ANATOMIA – Profondo rosso

Pubblicato il 17/08/2013 da

Dopo mesi di attesa, siamo più che felici di presentarvi un’intervista con i death metaller Anatomia, morbosa realtà giapponese che si è fatta lentamente largo nell’underground grazie alla pubblicazione di una serie di azzeccati split e a quella del notevole “Decaying In Obscurity”, ultimo full-length, uscito per Nuclear War Now! Productions, che ha mostrato un’interessante evoluzione verso lidi più atmosferici, spesse volte creati da tastiere in chiave horror. Una lunga attesa, dicevamo, ripagata però dalle risposte oneste ed esaustive di tutti i membri della formazione, che non si sono tirati indietro davanti ad alcuna domanda. Nel frattempo, è stato inoltre annunciato che il tour europeo che vedrà i Nostri protagonisti con i danesi Undergang farà tappa anche in Italia, precisamente il 14 ottobre a Bresso (MI); un motivo in più per seguire da vicino questa particolare band, esponente della poco conosciuta scena estrema nipponica, nonchè alfiera di un death-doom metal tra i più personali in circolazione.

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CONSIDERATE LA MUSICA DEGLI ANATOMIA COME DEATH METAL, DOOM O QUALCOS’ALTRO?
Jun: “Per me gli Anatomia sono una death metal band”.
Takashi: “Puramente death metal”.
Yukiyasu: “Chiamiamo la nostra musica dismal slow death metal. Se non fosse death metal, gli Anatomia non necessiterebbero di nessuno di noi, visto che quello è il nostro background”.

TUTTAVIA, LA VOSTRA MUSICA A VOLTA SEMBRA COLLOCARSI IN UN’INTERSEZIONE FRA GENERI. C’È SICURAMENTE TANTO DEATH METAL, MA ANCHE ELEMENTI DOOM E DELLE ARIE ORRORIFICHE ALLA GOBLIN. COME SIETE GIUNTI A QUESTO STILE?
Jun: “Mi fa piacere che tu abbia nominato i Goblin, visto che ho sempre desiderato creare qualcosa che possedesse le atmosfere di una colonna sonora da film horror. Spesso giochiamo a ripetere lo stesso riff per lunghi tratti di una canzone, un modo da creare un effetto simile a quello di certa musica noise/dark ambient. Questo è stato il concept alla base del nuovo album. Mi sono reso conto di quanto sia venuto heavy e lugubre solo quando l’ho ascoltato a distanza di qualche tempo dal suo completamento. Sono soprattutto soddisfatto della seconda parte dell’album, che è davvero una tortura”.
Takashi: “Fondamentalmente, la nostra musica è un death metal con una forte componente horror, anche se ad ogni appuntamento proviamo ad aggiungere nuovi elementi in modo da produrre sempre qualcosa di originale. Questa volta è stato Jun a proporre la maggior parte delle idee per l’album”.

QUANDO COMPONETE, INIZIATE CON IL CONCEPT, UN RIFF O COS’ALTRO?
Jun: “Solitamente ci ritroviamo in sala prove e ognuno di noi porta con sè degli spunti che ha registrato a casa. Poi iniziamo a lavorarci insieme e ognuno aggiunge qualche idea al lavoro dell’altro. Riteniamo un pezzo pronto solo quando tutti sono soddisfatti del risultato finale”.
Takashi: “Io inizio a pensare al feeling che vorrei trasmettere con il brano, quindi penso alla sua struttura vera e propria e alle dinamiche, cercando di non ripetere quanto fatto in altre canzoni composte in passato. Come dicevamo, cerchiamo di includere le idee di ognuno di noi in tutti i brani, ma a volte ciò richiede troppo tempo. Ultimamente tendiamo a comporre da soli e poi a lasciare che uno di noi infarcisca la composizione dell’altro, senza però stravolgerla troppo”.
Yukiyasu: “Personalmente, inizio col preparare alcuni riff e poi vedo se possono convivere nello stesso pezzo, come se si trattasse di un puzzle il cui solo obiettivo è quello di trasmettere oscurità. Sto sempre attento a non strafare, perchè un buon ascoltatore può accorgersi subito se hai messo dei riff a casaccio”.

