ARCH ENEMY – La continua evoluzione

Pubblicato il 08/09/2017 da

Incontriamo gli Arch Enemy al gran completo presso gli uffici milanesi della Sony in un caldissimo pomeriggio di luglio per parlare del nuovo album, il decimo in carriera, in uscita a settembre, “Will To Power”, disco che prosegue nell’evoluzione del personalissimo thrash-death metal di matrice svedese caratteristico della band; un sound premiato da grande successo presso il pubblico e che è stato alla base di album molto amati dai fan come “Wages Of Sin” o il precedente “War Eternal”. Evoluzione quindi, con nuovi spunti musicali e soluzioni inedite, ma allo stesso tempo uno sguardo alla tradizione di un sound che non può fare a meno di guardare al proprio passato per continuare a progredire nella ricerca stilistica. “Will To Power”  lascerà il segno anche per una particolare sorpresa attesa da sempre dai fan della band, dal nome di “Reason To Believe”. La band ci accoglie con Michael Amott e Sharlee D’Angelo rilassati che subito si piazzano di fronte a noi per porsi in prima linea al nostro carico di domande e curiosità, con Daniel Erlandsson al loro fianco che per tutta la durata della nostra chiacchierata non smetterà mai di tenere il ritmo con una bottiglietta di plastica vuota ed una penna, mentre Jeff Loomis e Alissa White-Gluz si portano in disparte facendosi i fatti loro armati di smartphone, pronti però a rispondere quando chiamati in causa.

BUON POMERIGGIO, E’ UN VERO PIACERE INCONTRARVI DI PERSONA PER DISCUTERE DEL VOSTRO NUOVO ALBUM, “WILL TO POWER”. PER ROMPERE IL GHIACCIO ED INIZIARE LA NOSTRA CHIACCHERATA LASCIO A VOI LA POSSIBILITA’ DI INTRODURRE CON PAROLE VOSTRE IL VOSTRO NUOVO LAVORO, “WILL TO POWER”.
Alissa: – E’ un disco giusto (in italiano, ndR)! È esattamente il disco che la band doveva realizzare a questo punto della carriera.

DA COSA DERIVA IL TITOLO?
Michael: – Il titolo deriva da una raccolta postuma del filosofo Nietzsche, “Der Wille Zur Macht”, che in inglese si traduce appunto in “Will To Power”. È un titolo che abbiamo scelto a fine lavori, perchè durante le registrazioni ne abbiamo usati altri temporanei; abbiamo raccolto le idee ed abbiamo scelto questo perchè ci sembra davvero potente, suona davvero carico e ricco di intenti bellicosi.

OGGIGIORNO SI PARLA SPESSO DEGLI ARCH ENEMY COME DI UN GRUPPO POCO PREDISPOSTO ALL’EVOLUZIONE. QUALI SONO INVECE, MUSICALMENTE PARLANDO, LE DIFFERENZE PRINCIPALI TRA “WAR ETERNAL” E “WILL TO POWER” SECONDO VOI?
Michael: – Onestamente, in ognuna delle interviste che abbiamo fatto oggi, ed in ogni intervista che ci hanno fatto nei giorni precedenti, questa domanda non è mai mancata. Chiedendo opinioni a chi ci intervistava, qualcuno ci ha detto che “War Eternal” era più oscuro, qualcuno che “Will To Power” è più oscuro, qualcuno che questo è più old school, qualcuno che è più moderno e fresco, ci hanno detto che è più violento e pesante del precedente e che invece è più leggero e meno duro. La mia opinione è che le stesse mani che hanno scritto “War Eternal” hanno scritto anche “Will To Power”, e le persone che hanno scritto questi due dischi si sono evolute tra uno e l’altro, ma senza cambiare radicalmente, quindi fondamentalmente i due dischi sono molto simili, ma diversi per il percorso umano che viviamo ogni giorno.

