ARCH ENEMY – Il ritorno del fratellino Chris!

Pubblicato il 14/09/2003 da

Nuovo album per gli svedesi Arch Enemy e nuova intervista sulle pagjne di Metalitalia.com! Prosegue il sodalizio tra questa emergente band (emergente? Be’… è innegabile che abbiano fatto il botto con l’arrivo di Angela Gossow! Alzi la mano chi seguiva gli Arch Enemy ai tempi di “Black Earth” e “Stigmata”! Io, e  poi?) e il vostro portale preferito, ed anche questa volta è stato il fratellino Chris a rilasciarci dichiarazioni in merito al loro nuovo album “Anthems Of Rebellion”, proprio come era accaduto in occasione del precedente “Wages Of Sin”. E proprio come allora il nostro eroe si è dimostrato un autentico morto di sonn… ehm… una persona molto tranquilla, persino annoiata, alternando silenzi a volte davvero preoccupanti a slanci di simpatia ogni qualvolta che gli si citava un brano a lui caro o qualcosa del genere. La musica degli Arch Enemy cambia, ma non il carattere di chi l’ha creata… ma pazienza, in fin dei conti la chiacchierata è stata comunque piacevole e si è potuti tornare ad ascoltare un buon lavoro come “Anthems Of Rebellion” senza essere arrabbiati o infastiditi… anche perché, avendo sentito certi commenti in giro riguardanti i fratelli Amott, mi ero proprio preparato al peggio!

CIAO CHRIS, CHE NE DIRESTI DI PRESENTARE IL VOSTRO NUOVO ALBUM AI LETTORI DI METALITALIA.COM?
“Il nuovo album degli Arch Enemy si intitola ‘Anthems Of Rebellion’ e uscirà a fine agosto (quando leggerete questa intervista sarà nei negozi già da qualche giorno, nda). Credo che rappresenti un grossi passo in avanti nella nostra carriera. Ha la miglior produzione che abbiamo mai avuto e presenta diverse cose nuove come voci pulite e tastiere”.

VORRESTI SPENDERE DUE PAROLE SUL TITOLO E SULLA COPERTINA?
“La copertina è legata ai testi dell’album, che trattano più o meno tutti di cose come i media e delle persone che comandano. Si parla di ribellarsi a tutto ciò, di non leggere cosa vogliono farci leggere, di non vedere cosa ci vogliono far vedere e così via. Non si tratta di un concept, ma a grandi linee gli argomenti che trattiamo sono questi. In copertina puoi vedere quest’uomo, un anticonformista, che si ribella a ciò che gli sta attorno. E’ un processo molto doloroso ma necessario se vuole avere un’identità propria”.

COME E’ STATO LAVORARE CON ANDY SNEAP PER L’INTERO PROCESSO DI REGISTRAZIONE?
“E’ stata un’esperienza strana. Abbiamo registrato quattro album in Svezia, con Frederick Nordstrom, e andare in Inghilterra per fare ciò è stato molto interessante, abbiamo lavorato in un posto nuovo, con persone nuove e con metodi nuovi. In Svezia Frederick ci faceva fare praticamente ciò che volevamo, lasciava lo studio nelle nostre mani. Andy invece ha sempre assistito alle sessioni, è stato molto severo e ci ha fatto provare le stesse parti moltissime volte. Siamo soddisfattissimi di come il disco è stato realizzato, è stato faticoso ma non possiamo proprio lamentarci del risultato finale”.

QUINDI PENSI CHE TORNERETE DA LUI ANCHE PER IL PROSSIMO ALBUM?
“Sì… anzi no! Non lo so, vedremo cosa deciderà Mike… non lo sappiamo ancora, non abbiamo ancora deciso nulla per il prossimo album”.

MI PARLAVI DEL MAGGIOR UTILIZZO DI TASTIERE E DELL’INSERIMENTO DI VOCALS PULITE, QUESTE ULTIME AD OPERA TUA. VI ERAVATE PREFISSATI DI INTRODURRE QUALCOSA DI NUOVO O E’ VENUTO TUTTO FUORI IN MODO SPONTANEO?
“Nell’ultimo disco del mio progetto Armageddon ha provato a cantare in voce pulita… Mike lo ha ascoltato e mi ha chiesto se mi andava di provare qualcosa di simile sul nuovo album degli Arch Enemy. Lo abbiamo fatto solo nei pezzi dove potevano suonare bene, non abbiamo forzato nulla, non siamo diventati i Linkin Park. Anche le tastiere sono state utilizzate solo in certi casi. Avevamo molte parti midtempo e atmosferiche e abbiamo voluto enfatizzare questo aspetto. Non ci siamo detti ‘dobbiamo utilizzare più tastiere’, tutto è venuto fuori per caso”.

VORRESTI DIRMI QUALCOSA IN PIU’ SUI BRANI CHE PIU’ MI SONO PIACIUTI DEL DISCO? STO PARLANDO DI “WE WILL RISE” E “LEADER OF THE RATS”.
“Sono entrambi brani che contengono parti composte addirittura prima di ‘Wages…’. Sono brani molto catchy ma anche molto aggressivi. Questa volta abbiamo semplificato un po’ il songwriting, non ci sono pezzi molto complicati: se un pezzo inizia lento lo è per tutta la sua durata, stesso discorso se il pezzo è veloce. I due che hai citato sono dei bei midtempo, il primo sarà il primo singolo mentre l’altro è condotto da uno dei miei riff preferiti”.

