Gli Antropofagus si fanno puntualmente attendere, ma l’attesa dei fan viene altrettanto regolarmente ripagata da lavori di una qualità tale da fare passare in secondo piano ogni valutazione sulla lentezza che caratterizza l’attività degli storici death metaller italiani. Dopo aver bene impressionato con “Architecture of Lust”, primo album uscito dopo la reunion del 2009, il quartetto ha messo di recente a segno un altro colpo vincente con il terrificante “M.O.R.T.E. – Methods of Resurrection Through Evisceration”, disco che segna un ulteriore imbarbarimento del suono Antropofagus e un parziale ritorno a formule old school death metal vicine per certi versi a quanto proposto dai ragazzi agli esordi. Un’opera complessa e molto avvincente dalla quale emerge una notevole cura per i dettagli, sia nel songwriting che nella produzione. Ne parliamo con il chitarrista Francesco “Meatgrinder” Montesanti e con il cantante Tya!
N.B. L’intervista si è svolta poco prima che Tya annunciasse la sua – per noi inaspettata – dipartita dal gruppo.
SONO TRASCORSI BEN CINQUE ANNI DALLA PUBBLICAZIONE DI “ARCHITECTURE OF LUST”. EVIDENTEMENTE AGLI ANTROPOFAGUS PIACE FARE LE COSE CON CALMA, O SBAGLIO?
Francesco Montesanti: “Non è stata una cosa voluta, in realtà il disco sarebbe dovuto uscire un anno prima. Gli impegni presi in precedenza dagli altri con le altre band hanno rallentato non la fase della composizione, ma tutta la parte della scelta dei suoni e delle registrazioni, complice un lungo lavoro per cercare dei suoni appropriati a ciò che volevamo, un suono carnale e sanguigno”.
LA FORMAZIONE DEL GRUPPO E’ RIMASTA LA STESSA NEGLI ULTIMI ANNI. IMMAGINO CHE L’AFFIATAMENTO IN SENO ALLA BAND SIA MIGLIORATO PARECCHIO. E’ STATO PIU’ SEMPLICE COMPORRE “M.O.R.T.E.” RISPETTO AD “ARCHITECTURE…”?
Francesco Montesanti: “Siamo quattro amici prima di essere una band, questo rende tutto molto più facile benché abbiamo anche noi i nostri alti e bassi. La band è impostata in modo non dittatoriale da parte mia, quindi ognuno è libero nel proprio ruolo, anche se poi tutto passa da una decisione comune che naturalmente crea spesso disaccordi interni, ma siamo sempre riusciti fin ora a ottenere un unico obbiettivo comune. Questo tiene tutto unito: se qualcuno in futuro non sarà della formazione sarà sicuramente per motivi esterni, impegni e problemi che non riguardano la nostra unione. ‘M.o.r.t.e.’ nasce volutamente più snello e meno macchinoso di ‘Architecture…’, sono entrambe creature che nascono dal cuore Antropofagus, quindi ad ogni modo ogni creazione ha una propria anima e risulta in un mondo a se rispetto agli altri lavori. ‘M.o.r.t.e.’ ha un’anima più old rispetto ad ‘Architecture….’, non dimenticando comunque che siamo nel 2017 e quindi senza trascurare alcuni fattori e canoni attuali. Il lavoro è impostato in modo da colpire con la sostanza più che con la tecnica: oggi si cerca troppo spesso l’innovazione e lo stupore nel dimostrare capacità con lo strumento. Io non cerco l’innovazione ma l’emozione. Può risultare più semplice comporre brani più diretti e snelli, ma questo richiede maggiore accuratezza nel songwriting rispetto ad un canone più brutal e moderno dove un susseguirsi di riff non lascia spazio ad un tema ben preciso. In ‘M.o.r.t.e.’ è stato cercato volutamente un filo conduttore in tutta la durata di ogni brano e questo è stato più difficile per il sottoscritto piuttosto che sparare mille riff e sweep tra un riff e l’altro”.
IL DISCO HA INFATTI UN TOCCO “TRADIZIONALE” PIU’ PRONUNCIATO. “ARCHITECTURE…” MOSTRAVA ALCUNE INFLUENZE PIU’ ATTUALI PER L’EPOCA – DECAPITATED, AD ESEMPIO – MA QUESTA VOLTA SI SENTONO PIU’ SOLUZIONI ALLA MORBID ANGEL O HATE ETERNAL. AVETE ANCHE REGISTRATO UNA COVER DEI MALEVOLENT CREATION. COME VEDETE L’ALBUM? POSSIAMO DEFINIRLO, A LIVELLO DI APPROCCIO, UNA VIA DI MEZZO FRA “NO WASTE OF FLESH” E “ARCHITECTURE…”?