“WILL TO POWER” RAPPRESENTA IL DEBUTTO SU UN DISCO DEGLI ARCH ENEMY DI JEFF LOOMIS. COSA MI DITE A PROPOSITO?
Sharlee: – Jeff è davvero simpatico! È un piacere stare in sua compagnia!
Jeff: – Lo spero davvero!
Michael: – Seriamente, Jeff è una persona stupenda, e questo è l’importante, perchè quando devi condividere oltre al lavoro anche lo spazio con una persona, è fondamentale che questa persona sia apprezzabile dal punto di vista umano. Con Jeff è andato tutto a meraviglia, ci siamo trovati su tutto, e ci troviamo davvero bene con lui. Certo, è davvero un grandissimo musicista ed un grandissimo professionista, ma molti lo sono, e non con tutti è un piacere lavorare.

“THE RACE” E’ UNA DELLE CANZONI PIU’ VELOCI E PIU’ DURE DELLA VOSTRA DISCOGRAFIA, NONCHE’ UNA DELLE PIU’ BREVI E DIRETTE. L’AVETE POSTA IN APERTURA COME DICHIARAZIONE DI INTENTI?
Michael: – No, semplicemente ci è venuto naturale porla all’inizio del disco perchè legava molto bene con l’intro e per dare spazio poi a brani più strutturati. Messa così in apertura comunque ti dà la scossa e la sveglia per affrontare il resto del disco, è come la sveglia del mattino.

DANIEL HA AVUTO UN RUOLO PIU’ IMPORTANTE NELLA SCRITTURA DI QUESTO ALBUM RISPETTO A QUANTO AVVENUTO IN PASSATO.
Michael: – Sì, per questo album abbiamo collaborato molto più attivamente sin dalle prime battute, spesso improvvisando con batteria e chitarra per trovare le idee.

JEFF LOOMIS INVECE NON HA CONTRIBUITO AL DISCO?
Michael: – Jeff è un grande chitarrista, ma io ho sempre composto la maggior parte della musica degli Arch Enemy e credo di sapere quale debba essere il sound della band. Non escludo che prima o poi possa contribuire con qualche riff, ma per “Will To Power” ci siamo trovati bene con il sottoscritto a scrivere i riff e con Jeff a curare alcuni degli assoli.

PARLIAMO ORA DI “DREAMS OF RETRIBUTION”, BRANO CHE POSSIEDE DELLE PARTICOLARI BACKING VOCALS.
Michael: – Sì, le orchestrazioni sono opera di Jen Johansson degli Stratovarius. È un grande amico, è sempre un piacere collaborare con lui.

OK, E’ ARRIVATO IL MOMENTO DI PARLARE DELLA GRANDE SORPRESA DI “WILL TO POWER”, LE CLEAN VOCALS IN “REASON TO BELIEVE”.
Michael: – Tutti ci hanno sempre chiesto perchè non mettiamo clean vocals nelle nostre canzoni. La risposta è semplice, perchè non abbiamo mai avuto canzoni adatte a delle clean vocals fino ad ora. Non era un taboo, abbiamo sempre avuto questa arma nel nostro arsenale, solo non era semplice usarla; se avessimo scritto brani che stavano meglio con la voce pulita in passato non sarebbe stato un problema proporle, semplicemente non le avevamo. Per “Will To Power” abbiamo scritto questa canzone, “Reason To Believe”, nella quale la voce pulita suona molto bene, così abbiamo finalmente esaudito il desiderio di molti fan.

