Dopo aver ascoltato il recente “The Cult Of Sickness” non potevamo esimerci dallo scambiare quattro chiacchiere con gli Any Face, combo nostrano attivo da oltre una decade ed arrivato da poco alla seconda pubblicazione ufficiale: l’aver impostato l’intervista via email ci ha dato la possibilità di coinvolgere più di un membro della formazione ed avere differenti punti di vista su ogni domanda posta. Una carriera costellata da numerosi cambi di formazione non ha fortunatamente scalfito la tenacia di Davide, unico sopravvissuto della line-up originale: abbiamo voluto passare a setaccio presente e futuro della formazione senza tralasciare qualche retroscena sui primi anni di vita della band. Lasciamo quindi la parola ai tre intervistati Davide, Omar e Szymon: non fatevi scoraggiare dalla lunghezza della dell’intervista, la simpatia dei nostri interlocutori vi terrà buona compagnia… e occhio allo shampo!
CIAO RAGAZZI, BENVENUTI SU METALITALIA.COM. IMMAGINIAMO CHE ODIERETE QUESTA DOMANDA MA VE LA FACCIAMO LO STESSO: VI VA DI INTRODURRE LA BAND AI NOSTRI LETTORI?
Szymon: “Buongiorno a tutti! Noi siamo gli Any Face e siamo qui per spaccare i culi a tutti!”.
Davide: “Ciao a te e grazie. Ecco brevemente la nostra storia. Ho fondato la band nel 2000 insieme all’allora batterista Damiano Mazzoli. Subito si sono uniti a noi amici con cui si condividevano passioni, interessi ed esperienze diverse nell’underground estremo italiano. Con la line up di quei tempi abbiamo inciso un demo (2001), un EP (2002) ed il primo album (2006), prodotti che ci hanno permesso di suonare molto, soprattutto nel Nord Italia. Nel 2006, sono rimasto l’unico componente del gruppo. Nel 2007 dopo un incontro con Tony (mio amico da venti e passa anni) e con il rientro di Omar avvenuto qualche tempo dopo (è stato il nostro batterista per breve anche nel 2006), la macchina Any Face ha ricominciato a girare a pieno regime. Da allora un EP nel 2008, un promo per addetti ai lavori nel 2009 e ‘The Cult Of Sickness’ nel 2010”.
C’È VOLUTO QUALCHE ANNO MA FINALMENTE SIETE ARRIVATI ALLA PUBBLICAZIONE DEL VOSTRO DEBUT. QUALI SONO STATI I RESPONSI FINO AD ORA? VI RITENETE SODDISFATTI? C’È INVECE QUALCHE PARTICOLARE CHE A CONTI FATTI SAREBBE POTUTO USCIRE MEGLIO?
Szymon: “Soddisfatto è dire poco! Abbiamo dato veramente tanto per questo progetto. Con i rispettivi pro e contro, a cominciare dai litri di olio di gomito che abbiamo dovuto versare. Per quanto riguarda i piccoli particolari, c’è sempre qualcosa che vorresti cambiare o qualche leggera modifica che vorresti apportare al brano dopo aver provato e riprovato le canzoni, ma credo sia più un capriccio personale che altro. Vedendo il risultato finale però non posso che essere esaltato!”.
Davide: “Ricollegandomi alla breve biografia di poche righe sopra, ‘The Cult Of Sickness’ in realtà è il secondo disco a nome Any Face. Il primo (‘Craving Out Of Mist’ del 2006) è sconosciuto ai più sia per il pessimo lavoro svolto dall’etichetta a cui eravamo legati che per la nostra impossibilità a pubblicizzarlo, visto che la formazione si stava smembrando. Il nuovo album è sicuramente un prodotto che rende giustizia sia alla band che a noi come musicisti e per ora i responsi sono stati tutti molto lusinghieri. Abbiamo cercato di dare il meglio in ogni fase: dalla composizione all’esecuzione, dalla produzione alla scelta delle grafiche. Credo dunque che sia stato il massimo che potessimo ottenere nelle condizioni in cui abbiamo lavorato e nel momento della sua creazione. Dunque, da parte mia c’è piena soddisfazione. Ma siamo un gruppo di persone che non si accontenta mai dei risultati ottenuti, per cui di meglio sarà fatto per il prossimo lavoro”.
Omar: “Il responso fino a qua è stato più’ che buono, sinceramente non ci aspettavamo così tanto dal disco, il lavoro svolto è stato impegnativo per tutti, gestionale e umano, e abbiamo cercato di muoverci nella maniera migliore possibile ed ora qualche buon risultato lo stiamo ottenendo”.
