ANGEL OF DAMNATION – L’inquieta via del doom

Pubblicato il 07/02/2019 da

Mentre una corposa frangia della scena doom si permea di umori stranianti, annega in distorsioni e riverberi, si fa enigmatica attraverso miscellanee di suoni multiformi e contrastanti, una parte di essa profonde i suoi sforzi per dare consistenza a una visione tradizionale ma non conformista o rinchiusa in se stessa. Il classic doom sa ancora esprimere dischi di forte potere emozionale, che sappiano trasportare in una dimensione maligna con armi semplici, ma affilate e tremendamente efficaci. “Heathen Witchcraft”, concepito da quattro musicisti navigati e che mai hanno tradito un verace spirito underground nella loro carriera, si è distinto come una delle migliori pubblicazioni heavy metal del 2018. Riff magistrali e vocalizzi vibranti sono gli elementi cardine di un’opera dedicata alla stregoneria, interpretata dal punto di vista dei ‘cattivi’, di chi all’epoca poteva essere visto come il tramite di Satana sulla Terra. Il principale artefice del progetto, il polistrumentista Avenger, ci illustra volentieri le caratteristiche del progetto e la sua visione su diverse tematiche legate all’heavy metal.

“HEATHEN WITCHCRAFT” ARRIVA A SETTE ANNI DI DISTANZA DAL PRIMO FULL-LENGTH “CARNAL PHILOSOPHY”. QUANTO TEMPO AVETE EFFETTIVAMENTE IMPIEGATO PER SCRIVERE IL NUOVO DISCO E COME AVETE LAVORATO ALLA COMPOSIZIONE DEI PEZZI?
– Non saprei quantificare quanto tempo ci sia voluto per realizzare il disco, diciamo che scrivo con cadenza regolare e tengo traccia dei riff che mi vengono in mente. A un certo punto, seleziono il materiale disponibile, lo metto assieme e creo i brani. Quando Tempestas (il batterista del gruppo, negli Angel Of Damnation compare col nome d’arte Skullsplitter, ndR) si è unito alla band nel 2013 (grosso modo lo stesso periodo in cui è entrato nella line-up dei Nocturnal) è stato chiaro che era arrivato il tempo di un nuovo album. Io e Tempestas ci siamo trovati in sala prove per lavorare al materiale che avevamo e in vari momenti del 2017 abbiamo registrato la batteria. Quando la parte strumentale di base è stata ultimata, ho chiamato Gerrit, che ha iniziato a lavorare sui testi. Non ricordo esattamente tutte le varie fasi delle registrazioni, che non sono avvenute in un’unica soluzione, mentre sono sicuro che il missaggio l’abbiamo finito a novembre 2017, quando abbiamo mandato il master alla Shadow Kingdom, la nostra casa discografica.

LA VOSTRA LINE-UP È FORMATA DA MUSICISTI COINVOLTI IN DIVERSI ACT CLASSIC METAL. COME SI SONO UNITE LE VOSTRE DIFFERENTI INFLUENZE MUSICALI, PER PRODURRE IL SUONO DEGLI ANGEL OF DAMNATION?
– Siamo tutti grandi fan del doom metal tradizionale, è il nostro punto d’incontro ed è lo stile che viene suonato dagli Angel Of Damnation. Siamo influenzati da tutto quello che ascoltiamo, non poniamo limiti; per esempio, un paio di riff di “Heathen Witchcraft” sono ispirati dal black metal tradizionale. Se conosci il genere, riuscirai a sentirli. Tanti non ci crederebbero e non saprebbero riconoscerla, ma c’è una forte influenza di Danzig nel nuovo album. Un’influenza che ci può illuminare, condurre a un’idea per gli Angel Of Damnation, da qui portarci a una canzone, dopo che ognuno di noi vi ha portato il suo contributo. A quel punto, può anche essere che dell’idea iniziale sia rimasto poco, ma quel punto di partenza è stato importante! Ci sono canzoni come “Dragged To The Torture Wheel” dove le influenze sono così manifeste che ti colpiscono immediatamente (risate, ndR).

