SALVE DANIEL, PARLIAMO NOI DUE IN ATTESA CHE MADAMA ANGELA RECUPERI I SUOI COMPLETINI SUCCINTI SPARSI PER LA CAMERA… NE AVRÀ PER UN PÒ, GIUSTO?
DANIEL: “Ah, ah, effettivamente Angela è abbastanza casinista, mi sa che ora starà correndo da una parte all’altra in cerca dei suoi perizomi commestibili e dell’immancabile armamentario fetish… ah, ah, tutti la vedono come una donna sexy, una mangiauomini… ma in realtà sta cercando la bibbia che le ha regalato suo zio prete! Non se ne separa mai, e dopo ogni show espia…”.
… VEDO CHE HAI VOGLIA DI SCHERZARE… ORA PERÒ CI CONVIENE PARLARE SERIAMENTE DI MUSICA, VISTO CHE IL TEMPO È SEMPRE TROPPO POCO… PER COMINCIARE, COM’È STATO IL PERIODO DI TRANSIZIONE TRA “ANTHEMS OF REBELLION” E QUESTO NUOVO “DOOMSDAY MACHINE”?
DANIEL: “Beh, innanzitutto abbiamo trascorso questo periodo in tour, un tour veramente lungo che si è protratto per ben due anni – o per circa un anno e mezzo, non ricordo bene – toccando tutte le principali città europee e i maggiori festival, naturalmente incluso il W:O:A. Sai, quando si sta in giro per così tanto tempo a suonare, spesso succede di avere un sacco di momenti morti nella giornata, tipo i viaggi sul tour-bus; insomma, capita di aggirarsi qua e là senza avere proprio nulla da fare, considerando che manca sempre il tempo utile per visitare sul serio le bellezze delle città in cui si fa tappa. Così a qualcuno viene una buona idea, si imbraccia la chitarra e si compongono abbozzi di canzoni a quel modo. Poi si arriva in studio con già moltissimo materiale a disposizione, le idee convergono naturalmente e si perfeziona quanto già fatto in precedenza. È un ottimo modo per non perdere tempo. Per ‘Doomsday Machine’ siamo stati in studio di registrazione circa tre mesi. A mio parere questo disco rappresenta una sorta di reazione a quanto pubblicato su ‘Anthems Of Rebellion’: a quell’epoca puntavamo a proporre composizioni molto più semplici e molto più ‘in your face’. Non volevamo focalizzarci esclusivamente sugli aspetti prettamente tecnici della musica, cercavamo un risultato diretto. Oggi, con ‘Doomsday Machine’, abbiamo voluto fare un passo in un’altra direzione: è un lavoro che contiene un po’ di tutto, in cui convergono parecchi elementi, in cui c’è molta più melodia… e, tutto sommato, ci sono canzoni molto più belle… anche perchè gran parte delle composizioni sono state scritte anche col mio contributo! (Ride n.d.a.)”.
BENE DANIEL, OGGI TENDI PARTICOLARMENTE ALL’AUTOINDULGENZA! VISTO CHE I BRANI NUOVI TI PIACCIONO MOLTO E CHE SEMBRI AVER CONTRIBUITO PIÙ SIGNIFICATIVAMENTE CHE IN PASSATO ALLA LORO STESURA, PARLIAMO DI COME SONO NATE LE UNDICI CANZONI E IL SOUND GENERALE DI “DOOMSDAY MACHINE”?
DANIEL: “D’accordo! Diciamo che, rispetto al passato degli Arch Enemy, il processo di songwriting non si è discostato da una linea collaudata precedentemente. Siamo sempre io, Michael e Chris che ci troviamo in sala prove e improvvisiamo. Naturalmente l’apporto del singolo cambia a seconda del periodo. Nel caso specifico di ‘Doomsday Machine’ posso dire che gli interventi miei e di Michael sono stati i più importanti, quelli decisivi per indirizzare il disco alla versione definitiva. Come ti ho già accennato, siamo partiti dall’idea che quest’album dovesse essere abbastanza diverso da ‘Anthems Of Rebellion’, così ci siamo concentrati e abbiamo pensato alle tastiere, poi a effetti sonori che creassero atmosfere e che conferissero al lavoro un mood molto più oscuro che in passato. Trovo che l’insieme sia anche parecchio dinamico, voglio dire, le due anime degli Arch Enemy si sentono molto distintamente e efficacemente: quando c’è una parte aggressiva è davvero devastante, mentre poi gli interventi ultra-melodici – trademark della nostra band – riguadagnano spazio e importanza… forse fin troppo, certi sono davvero troppo ‘allegri’ e ogni tanto non sono il massimo in un brano che dovrebbe essere molto cupo nelle intenzioni… Ma sono belli, sono la firma di Michael e sono anche una parte imprescindibile del suono Arch Enemy, dunque è tutto ok!”.
