ANGRA – Il presente è la nostra sintesi

Pubblicato il 02/04/2018 da

Gli Angra hanno di recente pubblicato il loro nuovo album “Ømni”, un disco che abbiamo giudicato positivamente e sono pronti ad iniziare un lunghissimo e monumentale tour. Abbiamo dunque sentito il fondatore e chitarrista della band, Rafael Bittencourt, per approfondire meglio alcuni concetti e aspetti legati al nuovo lavoro. Ne è scaturita un’intervista davvero particolare, perché Rafael si è aperto senza limiti e ci ha sinceramente un po’ persino spiazzati, parlando a ruota libera di tutte le sue convinzioni metafisiche sull’universo, sulla quarta dimensione, sullo spazio-tempo, confessandoci persino di essere convinto che tutta la band in passato sia stata rapita dagli alieni. Parlando di argomenti più ‘terreni’, Rafael ci ha spiegato come sono andate le cose con Kiko Loureiro, ci ha svelato come è stato realizzato l’album e come sono nate alcune canzoni, trattenendo a stento poi tutto il suo entusiasmo per il tour che inizierà a breve insieme a Geoff Tate. Infine, come già vi abbiamo anticipato nei giorni scorsi, ci ha anche rivelato in anteprima come ci sia l’idea di lavorare ad una reunion con la formazione originale della band.  

INIZIEREI PARLANDO DI CIO’ CHE TUTTI TEMEVANO: KIKO LOUREIRO, ALLA FINE, INFATTI, HA LASCIATO GLI ANGRA NON SOLO PER I LIVE, COME INIZIALMENTE ERA STATO DETTO, MA ANCHE PER I LAVORI IN STUDIO. CIO’ E’ AVVENUTO SOLO PER L’IMPOSSIBILITA’ DI CONCILIARE GLI IMPEGNI CON I MEGADETH O ANCHE PER ALTRE RAGIONI?
– Sì, Kiko ha lasciato gli Angra per far parte dei Megadeth ed essere parte di una band così enorme, un’enorme metal band, non è un compito facile, richiede molto tempo, richiede molti sforzi. Così noi avevamo un posto da chitarrista e Marcelo l’ha rimpiazzato. Ma Kiko resta sempre un mio caro amico. È ancora parte della nostra famiglia, sarà sempre preso in considerazione quando le nostre conversazioni riguarderanno gli Angra. Discuteremo sempre, specialmente per questioni del passato, che lo riguardano ancora e darà sempre la sua opinione. E questo è quanto. Ora è in un’altra band, all’inizio non sapevamo come sarebbe stato, ma a Dave Mustaine piace molto e ora è un membro stabile dei Megadeth, per cui abbiamo dovuto sostituirlo negli Angra.

KIKO SUONA COMUNQUE IN UNA CANZONE, MA SOLO COME GUEST: E’ STATA UNA SUA RICHIESTA, MAGARI PER LASCIARE UNA SUA PICCOLA IMPRONTA SULL’ALBUM O GLIEL’HAI CHIESTO TU?
– Non ha mai richiesto di partecipare a questo album, ma come dicevo è ancora un amico, è sempre nel giro, fa ancora parte della famiglia. Ci ha visitati in Svezia quando abbiamo registrato, durante il tour con i Megadeth e gli abbiamo suonato alcune canzoni, voleva ascoltare qualcosa di nostro. Così è stato naturale che abbia suonato alcuni riff, come ha sempre fatto. Perciò ogni qual volta sarà disponibile potrà farlo. Naturalmente come divertimento per lui, come qualcosa che farebbe nel tempo libero. È un ospite, non ha preso parte a quest’album, suonando con noi professionalmente. È presente solo per i nostri rapporti personali.