A QUESTO PUNTO CHE NE DICI DI OFFRIRCI UN RAPIDO TRACK BY TRACK DEI BRANI DI QUESTO DISCO?
Michael: – Certamente. “The Race” è l’ultima canzone che abbiamo completato e la più breve che c’è su questo disco. È un brano molto violento, che unisce influenze death metal, punk, thrash, è un pugno che ti arriva nello stomaco. “Blood On Water” è una canzone davvero metal, con un sacco di melodie ed un sacco di groove di diverso tipo. Una delle nostre preferite. “The World Is Yours” secondo me è una delle più tipiche canzoni degli Arch Enemy, con moltissima melodia, molto veloce, un drumming potentissimo e velocissimo. “The Eagle Flies Alone” è evocativa, è groovy, è epica, davvero un grande brano secondo me. “Reason To Believe” è una dimensione davvero nuova per gli Arch Enemy, ci sorprende ancora oggi la sua efficacia e l’efficacia di Alissa in questo brano. Siamo molto fieri di questa canzone. “Murder Scene” è un brano swedish death metal davvero old school, con liriche ‘canadesi’ però. “First Day In Hell” è la canzone più cattiva che abbiamo in questo album, sia dal punto di vista della musica che dal punto di vista lirico. È un brano davvero feroce. “Dreams Of Retribution” è un pezzo che esplora il nostro lato più progressivo, è un pezzo davvero complesso ed ha richiesto molta attenzione per venire al meglio. “My Shadow And I” è un’altra grande canzone con un sacco di riff, un sacco di energia, molto energica e vitale. L’ultima, “A Fight I Must Win” è un altro brano particolarmente complesso, ricco di sfumature e di trame che si intersecano. Siamo particolarmente soddisfatti di questa canzone.

L’ARTWORK DI “WILL TO POWER” E’ MOLTO PARTICOLARE, DIVERSO DAI PRECEDENTI. CE NE PARLATE?
Michael: – Abbiamo trovato questo pittore americano, Alex Reistaf, abbiamo guardato i suoi lavori ed abbiamo deciso che ci sarebbe piaciuta una sua illustrazione sulla copertina di questo disco. Gli abbiamo mandato il materiale per fargli capire di cosa si trattasse, testi, musiche e titolo dell’album, e lui si è subito messo al lavoro. C’era il timore che sarebbe andato oltre la scadenza con la sua opera, visto che i suoi quadri sono difficili da realizzare e richiedono molto tempo, ma così fortunatamente non è stato. È un dipinto carico di simbolismo, talmente simbolico che qualche cosa ha dovuto spiegarla anche a noi. È stato davvero un piacere avere a che fare con Alex e siamo felicissimi di questa copertina, così diversa dalle altre precedenti.

PARLIAMO ORA DI “AS THE STAGES BURN!”, IL VOSTRO NUOVO DVD LIVE. PERCHE’ AVETE DECISO DI REALIZZARE UN NUOVO DVD A QUESTO PUNTO DELLA VOSTRA CARRIERA?
Michael: – Fondamentalmente il nostro ultimo prodotto dal vivo risaliva a ben dieci anni fa, e le richieste per un nuovo live con Alissa ed il materiale recente erano molto forti, così, visto che abbiamo avuto la possibilità di suonare al Wacken in una posizione di rilievo ne abbiamo approfittato, così da non dover investire nuovo denaro in seguito. Voglio ringraziare chiunque ci abbia supportato dal vivo nel tour che ha portato a questo live.

IL BLACK EARTH PROJECT, CHE VEDE COINVOLTA LA FORMAZIONE DI “BURNING BRIDGES” CON JOHAN LIIVA E CHRISTOPHER AMOTT A VOCE E CHITARRA E CHE SI E’ ESIBITO PER UNA SERIE DI CONCERTI, E’ UNA VERA BAND OPPURE E’ UN PROGETTO DESTINATO A RIMANERE CIO’ CHE E’ STATO, UNA PARENTESI DI POCHE DATE DAL VIVO?
Michael: – Il Black Earth Project è stata una idea che ci è venuta e che abbiamo messo in pratica durante i sette concerti in Giappone, suonando musica davvero vecchia risalente ai soli primi tre dischi. Per ora non abbiamo nessun progetto a riguardo.

CI FATE UNA RAPIDA ANALISI DELL’EVOLUZIONE DEL VOSTRO SOUND DALL’INIZIO, ATTRAVERSO L’ERA DI ANGELA GOSSOW PER ARRIVARE FINO AD OGGI?
Sharlee: – La nostra evoluzione è stata graduale, ed in questi venti anni siamo cambiati moltissimo come persone e come musicisti. Se ascolti i nostri primi dischi puoi percepire la passione che mettiamo ancora oggi in quello che facciamo, anche se la musica è completamente diversa da quella attuale. È stata una evoluzione lenta, fatta di tanti piccoli gradini, di tanti piccoli passi che ci hanno portato fino ad oggi. Sinceramente non sapremmo e non potremmo mai dare una analisi precisa della nostra evoluzione, perchè siamo costantemente in evoluzione, ogni giorno.