SIETE RIUSCITI A CATTURARE IN MUSICA QUELLE SENSAZIONI CHE SI PROVANO MENTRE SI GUARDA UN BUON FILM HORROR. QUANTO SIETE INFLUENZATI DA OPERE VISUALI?
Jun: “Come dicevo, siamo molto influenzati dai Goblin ed onorati di essere anche solo vagamente paragonati a loro! Durante i nostri concerti siamo soliti utilizzare esclusivamente luci rosse, in modo da richiamare film come ‘Suspiria’. Siamo decisamente influenzati dai film horror; non a caso, immagino scene raccapriccianti quando cerco di comporre musica. Sono quasi come un pittore, il quale però usa strumenti musicali al posto dei pennelli (risate, ndR)!”.

MI SEMBRA DI CAPIRE CHE SIATE FANATICI DI DARIO ARGENTO…
Jun: “Certo, amo gli horror, anche se certamente vi sono persone ben più esperte e fanatiche di me. Naturalmente adoro Dario Argento e ‘Suspiria’ è il mio film preferito di tutti i tempi”.
Takashi: “Sì, l’horror italiano è famoso anche da queste parti. Fulci è un altro grande regista! I miei film horror preferiti sono ‘Zombie’, ‘The Beyond’, ‘The House By The Cemetery’… insomma, i vari classici”.
Yukiyasu: “Io invece non sono un grande appassionato di horror movie, anche se penso che sarei adatto per qualche cast (risate, ndR)!”.

TORNANDO ALLA MUSICA, STATE GIÀ PENSANDO A DEL NUOVO MATERIALE? CERCHERETE MAGARI DI SVILUPPARE LE SONORITÀ DI “DECAYING IN OBSCURITY”, AUMENTANDO L’APPORTO DELLE TASTIERE?
Jun: “Penso che abbia senso continuare quello che abbiamo creato con questo album, soprattutto ora che siamo stati raggiunti da un tastierista. Questo strumento funziona bene con il nostro sound”.
Takashi: “L’atmosfera gioca un grosso ruolo nel nostro songwriting. È una cosa a cui prestiamo molta attenzione. Vogliamo andare oltre shredding e blast-beat e stiamo cercando di concretizzare una nostra idea di death metal, utilizzando sintetizzatori e atmosfere macabre. È importante differenziarsi, soprattutto adesso che la scena death metal è colma di nuove band”.

IL GIAPPONE INFLUENZA LA VOSTRA MUSICA?
Takashi: “Devo dire di non averci mai pensato sino ad oggi, ma forse il fatto di vivere da parecchi anni nel quartiere di Adachi, a Tokyo, può avermi influenzato, visto che qui spesso incontro dei pazzi per la strada o sento di omicidi o altri crimini. In effetti, a volte mi sono lasciato ispirare da alcuni casi polizieschi per scrivere dei testi. Musicalmente, penso che ciò che suono ora sia il risultato dei miei ascolti nel corso degli anni. Mio fratello mi ha fatto scoprire il metal da ragazzino: ho iniziato ascoltando la scena glam degli anni Ottanta, poi sono passato ad altro. Andavamo continuamente in cerca di nuovi gruppi e ho sempre cercato di mantenere una mentalità aperta”.
Jun: “Non penso che l’area geografica mi abbia influenzato come ascoltatore e musicista. Tutto è dipeso solamente dalle mie frequentazioni e, come dicevo prima, anche dai film che ho visto nella mia vita. Quando compongo immagino sempre che vi siano delle ombre minacciose alle mie spalle”.

COSA POTETE DIRCI A RIGUARDO DELLA SCENA METAL GIAPPONESE, INVECE?
Jun: “In Giappone la situazione è complicata per tutte le band con sonorità diverse da quelle mainstream. Non abbiamo praticamente alcun seguito qui. Personalmente ho smesso di interessarmi alla scena locale, anche se amo ascoltare i Glaschelim, una ambient drone heavy rock band. Davvero bravi!”.
Takashi: “Vi sono molte underground metal band qui, ma la scena è assai piccola. Vi sono concerti quasi ogni weekend, ma spesso i gruppi suonano di fronte ai membri delle altre band. È impossibile paragonare la scena locale a quella europea, ad esempio. Inoltre, è davvero costoso suonare qui: bisogna affittare i locali e anche i prezzi del biglietto al pubblico sono cari. Senza dubbio vi sono anche formazioni che provano a far buon viso a cattivo gioco, che investono e che riescono a supportare realtà estere, ma noi tendiamo a rimanere nell’ombra e ad operare in altra maniera. Comunque, fra le nuove leve raccomando gli Evil e i Return, entrambe più che valide”.
Yukiyasu: “Io personalmente sono molto coinvolto nella scena underground locale e vado a concerti death metal molto spesso. La scena è sicuramente piccola, ma molto affiatata. Nessuno si comporta da rock star. Ho viaggiato parecchio per il Giappone per assistere a concerti underground e ho avuto modo di conoscere diverse valide band. Al momento posso consigliare Begrabnis, funeral doom da Sendai, Baked Bomb, brutal death metal da Hiroshima, e Pasht, female death metal band di Osaka. Trovi qualcosa di valido ovunque tu vada”.

