AMON AMARTH – Furia innata

Pubblicato il 09/05/2019 da

Come previsto, il nuovo full-length degli svedesi Amon Amarth, “Berserker”, è già divenuto fonte di discussione a pochi giorni dalla sua uscita: si possono infatti notare i classici schieramenti contrapposti tra persone che etichettano l’album con epiteti non propriamente lusinghieri, e altre che invece hanno trovato numerosi elementi in grado di favorire una netta promozione per il prodotto in questione. A prescindere dalle considerazioni personali, è innegabile che ogni qualvolta i vichinghi del melodic death metal per definizione buttano fuori un nuovo album, il periodo successivo li vedrà inevitabilmente come dei veri e propri protagonisti, insieme a poche altre realtà affini, tra attività live, merchandise e tanto altro. Perciò, è stato possibile approfittare dell’occasione per fare due chiacchiere con il chitarrista Johan Soderberg, il quale non si è rivelato proprio l’interlocutore più loquace con cui abbiamo avuto la fortuna di interfacciarci negli ultimi tempi, ma tutto sommato gli argomenti interessanti non sono mancati. Buona lettura!

CIAO JOHAN! PARTIAMO NATURALMENTE PARLANDO DEL NUOVO ALBUM: A TRE ANNI DI DISTANZA DAL PREDECESSORE, COME DESCRIVERESTI IL PROCESSO CHE HA PORTATO AL NUOVO “BERSERKER”?
– La prima differenza che spicca sicuramente tra i due lavori risiede nel fatto che “Jomsviking” è un concept album, mentre per il nuovo arrivato abbiamo voluto tornare un po’ al nostro format più canonico: invece di una storia narrata per intero, qui ogni brano rappresenta un capitolo a se stante. Prima di tutto, ci siamo voluti focalizzare sulle parti prettamente musicali, cui solo successivamente abbiamo deciso di abbinare dei testi che potessero essere coerenti e stimolanti, in base anche allo stile proprio di ogni estratto.

CI SONO DEI BRANI CHE TI SENTIRESTI DI ETICHETTARE COME PARTICOLARMENTE RAPPRESENTATIVI DI CIÒ CHE L’ALBUM VUOLE INCARNARE?
– Credo che le tracce più riconoscibili del prodotto siano proprio le prime due che è possibile trovare all’interno della tracklist: ovvero “Fafner’s Gold” e “Crack The Sky”.

PUOI ANTICIPARCI QUALCOSA DELLA SCENOGRAFIA CHE FARÀ DA CORNICE PER ILTOUR DEDICATO ALL’ALBUM?
– Stiamo lavorando per portare on stage delle nuove idee per quanto riguarda la scenografia e la componente più visiva del nostro spettacolo. Purtroppo, però, non posso fornire ulteriori dettagli per il momento, ma sicuramente ci tengo a far presente ai nostri fan che sarà nostra premura fornire una presentazione esemplare.

RICORDIAMO ANCORA TUTTI IL DOPPIO SHOW SPECIALE, TENUTO AL SUMMER BREEZE OPEN AIR AL MOMENTO DELLA REGISTRAZIONE DEL VOSTRO ULTIMO DVD. PENSATE DI RIPROPORRE QUALCOSA DI SIMILE IN FUTURO?
– Chiaramente ciò è stato architettato ad hoc appunto per poter proporre dei contenuti interessanti su cui basare il nostro DVD, ma sicuramente terremo in seria considerazione la possibilità di riproporre qualcosa che ci si avvicini, magari in un’altra occasione speciale legata a qualche particolare ricorrenza.