TROVI CHE GLI ARCH ENEMY SIANO UNA BAND ORIGINALE?
“Non lo so, noi ci sentiamo solamente una buona metal band. All’inizio eravamo più death-thrash ora più heavy ma credo che gli Arch Enemy abbiano sempre avuto uno stile personale… anche se nulla di particolarmente cervellotico. Noi suoniamo semplicemente metal music. In passato ci accumunavano allo stile di Goteborg ma questi discorsi mi hanno sempre annoiato, noi non abbiamo nulla a che fare né con quella scena né con qualsiasi altra. Combiniamo tanti aspetti dell’heavy metal, non credo che la nostra musica assomigli a quella di qualche altra band in particolare. Oggi si tende a etichettare troppo la musica e a certi gruppi questo addirittura piace… ma noi per fortuna siamo sempre rimasti fuori da tutto ciò”.

CHE OPINIONE HAI DELLA SCENA ATTUALE?
“Non buona. Le case discografiche tendono a mettere sotto contratto chiunque, anche gente che ha alle spalle solo un demo e due o tre concerti. Si segue la moda del momento, se tira il power ecco uscire di colpo venti cloni dei Rhapsody, se tira il death arrivano le copie dei Morbid Angel o degli At The Gates. E’ sempre stato così, certo, ma in passato la qualità era comunque più alta e le band avevano un minimo di gavetta alle spalle. Oggi certe label costruiscono le band in studio… non è una buona cosa”.

IN CHE MODO PENSI CHE GLI ARCH ENEMY SI EVOLVERANNO IN FUTURO?
“Non lo so, forse useremo più voci pulite o forse no. Abbiamo già composto qualche nuovo brano e il nuovo materiale sembra molto diretto e violento. Stiamo suonando molto dal vivo quindi credo che in futuro saremo influenzati dalle composizioni che più ci piace suonare live e che scatenano di più il pubblico”.

A PROPOSITO DI TOUR… FRA POCO POTREMO VEDERVI DIVIDERE IL PALCO CON I NEVERMORE…
“Si tratta di una grandissima band che noi tutti apprezziamo molto. Siamo già stati in tour con loro negli USA e siamo diventati ottimi amici. Qui in Europa credo che ci troveremo ancora benissimo, loro saranno gli headliner nella maggior parte delle date ma anche noi avremo un tempo considerevole a disposizione”.

CHE NE DIRESTI DI COMMENTARE OGNI VOSTRA RELEASE DISCOGRAFICA?
“All’epoca del primo album, ‘Black Earth’, la band era una sorta di progetto. Mike aveva ricevuto dai tipi della Wrong Again Records un’offerta per realizzare un disco death metal, reclutò Johan Liiva alla voce, Daniel Ernlandsson alla batteria e chiese a me di occuparmi della seconda chitarra. Il disco andò benissimo in Giappone, tanto che poi qui in Europa firmammo per la Century Media. Subito dopo incidemmo ‘Stigmata’, un lavoro molto tecnico, soprattutto perché all’epoca il batterista era Peter Wildoer, ora nei Darkane, che amava tantissimo gruppi come i Cynic. Il disco andò discretamente ed avemmo l’opportunità di incidere il suo successore con un budget un po’ più elevato. Arrivò ‘Burning Bridges’, disco che sancì il rientro di Daniel alla batteria e l’inizio di una nuova era per la band. Qui iniziammo a puntare su riff e parti di batteria più semplici e dirette. L’album andò benissimo e riuscimmo anche ad incidere un live album per il mercato giapponese. Con ‘Wages Of Sin’ la storia si fa recente: Johan non aveva più voglia di collaborare con noi e così chiamammo Angela per il ruolo di cantante, una ragazza che Mike aveva conosciuto tempo prima. ‘Wages…’ rappresenta per ora il nostro maggior successo, è il nostro album più coinvolgente e con esso abbiamo avuto moltissime soddisfazioni, sia dal punto di vista concertistico che dal punto di vista economico”.

PER IL TOUR PENSATE DI RISPOLVERARE PEZZI TRATTI DALLE PRIME PUBBLICAZIONI?
“Sì, lo abbiamo sempre fatto, soprattutto in Giappone, dove le nostre canzoni sono conosciute tutte a memoria. Angela comunque apprezza molto il nostro vecchio materiale perciò non ci facciamo problemi a suonare qualcosa di datato. Ultimamente stiamo provando molto un paio di pezzi di ‘Stigmata’ ed è probabile che verranno inclusi nella setlist del tour”.

COME PROCEDE IL TUO PROGETTO ARMAGEDDON?
“I dischi che ho realizzato sotto questo monicker sono andati molto bene e dal punto di vista artistico mi hanno soddisfatto moltissimo. Al momento ho molte richieste dal giappone per un nuovo cd ma ora sono troppo impegnato con gli Arch Enemy per dedicarmi alla stesura di nuovo materiale. Vedremo l’anno prossimo…”.

OK CHRIS, GRAZIE PER L’INTERVISTA!
“Grazie a te e ai fan italiani, ci vediamo in tour”.

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