Siamo solamente a maggio e già questo 2001 ci ha offerto un grande numero di uscite discografiche di alto livello. “Burn The Sun” è fra queste, un prodotto originale, pieno di feeling ed identificabile già dal primo ascolto. Tore Osby e soci hanno scelto di non buttarsi a capofitto nei trend del momento, hanno scelto di vendere magari qualche copia in meno a favore dell’originalità di un disco che raccoglie in sé le parti migliori di molti stili musicali, dal blues, al metal, al progressive al rock. Superati i problemi di line-up grazie ai “nuovi” Randy Coven e Mats Olausson gli Ark sono ora una vera band, una priorità di tutti i membri, liberi ormai da progetti paralleli.
Se il cantante Jorn Lande ha deciso di abbandonare una facile gloria tra le file di Yngwie Malmsteen, a favore degli Ark, ci sarà un motivo valido. E questo motivo si chiama consapevolezza della qualità della musica proposta, grande feeling con i membri del gruppo e voglia di essere ascoltati. Ovviamente noi di metalitalia siamo orgogliosi di ascoltare le parole di un simpaticissimo Tore Ostby.
TORE MI FARESTI QUALCHE ACCENNO SULLA STORIA DELLA BAND?
“Certamente! Le origini degli Ark risalgono al 1990 circa, periodo in cui conobbi John (Macaluso, batterista dei TNT). Insieme cominciammo a fare delle jam session, subito capimmo che fra di noi c’era molto feeling, così rimanemmo sempre in contatto. A partire dal 1995-96 abbiamo cominciato a a stendere le basi di quello che sarebbe diventato il nostro primo album, intitolato solamente “ARK”, e subito si presentò il problema di trovare un degno singer. Dopo alcune ricerche trovammo in Jorn Lande la persona adatta alle nostre esigenze. Il nostro primo labum è andato abbastanza bene, soprattutto per me, essendo norvegese, che ho proposto una musica molto diversa dagli standard locali. Arriviamo poi al song writing di ‘Burn The Sun’, di cui sono molto soddisfatto, credo proprio che il materiale sia veramente grandioso. Ci siamo avvalsi dell’aiuto di Tommy Newton e degli Area 51 Studios. Ah, in ultimo non posso tralasciare il reclutamento del bassista Randy Coven, persona preparatissima che ha già suonato insieme a nomi del calibro di Steve Vai e Steve Morse, nonché del tastierista Mats Olausson (Yngwie Malmsteen). Ora gli Ark sono una vera band!”
OK, PERO’, TANTO PER FARE UN ESEMPIO, JORN SUONA ANCHE CON MALMSTEEN (ai tempi dell’intervista il cantante non aveva ancora abbandonato la line-up del chitarrista svedese, NdJR):COME VI ORGANIZZERETE?
“Ovviamente cercheremo di combinare i reciproci impegni, ma Jorn mi ha assicurato che gli Ark per lui sono una priorità. (ed infatti ha lasciato Malmsteen per dedicarsi completamente alla band, NdJR)”
COME SI SONO SVOLTE LE REGISTRAZIONI?
“Non potrebbero essere andate meglio! Come ti ho detto siamo andati in Germania sotto la guida di Tommy, benchè alcune canzoni le avessimo già pre-registrate a New York. Siamo entrati in studio a Settembre per rimanerci fino a Novembre, il missaggio invece si è protratto all’incirca fino a metà Dicembre. E’ stato fondamentale il feeling instaurato fra noi ed i nuovi membri, che sempre hanno portato il loro contributo, dando nuove influenze ed una spinta in più all’album. Sono rimasto veramente soddisfatto dal coinvolgimento emotivo che tutti hanno avuto, ognuno si impegnava e impegna ancora tutte le proprie energie al meglio.”
MI PARLI ORA DEL CONCEPT DI “BURN THE SUN”?
“Vedi, è un concept abbastanza complesso, ci siamo occupati delle cause di disturbo verso l’equilibrio terrestre, del mare, del cielo, della terra, e tutto si riconduce all’essere umano. Lui è al centro di questi sconvolgimenti: sta progressivamente cambiando tutto l’ambiente per adattarlo meglio alle esigenze umane, non rispettando sottili ma precisi equilibri e leggi naturali. Parliamo inoltre della psiche umana, dei suoi problemi, dei rapporti con i propri simili, sono diverse sottotrame inglobate in un unico, grande copione.”
LA PRIMA COSA CHE MI E’ BALZATA ALL’ORECCHIO DURANTE L’ASCOLTO E’ STATO L’USO DI PERCUSSIONI E RITMICHE LATINE…
“Sai, ritengo la musica latina carica di energia e di passione. Ti sei mai chiesto cosa sia la musica? Chi la suona vuole esprimere passioni, sentimenti, emozioni forti e differenti. Tutta la musica, dal metal al blues, al jazz a qualsiasi genere, è una sorta di canalizzazione tra chi suona e chi ascolta. Io adoro e ascolto molta musica latina, semplicemente ho ritenuto che calzasse a pennello con le emozioni che mi ero prefissato di trasmettere tramite le mie canzoni, quindi ho inserito qualche componente ritmico-percussionistica in alcune song. Ritengo sia giusto non fossilizzarsi solo su determinati schemi o generei musicali, ma. Pur mantenendo una certa identità, è utile prendere un po’ da una parte, un po’ da un’altra ed andare in fine ad amalgamare il tutto. I risultati sono notevoli!”