COME SONO ANDATE LE REGISTRAZIONI? CHE ATMOSFERA AVETE CONDIVISO NELLA BAND?
DANIEL: “Ti dirò, il processo di registrazione è stato decisamente spontaneo e non abbiamo avuto troppi problemi. Abbiamo scelto di registrare in Svezia, vicino a dove viviamo, per fare tutto nella massima calma e senza stress. Sai, dopo aver passato un’intera giornata in studio a registrare, poter tornare a riposarsi a casa propria fa un bell’effetto! ‘Anthems Of Rebellion’, se ti ricordi, è stato realizzato in Inghilterra. Ho dovuto volare fin là, il che è stato il meno, e vivere con la pressione di dover ultimare le parti di batteria in un certo lasso di tempo… questo è pressoché l’unico modo di lavorare quando si registra un album, dato che la musica, al nostro livello, ha scadenze ben precise. Non possiamo permetterci di prendercela troppo comoda, ma io, se posso, cerco sempre di scegliere la soluzione che mi consente di avere più tempo e di stare tranquillo. La scelta dello studio in Svezia si è rivelata buona e l’ingegnere del suono Rickard Bengtsson ha svolto il suo lavoro con molta professionalità e competenza. Ci abbiamo messo circa un mese e mezzo a fare tutto come avevamo in mente, poi abbiamo curato il mixaggio in Inghilterra con Andy Sneap… fortunatamente stavolta è andato tutto liscio! L’atmosfera era ovviamente molto concentrata, ma anche rilassata, quando l’occasione lo consentiva. Nessuno è andato fuori di testa, siamo stati bene, eccitati al pensiero di dove ci avrebbe portato questo disco. E siamo soddisfatti del risultato, almeno per ora!”.
DATO CHE AVETE DECISO, GIUSTAMENTE, DI PROMUOVERVI IL PIÙ MASSICCIAMENTE POSSIBILE SUL FRONTE LIVE, PENSI CHE I BRANI CONTENUTI IN “DOOMSDAY MACHINE” RENDERANNO BENE DAL VIVO?
DANIEL: “Bella domanda… sinceramente io penso di sì! Un tempo non avrei saputo risponderti con certezza, ma ora che gli Arch Enemy hanno alle spalle una considerevole esperienza live, posso parlare con maggior sicurezza. Quando accumuli così tante esibizioni hai modo di testare personalmente il riscontro dei tuoi brani sul pubblico, puoi dire se una canzone funziona o meno dal vivo, comprendi meglio cosa fa scatenare l’audience. Certo, è davvero difficilissimo riuscire a incorporare nel tuo sound qualcosa che certamente potrà conquistare chi viene a sentirti, ma credo che con ‘Doomsday Machine’ siamo andati davvero molto vicini a un risultato del genere!”.
DUNQUE, AVETE ASPETTATIVE MOLTO OTTIMISTICHE SU QUESTO NUOVO ALBUM…
DANIEL: “Beh, è indispensabile per noi averne. Necessitiamo tutti di credere moltissimo nel prodotto che presentiamo al pubblico, per far sì di meritare sempre il suo sostegno, di crescere come band e di raggiungere un buon livello di fama, che ci permetta di continuare più al lungo possibile sulla difficile strada della musica… che è poi la strada che tutti abbiamo scelto di percorrere, senza riserve. Un po’ di ambizione, unita al realismo, non guasta se si vuole riuscire”.