Francesco Montesanti: “Come accennato in precedenza, il disco ha appunto un’anima più old: il fatto di voler creare volutamente brani più snelli e meno astratti ha coinciso con il passaggio da una 6 corde ad una Ibanez Universe uvbk. Dove in ‘Architecture…’ non esistevano prevalentemente ispirazioni tratte da determinate band e sono andato a mano libera, in ‘M.o.r.t.e.’ è involontariamente uscito fuori suonando una sette corde quello che è radicato dentro me da anni, ovvero le influenze che ho fin da ragazzino: Morbid Angel, Hate Eternal, primi Nile… E’ come se certi riff la chitarra li avesse tirati fuori da sola, ha una personalità fortissima rispetto alle chitarre che ho avuto in precedenza; queste chitarre degli anni Novanta sono davvero vive rispetto alle nuove. Sì, si può definire quindi l’album una via di mezzo tra ‘No Waste…’ e ‘Architecture…’; probabilmente sarà una strada sicura che continuerò a percorrere con le prossime composizioni, lo sento come il giusto guanto per la mia mano. Come nasce l’idea di ‘Living in Fear’? Stavamo cercando qualcosa da cucirci addosso, ma doveva essere qualcosa che ci appartenesse, serviva un brano che avesse segnato la nostra adolescenza e che allo stesso tempo poteva essere indossato da Antropofagus mantenendo il proprio stile. Quel disco è una perla e quella canzone è un diamante; sia su CD che dal vivo è devastante, non potevamo scegliere meglio. So che hanno apprezzato molto anche gli stessi Malevolent, ne siamo davvero fieri”.
QUAL E’ IL PRIMO BRANO CHE AVETE COMPOSTO PER “M.O.R.T.E.”? SOLITAMENTE IL PRIMO BRANO COMPOSTO FINISCE PER DARE UN TAGLIO SPECIFICO AL RESTO DEL MATERIALE OPPURE COMPONETE SENZA FARE TROPPI CALCOLI?
Francesco Montesanti: “È stato ‘Methods…’: ha definito una linea, poi ci sono stati brani più o meno veloci, volutamente più diretti; quello è sicuramente il cuore dell’album ed è il brano più articolato, quello meno semplice all’ascolto ma racchiude in sè la vera essenza del disco”.
COME AVETE AFFRONTATO LE REGISTRAZIONI DEL DISCO? ANCHE I SUONI MI SEMBRANO PIU’ CALDI E NATURALI RISPETTO ALL’ULTIMA FATICA…
Francesco Montesanti: “Procedimento lungo, non è stato facile, abbiamo fatto tutto da noi. Davide, non essendo un produttore professionista, ha fatto più di quel che ci aspettavamo. Ci siamo presi tutto il tempo per arrivare al punto voluto, ci sono state anche discussioni al nostro interno perché tutto doveva ‘suonare’ in un certo mood; questo ha sicuramente portato a rinunciare a ‘suoni’ standard che amiamo singolarmente, ma che nell’unione hanno creato quello che sentite in ‘Methods…’, ovvero un muro di suoni più caldi, naturali e carnali”.
DI COSA PARLA “M.O.R.T.E.”? SI TRATTA DI UN CONCEPT ALBUM? CHE TEMATICHE AVETE AFFRONTATO NEI TESTI?
Tya: “‘M.O.R.T.E.’ è tutto ciò per cui ho lavorato in questi cinque anni. Decisi il titolo con Francesco già molti anni fa e lui fu molto entusiasta del progetto e delle idee a riguardo. È un concept ambizioso che ritrae in maniera molto personale quello che per Nietzsche era l’effetto dell’eterno ritorno, del percorso ciclico che ogni uomo ha nella sua vita e nel suo universo temporale. Tutto è stato rielaborato in forma più consona ad una proposta musicale come la nostra… diciamo che questo è il punto più alto della nostra carriera”.
ANCHE LA COPERTINA HA UN TAGLIO VAGAMENTE PIU’ RETRO. MI E’ PIACIUTA MOLTO. CHI L’HA REALIZZATA E COME AVETE INSTAURATO LA COLLABORAZIONE?
Tya: “La copertina è stata disegnata da Daniel Corcuera, virtuoso artista cileno (ed eccellente tatuatore) che ha già collaborato con artisti come Maveth, Cruciamentum e Perdition Temple. Tutto è nato da una mia bozza, un’idea embrionale su come ‘M.O.R.T.E.’ dovesse essere presentato. Lui ha aggiunto la sua personalità ed infinita classe. Una collaborazione pressoché perfetta. Ce ne fossero di persone così disponibili, corrette e professionali…”.
IL DISCO E’ USCITO SIA IN CD CHE IN VINILE. QUAL E’ IL VOSTRO FORMATO PREFERITO? AVETE INTENZIONE DI RISTAMPARE IN LP ANCHE I VECCHI LAVORI?
