Una band come gli Archspire non conosce mezze misure. In virtù di uno stile che è quanto di più frenetico e parossistico la scena death metal abbia prodotto negli ultimi anni, l’espressione più classica che accompagna la compagine canadese è diventata ‘prendere o lasciare’, con una fetta di pubblico intenta a celebrarne la furia e le capacità tecniche e un’altra – più tradizionale – assai scettica nei suoi confronti (quando non addirittura infastidita). Pur riconoscendone alcuni limiti intrinsechi, chi scrive si schiera dalla parte dei fan della band di Vancouver, motivo per cui, quando la Season of Mist ci ha proposto di metterci in contatto con il chitarrista Dean Lamb per parlare del recente “Bleed The Future”, non ci siamo certo lasciati pregare due volte…
COME SONO NATI GLI ARCHSPIRE? QUAL ERA LA VOSTRA IDEA QUANDO AVETE INIZIATO A PENSARE ALLA MUSICA DEL PROGETTO E ALLA DIREZIONE STILISTICA DA INTRAPRENDERE?
– Abbiamo formato la band nel 2009 con l’obiettivo principale di scrivere death metal velocissimo sulla scia di Origin, Necrophagist e Braindrill. Abbiamo aggiunto alcune influenze esterne prese da Tech N9ne e dai compositori classici, ma il nucleo della band è sempre stato rappresentato dal death metal estremo. Quello era il nostro piano fin dall’inizio, e si può dire che non siamo cambiati molto!
COME AVETE IMPARATO A SUONARE? SIETE AUTODIDATTI O AVETE FREQUENTATO QUALCHE SCUOLA DI MUSICA?
– La maggior parte di noi è autodidatta, o ha preso lezioni di musica soltanto all’inizio della propria carriera. Solo Jared, il nostro bassista, ha quella che definirei un’educazione musicale formale. Lo prendiamo sempre in giro perché deve scaricare e caricare l’attrezzatura proprio come il resto di noi poveri stronzi; la sua laurea jazz non lo aiuta molto quando in tour si trascina una batteria su per le scale di un locale (ride, ndR)!
QUAL È LA DIFFERENZA TRA UN USO APPROPRIATO DELLA TECNICA E UNO INVECE STERILE?
– Le canzoni degli Archspire nascono quando siamo tutti riuniti nella stessa stanza a suonare, e il risultato è sempre piuttosto organico. I riff e le idee musicali derivano dal suonare gli strumenti, quindi più ti allontani dalla chitarra (o da qualunque strumento tu stia suonando) più le cose diventano sterili. Detto questo, ad ognuno il suo! Un sacco di band fanno ottima musica con diversi metodi di composizione.
LO STILE VOCALE DI OLIVER RAE ALERON È SENZA DUBBIO UNO DEI VOSTRI MARCHI DI FABBRICA. MI DOMANDAVO SE FOSSE APPASSIONATO DI HIP-HOP…
– Ovviamente! È sempre stato un grande fan dell’hip-hop. Quando si è unito agli Archspire gli abbiamo spiegato che era nostra intenzione unire il rap con il death metal, quindi faceva proprio al caso nostro! Aveva già talento per entrambi gli stili, dovevamo solo trovare il modo migliore per combinarli.
QUALI SONO STATI I PRO E I CONTRO DEL LAVORARE AD UN ALBUM DURANTE LA PANDEMIA?
– Beh, abbiamo avuto molto più tempo per scrivere le canzoni! Avevamo due tour schedulati e pronti a partire, che poi ovviamente sono stati cancellati. Quindi abbiamo potuto spendere più tempo in sala prova a scrivere e a trovare nuove idee. Per tre mesi abbiamo lavorato cinque giorni alla settimana (due-quattro ore al giorno) sulla musica, il che ha decisamente messo a dura prova i nostri cervelli. Quindi direi che l’album ha beneficiato della pandemia, proprio alla luce del tempo extra per comporre e rifinire la musica.