SI PARLA DI UNA VOSTRA ESIBIZIONE ALL’OZZFEST, OTTIMO TRAMPOLINO DI LANCIO VERSO IL MERCATO D’OLTREOCEANO…
DANIEL: “Sì, e la nostra partecipazione a questo evento, in qualche modo, si ricollega a quanto abbiamo avuto modo di dire precedentemente. Dobbiamo essere convinti della validità del progetto ‘Doomsday Machine’ anche perchè lo presenteremo a un pubblico che, rispetto a quello europeo, resta per noi un’incognita tutta da scoprire. Vogliamo andare negli Stati Uniti con la convinzione di poter fare un’esperienza importante, di poterci far conoscere, di poter trasmettere qualcosa con la nostra musica. Pensa a tutti quei ragazzini che non ci hanno mai sentito prima e che magari ci ameranno proprio grazie a quest’avventura! Tuttavia sono un po’ preoccupato, quella manifestazione è un carrozzone mastodontico, potremo esibirci per un tempo relativamente molto limitato – venti minuti – e a orari sempre diversi. Per contro, dovremo dedicarci intensamente alle interviste e all’attività promozionale extra-musicale… cosa decisamente insolita per una band che, come noi, è abituata a conquistare e incrementare la sua fan-base sulle assi del palco!”.
DATO CHE SEI NELLA BAND SIN DAGLI INIZIY (E CHE FINORA SEI STATO MOLTO DISPONIBILE E LOQUACE), TI VA UNA DOMANDA-BILANCIO SULLA CARRIERA DELLA BAND? COS’È CAMBIATO SECONDO TE, SIA MUSICALMENTE CHE COME ATTITUDINE?
DANIEL: “Proprio una domandina a cui si può rispondere semplicemente e brevemente… (ride n.d.a.). Di cose ne sono cambiate eccome nel percorso degli Arch Enemy, a cominciare dalla fatidica e non indolore sostituzione del cantante, che ha visto avvicendarsi Angela a Johan. Anzi, posso dire di condividere il pensiero di coloro che distinguono nella nostra carriera due periodi differenti. Agli inizi, e in generale all’epoca dei primi tre studio-album, l’attitudine che caratterizzava la band era molto diversa, decisamente meno seria e professionale. Ciò è giustificato dal fatto che non eravamo famosi e impegnati come lo siamo ora. Pensa che ai tempi di ‘Black Earth’ siamo stati in studio a registrare e mixare per tre sole settimane, poi ci siamo lanciati a fare date sparse in Giappone… insomma, per dirti che l’organizzazione era quello che era e che non eravamo affatto pronti a gestire la musica come un mestiere a tutti gli effetti. Quando Angela ci ha raggiunti, c’è stato un salto di qualità considerevole da questo punto di vista. Lei è una che prende le cose, e la musica in particolare, con molta serietà. Questo ci ha fatti riflettere e desiderare di curare maggiormente tutti gli aspetti connessi al possibile successo degli Arch Enemy, ad una loro immagine che si discostasse da quella di un gruppo di ragazzi tutto sommato poco a loro agio con quanto accade nel music-business. Inoltre bisogna ammettere che l’ingresso di Angela ha destato molta curiosità nell’ambiente metal, abbiamo cominciato a ricevere moltissime richieste di esibizioni e, di conseguenza, siamo andati in tour moltissimo rispetto a quanto fossimo abituati. Grazie a questo siamo cresciuti come musicisti e come persone, anche se penso che gran parte del merito del nostro successo vada comunque imputato alla qualità dei nostri brani, alle doti prettamente musicali della nostra formazione, a cui Angela ha contribuito praticamente da subito. Durante le registrazioni di ‘Wages Of Sin’, il primo album con Angela dietro il microfono, avevamo meditato di cambiare il nome al gruppo, tanto eravamo consapevoli che i fan avrebbero vissuto questa nuova fase come una vera e propria rottura. Poi non se ne è fatto più nulla, abbiamo mantenuto le nostre vecchie coordinate, anche se personalmente ho vissuto quel disco come un nuovo inizio di carriera, che consegnava al passato alcuni elementi e che ne faceva nascere altri, a mio avviso particolarmente nuovi e freschi”.
PERFETTO… PERÒ NON TROVI PARADOSSALE CHE ABBIATE RAGGIUNTO LA FAMA E IL SUCCESSO SOLO IN QUESTA SECONDA PARTE DI CARRIERA? MOLTISSIME PERSONE CONSIDERANO TUTTORA IL MATERIALE PIÙ DATATO SUPERIORE QUALITATIVAMENTE…
DANIEL: “Lo so, per alcuni ci meritavamo questo successo e questa visibilità prima e non ora… ma sono solo opinioni, decisamente personali. Secondo me adesso come collettivo siamo molto più forti e ricchi di esperienza, pronti a gestire la fama e a fare i professionisti. È vero, siamo cambiati, magari non abbiamo più quella spontaneità e quella creatività che sono tipiche delle buone band agli inizi, magari abbiamo già anche sfornato il nostro capolavoro, ma a tutt’oggi gli Arch Enemy sono una band di persone mature, che sanno muoversi meglio e che producono album di tutto rispetto, solo diversi da prima! E magari meno di culto… ai tempi eravamo fortemente legati a una realtà più underground, oggi si può dire che siamo entrati nel circuito principale del mercato metal, non siamo più ragazzini, le cose devono essere cambiate per forza, non credi?”.