Francesco Montesanti: “Il vinile ed il suo fascino rimangono imbattibili: quando Giorgio della Everlasting Spew ci ha proposto di uscire in vinile collaborando con la Comatose Music siamo rimasti subito entusiasti. L’emozione di un vinile tra le mani, aprire questo per la prima volta è paragonabile alla prima volta da ragazzino quando sfili le mutandine della tua fidanzatina… non serve aggiungere altro. Sarebbe bellissimo uscire con la ristampa di ‘No Waste…’, magari in concomitanza del ventennale. Chissà!”.
CHE PROGRAMMI AVETE PER LA PROMOZIONE DI “M.O.R.T.E.”? VI SONO PROGRAMMI AL DI LA’ DEI FESTIVAL ESTIVI PER I QUALI SIETE STATI CONFERMATI?
Francesco Montesanti: “Oltre a quelli confermati, stiamo parlando per delle date all’estero; alcune sarebbero state anche già fissate, ma gli impegni di Davide, Tya e Jacopo con le loro altre band spesso rendono l’organizzazione più complicata”.
SIETE UN GRUPPO SICURAMENTE AFFERMATO E APPREZZATO IN ITALIA, MA CHE TIPO DI RESPONSI RICEVETE DALL’ESTERO? OVVIAMENTE GRAZIE A INTERNET OGGI E’ SEMPLICE ENTRARE IN CONTATTO CON ASCOLTATORI DA OGNI PARTE DEL MONDO, MA VI E’ UN PAESE IN PARTICOLARE DAL QUALE PERCEPITE PIU’ INTERESSE NEI VOSTRI CONFRONTI?
Francesco Montesanti: “Negli ultimi anni la maggior parte del supporto arriva dall’estero, soprattutto nord Europa, USA e Oceania; alcuni sono talmente tanto in fissa che riceviamo spesso dediche in privato. La cosa ci diverte molto, fa sembrare tutto molto più in famiglia. Questo rapporto fra band e pubblico cosi stretto non mi dispiace, soprattutto finche c’è rispetto e stima. Ammetto che in questo Facebook ha abbattuto molte barriere, riusciamo a comunicare in maniera diretta dove una volta era impensabile. Il paesi più legati ad Antropofagus sono USA, Olanda e Germania, ed è anche dove vendiamo il maggior numero di articoli”.
POCHE USCITE A DISTANZA DI ANNI, MA UNA QUALITA’ MEDIA SEMPRE ELEVATA. PENSATE CHE GLI ANTROPOFAGUS CONTINUERANNO CON QUESTO MODUS OPERANDI ANCHE IN FUTURO? OPPURE STATE GIA’ LAVORANDO A NUOVA MUSICA? POSSIAMO ASPETTARCI UN EP O ALTRE PUBBLICAZIONI DA QUI AD UNO O DUE ANNI?
Francesco Montesanti: “Ti ringrazio, penso che riusciremo a comporre prima del previsto: l’anno scorso si sono accavallati anche gli impegni di Hour of Penance e Beheaded, insieme ad Antropofagus, e questo ha reso a Davide le cose più difficili. Cercheremo questa volta di separare i tempi in modo da lavorare tutti più in tranquillità. Al mio ritorno dalla data di Mesagne inizierò a comporre brani per un MCD e se i tempi lo permetteranno magari andremo direttamente al prossimo full”.
ABBIAMO CITATO I MORBID ANGEL POCO FA: CHE ASPETTATIVE AVETE NEI CONFRONTI DEL LORO IMMINENTE NUOVO ALBUM?
Tya: “Attendo semplicemente il disco death metal dell’anno. Oggettivamente, è un gruppo che è uscito da un incubo (perché ‘Illud…’ è un incubo), dove la totale assenza di qualità la faceva da padrone. Oggi, con il rientro di Tucker e la produzione/supervisione di Rutan ho delle certezze serie sulla buona riuscita del disco. Stiamo sempre parlando della più grande ed influente band della storia del death metal. È sempre bene evidenziare questo concetto”.
PARLANDO INVECE DI GRUPPI PIU’ GIOVANI, QUALI VI HANNO COLPITO DI RECENTE? SU CHI PUNTERESTE PER IL FUTURO DEL DEATH METAL?
Francesco Montesanti: “Negli ultimi giorni ho avuto il piacere di ascoltare Xenofaction, il progetto dell’ex aassista degli Hideous Divinity, e Order ov Riven Cathedrals, dell’ex bassista Hour of Penance, entrambi stupendi! Sicuramente da tenere sott’occhio tra le nuovissime leve. Poi personalmente aspetto anche i ‘vecchietti’ come me e l’uscita del nuovo Electrocution!”.