CITATE UNA BAND, UN ARTISTA O UN DISCO CHE AMATE ALLA FOLLIA E CHE SECONDO VOI MERITEREBBE MAGGIOR FORTUNA E/O CONSIDERAZIONE…
Takashi: “Domanda difficile! Direi Autopsy, Death o Necrophagia… roba che certamente nel nostro mondo tutti conoscono, ma che secondo me meriterebbe sempre e comunque riconoscimenti più ampi. I primi album e demo di queste band sono leggendari. Personalmente, ho iniziato ad avvicinarmi al death metal grazie ai demo di Morbid Angel, Immolation e delle succitate leggende. Per quanto riguarda nomi meno noti, vorrei citare gli americani Rude, che propongono un mix di Pestilence e Morbid Angel. Amo il loro demo! Patrick dei Pestilence ha persino collaborato con loro”.
Jun: Io adoro gli Jacula e il loro album ‘Tardo Pede In Magiam Versus’. Si tratta di una vecchia progressive rock band italiana. Ispirano un senso di orrore e bellezza unico”.
Yukiyasu: “Io ho sempre pensato che ‘Symbolic’ dei Death meritasse maggior fortuna”.

TORNANDO ALLA VOSTRA BAND, AVETE QUALCOSA IN PROGRAMMA SUL FRONTE LIVE?
Takashi: “Sì, saremo in tour in Europa con gli Undergang verso la fine dell’anno. Non sono state confermate tutte le date, ma certamente visiteremo dei nuovi posti questa volta. Una delle tappe sarà il Bloodshed Fest in Olanda”.

COS’È IL “SUCCESSO” PER UNA BAND COME GLI ANATOMIA?
Jun: “Avere la possibilità di suscitare l’interesse di persone così lontane e di potere parlare di ciò che facciamo in un’intervista come questa”.
Takashi: “Avere modo di continuare a suonare e divertirci. Qui non si parla di vendite o di quanto un tour è prestigioso. Siamo un gruppo underground ad amiamo questa dimensione”.
Yukiyasu: “Mi sono unito agli Anatomia solo da un anno e mezzo, ma voglio contribuire al repertorio di questa band scrivendo buone canzoni e far sì che queste vengano ascoltate da chi ci segue per tanti anni a venire. Il successo sarebbe regalare al death metal un album degno della sua storia”.

CHE COSA FANNO I MEMBRI DEGLI ANATOMIA QUANDO NON SONO IMPEGNATI CON LA BAND O SUL LAVORO?
Jun: “Adoro cucinare e ascoltare musica. Non ho una TV a casa e l’unico modo per non sentirmi del tutto solo è ascoltare musica (ride, ndR)”.
Takashi: “Sono imprigionato in ufficio per gran parte della settimana. Lavoro almeno nove o dieci ore al giorno e quando rientro a casa ho giusto il tempo per ascoltare un po’ di musica e controllare le mie email. Odio il Giappone, è un posto malato di lavoro. Mi piacerebbe poter avere delle vacanze estive come quelle dei miei amici europei! Qui al massimo puoi permetterti una settimana!”.
Yukiyasu: “Anch’io lavoro come una macchina. Respiro e vado avanti. Non ci sarebbe altro, se non avessi la musica”.

GRAZIE PER L’INTERVISTA. A VOI LA CONCLUSIONE!
Jun: “Il nostro ultimo album, ‘Decaying In Obscurity’, è la nostra opera più completa, che può essere apprezzata sin dall’artwork e dai testi. Spero che questo album possa essere ascoltato da molti. Grazie a Metalitalia.com per averci dato l’opportunità di parlare di tutto ciò!”.
Takashi: “Grazie per l’intervista, è stato un vero piacere. Spero che continuerete a seguirci. Coloro che non hanno ancora avuto modo di ascoltare ‘Decaying In Obscurity’ si sentano liberi di contattarci. Stiamo inoltre lavorando a dei nuovi EP e non vediamo l’ora di suonare in Italia. Stay doom and morbid!”.
Yukiyasu: “Grazie mille! Il prossimo EP conterrà diverse mie idee e non vedo l’ora che possiate ascoltarle. Non perdetevolo! Stay brutal!”.

anatomia - band - 2013

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