MAH, MAGARI NON DEV’ESSERE NECESSARIAMENTE COSÌ… MA, AD OGNI MODO, TI SEI SPIEGATO CON MOLTA CHIAREZZA. COL SENNO DI POI, A DISTANZA DI QUASI CINQUE ANNI, COSA HA PORTATO AGLI ARCH ENEMY L’INGRESSO DI UNA CANTANTE AFFASCINANTE E VOCALMENTE INSOLITA (ALMENO PER UNA DONNA) COME ANGELA?
DANIEL: “Penso che, facendo un bilancio complessivo, la presenza di Angela abbia portato davvero tantissime cose positive alla band. È stata l’elemento scatenante che ha permesso che si avverasse il famoso salto di qualità di cui parlavamo prima. Certo, il fatto che sia una bella donna è stato un grossissimo aiuto, ci ha catapultati improvvisamente sulle copertine delle principali riviste metal (cosa impensabile per noi fino a poco tempo prima, e dire che come uomini ci riteniamo altrettanto sexy, ah, ah!), ci ha spinti enormemente verso la fama, ha creato una grande curiosità intorno a questo fenomeno. Una donna bellissima, che canta come un uomo super-incazzato… tutta ottima pubblicità. Questa visibilità ci ha permesso di dimostrare effettivamente quanto valiamo e di allargare la nostra cerchia di fan e di estimatori. Anche dal punto di vista compositivo Angela è subito stata molto presente e di grande aiuto, in special modo per quanto riguarda le lyrics, a mio avviso davvero particolari, e le linee vocali. E poi, parliamoci chiaro: tutta quella roba melodica, con voce femminile pulita, tipo Evanescence, è veramente scontata! Angela propone qualcosa di unico nel panorama musicale e la band non può non trarne beneficio. E poi abbiamo dalla nostra musicisti ottimi come Michael, che non faticano a creare brani sempre interessanti”.
DUNQUE, COME SEI CAMBIATO COME MUSICISTA E COME PERSONA IN QUESTI ANNI?
DANIEL: “Sono cresciuto davvero moltissimo. Stare in tour, fronteggiare nuovi problemi, vedere nuovi posti, conoscere molte persone, tra cui magari musicisti che ammiro… tutte queste esperienze mi hanno permesso di maturare e di migliorare come persona. E quando si hanno molti stimoli, si possono affinare e arricchire anche le proprie doti di strumentista. Sono contento del percorso che ho fatto e di come sono diventato ora!”.
CI SONO GIORNI IN CUI PENSI CHE VORRESTI FERMARTI, LASCIAR PERDERE LA MUSICA E LA BAND?
DANIEL: “No, neanche per sogno! Sono anni che suono e che mi impegno per ottenere risultati sempre migliori… non mi è mai capitato nemmeno di pensare all’eventualità di lasciare la musica… è una cosa troppo importante per me, ormai fa parte della mia identità personale, non potrei mai abolirla dalla mia vita e soffrirei terribilmente se fossi costretto a fare una cosa del genere per problemi fisici, ad esempio. Certo, il rapporto con la musica è sempre fatto di alti e bassi, è condizionato da mille fattori, a cominciare dall’ispirazione, che non è mai costante… ma io amo anche questa incertezza, perchè permette ogni volta di superarsi”.