IL VOSTRO NUOVO ALBUM, “ØMNI”, E’ STATO PRESENTATO COME UN CONCEPT: PUOI DIRCI QUALCOSA A RIGUARDO?
– Sì, la parola ‘Omni’ significa ‘tutto’ (in realtà in latino più correttamente sarebbe “omnis”, ndR). Perciò hai il concetto di una cosa che racchiude ogni possibile cosa esistente o non esistente. È un concetto, il tempo che racchiude il passato, il presente, il futuro, la possibilità di esistenza di qualcosa, qualunque cosa potrebbe esistere, ma non esiste ancora. È tutto lì nell’Omni, è un concetto molto potente e onnipotente. Omni significa anche il niente assoluto. Una situazione dove non esiste niente, nulla di nulla. Così questi due concetti, si equilibrano a vicenda, così hai un concetto di tutto infinito che si espande sempre e l’assoluto nulla dall’altra parte. Poi hai una macchia, nel centro, in mezzo a loro e allora ne deriva un terzo elemento, e grazie a questo terzo elemento puoi in sostanza descrivere il nulla, la possibilità (rectius: l’esistenza, se abbiamo ben inteso cosa voglia dire, ndR) e poi la dualità: il terzo elemento misura dunque una situazione che potrebbe essere la fine per l’uno o per l’altro. Con questa geometria, che chiamiamo sacra geometria, possiamo immettere ogni parola o tema in questo sistema che allora comincia ad avere idee di questo. Così Omni è anche un sistema che funge da sorgente per tutte le idee che abbiamo avuto.

IN “ØMNI” CI SONO RIFERIMENTI AI CONCEPT DI ALBUM COME “HOLY LAND”, “REBIRTH” O “TEMPLE OF SHADOWS”. AVETE UTILIZZATO QUESTE CITAZIONI PER ESIGENZE NARRATIVE O DOBBIAMO PIUTTOSTO CONSIDERARLE UN’OPPORTUNITA’ PER LA BAND DI RICHIAMARE IL PROPRIO PASSATO, ALLA LUCE DEI TANTI ED IMPORTANTI CAMBI IN LINE-UP, AVVENUTI NEL CORSO DEGLI ANNI?
– Beh, direi entrambe le cose. Farei ulteriori considerazioni. Dovevamo fare un riferimento narrativo come “Carolina IV”, che tratta dell’impresa frustrata di un gruppo di navi che è partito dall’Europa e ha scoperto un nuovo mondo, come ha fatto Colombo o ha fatto Cabral, che partendo dal Portogallo ha scoperto il Brasile. Ma alcune di quelle navi non hanno mai fatto ritorno, non hanno mai trovato nulla perché era difficilissimo attraversare l’oceano e la maggior parte dei progetti, delle idee, delle imprese, non portano a nulla. Questa è la storia di “Carolina IV”. Ma tutto ciò è successo perché siamo andati ad una foto session su un bus e quel bus si chiamava “Carolina IV”. L’idea era quella di visitare quello che chiamiamo il Picco della Nuvola. È una montagna dove sali e vedi al di sopra delle nuvole. Così abbiamo preso questo bus e dovevamo fare questa foto session al di sopra delle nuvole. Ma il bus si è guastato e siamo dovuti tornare indietro senza aver fatto una sola foto. E il mondo parallelo di questo era il concetto di avere un’impresa che non ha visto realizzare il suo scopo, il suo obiettivo, un’impresa che non raggiunge le aspettative dei suoi leader, del suo team. Questa è la connessione. Analogamente, un’impresa nello spazio-tempo, potrebbe portare a situazioni di successo o insuccesso per alcuni schemi e alcuni coefficienti, al punto che potresti tracciare una linea comune tra loro. Queste linee comuni, sono ciò che ci connette alla quarta dimensione dove esiste non solo una dimensione spazio-tempo, ma dove noi esistiamo non solo in una dimensione in cui abbiamo bisogno di un corpo materiale ma dove viviamo, dove esistiamo al di là della nostra nascita, al di là della nostra morte, in un’esistenza perenne ed eterna. Al di là dello spazio tempo, ovviamente. Così è il sistema Omni, io pensavo a questo sin dal tempo di “Holy Land” perché molte cose mi sono successe nel periodo di “Holy Land” e viene fuori un concetto che ho chiamato “ZITO”. “ZITO” è direttamente connesso a Omni per molte ragioni: perché ho avuto un sogno nel periodo di “Holy Land”. Ho sognato di essere in una nave spaziale con degli alieni. E tutti i ragazzi della band erano con me ed era un sogno molto realistico e quando mi sono svegliato eravamo tutti insieme in una fattoria dove stavamo provando, scrivendo canzoni. Mi sono svegliato a colazione e pensavo che tutti si ricordassero del sogno, perché era molto realistico. Così eravamo stati rimandati indietro e svegliandoci pensavo: “Okay, ora ci sveglieremo e ricorderemo tutto” e tutti diranno: “Sì, ricordiamo”. Invece a colazione nessuno ricordava il sogno e pensavano anzi che fosse surreale e che fosse appunto solo un sogno. E quella realtà ha cominciato a sbattermi in faccia. Naturalmente, il mio psicologo mi ha convinto che era solo una proiezione delle mie aspettative e molte altre cose come il desiderio di avere una band connessa in qualcosa di trascendentale. Ma la mia immaginazione ha cominciato a infiammarsi e a creare connessioni tra storie anche se erano solo storie. E una di queste storie era che Omni fosse un sistema che queste persone, questi alieni, stavano provando ad insegnarci a quel tempo. È un peccato che nessuno degli altri quattro ricordasse ma c’è ancora una parte di me che crede che hanno dimenticato il viaggio che abbiamo fatto insieme. Ero anche motivato nel tirare fuori ciò che la gente avrebbe potuto rapportare al meglio in modo da farlo loro conoscere, rassicurarli sul fatto che c’è ancora qualcosa, una parte del passato che a loro piace così tanto. C’è una parte del passato che è ancora negli Angra. E penso che quella parte sia io, perché sono coinvolto nell’ideazione, nel songwriting, nelle prove, in ciò che riguarda il business, in ogni dettaglio, artwork, concept, sin dal primo album. Perciò ho voluto trovare una storia nella quale la gente avrebbe potuto accorgersi che quel sogno, l’idea originale della band, è ancora lì. E io sono ancora lì e noi siamo ancora lì, portando alla gente i risultati di quell’idea originale. Sono consapevole che alcune persone ogni volta ci mettono a confronto, rimangono delusi se si aspettano di sentire Andre, Ricardo, Kiko, Eduardo o chiunque si aspettino. Ma possono anche trovare nuova gente perché ho sempre creduto nella buona musica. Noi abbiamo avuto un pubblico diverso per tutti questi ventisette anni e diverse situazioni. Così questa sarà un’altra sfida per me, un’altra sfida per gli Angra, ma sarà certamente un successo, perché gli Angra sono come l’uccello di fuoco che rinasce dalle sue ceneri. Così è con me, ogni volta troverò la forza di superare le difficoltà.