LA STREGONERIA È IL TEMA CENTRALE NEI TESTI E INFLUENZA DEL RESTO L’INTERPRETAZIONE DELLE CANNZONI: RACCONTATE STORIE TORMENTATE TRAMITE GLI STRUMENTI E LA VOCE DI GERRIT, FACENDO VIVERE APPIENO LE CRUDELI ATMOSFERE NARRATE. QUALI SONO STATE LE VOSTRE FONTI D’ISPIRAZIONE E PERCHÉ LA STREGONERIA RIVESTE PER VOI UN COSÌ GRANDE FASCINO?
– Il nostro primo obiettivo era appunto quello di creare un certo tipo di atmosfera ed è normale quindi che lyrics e musica vadano a braccetto. I testi di “Heathen Witchcraft” hanno a che fare con la stregoneria e altri argomenti oscuri e maligni. Per esempio, “Dragged To The Torture Wheel” parla delle torture medievali. Parla di un atto di tortura compiuto in pubblico per gettare vergogna sulla vittima e allo stesso tempo servire da monito e diffondere paura fra la popolazione.

LA TRACKLIST È IMPERNIATA SUI RIFF DI CHITARRA, CON POCHI CAMBI DI TEMPO PER CANZONE E UNA FORTE ATTENZIONE A FAR RISUONARE AL MEGLIO OGNI SINGOLA NOTA. CHE TIPO DI FEELING VOLEVATE CREATE E SU QUALI ASPETTI VI SIETE CONCENTRATI MAGGIORMENTE MENTRE COMPONEVATE?
– Per me è importante chiarire che gli Angel Of Damnation sono radicati nell’heavy metal tradizionale. Questo significa che riff e linee vocali vengono prima di tutto il resto. Non mi piacciono quelle band che si basano su imponenti muri di suono e feedback rumorosi, con i quali cercano di creare l’atmosfera della loro musica. Interpreto noi stessi più come dei Judas Priest rallentati.

BASSISTA E BATTERISTA PROVENGONO DAI CROSS VAULT: CI SONO DIFFERENZE NEL MODO IN CUI SUONANO CON GLI ANGEL OF DAMNATION RISPETTO AI CROSS VAULT? PENSI CI SIANO DEI VANTAGGI NEL FATTO CHE SUONANO GIÀ ASSIEME IN UN’ALTRA FORMAZIONE?
– Loro due suonano assieme anche in una black metal band chiamata Halphas, che ha realizzato un grande album nel 2017 (“Dawn Of A Crimson Empire”, ndR). A dire il vero penso che di questi tempi i Cross Vault siano inattivi. Non so cosa ne pensino i ragazzi, comunque loro si conoscono da tanto tempo, suonavano già assieme in un altro gruppo prima di unirsi ai Cross Vault e di formare gli Halphas. Ritengo sia un vantaggio suonare con persone che conosci già per passati trascorsi, ti aiuta a trovare meglio la sintonia sia sul piano musicale che su quello umano.

IN “HEATHEN WITCHCRAFT” QUAL È IL TEMA COMUNE FRA LE SINGOLE TRACCE? CHI SONO I SOGGETTI PROTAGONISTI DEI TESTI? RISPETTO AD ALTRE LIRICHE TRATTANTI TEMATICHE SIMILI, VOI PARLATE DI STORIE DI STREGHE DA UN PUNTO DI VISTA DIFFERENTE DA QUELLO COMUNEMENTE UTILIZZATO.
Gerrit Mutz: – Hai ragione, è proprio così! Ciò che collega le canzoni è in effetti la visione della stregoneria dal punto di vista dei ‘cattivi’, interpretiamo la parte delle forze maligne, il nemico di coloro che credevano nella stregoneria e la combattevano. L’unica eccezione è “Dragged To The Torture Wheel”, che al contrario si concentra sulla descrizione di un determinato metodo punitivo. Tutte le altre canzoni prevedono un racconto dal punto di vista di streghe, stregoni, demoni, liberi pensatori, satanisti e occultisti.

