Da poco tornati sul mercato con un lavoro splendido come “Versus The World”, gli svedesi Amon Amarth si apprestano a diventare una delle band cardine dell’attuale scena death metal, nonché una delle punte di diamante della loro etichetta, la storica Metal Blade. Da sempre fautori di un interessante ibrido tra sonorità death metal e altre più melodiche ed epic oriented, gli Amon Amarth, grazie soprattutto alle loro liriche, possono essere considerati come l’unica formazione davvero capace di fregiarsi dell’appellativo di “viking metal band”, termine troppo spesso utilizzato per descrivere band a dir poco insulse e sinonimo di pacchianate innominabili! Non è ovviamente il caso di questi svedesi e il drummer Fredde è qui a dimostrarcelo…
QUALI SONO SECONDO TE LE PRINCIPALI DIFFERENZE CHE INTERCORRONO TRA “VERSUS THE WORLD” E IL PRECEDENTE “THE CRUSHER”?
“‘Versus The World’ è un album più heavy e più malinconico del precedente, sia per quanto riguarda la musica sia i testi. L’album parla di ‘Ragnarök’ che, nella mitologia nordica, significa la fine del mondo o, più precisamente, la fine di ogni cosa”.
PARLAMI DEL MAKING DI “VERSUS THE WORLD”…
“Pur avendo iniziato a comporre il materiale circa un anno e mezzo fa, è stato parecchio stressante e problematico portare a termine i lavori. Abbiamo avuto molti problemi nell’ultimo periodo e delle volte ci siamo addirittura chiesti se fosse giunta l’ora di scioglierci… devi sapere che inizialmente volevamo persino intitolare l’album ‘The End’! Alcuni dei problemi di cui ti parlavo sono sorti on the road: avevamo organizzato un paio di tour all’inizio di quest’anno e pensavamo di poterci dedicare al disco nei momenti di pausa: invece, pur essendo andati entrambi benissimo, ci siamo ritrovati a casa senza aver concluso un bel niente dal punto di vista compositivo. Abbiamo dovuto lavorare sotto pressione e ciò non è certo bello! Inoltre il disco è stato registrato ai Berno studios che distano parecchi chilometri da casa nostra. A causa di ciò era per noi impossibile trascorrere molto tempo laggiù, perciò le registrazioni sono state effettuate in diverse sessioni anziché in un mese filato, una cosa a cui noi non eravamo affatto abituati”.
MA PERCHE’ AVETE DECISO DI REGISTRARE AI BERNO E NON AGLI ABYSS?
“Volevamo tornare agli Abyss ma Peter (Tagtgren, nda) questa volta non aveva proprio tempo da dedicarci. Siccome non volevamo assolutamente registrare ai Fredman scegliere i Berno è stata la cosa più logica da fare”.
VORREI CHE MI PARLASSI UN PO’ DEI MIEI BRANI PREFERITI DEL DISCO, OVVERO “WHERE SILENT GODS STAND GUARD”, “ACROSS THE RAINBOW BRIDGE” E “THOUSAND YEARS OF OPPRESSION”…
“Questi sono dei brani che si distaccano un po’ dal nostro stile, sono abbastanza lenti e contengono degli elementi che non avevamo mai utilizzato in passato. Ci piacciono comunque molto, ‘Where Silent Gods Stand Guard’ è tuttora il mio brano preferito di questo disco. ‘Thousand Years Of Oppression’ è l’ultimo pezzo che abbiamo composto prima di iniziare le registrazioni e, se non erro, Johan ha scritto il testo direttamente in studio. ‘Across The Rainbow Bridge’ è stata invece composta per metà in tour ma, come ti ho detto prima, siamo riusciti a completarla solo una volta tornati a casa”.
E SECONDO TE QUAL E’ IL BRANO PIU’ RAPPRESENTATIVO DI “VERSUS THE WORLD”?
“Tutto sommato penso che sia il brano d’apertura, ‘Death In Fire'”.
TI ANDREBBE DI ADDENTRARCI NELL’ARGOMENTO TESTI?
“Come ti ho detto prima, i testi sono principalmente incentrati su ‘Ragnarök’. Purtroppo non sono stato io a scriverli quindi non posso dilungarmi troppo. So però che questa volta Johan ha trattato anche argomenti che hanno o che hanno avuto a che fare con la sua vita privata. Si tratta sempre di testi basati sulla mitologia scandinava ma alcuni di essi hanno un significato più profondo e personale”.
MI SPIEGHI PER QUALE MOTIVO SIETE SEMPRE STATI ATTRATTI DA QUESTE TEMATICHE?
“La mitologia è forse il più grande interesse di Johan: essendo lui il principale scrittore dei testi è normale che parli di queste cose. E’ però spesso aiutato da Ted, il quale ha sempre delle idee che gli frullano nella testa e, saltuariamente, da me. Non credo però che sia un’esclusiva degli Amon Amarth il fatto di essere interessati in questi argomenti: credo che sia una cosa comune a tutti i nostri connazionali… fa parte della nostra storia e ne andiamo fieri”.
PENSI CHE I VOSTRI TESTI AVRANNO SEMPRE A CHE FARE CON LA MITOLOGIA NORDICA?
“Non saprei, ma credo di sì. Ormai sono divenuti il nostro marchio di fabbrica”.
CAMBIAMO ARGOMENTO: SIETE ANCORA SODDISFATTI DEI VOSTRI VECCHI ALBUM?
“Sì, tutti siamo contenti di ciò che abbiamo fatto in passato. Inizialmente non ero molto soddisfatto di ‘The Avenger’ ma, col passare del tempo, mi sono molto affezionato ad esso e ora lo ritengo anche superiore a ‘The Crusher’. Invece ‘Sorrow Thoughout The Nine Worlds’ non riesce ancora a convincermi pienamente. Forse perché sono più legato alle versioni di quei pezzi presenti sui nostri demo”.
QUANTO PENSI CHE SIATE PROGREDITI DAI TEMPI DEI DEMO?
“Molto, direi, comunque per rendertene conto tu stesso ti consiglio di procurarti la viking edition del nostro nuovo album: conterrà entrambi i nostri demo!”.
COME VANNO LE COSE CON LA METAL BLADE?
“Molto bene direi, ci sentiamo importanti per loro e la cosa è reciproca. Ora stanno lavorando per organizzarci dei nuovi tour e penso che all’inizio dell’anno prossimo saremo in giro per gli Stati Uniti e per l’Europa”.
OK, GRAZIE FREDDE, VUOI AGGIUNGERE QUALCOSA?
“Grazie a te per l’intervista! Se volete saperne di più su di noi visitate il nostro sito www.amonamarth.com. Ciao!”.