COSA NON PUÒ MANCARE IN UNA CANZONE DEGLI ARCHSPIRE AL GIORNO D’OGGI?
– Blast-beat. Sempre e solo blast-beat.
DA UN PUNTO DI VISTA LIRICO, C’È UN CONCEPT CHE LEGA I TESTI DELL’ALBUM?
– Sì, c’è un concept molto complesso dietro l’album, qualcosa che ci piacerebbe spiegare ai fan in un modo più approfondito rispetto a quello dei semplici testi nel booklet. Le storie e le idee di Oli sono uniche e terrificanti, e la storia che ha scritto abbraccia quasi l’intera discografia della band. Non ha solo un bel visino!
L’ARTWORK DI ELIRAN KANTOR PARLA COME AL SOLITO DA SOLO. GLI AVETE DATO DELLE INDICAZIONI O GLI AVETE LASCIATO CARTA BIANCA PER LA REALIZZAZIONE DEL SOGGETO?
– Abbiamo lavorato a stretto contatto con Eliran affinché la copertina riflettesse uno dei temi principali dei testi. La copertina è in parte astratta, in parte horror, e amiamo davvero com’è venuta fuori. Per i nostri artwork vogliamo sempre qualcosa che possa distinguersi nel marasma di pubblicazioni death metal, e i colori e il soggetto di “Bleed The Future” ci riescono alla grande, secondo noi.
PER LA PRODUZIONE, VI SIETE RIVOLTI ANCORA UNA VOLTA A DAVE OTERO. AVETE MAI PENSATO DI COINVOLGERE QUALCUN’ALTRO?
– Nel corso degli anni abbiamo instaurato un rapporto così straordinario con Dave che non abbiamo considerato nessun altro. Durante la pandemia ci sono state settimane in cui abbiamo temuto di dover cambiare produttore, solo per motivi logistici, ma alla fine tutto ha funzionato. È il tipo di produttore che in studio prenderà in mano la tua chitarra tirandone fuori delle armonie, darà la sua opinione sulle parti di batteria e ti aiuterà a scrivere e incastrare il flusso dei testi nella musica. È una vera gioia lavorare con lui, non potremmo immaginare di registrare i nostri dischi con qualcuno di diverso.
UNA CURIOSITÀ: L’INTRO DI “A.U.M. (APEIRON UNIVERSAL MIGRATION)” È LA REGISTRAZIONE DI UN VERO MESSAGGIO CHE AVETE RICEVUTO?
– Esatto! Un amico del nostro batterista Spencer gli ha inviato questo audio molto arrabbiato e critico riguardo la nostra musica. Tutti abbiamo pensato che fosse divertente, inoltre inserire questo tipo di messaggi è pratica comune nel rap… Abbiamo concordato che un tocco di umorismo non avrebbe guastato al disco!
CINQUE ALBUM CHE PORTERESTE CON VOI SU UN’ISOLA DESERTA:
– Origin – “Antithesis”
The Doobie Brothers – “Minute by Minute”
Necrophagist – “Epitaph”
Tech N9ne – “Sickology 101”
Archspire – “Bleed the Future” (nel caso ci fosse qualcuno sull’isola che volesse comprarne una copia!)
QUALI SONO I VOSTRI PROGRAMMI PER IL FUTURO? LA NOTIZIA DEL RINVIO DEL VOSTRO TOUR EUROPEO IN COMPAGNIA DI RIVERS OF NIHIL E ALLEGAEON È DI APPENA QUALCHE GIORNO FA (L’INTERVISTA SI È SVOLTA AD OTTOBRE, ndr)…
– Abbiamo un tour europeo a supporto dei Decapitated per il loro 25° anniversario, insieme a Black Tongue e Inferi. Poi abbiamo alcune date in lavorazione tra Stati Uniti e Canada, mentre a novembre/dicembre torneremo in Europa come headliner con i Rivers of Nihil. Grazie mille per l’intervista! Stay tech!