RISPETTO AI PRECEDENTI DEMO AVETE RESO IL VOSTRO SUONO PIÙ AGGRESSIVO E DIRETTO PUR SENZA METTERE IN DISPARTE LA COMPONENTE PURAMENTE TECNICA: AVETE PIANIFICATO IN QUALCHE MODO QUESTO CAMBIAMENTO? C’ERA QUALCOSA CHE NON VI CONVINCEVA APPIENO NEI VECCHI BRANI?
Omar: “Il sound della band dal mio arrivo in pianta stabile è sempre stato più o meno lo stesso. Cambiano i musicisti, quindi il modo di porsi verso i brani, di conseguenza le idee e la musica si evolvono. Dal mio primo contatto fugace con la band nel 2006 ad oggi le cose son cambiate parecchio, quasi totalmente, i musicisti si son avvicendati nel progetto, il sound quindi inevitabilmente ha subito l’evoluzione”.
Davide: “Sicuramente ogni esperienza fatta in passato ci è servita da lezione per fare di meglio. Se con la tua domanda intendi le due autoproduzioni immediatamente precedenti a ‘The Cult Of Sickness’, posso dire che rispetto all’EP è sicuramente cambiato l’approccio compositivo ed abbiamo messo a fuoco la direzione verso cui volevamo muoverci. Dopotutto ‘Deaf Songs…’ è il primo prodotto di una formazione completamente rinnovata e dunque qualche ingenuità è stata inevitabile. Il promo ‘Birth…’ è stato qualcosa che abbiamo fatto su richiesta di alcune label per dar loro la possibilità di valutare meglio lo spessore della band: non è stato un lavoro che avevamo in programma di fare. Le tre canzoni del promo sono presenti anche sull’album con qualche nuovo arrangiamento e con una maggior cura per il suono”.
Szymon: “Questo cambiamento di sound che è scaturito dal nuovo album penso sia il risultato dell’unione dei gusti musicali di tutti noi. Non siamo partiti da principio con l’idea di essere più aggressivi, ma è una cosa che è venuta a galla col tempo e lavorando insieme. A mio parere però, più si è aggressivi, meglio è”.
COME VI ORGANIZZATE PER LA PRODUZIONE DI NUOVO MATERIALE? CI LAVORATE TUTTI INSIEME O C’È QUALCUNO DI VOI CHE SI OCCUPA DELLA STESURA DEI PEZZI?
Davide: “Fino a poco tempo fa, e parlo solo della quantità, il maggior numero di idee è arrivato da me e da Tony, ma col passare del tempo Szymon ed Omar sono sempre più attivi. In più, il nostro nuovo singer Domenico (ex Gory Blister) ha davvero idee molto valide in ambito musicale, per cui sempre più questa band sta diventando un’entità con cinque teste pensanti. Uno degli aspetti che apprezzo maggiormente degli Any Face è che qualsiasi idea di ogni componente viene valutata senza alcun preconcetto. Succede ancora adesso che qualcuno di noi si presenti con brani già finiti, ma lavorandoci sopra in cinque, inevitabilmente l’idea originale viene sempre modificata e, stando a quanto ascoltato fino ad ora, migliorata”.
Omar: “Ognuno di noi cerca di portare idee al progetto, si cerca poi di amalgamarle insieme e quando queste si rivelano valide, ci si lavora e si cerca di portare a termine il brano. Come dice Davide, con l’entrata di Domenico nella band, abbiamo una testa in più attiva nella stesura dei brani,quindi idee in più non possono far altro che bene al gruppo”.
Szymon: “In generale quando ci diamo alla composizione, c’è sempre qualcuno diverso che porta il grosso delle idee. Idee che però subiscono pesanti modifiche o aggiunte da tutti gli altri membri. In questo modo quello che sentite è frutto della cooperazione di tutti noi: aumentano sia la varietà che la qualità delle composizioni, senza ancorarsi nella mentalità di uno solo. Insomma, democrazia a gogò!”.
COME VI SIETE MOSSI PER REGISTRARE E MIXARE L’ALBUM? A CHI VI SIETE RIVOLTI?
Davide: “Per la seconda volta abbiamo deciso di registrare al Fear Studio di Ravenna. Non credo ci sia bisogno di presentazioni. Ogni prodotto che esce da quelle mura ha un sound competitivo in quanto seguito da professionisti del nostro ambito. Che sia un demo o un album, ciò che proviene dal Fear risulta essere ottimo. Per la post produzione, per la terza volta ci siamo rivolti ad Alex Guadagnoli (Addiction Crew, Electrocution), che da ormai un paio d’anni lavora ai The Strands Studios di Los Angeles. è semplicemente stato il rinnovarsi di una collaborazione piacevole e fruttuosa da entrambe le parti. Certo, poi l’amicizia e la stima reciproca hanno avvantaggiato il ripetersi di tale esperienza”.