OTTIMA RISPOSTA! TI HO CHIESTO QUESTA COSA PERCHÈ INVECE PARE CHE NON TUTTI LA PENSINO COME TE… MI RIFERISCO ALLA DECISIONE DI CHRIS AMOTT DI PRENDERSI UNA PAUSA DI RIFLESSIONE DAGLI IMPEGNI CON GLI ARCH ENEMY E DI DEDICARSI AI SUOI STUDI UNIVERSITARI…
DANIEL: “Infatti… le persone possono essere davvero molto diverse… in questo caso diametralmente opposte! Per carità, posso arrivare a capire Chris, ma non avrei mai agito come lui. Principalmente il suo problema era la stanchezza per la vita massacrante del tour e per i viaggi promozionali. Gli pesava stare così tanto tempo lontano da casa, non riuscire a portare avanti nulla per il fatto di non poter mai garantire una presenza costante nello stesso posto. Purtroppo è sempre necessario fare delle valutazioni; c’è chi è disposto a fare il nomade e chi, per indole, preferisce più stabilità e tranquillità. Sono punti di vista sulla vita che non sempre collimano con il tipo di ritmi che il professionismo musicale ti impone! Non c’è che da prenderne atto e da sperare che a Chris manchi in fretta la musica degli Arch Enemy e che risolva i suoi problemi. Oltretutto la sua decisione, maturata nel corso delle registrazioni di ‘Doomsday Machine’, ci ha lasciato con molte seccature da fronteggiare: inizialmente, infatti, Chris si era detto disponibile a venire in tour, ma poi si è tirato indietro, costringendoci ad annullare tutte le date programmate ai vari festival estivi europei… è stato orribile, si viveva in uno sgradevolissimo stato di precarietà. Poi, nel frattempo, abbiamo trovato e ingaggiato Gus G., chitarrista di innumerevoli band tra cui Firewind e Nightrage. È stato assunto in veste di sostituto temporaneo e siamo soddisfatti di come si sta dedicando agli Arch Enemy… soprattutto, grazie a lui il tour invernale è salvo!”.
E, ALL’IMPROVVISO, ECCO L’APPARIZIONE…
ANGELA: “Ciao, scusa il ritardo… finalmente ho finito di sistemare nelle valigie quel casino che avevo sparso per tutta la camera! Penseranno che sono una selvaggia, non una signora… oddio, e non riesco mai ad essere puntuale! Ma come faccio? Si è comportato bene Daniel in mia assenza?”.
BENISSIMO ANGELA, È STATO IRREPRENSIBILE! ABBIAMO GIÀ PARLATO PARECCHIO, DUNQUE NON PREOCCUPARTI PER IL RITARDO…
ANGELA: “Ok, grazie! Sei gentilissima!”.
(LA MISE DI ANGELA È A DIR POCO ESPLOSIVA E MERITA UNA DESCRIZIONE DETTAGLIATA: TACCHI VERTIGINOSI, CASACCA MILITARE A UN SOLO BOTTONE, ACCOPPIATA REGGISENO A VISTA /MINIGONNA INVISIBILE… POTETE IMMAGINARE IL TORCICOLLO DI TUTTI I MASCHI PRESENTI NELLA SALA, IMPEGNATI A CERCARE LA VISUALE MIGLIORE PER GODERSI TALE DISCINTA BELLEZZA… MANCAVANO SOLO ALVARO VITALI E RENZO MONTAGNANI, POI ERAVAMO A POSTO…)
ABBIAMO DESCRITTO LE LINEE GENERALI DEL SOUND DI “DOOMSDAY MACHINE” CON DANIEL… TI VA DI PARLARE DELLE LYRICS E DI COME HAI FATTO SÌ CHE SI ADATTASSERO ALLA MUSICA?
ANGELA: “Certamente! Come sai, da quando sono entrata a far parte degli Arch Enemy, le lyrics sono diventate la mia competenza fondamentale e me ne occupo con il massimo impegno. Solitamente aspetto che i ragazzi della band abbiano già composto un po’ di materiale, poi li raggiungo in sala prove, ascolto gli abbozzi di canzoni e costruisco degli andamenti vocali che si sposino bene con il mood della musica. In seguito, penso a dei testi altrettanto adatti a esprimere lo stesso feeling; insomma, lascio che siano le note ad ispirarmi! Mi piace decisamente scrivere cose criptiche, che concedano molto all’immaginazione dell’ascoltatore, che suggeriscano delle immagini forti… odio chi usa troppe parole nei testi dei brani, o storie troppo articolate, secondo me tolgono immediatezza e impatto. Nello specifico caso di ‘Doomsday Machine’ mi sono ispirata ai rapporti devianti che l’uomo ha con il suo presente, con la tecnologia, con le macchine che popolano l’esistenza di tutti noi… naturalmente ho espresso questi pensieri facendo come dei quadri, ciascuno rappresentante una visione apocalittica e distruttiva. Diciamo che ho espresso alcuni miei sentimenti particolarmente cupi in una chiave visionaria e universale. Ma non vorrei dilungarmi… desidero che ognuno trovi alle mie parole una propria personale interpretazione, anche se la cosa può generare episodi comici… hai presente quando certa gente pensa che un testo sia infinitamente intellettuale e pieno di chissà quali riferimenti e invece chi l’ha composto si è ispirato a una banalità? È una situazione esilarante, di cui più o meno tutti quelli che scrivono canzoni interessanti sono vittime, prima o poi!”.
