Sono estremamente fiero del risultato finale, ti anticipo anche che abbiamo aggiunto un guest con il cantante de Darkthrone. E’ una delle esperienze più significative della mia vita, come avere suonato con Henry Rollins o aver girato in tour con Nikki Sixx”.

SONO TUTTI MUSICISTI EUROPEI, MOLTI DEDITI AL BLACK METAL, SEI UN APPASSIONATO?
“Si, sono un estimatore anche del metal estremo europeo, penso sia il solo movimento assieme al punk rock totalmente autentico e non orietato al denaro, accomunato al punk anche dal sentimento di disagio e dall’essere emarginati dalla società contemporanea. C’è una affinità di fondo che non può che farmi apprezzare l’intera scena, pur non conoscendo nel dettaglio moltissime band”.

HEI QUALCHE BAND DI QUALSIASI GENERE DA CONSIGLIARE AL PUBBLICO?
“Non so, potrei consigliarvi gli ‘Eighties Matchbox B Line Disaster’ per esempio. Appena li sentii per la prima volta pensai fossero fantastici, ho voluto per forza produrre qualche pezzo con loro e alla fine ne abbiamo registrati sette, che a dir la verità non so che fina abbiano fatto, comunque è una band da scoprire se ancora non li conoscete e amate il rock”.

COSA SIGNIFICA ESSERE PUNK NEL 2005?
“Per me significa non avere regole, non fare compromessi, non cambiare. La stessa attitudine che hanno i Motorhead e lo stesso spirito che guidava i Nirvana. Punk nel 2005 significa essere onesti e disadattati”.

HAI ACCENNATO ALLA TUA CARRIERA DI SKATER PROFESSIONISTA: AMI DI PIU’ IL TUO SKATE O I BLACK FLAG?
‘In realtà entrambi sono stati gli amori più grandi della mia vita, anche se la musica si è ritagliata la parte maggiore con la mia folgorazione per i Black Flag di Henry Rollins. A dire il vero ho comprato la mia ultima tavola da pochissimo, infatti ero in Norvegia e Satyr dei Satyricon mi ha costretto ad andare a skateare… ‘Sei pazzo!’ È stata la mia prima reazione, ma poco dopo ci siamo ritrovati ad andare su e giù dalle rampe e a provare i trick più difficili e alla fine dopo circa tre ore mi fa ‘Dovevi essere davvero in gamba da ragazzino se te la cavi ancora così bene!’… E’ stato veramente assurdo (risate ndR)”.

SEMBRI DAVVERO INARRESTABILE. HAI MAI PENSATO SUL SERIO DI SMETTERE?
“Ti confesso che a volte ci ho pensato. Ho realizzato molti dei miei desideri come produrre la mia musica e lanciare un messaggio, tutto questo alle mie condizioni. Mi sento un uomo fortunato, ho girato il mondo suonando e a volte penso che potrei anche fermarmi e lasciare spazio agli altri… ma poi vedo gente come Nikki Sixx e mi dico ‘Naaaah, non se ne parla nemmeno!’. Quando firmerò gli autografi per il secondo best of mi fermerò”.

IL TEMPO E’ FINITO, VUOI AGGIUNGERE QUALCOSA?
“Grazie molto per l’intervista, grazie a metalitalia.com, grazie al pubblico italiano e grazie all’italia per tutte le grandi band  come Indigesti,  Negazione, Raw Power e tutti gli altri, spero di tornare presto”.

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