PARLIAMO DELLA COPERTINA DELL’ALBUM: QUALE MESSAGGIO VUOLE TRASMETTERE? CON CHI AVETE LAVORATO E COME VI SIETE MOSSI PER ARRIVARE AL RISULTATO FINALE?
Davide: “La copertina è molto esplicita e diretta. Si rifà direttamente al titolo dell’album e non ci sono messaggi nascosti. Il culto della follia. Valentina Bucksch ha fatto un ottimo lavoro nel rappresentare qualcosa fuori dall ordinario, di soffocante, di surreale e claustrofobico. E’ una persona ed un’artista emergente splendida, ed è totalmente appassionata. Si è lasciata guidare dalla propria ispirazione e, dopo averci sottoposto le sue prime bozze, ha dimostrato una pazienza infinita nel seguire le nostre indicazioni e nel creare esattamente ciò di volta in volta ci veniva in mente. La consiglio caldamente a tutte le band in cerca di un artwork competitivo. Per chi volesse contattarla: Moooving Arts“.
VI CONSIDERATE UNA BAND IN CONTINUA EVOLUZIONE O PENSATE DI RIMANERE STABILI SULLE COORDINATE SONORE DI “THE CULT OF SICKNESS”?
Omar: “Penso che al giorno d’oggi per una band restare stabile musicalmente possa essere un arma a doppio taglio, se da una parte ti da l’identità musicale, un tuo marchio, dall’altra ti può relegare come sound in una stretta cerchia. Diciamo che pur rimanendo in ambito estremo, si cerca di sperimentare nuove vie musicali. Nella band ci son cinque musicisti con influenze diverse, con voglia di sperimentare cercando però di mantenere la radice death, penso che questo sia il filo conduttore tra questo disco e le prossime canzoni che verranno, il resto lo sapremo solo quando ci metteremo sotto con i pezzi”.
Davide: “E’ sempre stato per me motivo d’orgoglio il fatto che ogni lavoro degli Any Face fosse differente dal precedente, pur continuando a muoversi in ambito estremo. Essendo stati gli ultimi tre anni quelli più produttivi, forse la distanza tra EP, promo ed album si avverte meno a causa del breve tempo trascorso fra le varie incisioni, ma le differenze ci sono. Parlo a titolo del tutto personale: vorrei che il prossimo lavoro fosse diverso da ‘The Cult Of Sickness’. Credo che lo stile del disco sia stato ampiamente esplorato da noi e che si possa passare ad altro senza però snaturarci o rinnegare quanto di buono fatto fino ad ora. Ma io rappresento solo una voce su cinque ed onestamente in fase compositiva ci lasciamo più guidare dall’ispirazione del momento che da una precedente pianificazione”.
CHI SI OCCUPA DEI TESTI E QUALI SONO LE PRINCIPALI FONTI DI ISPIRAZIONE?
Omar: “L’autore dei testi dell’album è stato il nostro ex singer Yuri Bianchi (ex Addiction Crew, Hybris ed altri). Le sue fonti di ispirazione: la sua vita, le sue esperienze ed il suo punto di vista sul mondo. Ora li scrive Domenico, il nuovo cantante, ed è un pazzo scatenato”.
QUALI RETROSCENA RIGUARDO ALLA SCELTA DEL NOME DEL GRUPPO?
Davide: “Il tutto partì quando la band nacque nel 2000. Ai tempi non volevamo inserirci nel filone estremo della musica in quanto delusi da quell’ambiente a causa di pessime esperienze passate, ma eravamo comunque consapevoli di essere lunatici e che quindi in futuro avremmo anche potuto decidere di percorrere strade diverse. Nomi troppo espliciti ci avrebbero sicuramente rinchiusi in un unico genere. Any Face, qualsiasi volto, invece ci permette di essere liberi e tutto sommato di fare quello che vogliamo in ogni momento. In parole povere, da subito ci siamo ‘parati il culo'”.
Szymon: “(ride, ndR) Questa non la sapevo…”.
E’ INNEGABILE CHE BAND COME CARCASS, ATHEIST ED IN GENERALE LA SCENA AMERICANA SIANO UNA FORTE INFLUENZA NEL SUONO DELLA BAND. SE INVECE DOVESSIMO PRENDERE LA SCENA ATTUALE COME RIFERIMENTO QUALI BAND VI SENTITE DI NOMINARE COME VOSTRA POSSIBILE INFLUENZA?