NEL GIRO DI POCO PIÙ DI UN MESE, FRA FINE OTTOBRE E INIZIO DICEMBRE, SONO USCITI DUE DISCHI CON GERRIT MUTZ ALLA VOCE. OLTRE AL NUOVO ANGEL OF DAMNATION, HA CANTATO SU “PRAY FOR DOOM” DEI DAWN OF WINTER. QUALI SONO LE ANALOGIE E LE DIFFERENZE FRA QUESTI DUE ALBUM?
– Penso che l’unica vera similitudine è la presenza dello stesso vocalist per entrambe le formazioni e che tutte e due suonano doom. Stilisticamente i Dawn Of Winter sono più malinconici e rigorosi nel suonare doom, mentre noi Angel Of Damnation prendiamo il suono settantiano di Black Sabbath e Pentagram e lo mischiamo con l’heavy metal. L’uscita quasi contemporanea dei due dischi è stata una pura coincidenza, i Dawn Of Winter hanno soltanto impiegato ancora più tempo di noi per dare un seguito all’album precedente.

SEI IMPEGNATO IN MOLTI PROGETTI CONNESSI AL CLASSIC METAL E SEI UN VERO ESPERTO DELLA SCENA UNDERGROUND. PENSI CHE L’AUDIENCE PER QUESTO TIPO DI SUONI SIA RIMASTA QUASI LA STESSA NEGLI ULTIMI ANNI, OPPURE VEDI DEI CAMBIAMENTI NELLE PERSONE CHE SI APPROCCIANO AI GRUPPI DI HEAVY METAL TRADIZIONALE?
– Ho visto tante persone andare e venire, ci sono molte ragioni che ti portano a contatto con quest’ambiente o ti allontanano. Sul perché le persone sviluppano un interesse per questi e più tardi se ne allontanano potrei scrivere un trattato. Ma di fondo il metal ha una base di fan molto fedele, perché chi lo segue con vera passione non è legato alle mode come accade per la musica mainstream. Sicuramente alcuni tipi di metal sono più popolari di altri, ma il grosso delle persone rimane fedele a ciò che ha scoperto per primo, ci rimane affezionato per il resto della sua vita. Ai concerti si incontrano persone di tutte le età. Per tornare alla tua domanda, non penso che chi è ha passione per questi suoni sia cambiato molto negli anni. Sento le nuove generazioni dire le stesse cose di vent’anni fa e ascoltano questa musica per gli stessi motivi di chi vi si avvicinava in passato.

SUONARE IN MOLTE BAND VI CONSENTE DI CONOSCERE NUMEROSI MUSICISTI E DI COSTRUIRE UNA RETE AMPIA DI CONTATTI, COMPOSTA DA PERSONE APPARTENENTI A GENERAZIONI DIVERSE, OGNUNA CON IL SUO BACKGROUND MUSICALE. COME SONO I RAPPORTI CON I MUSICISTI PIÙ GIOVANI? COME SI È EVOLUTO IL VOSTRO APPROCCIO ALLA MUSICA, GRAZIE ALLA COLLABORAZIONE CON ALTRI ARTISTI?
– Abbiamo conosciuto centinaia di persone appartenenti a tantissime band in questi anni. Molte volte si sono create dei solidi legami e sincere amicizie. Può capitare anche di incappare in esperienze poco gradevoli, a volte. Ho sempre avuto un approccio amichevole coi musicisti e i fan più giovani di me, quand’ero giovane chi era più anziano aveva spesso un atteggiamento ostile nei miei confronti e verso i miei coetanei, loro si credevano migliori perché conoscevano meglio la scena ed erano esperti di cose che noi, essendo dei ragazzi, stavamo iniziando a conoscere. Ho sempre odiato quest’atteggiamento di superiorità da parte dei ‘vecchi’ nei confronti dei ‘giovani’, ma ho accettato questi comportamenti come un test per verificare se ero in grado di far parte della scena. Ora che ogni cosa è facilmente reperibile online, non vi è alcun segreto da custodire gelosamente e questo ha un po’ stemperato certi comportamenti. Ad ogni modo, supporto sempre le persone che mostrano passione per la musica metal, siano essi musicisti o fan.