COME TI SEMBRA “DOOMSDAY MACHINE” RISPETTO A “WAGES OF SIN” E AD “ANTHEMS OF REBELLION”?
ANGELA: “La prima parola che mi viene in mente è complessità, forse perchè lo vedo come una tappa ulteriore dell’evoluzione inaugurata con ‘Wages Of Sin’ e proseguita con ‘Anthems Of Rebellion’. Questi tre lavori mi sono sempre sembrati stilisticamente molto compatti e omogenei, nonostante ognuno di loro abbia qualche caratteristica che lo rende unico e lo diversifica dagli altri. Nel caso di ‘Doomsday Machine’, penso sia un album abbastanza vario, atmosferico e decisamente guitar-oriented, come nella classica tradizione Arch Enemy. Ci sono molte parti tipiche del sound per cui la band è diventata celebre, soprattutto gli assoli di chitarra. Però questo album ha il pregio di essere riletto in chiave contemporanea e di presentarsi con una produzione professionale e iper-attuale. Cerchiamo sempre di prestare attenzione a quest’aspetto della musica… chi comprerebbe volentieri un album prodotto in maniera approssimativa? Sono finiti i tempi della registrazione da cantina, noi vogliamo pubblicare solo lavori curati nei minimi dettagli, per ripagare i fan della loro fiducia e del loro supporto”.
TROVI FISICAMENTE FATICOSO SOSTENERE UN’INTERA ESIBIZIONE?
ANGELA: “Beh, non particolarmente, più che altro perchè cantare in growl è una cosa assolutamente naturale e spontanea per me… penso di fare la fatica che fa normalmente un qualsiasi cantante metal. Certo, agli inizi avevo qualche problema nel creare i miei equilibri sul palco, non ero abituata a esibirmi di fronte a così tanta gente, non avevo ben chiara la maniera di muovermi per fare un bello spettacolo e, nel contempo, per non restare stremata al termine dello show. Ora sono molto più rodata grazie ai lunghi tour che ho fatto in questi anni, so perfettamente fin dove posso spingere e quando è necessario trattenermi. Ma l’attività live resta la mia occupazione preferita, anzi irrinunciabile: ogni volta, sul palco, vengo investita da un’energia così vigorosa che mi fa sentire davvero grande… esibirsi dal vivo, comunicare con il pubblico, sono cose che mi danno emozioni sempre uniche!”.
QUALE PENSI SIA IL TUO RUOLO NELLA SCENA METAL? SEI UNA DELLE POCHE DONNE CHE NON CANTANO “MODELLO USIGNOLO” E INVECE ALL’APPARENZA SEI IPER-FEMMINILE… COSA PORTI ALLA MUSICA CON IL TUO MONDO DI CONTRASTI?
ANGELA: “Ovviamente mi auguro di dare ottimi contributi alla musica degli Arch Enemy; alla scena metal in generale penso di aver portato qualcosa di insolito e di particolare. L’emancipazione femminile nel mondo della musica passa anche dal fattore sorpresa, a mio parere. Questo è un universo prevalentemente maschile, nel quale una ragazza è di solito sempre impiegata per sottolineare, sia vocalmente che fisicamente, aspetti dolci e languidi della musica. Ma per me una donna che canta o che suona non deve necessariamente essere identificata con caratteristiche standard comuni al suo sesso, è solo un musicista o un cantante, come un uomo. Fortunatamente il mondo del metal non è piagato dalla discriminazione sessuale, per quanto ho potuto costatare personalmente… dopotutto, suono con quattro ragazzi, e ti assicuro che li faccio rigare dritti, soprattutto Michael, con cui ogni tanto sono in disaccordo musicale (non avevamo dubbi, kaiser Gossow! n.d.a.). Tuttavia mi piace che nessuno, ascoltando solo la mia voce, immagini che sono una donna. Trovo molto femminile e molto liberatorio il contrasto. Vedi, a me nella vita piace vestire in modo sexy, sottolineare la mia sensualità e le mie caratteristiche fisiche, ma non devo per forza vendermi così su un palco. Con questo viso angelico sono capace di farti sentire le grida dell’inferno e questo è esaltante. Quando salgo sul palco io non sono più Angela, una donna… sono un cantante incazzato! Non devo sedurre nessuno, devo far venire i brividi a chi mi ascolta, con la voce. Il fatto che io non sia un rospo contribuisce solo a rendermi un po’ più interessante. E poi pensa, urlare così è un modo per liberarmi dalle mie nevrosi di donna, per trasformarmi, per non essere solo me stessa. Altrimenti sarei costretta a sfogare tutta la mia inquietudine sul povero Michael, discutendo con lui dalla mattina alla sera… (decisamente un fidanzato fortunato… n.d.a.)”.
