ARCH ENEMY – Luci e ombre

Pubblicato il 04/10/2007 da
 
Parla da vera leader, Angela Gossow, e non potrebbe essere altrimenti visto che è stato proprio grazie al suo ingresso in formazione che gli Arch Enemy hanno finalmente potuto compiere i primi passi fuori dall’underground. Non azzardatevi però a considerare la band una specie di contorno alla sua conturbante bellezza: la cantante tedesca, infatti, giustamente tiene a dividere con i suoi quattro compagni tutti i meriti di questa esplosione. Esplosione che, nonostante la qualità altalenante delle ultime uscite del quintetto, sembra tutt’altro che essere sul punto di ridimensionarsi. È Arch Enemy-mania? Vediamo cosa ne pensa la bella Angela…

 
QUALI SONO I TUOI SENTIMENTI E LE TUE SENSAZIONI ORA CHE “RISE OF THE TYRANT” È STATO COMPLETATO?
“Sono molto contenta e al tempo stesso sorpresa. Sin dall’inizio era convinta che la maggior parte del materiale fosse molto buono, ma una volta ascoltato il CD finito sono rimasta davvero entusiasta… quasi a bocca aperta. C’erano dei brani che inizialmente reputavo solo carini, ma una volta registrate le linee vocali e modificati alcuni passaggi direttamente in studio, sono diventati eccellenti. Ad esempio, ‘Nights Falls Fast’: questa è una canzone che abbiamo provato ad arrangiare in mille modi differenti e che non era mai riuscita a convincerci del tutto. Poi Daniel ha cambiato alcune ritmiche di batteria e io ho deciso di cantare in maniera più naturale e alla fine è venuta fuori come una traccia veramente energetica. Insomma, il disco suona meglio di quanto sperassi e ne sono davvero soddisfatta”.
RITIENI QUINDI CHE QUESTA VOLTA IL TUO MODO DI CANTARE ABBIA DATO UNA MARCIA IN PIÙ ALL’ALBUM? “Non vorrei apparire presuntuosa, ma credo che questa volta le linee vocali siano uno dei punti forti dei pezzi. Come ti dicevo, non pensavo che ‘Nights Fall Fast’ o anche ‘Blood On Your Hands’ fossero dei brani così buoni, ma, una volta registrate le linee vocali, credo che abbiano acquistato una marcia in più. Oggi non sono più molto contenta di ‘Doomsday Machine’ perchè su quell’album abbiamo usato un po’ troppi effetti per i miei gusti… non lo trovo molto spontaneo… è forse esageratamente leccato. Con questo nuovo platter ho voluto fare tutto in maniera più istintiva e violenta e credo che i pezzi ci abbiano guadagnato un sacco grazie a questo tipo di attitudine”.
IN MOLTI, ME COMPRESO, TROVANO LO STILE DI “RISE OF THE TYRANT” PIUTTOSTO VICINO A QUELLO DI “WAGES OF SIN”. CHE NE PENSI? VI SIETE MOSSI IN QUELLA DIREZIONE COSCIENTEMENTE O SI È TRATTATO DI UN PROCESSO NATURALE?
“È vero, molte persone stanno paragonando il nuovo album a ‘Wages Of Sin’ e la cosa mi trova abbastanza d’accordo e mi fa piacere, soprattutto perchè ‘Wages…’ è il disco alla quale sono più affezionata assieme a ‘Black Earth’, anche se quest’ultimo non è stato inciso da me. Comunque, non è stata una scelta premeditata: questa volta abbiamo solo voluto essere più melodici e provare molte più soluzioni di chitarra rispetto al recente passato, cosa che ci ha fatto riavvicinare allo stile di quel disco. ‘Doomsday Machine’ in questo senso era un po’ monotono, mentre in ‘Rise Of The Tyrant’ puoi ascoltare delle cose davvero sopra le righe. Inoltre, credo che ci siano delle somiglianze anche a livello di produzione, visto che l’album è stato prodotto da Frederik Nordstrom e non da Andy Sneap”.
NON PENSI PERÒ CHE ULTIMAMENTE VI STIATE UN PO’ RIPETENDO? IN TUTTA ONESTÀ, IO STO AVENDO QUESTA SENSAZIONE…
“Ognuno è assolutamente libero di pensare ciò che vuole… la musica è una cosa estremamente soggettiva! Per me ‘Rise Of The Tyrant’ è forse il nostro disco più variegato e interessante, ma mi rendo conto che non tutti possono pensarla come me. Come band rispettiamo le opinioni di chiunque, ma non ci facciamo condizionare dalle recensioni… sia che siano positive, sia che siano negative. Preferiamo ignorare tutto ciò e fare sempre e comunque di testa nostra. È impossibile accontentare chiunque, ma troviamo che questo sia l’atteggiamento giusto per conquistare quantomeno il rispetto delle persone”.
SULLA COPERTINA DEL DISCO – MOLTO BELLA, TRA L’ALTRO – È RAFFIGURATA UNA PIRAMIDE MASSONICA CON DEI TENTACOLI. CHE SIGNIFICATO HA PER VOI? C’È UNA CONNESSIONE FRA IL TITOLO “RISE OF THE TYRANT” E IL FATTO CHE TALE PIRAMIDE SIA PRESENTE ANCHE SUI DOLLARI AMERICANI?