NELLA CANZONE “BLACK WIDOW’S WEB”, FABIO CANTA INSIEME AD ALISSA WHITE-GLUTZ E A SANDY, UNA CANTANTE POP BRASILIANA, MAGARI NON FAMOSISSIMA IN ITALIA MA CREDO ABBASTANZA FAMOSA IN SUD AMERICA: COM’E’ NATA L’IDEA DI QUESTE COLLABORAZIONI, COSI’ DIVERSE E ANCHE UN PO’ DISTANTI DALLO STILE DEGLI ANGRA?
– Beh, stavamo provando a scrivere una canzone che potesse combinare altri stili di metal. Questo perché una delle cose che pensiamo del metal è che una metal band debba essere creativa e aperta a combinare diversi stili di musica nel metal, perciò non abbiamo molti confini tra le band metal, così da avere anche una scena metal più forte e non segmentata o divisa. Stavo scrivendo riguardo i social media e di come la gente abbia un bisogno disperato di apparire e sovraesporsi, succede che alcuni diventino isterici e passino parecchio tempo a mostrare le proprie vite dalla colazione alla buonanotte, e questo è piuttosto patetico. Così ho creato una battaglia personale, un personaggio al di fuori dei social media ed è un personaggio femminile, come se i social media fossero la ragnatela di una vedova nera, la ragnatela dei social media. Inoltre, volevo evidenziare due lati di questo personaggio femminile, quello persuasivo, mortale e fatale della vedova nera, come il ragno, ma anche quello ingenuo, innocente, gentile, dell’entità femminile. Per esprimerlo in un modo coerente, non doveva suonare troppo infantile, perciò volevo avere un’espressione estrema della voce femminile. Questo viene mostrato appunto dal growling di Alissa, che secondo me è oggi la migliore artista metal in attività. Poi, invece, Sandy, specialmente qui in Brasile, è la perfetta personificazione di una voce angelica, infantile. Combinare queste due sonorità così fortemente diverse, è stato molto affascinante per me. Così ho creato una storia che potesse tirare fuori il meglio da questi due personaggi. Inoltre, mi piace molto scrivere storie ogni giorno e molte volte ho delle storie che cerco di inserire nelle canzoni a cui lavoriamo. Questo è stato uno di questi casi, avevo già scritto qualcosa riguardo alcune analogie tra la vedova nera e internet, social media, ecc. E man mano che la canzone cominciava a prendere forma, pensavo che era la perfetta combinazione per quello che volevo raccontare.