UNO DEGLI ARGOMENTI PIÙ DISCUSSI TRA GLI ASCOLTATORI DEGLI AMON AMARTH È SENZA DUBBIO L’EVOLUZIONE DEL SOUND DELLA BAND NEL CORSO DEGLI ANNI. TU COSA PUOI DIRCI IN MERITO?
– In ogni album la nostra intenzione è sempre stata quella di apportare qualche modifica al sound: volendo fare un esempio, col giusto orecchio si può notare che procedendo con la nostra discografia le parti vocali sono divenute sempre più nitide e definite, in modo da rendere ulteriormente comprensibile il contenuto dei singoli testi, pur mantenendo lo stile prettamente in growl delle parti cantate. Allo stesso modo, in particolar modo nel nuovo lavoro, anche le chitarre sono diventate a modo loro più squillanti e distinguibili all’interno del complesso sonoro proveniente dai vari strumenti.

COME RISPONDERESTI A CHI SOSTIENE CHE LA PROPOSTA DEGLI AMON AMARTH, COL TEMPO, SI SIA AVVICINATA MOLTO AL MODO PIÙ VECCHIA SCUOLA DI SUONARE METAL?
Credo che, effettivamente, ciò equivalga ad una ricostruzione piuttosto adeguata del nostro processo di cambiamento e maturazione. Chiaramente gli Amon Amarth non vogliono necessariamente somigliare agli Iron Maiden, ma è anche vero che tutti noi della band siamo degli estimatori delle sonorità old school, e col tempo è divenuto quasi naturale per noi virare verso quel determinato stile.

VOLGENDO PER UN ATTIMO LO SGUARDO INDIETRO, C’È QUALCOSA CHE VORRESTI CAMBIARE NELLA CARRIERA DEGLI AMON AMARTH?
– A livello sostanziale non ritengo ci siano cambiamenti che varrebbe la pena fare. Piuttosto, mi concentrerei un attimo di più sulla produzione e sulla cura per il sound di ogni singolo album, che con un lavoro più all’avanguardia potrebbero ottenere tutto un altro sapore. Però è anche vero che si tratta di qualcosa di fortemente legato al budget e, soprattutto, ai tempi; quindi, tutto sommato, sono considerazioni che lasciano abbastanza il tempo che trovano.

ESSENDO DA SEMPRE SOTTO METAL BLADE RECORDS, COME TI SENTIRESTI DI VALUTARE IL LORO LAVORO, ANCHE ORA CHE IN EUROPA È STATO FATTO UNO STEP IN PIÙ?
– Sì, per il mercato europeo ed orientale abbiamo deciso di appoggiarci alla Sony, che ci ha fatto comunque una proposta piuttosto vantaggiosa e in linea con la posizione che gli Amon Amarth sono riusciti a ritagliarsi sul mercato europeo. Invece, per ciò che concerne l’America, ci siamo nuovamente rivolti ai ragazzi di Metal Blade, che non finiremo mai di ringraziare per tutto quello che hanno fatto per noi dall’inizio della nostra carriera. Il loro talento e la loro passione sono sicuramente degni di nota, così come la loro disponibilità, e sono sicuro che continueranno a svolgere un ottimo lavoro in compagnia di molteplici artisti anche in futuro.

COME TI SENTI AL PENSIERO CHE GLI AMON AMARTH SIANO DIVENUTI UNA REALTÀ COSÌ GRANDE ALL’ INTERNO DEL PANORAMA METAL?
– Trovo davvero magnifico che la band sia riuscita a raggiungere certe vette col passare degli anni. Il dettaglio che più mi fa sorridere, tuttavia, risiede nel fatto che tanti anni fa c’erano davvero molte persone giovani all’interno del nostro pubblico, in occasione di un nostro live, e oggi quegli stessi ascoltatori sono ancora lì presenti ogni volta che ci esibiamo, affiancati da nuovi estimatori giovani com’erano loro ai tempi. Poter vedere appassionati di quarant’anni, affiancati da altri magari di quattordici o, comunque, ancora in età scolastica, rappresenta senza dubbio un’ulteriore soddisfazione, nonché un ottimo segno per il futuro della band.