“Diciamo che non è stata pensata esattamente in questa maniera, però come connessione non è niente male, di sicuro ha un senso. I testi e la copertina però, pur essendo piuttosto diretti e aggressivi, non vogliono entrare apertamente in alcun tema specifico, nè tantomeno politico. Abbiamo le nostre idee, ma gli Arch Enemy non sono una band politica come la si intende oggi. Puoi considerarci un gruppo politico giusto perchè suoniamo metal e proviamo a lottare contro il mainstream… in questo senso mi sta bene”.
“REVOLUTION BEGINS” SARÀ IL PRIMO SINGOLO ESTRATTO DALL’ALBUM: QUANTO È IMPORTANTE PER GLI ARCH ENEMY AVERE UN SINGOLO?
“I nostri singoli sono per lo più un pretesto per realizzare un videoclip. Un singolo metal, a meno che contenga parecchio materiale inedito, solitamente vende pochissimo, mentre un videoclip al giorno d’oggi è molto utile soprattutto in un mercato come quello americano. Ci piace essere protagonisti di videoclip, ci divertiamo sempre molto… per il nuovo album ne abbiamo in programma almeno un paio”.
HAI MAI RICEVUTO PRESSIONI DALLA CASA DISCOGRAFICA AFFINCHÈ POSASSI IN UN CERTO MODO IN FOTO O IN VIDEO?
“Purtroppo sì… alcune persone ancora oggi stanno provando a far diventare la band una sorta di ‘Angela Gossow & Arch Enemy’, con me sempre al centro dell’attenzione. Ma è una cosa che io in primis non mi sento di tollerare: capisco che non è comune che una ragazza canti in un gruppo metal di questo genere, ma non accetterò mai di far relegare gli altri ragazzi in secondo piano o di scattare foto in bikini per vendere qualche copia in più. È anche per questo che abbiamo deciso di restare alla Century Media quando abbiamo ricevuto delle offerte da delle etichette più grandi: sapevamo che avrebbero cercato di farmi apparire nella maniera per me sbagliata e che magari avrebbero mandato qualcuno in studio per farci cambiare sound. Alla Century Media hanno sempre avuto un minimo di decenza per quanto riguarda queste richieste, quindi abbiamo preferito rimanere con loro”.
TORNANDO AL NUOVO ALBUM, HO VISTO CHE ANCHE QUESTA VOLTA NON AVETE RINUNCIATO AD INCLUDERE UN BRANO STRUMENTALE. NON SIETE RIUSCITI A TROVARE DELLE LINEE VOCALI O È STATA CONCEPITA IN QUESTA MANIERA SIN DAL PRINCIPIO?
“È stata pensata subito come strumentale… la melodia principale era già stata utilizzata durante il ‘Doomsday’ tour, la suonava Michael mentre saliva sul palco. Chris ha poi aggiunto un’altra parte e l’ha fatta diventare una traccia vera e propria. Come al solito, è una parentesi per noi utile per far prendere respiro all’ascoltatore durante l’ascolto dell’intero album”.
HAI APPENA MENZIONATO CHRISTOPHER: SIETE CONTENTI DI AVERLO DI NUOVO NELLA BAND?
“Certamente, è bellissimo riaverlo con noi, soprattutto perchè è il fratello di Michael e con lui ha un’intesa perfetta. È stato via due anni, ma, se ci fai caso, ha registrato ogni nostro album, quindi non è stato stranissimo riaverlo in studio a registrare e a lavorare sui pezzi”.
I DUE FRATELLI SI SONO SPARTITI IL SONGWRITING COME AL SOLITO?
“La maggior parte dei pezzi è stata scritta da Michael e da Daniel: Chris è tornato ufficialmente quando eravamo circa a metà del processo, ma, se non erro, ha avuto modo di contribuire a tre/quattro brani. Di sicuro la prossima volta assisteremo a un vero lavoro di squadra”.
CREDI CHE LA LINEUP SIA OGGI TORNATA AD ESSERE SOLIDA?
“Assolutamente, tutti noi facciamo parte della band da parecchi anni ormai e la pensiamo alla stessa maniera su quasi tutto. Direi quindi che questa lineup degli Arch Enemy è destinata a durare a lungo. Stiamo provando per i prossimi tour americani ed europei e le cose vanno a meraviglia… siamo affiatatissimi”.
HO VISTO CHE, ALMENO INIZIALMENTE, FARETE DA SUPPORTO AD ALTRE BAND…
“A dire il vero, il tour americano con i Machine Head è praticamente da co-headliner. Nel ‘The Black Crusade’ in Europa con loro, Trivium, Shadows Fall e Dragonforce avremo invece meno tempo a disposizione, ma siamo comunque contenti perchè potremo esibirci di fronte a un’audience molto variegata. È un’ottima opportunità per la band. Poi nel 2008 ci imbarcheremo sicuramente in dei tour da headliner… credo che saremo impegnati per tutto l’anno, c’è molta richiesta e noi non vogliamo deludere nessuno. Andremo ovunque ci chiameranno!”.
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