PENSO CHE L’ALBUM SIA MOLTO VARIO ED ETEROGENEO: COME MAI AVETE OPTATO PER QUEST’APPROCCIO? PENSI CHE QUESTO POSSA UN PO’ CONFONDERE I VOSTRI VECCHI FAN, MAGARI PIU’ ABITUATI AD UN ALTRO TIPO DI ALBUM?
– Il fatto è che in passato abbiamo fatto quasi tutti gli stili di musica in altri album. Siamo una band potente che unisce progressive metal con roba melodica e sinfonica e qualcosa di etnico come le percussioni della musica brasiliana. È una vasta combinazione di stili. Così l’idea che “Omni” riassumesse i nostri primi dieci anni era la tesi, i nostri secondi dieci anni era l’antitesi e ora c’è la sintesi, il riepilogo di quello che abbiamo fatto nel passato. Naturalmente, abbiamo introdotto anche più elementi come il growling di Alissa e qualche chitarra thrash metal. Ma non penso che abbiamo esagerato, perché quando realizziamo un album introduciamo sempre nuovi elementi musicali. Penso anzi che un’idea degli Angra sia quella di apportare sempre nuovi elementi musicali perché la musica è un viaggio, come se fosse la trama di un film. Mi piace avere queste diverse atmosfere, da quelle molto aggressive a quelle dolci e delicate, cerco sempre di trovare una via in mezzo a tutto questo.

RIGUARDO QUEST’ASPETTO, PENSO SIA STATA UN’AUTENTICA SFIDA PER TE COME COMPOSITORE E COME MUSICISTA SPERIMENTARE STILI DIFFERENTI: SEI SODDISFATTO DEL RISULTATO?
– Sì, questo è qualcosa che mi sto parecchio sforzando di ottenere. Quando ero giovane volevo essere allo stesso tempo un musicista metal e un compositore di colonne sonore. È qualcosa che ho sempre amato: unire batteria e percussioni con l’orchestra. Ho sempre amato mescolare diversi stili musicali, tango e musica latina con il metal o altri generi musicali. Sì, è qualcosa che mi piace e rappresenta una sfida per me.

COME E’ STATO REALIZZATO L’ALBUM? HAI LAVORATO INSIEME CON GLI ALTRI RAGAZZI DELLA BAND O INSIEME IN STUDIO?
– Abbiamo passato molto tempo a lavorarci insieme. Siamo andati in una casa, abbiamo trascorso una settimana lì scambiandoci idee, parlando degli arrangiamenti, lavorando alle melodie con Fabio, Marcelo e Filipe. Lo abbiamo fatto due volte. Abbiamo passato una settimana lì e poi un’altra nei boschi in un posto tranquillo e affascinante, così abbiamo potuto far lavorare la nostra ispirazione e confrontare le idee insieme. Inoltre, in tour abbiamo sempre fatto jam insieme per raccogliere le idee e portare qualcosa di nuovo nella nostra musica. La maggior parte del tempo però siamo stati nei nostri studi personali a casa lavorando sulle idee e scambiandocele su internet, la tecnologia è una buona cosa.

“CAVEMAN” E’ UNA DELLE TRACCE PIU’ INTERESSANTI, CON LE SUE VOCI TRIBALI E STRUMENTI ETNICI: COSA PUOI RACCONTARCI A RIGUARDO?
– Posso dire che è stata una cosa molto naturale ed è stata realizzata soprattutto da me, Filipe e Bruno. Stavamo facendo jam con dei ritmi brasiliani, provando a combinare riff thrash metal con percussioni e ritmi ed era divertente quello che ne stava risultando. Poi abbiamo iniziato ad inserire due melodie, versi, ritornelli e posso dire che “Caveman” è venuta fuori da quel divertimento. È qualcosa che ci piace fare, sperimentare ritmi diversi e sonorità diverse. Passiamo l’80% del nostro songwriting, del tempo in cui componiamo, per trovare nuove idee ‘esotiche’. Non rappresentano l’80% dell’album, perché molto materiale è quello che la gente si aspetta maggiormente da noi, ma è necessario molto tempo per inserirle così da poter ottenere buoni risultati.