Szymon: “Pur ascoltando davvero di tutto, preferisco generi più moderni rispetto a quelli old school: questo forse perché non sono vecchio quanto tutti gli altri (ride, ndR). Ultimamente trovo molto esaltanti gruppi mathcore o deathcore come Sikth, Protest the Hero, Whitechapel e The Faceless senza dimenticarmi ovviamente dei Cynic o dei Cannibal!”.
Davide: “Gli ascolti di ognuno di noi sono molto vari e non riguardano solo la musica estrema. Personalmente sono influenzato da qualsiasi artista mi colpisca o mi emozioni. In musica, che sia rock, fusion, pop, rap, ambient o qualsiasi altra cosa poco mi importa. Per rimanere nel nostro ambiente, come band attuali e personale fonte di ispirazione cito Cephalic Carnage, Cynic, The Dillinger Escape Plan, Sadist, The End, Nasum, Sikth, Misery Index, The Faceless e… molti altri.
Omar: “Le mie influenze musicali rimandano direttamente agli anni passati, oggi ci possono essere delle cose buone prese qua e la. Personalmente mi rivolgo più che altro ai singoli musicisti, quelle possono essere influenze stilistiche più interessanti per me, a livello tecnico ci son in giro certi personaggi mica male (ride, ndR)”.
AVETE GIÀ COMPOSTO NUOVE CANZONI? SE LA RISPOSTA È AFFERMATIVA QUALE TAGLIO STANNO PRENDENDO I NUOVI BRANI?
Davide: “In effetti stiamo già lavorando su nuove composizioni. Quantitativamente il materiale pronto è esiguo, ma qualcosa proporremo già in sede live. è presto per giudicare quale strada percorrerà nel futuro questa band, ma il nuovo materiale risulta più sperimentale rispetto a quello dell’album. A livello di attitudine è più contorto; a livello esecutivo è più tecnico, ma l’impatto è decisamente diretto ed esasperato, e io ne gioisco”.
Omar: “Mmm… qualcosa bolle in pentola, ma come dice Davide è ancora prematuro per dire se saranno le coordinate giuste, diciamo che c’e un filo di follia in più”.
Szymon: “Abbiamo già un pezzo completo e un altro in cantiere. Sono d’accordo con Davide, i pezzi sono decisamente più sperimentali, senza mancare di quella incisività che caratterizza ‘The Cult of Sickness’!”.
IMMAGINIAMO CHE DOPO LA STAMPA DELL’ALBUM ABBIATE SPEDITO IL LAVORO A VARIE ETICHETTE. QUALI PARAMETRI AVETE PRESO IN CONSIDERAZIONE? AVETE PREDILETTO ETICHETTE PICCOLE E SPECIALIZZATE O VI SIETE BUTTATI A PESCE SU QUALCHE GROSSA ETICHETTA?
Davide: “Abbiamo rotto le palle a tutti, piccoli e grandi (ride, ndR)! Scherzi a parte, il buon riscontro avuto dai due lavori precedenti l’album ha attirato su di noi l’attenzione, tra le altre, di un paio di grosse etichette straniere del nostro settore. Svelando alcuni altarini, con una di queste le possibilità di collaborazione stavano diventando tangibili, ma a loro non è bastato ascoltare le due autoproduzioni. Ecco perché ‘T.C.O.S.’ è stato registrato ad Aprile 2010 anziché alla fine dello scorso anno come inizialmente pianificato. Però da parte loro non c’è più stato alcun feedback: evidentemente non siamo piaciuti. Pazienza. Siamo invece felicissimi di aver firmato per Buil2Kill del buon Trevor (Sadist ovviamente) e di Federico. Sono veterani della scena, estremamente capaci di muoversi nell’ambiente e sempre pronti a mettere a disposizione dei loro artisti la loro più che decennale esperienza e professionalità. Per la promozione si stanno muovendo ottimamente. Così tanto che, memori delle nostre pessime esperienze passate, rimaniamo ancora sorpresi da quello che fanno per noi. Tirando le somme, certamente firmare per, che so, la Century Media di turno ci avrebbe resi orgogliosi, ma siamo sempre stati consapevoli che in quel caso saremmo stati l’ultimo pesciolino di un acquario enorme. Molto meglio essere uno dei pochi pesci di un acquario di dimensioni minori”.
