ANTHRAX – Alla corte dei Re

Pubblicato il 28/02/2016 da

Appena ultimato l’ascolto in anteprima del nuovo album “For All Kings”, il sottoscritto ha avuto nuovamente l’onore e il piacere di incontrare di persona un Joey Belladonna particolarmente entusiasta e di buon umore. Intuita la spiccata disponibilità del nostro interlocutore, ne abbiamo approfittato per cercare di ottenere più dettagli possibili sulla nuova opera, nonché di servirgli su di un piatto d’argento un paio di domande scomode. Agiatamente sistemati all’interno di un lussuoso hotel milanese, ci ritroviamo a fare il punto della situazione di una band che ha ancora parecchi assi nella manica da giocare…

anthrax - band - 2015

ALLORA JOEY, INIZIAMO PURE A PARLARE DELLA VOSTRA NUOVA OPERA INTITOLATA “FOR ALL KINGS”. RITIENI SIA DIFFICILE COMPORRE QUALCOSA DI VERAMENTE INNOVATIVO, DOPO AVER INCISO ALCUNI CAPITOLI FONDAMENTALI DEL THRASH METAL?
“Direi proprio di no. Cerchiamo semplicemente di comporre canzoni che provengono direttamente dal cuore, migliorandoci di volta in volta. Sono convinto che ogni nuovo brano rappresenti una preziosa opportunità per creare qualcosa di unico da offrire in pasto ai nostri fan”.

AVENDO CINQUE PERSONALITA’ COSI’ DIFFERENTI, COME RIUSCITE A TROVARE UN ACCORDO QUANDO LAVORATE AD UN NUOVO ALBUM?
“Solitamente arrivo sempre per ultimo, in quanto gli altri ragazzi si occupano di dare una forma definita alle idee a cui stanno lavorando. Il processo compositivo si sviluppa in maniera democratica, ognuno di noi apporta degli spunti che spesso si rivelano utili per concretizzare gli sforzi compiuti”.

SONO CONVINTO CHE “YOU GOTTA BELIEVE” SIA UNO DEI MIGLIORI EPISODI CHE ABBIATE MAI REALIZZATO ED ANCHE LA TUA PERFORMANCE VOCALE RISULTA MOLTO INTENSA ED AGGRESSIVA…
“Quel brano è stato concepito in maniera assolutamente spontanea, la fantasia e l’ispirazione hanno giocato un ruolo chiave nella sua realizzazione. Mi sono trovato a mio agio nell’interpretare delle linee vocali così avvincenti ed in linea con il mio stile. Non cerco di imitare nessun altro cantante, in ogni occasione lavoro duramente per donare un’impronta personale alle canzoni”.

IL TITOLO DELL’ALBUM NASCONDE UN SIGNIFICATO SPECIALE?
“Chiunque prima di sentirsi un Re deve essere un vero uomo, lottando ogni giorno contro le avversità della vita, solo così una persona può diventare il Re di sé stesso. Mi piace poi pensare che ognuno di voi possa attribuire un significato del tutto personale al titolo, la fantasia è tutto! Pensa che quando canto, talvolta non comprendo nemmeno il significato delle parole che dico (risate, ndR)”.

IN RELAZIONE ALLA TUA LUNGA CARRIERA NEGLI ANTHRAX, COSA RAPPRESENTA PER TE QUESTO DISCO?
“Sono orgoglioso di aver realizzato un’opera di questa caratura, perché abbiamo davvero dato il massimo per far emergere tutta la nostra passione e la nostra personalità. E’ un’emozione grandissima immaginare che i fan possano ascoltarla quando rientrano a casa da lavoro o mentre fanno una passeggiata, in qualche modo può rappresentare una piccola colonna sonora della loro vita”.

NELL’ATTUALE TOUR IN CUI SIETE COINVOLTI CON GLI SLAYER, ESEGUIRETE IN ANTEPRIMA QUALCHE BRANO DEL NUOVO ALBUM?
“Soltanto ‘Evil Twin’, perché il disco non è ancora stato pubblicato e spesso i fan rimangono spiazzati quando si ritrovano ad ascoltare più di una canzone in anteprima. Preferiamo concedere loro del tempo per assorbire ed apprezzare bene il disco, così nel relativo tour promozionale si sentiranno più a loro agio nel cantare insieme a noi”.