QUALE CREDI DEBBA ESSERE IL PROSSIMO PASSO NELLA CARRIERA DEGLI AMON AMARTH?
– Ogni volta che immettiamo un nuovo album sul mercato è come se stessimo facendo un passo in avanti, ma c’è anche da dire che ogni volta il passo diventa più piccolo, poiché non è semplice per una band continuare a migliorarsi col passare del tempo. Sinceramente, mi auguro che il futuro abbia in serbo per noi nuovi estimatori, nuovi concerti da headliner, nuove scenografie sempre più imponenti e così via. In generale, spero che tutto ciò che ruota intorno agli Amon Amarth possa diventare, poco a poco, sempre più grande. Naturalmente senza far diventare nulla un’ossessione, anche perché solo vivendo si può scoprire cosa il futuro ha in serbo.

IN QUANTO ATTUALMENTE BAND PIÙ FAMOSA AL MONDO AD AVER RESO DETERMINATE TEMATICHE UN VERO E PROPRIO MARCHIO DI FABBRICA DELLA PROPRIA PROPOSTA, COSA PENSI DEL FATTO CHE MOLTI GIOVANI ABBIANO INIZIATO AD INTERESSARSI ALLA MITOLOGIA NORRENA PROPRIO GRAZIE AI DISCHI DEGLI AMON AMARTH?
– Da una parte ha un che di davvero divertente e piacevole tutto questo: dopotutto, non capita tutti i giorni di riuscire a ispirare nei giovani la voglia di interessarsi ad argomenti come la storia o la mitologia legata a una determinata cultura; senza contare il fatto che non avevamo assolutamente idea che, tramite i nostri album, avremmo ottenuto un effetto simile. D’altra parte è vero anche il contrario: ti basti pensare che, a quanto pare, molti nostri ascoltatori si sono avvicinati alla nostra musica proprio perché molto intrigati da tutto ciò che riguarda la mitologia nordica. Tutto ciò senza contare gli appassionati di serie tv, come ad esempio “Vikings”, di romanzi storici e tanto altro; alla fine, quando vi sono delle tematiche comuni, è facile che gli appassionati passino facilmente da un prodotto all’altro con scioltezza e disinvoltura.

RICORDIAMO L’APPARIZIONE DEL TUO SOCIO JOHAN HEGG IN UN FILM DI QUALCHE ANNO FA, COMPRESO ANCHE DI UNA VOSTRA CANZONE DURANTE I TITOLI DI CODA. COME VEDRESTI LA POSSIBILITÀ DI VEDERE GLI AMON AMARTH INTENTI A OCCUPARSI DELLA COLONNA SONORA DI UN FILM O DI UN VIDEOGIOCO, IN UN FUTURO?
– Sicuramente rappresenterebbe un’opportunità davvero parecchio interessante sotto diversi punti di vista. Purtroppo non abbiamo ancora ricevuto delle proposte particolarmente ficcanti in questi ambiti, ma se in un futuro dovesse presentarsi la possibilità, saremmo senz’altro molto entusiasti di prendere parte alla stesura di una colonna sonora, o anche solo mettere a disposizione dei nostri brani più o meno indicati per il prodotto in questione.

GLI AMON AMARTH PROVENGONO DA QUELLA CHE VIENE ETICHETTATA OGGI GIORNO COME UNA DELLE TERRE PIÙ PROFICUE PER CIÒ CHE RIGUARDA LA NOSTRA MUSICA PREFERITA, OVVERO LA SVEZIA. COME DESCRIVERESTI ORA COME ORA L’AMBIENTE METAL SVEDESE?
– A mio modesto parere, non ci possiamo assolutamente lamentare: il numero degli appassionati di musica metal in Svezia sembra essere in continua crescita, e allo stesso modo continuano a nascere band più o meno interessanti che iniziano presto a girare il mondo. Tuttavia, volendo fare un esempio, opterei per i concerti più recenti ad opera degli Iron Maiden, che una volta, dalle nostre parti, si esibivano di fronte a sei o settemila persone al massimo; invece, l’ultima volta cui ho avuto anche io modo di presenziare, si arrivava molto vicini ai trentamila paganti, e questo non può che essere un segnale positivo.

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