Omar: “(ride, ndR) E’ vero, abbiamo fatto la ‘goccia cinese’, ovvero rompere i maroni a tutti. Qualcuno ha risposto, molti no, ma no problem, siamo riusciti a trovare una soluzione ottima per noi, professionale, seria, che di questi tempi è come vincere al lotto”.
OLTRE AGLI ANY FACE SIETE IMPEGNATI IN ALTRI PROGETTI PARALLELI? VI VA DI DARCI QUALCHE INFORMAZIONE AGGIUNTIVA?
Omar: “Attualmente no, prima ero impegnato in progetti anche non metal, ogni tanto capita ancora qualche serata, più avanti si vedrà. Mi piacerebbe mettere in piedi un bel progetto prog vecchio stampo, suoni vintage, che figata (ride, ndR)”.
Szymon: “Attualmente non sono impegnato in altri progetti musicali al di fuori degli Any Face. Non potrebbe essere altrimenti dato che, facendo ingegneria, se non suono passo tutto il tempo o in ateneo o sui libri!”.
Davide: “Credo che solo Domenico sia realmente coinvolto in qualcosa di diverso da Any Face. A causa di impegni lavorativi, sportivi e di studio, il tempo per dedicarci ad altro manca, purtroppo. Omar ed io abbiamo registrato nel 2007 la sezione ritmica di un album uscito lo scorso agosto. Personalmente da allora non mi sono dedicato ad altri progetti musicali. Ma un aneddoto c’è l’ho: lo scorso anno sono stato per ben due giorni il bassista della purtroppo abortita reunion degli Electrocution di Bologna. Due lunghissimi, emozionanti giorni. Perché così poco? Presto detto: eravamo tutti convinti che il bassista originale (Max del Fear Studio) non sarebbe stato interessato alla cosa ma, essendo un amico ed un musicista di valore assoluto, io per primo ho insistito che lo si interpellasse riguardo la sua disponibilità. Sorprese tutti noi il suo interesse ed il suo entusiasmo per il progetto: ed io rimasi con un pugno di mosche. Giustamente essendo lui un componente storico, quel posto era suo di diritto. E’ stato divertentissimo…. me la sono cercata. Peccato che la cosa non si sia concretizzata fino ad ora: io spero sempre nel loro ritorno con la line up storica. Ma l’essere stato scelto anche solo per 48 ore come membro di una delle band che ho amato maggiormente nella scena nostrana mi inorgoglisce tutt’ora”.
COSA VI PIACE DI PIÙ (E DI MENO) DELLA SCENA NOSTRANA?
Szymon: “Mah, in ambito underground ci sono veramente tanti gruppi validi (estremi e non). Il problema è però la disponibilità dei locali a far suonare gente meritevole ma magari meno conosciuta invece di altri gruppi più commerciali, ma questo è più marketing che altro”.
Davide: “Ciò che realmente amo della scena italiana è che finalmente a livello artistico siamo diventati competitivi quanto chiunque altro. Contento anche degli incontri interessanti con gente seria, disponibile ed appassionata. Quello che detesto sono il nepotismo, l’attitudine ‘mariuola’, l’invidia e la lagna facile che ancora infestano troppo spesso questo ambiente. La lamentela non seguita dall’ impegno e dall’iniziativa per migliorare le situazioni è quanto di più noioso io possa ascoltare. Per tanto così, penso sia meglio tacere. E, aggiungo, trovo a dir poco fastidioso il prendersi troppo sul serio di molti musicisti ed appassionati. I personaggi lasciamoli allo squallore della tv nazionale o a quella tragicommedia chiamata Parlamento, per favore. Cristo….un pò di autoironia non ha mai ucciso nessuno… un pò di umiltà nemmeno… e un sorriso in più neppure. La vita sarà anche un casino e fonte inesauribile di ira, problemi e frustrazioni, ma rimane qualcosa di meraviglioso! Discutibile opinione personale”.
Omar: “Onestamente non ho mai avuto grande considerazione della scena italiana, vuoi per i personaggi che la animano, vuoi per i gestori: diciamo situazione tipica italiana. Ovvio, ci son anche persone assolutamente serie e valide, purtroppo ancora troppo poche: vedremo più avanti se mi ricrederò”.
VI RINGRAZIAMO PER IL TEMPO DEDICATOCI: LE ULTIME PAROLE SONO VOSTRE, CONCLUDETE COME MEGLIO CREDETE.
Szymon: “Grazie a tutti! E mi raccomando, usate solo shampoo bio e senza siliconi!”.
Omar: “Grazie a voi per lo spazio dedicatoci. Rock’on!”.
Davide: “Grazie per l’intervista. mi stancherò mai di dirlo: portiamo rispetto per la natura. Saluti e baci”.