CHE COSA RAPPRESENTA PER VOI IL DOOM METAL? QUALI SONO LE EMOZIONI CHE UNA DOOM METAL SONG DEVE COMUNICARE PER ESSERE DEFINITA TALE?
– Per quanto ci siano molti sottogeneri all’interno del doom, un tratto comune che devono avere in comune è la lentezza. Essa deve provocare un’atmosfera oscura, inquietante, a volte disperata. Questa è la dote che una canzone doom metal deve possedere per essere definita tale.

LA GERMANIA È UN PAESE DOVE LA SCENA METAL È MOLTO DINAMICA E CI SONO DIVERSI EVENTI DEDICATI AL PURO HEAVY METAL, PIÙ CHE IN OGNI ALTRO PAESE EUROPEO PROBABILMENTE. QUALI SONO I VOSTRI FESTIVAL FAVORITI?
– Il più importante evento focalizzato sul puro heavy metal è probabilmente il Keep It True, anche se personalmente credo sia lievemente sopravvalutato. Preferisco l’Harder Than Steel, spesso etichettato come il ‘piccolo Keep It True’, probabilmente perché è organizzato dalle stesse persone e nella medesima zona geografica. A dire il vero i miei festival preferiti sono quelli che combinano generi differenti, tra i quali ti cito volentieri il Chaos Descends, il Party San, l’Hell Over Hammaburg.

AVENGER, HAI SUONATO E SUONI IN UN GRAN NUMERO DI GRUPPI, CHE ESPLORANO BLACK, THRASH, DOOM, DEATH METAL. DI TUTTA LA TUA VASTA PRODUZIONE, QUAL È IL DISCO DI CUI VAI PIÙ FIERO? C’È UN GENERE O UNO STILE CHE VORRESTI ESPLORARE IN FUTURO, TRA QUELLI FINORA NON AFFRONTATI CON ALCUNA BAND?
– Penso di aver suonato ogni tipo di metal possibile! Sono orgoglioso di tutto quello che ho fatto, ma ovviamente ho un differente punto di vista su come questi album sono stati creati e quanto rispecchiano veramente quello che volevo esprimere con essi. Se devo dirti di quale disco sono più soddisfatto, ti direi “Storming Evil” dei Nocturnal, “Abysmal Hymns Of Disgust” dei Terrorazor, “Third Scourge From Darkness” dei Front Beast e l’ultimo degli Angel Of Damnation. Sono più contento di quegli album che hanno avuto un forte impatto su chi li ha ascoltati: mi piace sentire dalle persone come li hanno scoperti, cosa ha suscitato in loro, perché li apprezzano. Di norma si tratta dei primi dischi che ho pubblicato.

DELL’ANNO APPENA TERMINATO, QUALI PENSI SIANO STATE LE MIGLIORI USCITE?
– Sono un disastro con le liste di fine anno, perché spesso mi accorgo che dischi che pensavo essere usciti da poco, in realtà sono stati pubblicati due o tre anni prima, se non di più (risate, ndR). Il tempo vola! Andando un po’ in ordine sparso, direi “The Guillotine” dei Vulture e il secondo degli Antichrist svedesi (in effetti si tratta di album usciti nel 2017, ndR). Ultimamente ho scoperto una band chiamata Dunbarrow, suonano esattamente come il primo disco dei Witchcraft svedesi, quel tipo di sound molto vintage che gradisco tantissimo. Molto materiale della scena doom non mi attira granché, o troppo stoner, oppure troppo sperimentale per i miei gusti, o ancora non mi piacciono le linee vocali. Se mi dovessi chiedere come dovrebbe suonare un disco doom, ti nominerei proprio “Heathen Witchcraft”!

0 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.