ALISSA, TU SEI STATA MOLTE VOLTE OSPITE SU ALBUM DI ALTRI ARTISTI, E SIAMO RIMASTI COLPITI DA TRE FEATURING INTERESSANTI CHE HAI AVUTO NELL’ULTIMO PERIODO, QUELLA CON I DELAIN, QUELLA CON DOYLE, IN COMPAGNIA DI MICHAEL, E QUELLA CON TARJA. CE NE VUOI PARLARE?
Alissa: – Certo. Con i Delain avevo già collaborato per il disco precedente, e visto che il brano, “The Tragedy Of The Commons” era piaciuto molto, mi hanno proposto di rifarlo per “Moonbathers” ed io ho accettato con molto piacere, visto che sono amici carissimi. Anche Doyle è un grande amico della band, che io conosco sin da quando militavo nei The Agonist; con Michael siamo stati ospiti del brano “Kiss Me As We Die”, che è anche il singolo del suo nuovo album, con Michael che ha suonato l’assolo. Con Tarja è stato divertentissimo, perchè lei è così diversa da me, abbiamo due stili che sono agli antipodi, ed anche come immagine stoniamo molto. Il brano “Demons In You”, al quale ho partecipato, è davvero bello e divertente da cantare, ed è stato riproposto in più versioni, con molte occasioni per duettare tra noi dal vivo. Uno spasso.

CI RACCONTI QUALCOSA DEL TUO PROGETTO SOLISTA?
Alissa: – Sto lavorando a questo progetto da anni ormai, ma spesso mi manca il tempo per concretizzare le idee, perchè fortunatamente sono molto impegnata con gli Arch Enemy. Anche Angela Gossow mi sprona a portare a termine questo progetto, visto che lo ritiene molto interessante. Credo che ora, al termine degli impegni per “Will To Power” ed in attesa del prossimo tour riuscirò a fare qualche passo concreto. Jeff Loomis spesso mi da una mano con idee e spunti per i brani. Ho imparato molto per realizzare questo album; addirittura mi sono costruita uno studio personale, ho imparato a programmare, le tecniche di registrazione, a suonare la chitarra. Quando avrò abbastanza tempo e riuscirò a dedicarmici porterò a termine il progetto.

MA NON E’ NELLO STILE ARCH ENEMY, VERO?
Alissa: – No, è qualcosa di molto differente. Sarà davvero figo, vedrai.

COSA MI DICI DELLE TUE TENUTE DA PALCO E DA VIDEOCLIP, VERI COSTUMI REALIZZATI APPOSITAMENTE, CHE CREANO UN GRANDE CONTRASTO CON QUELLO CHE ERA IL LOOK DI ANGELA, DAVVERO MINIMALE E SEMPLICE.
Alissa: – Io amo dare qualcosa da vedere oltre che la musica da ascoltare. Posso essere semplice nel mio intimo, ma su un palco è necessario che io dia spettacolo. Secondo me è necessario. I nostri show sono anche visivi, ed io cerco di fare tutto il possibile perchè ci sia una componente visuale molto forte negli Arch Enemy. Ecco perchè uso questi costumi.

TU SEI UNA DONNA MOLTO BELLA IN UN MONDO SPESSO DIFFICILE PER LE DONNE. HAI MAI AVUTO PROBLEMI CON I FAN?
Alissa: – Beh, chi non li ha? Anche se con i miei fan ho un bellissimo rapporto. Qualche problema può nascere durante i festival, dove trovi fan che non sono i tuoi. Comunque fino a che si limitano a gridare qualche porcheria o qualche insulto non c’è nessun problema, anzi, se qualcuno paga un biglietto per gridarmi qualche insulto credo che il problema ce l’abbia lui.

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