COME PROMUOVERETE L’ALBUM?
– Lo promuoveremo tramite internet, radio, fanzine, riviste: le etichette Edel e la earMusic sono state molto utili, scrupolose e hanno fornito un grande supporto per aiutarci a promuovere l’album. Fondamentalmente, peraltro, di solito abbiamo un legame molto stretto con i fan grazie a internet, ai social media, a Youtube e tutto quel genere di cose. Al giorno d’oggi c’è una rapporto più vicino tra gli artisti e il loro seguito.

TRA LE ALTRE COSE, FARETE UN TOUR EUROPEO CON GEOFF TATE: PUOI DARCI QUALCHE ANTICIPAZIONE?
– Beh, sto fremendo al solo pensiero che passerò l’intero mese condividendo lo stesso bus e lo stesso service con Geoff che è un grandissimo idolo per me. I Queensrÿche e Geoff Tate sono stati una grande ispirazione per me quando ho iniziato con la band, quando pensavo a che stile di band sarebbe dovuta essere. Geoff è l’uomo che ha unito i Pink Floyd con gli Iron Maiden. Questa era una cosa incredibile per me all’epoca, perché ero un grande fan sia dei Pink Floyd che degli Iron Maiden. Quei mondi che sembravano così distanti sono stati messi insieme dai ragazzi dei Queensrÿche, che hanno portato qualcosa di davvero unico e che era perfetto per i miei gusti, e che mi ha ispirato. Potrei dire che la gente che ascolta l’intero album “Operation Mindcrime” è già qualcosa che vale la pena di vedere, ma andando al concerto potranno vedere anche gli Angra in uno dei nostri momenti migliori. Suoneremo materiale dall’intera storia della band e anche qualcosa da “Omni”, più altre due ottime band. Così sembrerà un piccolo festival per la gente a cui piace il progressive e il power metal.

UN PAIO DI ANNI FA AVETE FATTO UN TOUR IN CUI SUONAVATE TUTTO “HOLY LAND”: HAI MAI PENSATO (O VI E’ STATO CHIESTO) DI SUONARLO CON UNA REUNION DELLA LINE-UP ORIGINALE?
– Sì, mi piacerebbe molto. Credo che nell’arco di pochi anni probabilmente succederà. Forse un tour con la formazione originale con Andrè o forse un tour con tutti e tre i cantanti, ovvero Andrè, Edu e Fabio che interpretano i migliori pezzi della nostra intera carriera. Sarebbe semplicemente fantastico. L’idea c’è, altri ce l’hanno proposta e spero che si realizzi in un futuro non troppo lontano.

AVETE GIA’ PIANIFICATO ALTRI PROGETTI PER IL FUTURO?
– Sì, stiamo pensando di registrare un DVD con un’orchestra o forse di registrare un concerto con “Omni” in tutta la sua durata, ma stiamo pensando di fare forse un concerto reunion. Ma questa è solo un’idea perché in questo momento stiamo promuovendo “Omni” e preparando il tour, che per adesso è la nostra preoccupazione principale. Stanno arrivando molte idee e dobbiamo pensarci. Nel 2018 abbiamo già novanta concerti, sarà un tour molto lungo. Spero che nel 2019 potremo suonare in alcuni festival estivi in Europa, penso che sia molto divertente e abbiamo la possibilità di raggiungere molta gente con diversi gusti musicali e questa è un’ottima cosa.

ABBASTANZA DI RECENTE E’ STATO PUBBLICATO UN VIDEO DEL BITTENCOURT PROJECT: PENSI DI TORNARE A RIPROPORRE QUESTO O ALTRI PROGETTI?
– Sì, è uscito un DVD, il filmato non è ancora su YouTube, molto presto lo caricherò e il prossimo anno penso di scrivere altre canzoni per il progetto. È qualcosa che mi piace fare con degli amici, grandi musicisti: ho un violinista elettrico, che è uno dei più virtuosi musicisti che conosca. Lì posso mescolare altri stili di musica, ho più libertà rispetto agli Angra. Gli Angra sono già molto creativi e liberi ma con il Bittencourt Project posso essere ancora più libero e posso anche cantare che è una cosa molto personale per me, che amo fare.

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