SEI ANCORA SODDISFATTO DEL VOSTRO PRECEDENTE ALBUM “WORSHIP MUSIC”?
“Si, certamente! ‘Worship Music’ ha rappresentato un nuovo inizio per me nella band ed il qui presente ‘For All Kings’ è il suo logico successore. Un autentico tributo al caro e vecchio thrash metal, con un piede ben piantato nel presente”.

IL VOSTRO CELEBRE ALBUM “SPREADING THE DISEASE” QUEST’ANNO HA COMPIUTO TRENT’ANNI! QUALI SONO I RICORDI PIU’ SIGNIFICATIVI DI QUEL PERIODO DELLA TUA VITA?
“E’ stato il primo disco in cui ho cantato, nonché la mia prima esperienza in un genere che non conoscevo affatto! Prima di unirmi agli Anthrax ascoltavo i classici del blues e del rock e parecchia musica progressiva. I Kansas erano uno dei miei gruppi preferiti e lo sono tuttora. ‘Spreading The Disease’ ha riscosso un ottimo successo e mi ha permesso di avviare la mia carriera professionale nel migliore dei modi. Conservo anche ottimi ricordi del tour, abbiamo vissuto dei momenti davvero magnifici”.

QUANDO E’ SCOCCATA LA TUA PASSIONE PER IL CANTO?
“Sin da ragazzo ho apprezzato i gruppi che pongono in primo piano le melodie vocali. The Beatles e Crosby, Stills, Nash & Young sono stati fondamentali per la mia crescita. Successivamente sono rimasto molto colpito sia dalle band progressive come Kansas, Rush e Yes, sia da realtà più dure come The Who, Led Zeppelin e Deep Purple. Questa enorme varietà di stili mi ha permesso di appassionarmi seriamente al canto ed eccomi qua (ride, ndR)”.

DIFATTI HO AVVERTITO DELLE MARCATE INFLUENZE PROG IN “BREATHING LIGHTNING”…
“Si, assolutamente! Avrei voluto riservare uno spazio maggiore alle mie influenze progressive, ma in un gruppo bisogna giustamente trovare un punto di incontro”.

COME VALUTI LA TUA ESPERIENZA NEL TOUR IN COMPAGNIA DI MEGADETH, SLAYER E METALLICA? TI E’ SEMBRATO GIUSTO CHE SIETE SEMPRE STATI RELEGATI COME IL GRUPPO DI APERTURA DEI BIG FOUR?
“Per me non c’è alcun problema, davvero. Siamo stati tutti invitati ad una grande festa e ho partecipato ogni sera senza pormi alcun tipo di problema. Non mi reputo una persona egocentrica, mi sono limitato a dare il massimo in ogni occasione e questo mi ha sicuramente ripagato”.

QUAL E’ IL POSTO PIU’ STRANO DOVE AVETE REGISTRATO UN DISCO?
“Abbiamo registrato e suonato in ogni sorta di garage o scantinato, è stato sicuramente meglio che passare la vita a lavorare in giacca e cravatta, magari in un ufficio al quarto piano di un grande palazzo (ride, ndR)”.

VOLGENDO UNO SGUARDO AL TUO PASSATO, C’E’ QUALCOSA IN PARTICOLARE CHE CAMBIERESTI?
“Tutto ciò che ho fatto fino ad ora, mi ha portato ad essere ciò che sono. Quindi no, non cambierei proprio nulla”.

DUE PAROLE SULL’ESPERIENZA VISSUTA CON I PUBLIC ENEMY? “BRING THE NOISE” OTTENNE UN SUCCESSO INCREDIBILE ALL’EPOCA DELLA SUA PUBBLICAZIONE…
“Flavor Flav, adoro quell’uomo (ride, ndR)! Qualche anno prima avevamo sperimentato con la musica rap nel brano ‘I’m The Man’, quindi è stata una scelta naturale collaborare con i Public Enemy. I fan più conservatori criticarono duramente questa partnership, invece noi ci siamo divertiti come pazzi ed il tour insieme a loro è stato un gran successo”.

ESISTE UN TERRITORIO PER TE ANCORA INESPLORATO NEL MUSIC BUSINESS?
“Non ci sentiamo mai completamente appagati per le nostre conquiste, cerchiamo sempre di spingerci un po’ più in là, magari suonando di più dal vivo, cercando di proporre sempre degli spettacoli differenti. In questa vita non riusciremo sicuramente a soddisfare ogni singolo aspetto della nostra professione, è praticamente impossibile!”.

 

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