DANIEL: “Le donne sono esseri semplicemente diabolici, ti fanno impazzire in men che non si dica se ti distrai!”.
ANGELA: “Ma come sei tragico! Tu ami le donne in realtà… sono loro che non ti amano! E poi io non sono diabolica, complicata magari sì… e ho anche una gran dose di palle! Per fortuna che esorcizzo la mia aggressività e i miei ‘momenti no’ con la musica! È unico, è come trasformare i sentimenti più distruttivi in qualcosa di costruttivo. Io poi nella vita privata sono una pazza, Michael ne sa qualcosa, ci sono dei giorni che lo mando fuori di testa, poverino! (Eh già… n.d.a.). Comunque negli Arch Enemy mi trovo benissimo, sono ottime persone con cui lavorare. Mi è andata bene, è davvero un ambiente molto positivo, in cui ciascuno rispetta le idee dei compagni e in cui ci sono molto affiatamento e grande complicità”.
QUALI SONO LE ASPETTATIVE PIÙ PROSSIME LEGATE A “DOOMSDAY MACHINE”?
ANGELA: “Naturalmente avere un buon riscontro di pubblico e di critica, andare in tour a lungo e con successo, migliorarsi di continuo, promuovere al meglio la nostra musica (pubblicheremo un bel DVD live a breve, tanto per non farci mancare nulla) e consolidare la posizione che abbiamo ottenuto con fatica qualche tempo fa. Vogliamo continuare sulla strada dell’impegno e fare degli Arch Enemy una band sempre più valida e richiesta”.
DANIEL: “Hai dimenticato di dire che vogliamo diventare il gruppo più famoso e pagato del pianeta terra…”.
ANGELA: “Scemo!”.
AVETE GIÀ GIRATO QUALCHE VIDEO?
DANIEL: “Sì, abbiamo appena terminato le riprese del video per ‘Nemesis’, il primo singolo estratto dal nuovo album”.
E COME AVETE DECISO DI REALIZZARLO?
ANGELA: “Abbiamo optato per una soluzione semplice, noi che suoniamo al centro di una stanza scura, molto intonata al mood apocalittico del disco. Volevamo si cogliesse l’energia del live, non volevamo storie o trame, pur essenziali, che distogliessero l’attenzione dalla band. Però il risultato sarà di sicuro effetto, grazie alla quantità di angolazioni di ripresa che il regista ha sfruttato, grazie ad un montaggio serrato e ad effetti-luce davvero professionali. Speriamo sia apprezzato e abbia una diffusione più massiccia possibile”.
DANIEL: “Ah, siamo tutti nudi nel video!”.
ANGELA: “Sì, dimenticavo, ha insistito la casa discografica… non abbiamo potuto rifiutare!”.
IN QUESTO CASO DIVENTERÀ UN ACQUISTO OBBLIGATO… BENE, SIETE STATI ENTRAMBI MOLTO ESAURIENTI E DISPONIBILI… QUALCOSA DA DIRE IN CHIUSURA?
ANGELA: “Viva la bella Italia!”.
DANIEL: “Mille grazie per la bella intervista, speriamo di vederci presto in tour e grazie anche a tutti i ragazzi italiani che ci seguono con passione”.
ANGELA: “D’accordo, ora faccio la persona seria: un grazie di cuore a chi ci supporta! È un peccato che gli Arch Enemy si siano esibiti così poco in questo splendido paese, ma a ottobre ci rifaremo, prometto scintille sul palco!”.