FRA TUTTI I PEZZI DEL DISCO HO APPREZZATO PARTICOLARMENTE “RESURRECTION”, A MIO AVVISO LA CANZONE CHE PIU’ RACCHIUDE IN SE’ GLI ELEMENTI DELLA MUSICA DEGLI ARK…
“Sì, ‘Ressurrection’ probabilmente è la song che racchiude la maggior parte delle nostre influenze, dal metal al blues al rock anni 70. Però non si può racchiudere in un pezzo tutto un album, che si deve invece considerare nel suo insieme, sia musicalmente sia a livello di concept.”
I NUOVI MEMBRI HANNO DATO UN CONTRIBUTO NELLO SCRIVERE I PEZZI?
“Sfortunatamente quando Mats e Randy sono entrati in pianta stabile nella band tutti i brani erano già pronti, però hanno dato una forte impronta personale mentre suonavano. Entrambi sono dotati di feeling e stile e, suonando i pezzi, queste doti sono spiccate subito in primo piano.”
QUANTO E’ IMPORTANTE IL VOSTRO INVIDIABILE BACKGROUND MUSICALE?
“Ovviamente è stato fondamentale per noi, suonare con gruppi importanti come Conception, Malmsteen, Tnt, Steve Vai ci ha fatto crescere come musicisti, come persone e ci ha dato esperienza di come muoversi all’interno del music business. E’ anche vero però che noi non cerchiamo di riproporre gli spettri del nostro passato, cerchiamo di slegarci proponendo musica personale e il più originale possibile.”
QUALI SONO LE PRINCIPALI DIFFERENZE TRA “BURN THE SUN” E IL PRECEDENTE “ARK”?
“Ci sono un sacco di differenze, ai tempi suonavamo tutti in altre band, e il progetto Ark era nato solo come passatempo. Le registrazioni non sono state il massimo della professionalità, le abbiamo fatte in una rehearsal room. Ora invece le cose sono cambiate, siamo una vera band, gli Ark sono la nostra priorità, siamo maturati come musicisti e la produzione è ottima.”
LA NORVEGIA E’ LA PATRIA DEL BLACK METAL O COMUNQUE DI MUSICA ESTREMA. COME E’ STATO ACCOLTO “BURN THE SUN” DALLE TUE PARTI?
“Sai, il black metal, specialmente quello di matrice più melodica, è caratterizzato dalle atmosfere che riesce a creare. Ebbene credo che certe atmosfere si possano trovare anche nella nostra musica, quindi i fan del black metal ascoltano anche gli Ark eheheh! Come succede dappertutto ci saranno sempre i puristi conservatori che non saranno interessati a noi, magari col tempo cambieranno ahah!”
QUANDO VI VEDREMO A SUONARE DA QUESTE PARTI?
“Il tour è il prossimo passo di cui ci occuperemo. E’ molto importante per noi, ma anche per i fans, poter suonare dal vivo. Stiamo attualmente pianificando un tour, anche a livello europeo e spero che passeremo anche per l’Italia.”
TU HAI AVUTO LA POSSIBILITA’ DI VISITARE MOLTI PAESI INIEME AI CONCEPTION: QUALE TI HA PIU’ COLPITO A LIVELLO DI FANS E DI RISCONTRI?
“Senza dubbio ti rispondo il Giappone. In quel paese adorano un certo tipo di sound, se lo mangerebbero anche a colazione ahaha! Parlando dell’Europa sicuramente ho un buonissimo ricordo di Italia e Spagna, in cui il pubblico era calorosissimo con noi!”
QUAL’E’ IL PIU’ GROSSO DIFETTO DELLA SCENA METAL SECONDO TE?
“A mio avviso credo sia la mancanza di personalità delle bands! Se un gruppo propone un certo sound e fa successo, ecco che centinaia di band si mettono a ‘scimmiottarlo’, creando trend, ma allo stesso tempo abbassando il livello qualitativo delle uscite discografiche.”
COSA SIGNIFICA IL NOME ARK?
“Hai presente nella Bibbia l’arca di Noè che ha ospitato tutti i tipi esistenti di animali? Ecco, noi abbiamo adottato il nome Ark (che in italiano significa ‘arca’, NdJR) riguardo ala musica. Vogliamo ospitare e assorbire tutti i tipi di musica e alla fine fare prodotti personali e di qualità!”
ED ORA UNA DOMANDA NUOVA: CHE MI DICI SU NAPSTER?
“Mah, da un lato è molto utile, dall’altro è pericolosissimo per l’industria musicale. Un musicista compone si per passione, ma spera anche di campare grazie alla sua musica e Napster può rappresentare un impedimento molto serio. Certo è anche un canale di promozione veramente valido! Credo che se ci fosse qualche tutela in più sarebbe molto positivo.”
OK TORE, SIAMO ALLA FINE: HAI QUALCOSA DA DIRE AI LETTORI DI METALITALIA?
“Certo, ho visitato il vostro webmagazine prima dell’intervista e devo dire che mi è piaciuto molto graficamente…ehm…per quanto riguarda il resto non so l’italiano ahaha! Spero che ‘Burn The Sun’ vi piaccia e mi auguro di vedervi tutti live in Italia! Ciao!”
ARK – Intervista a Tore Ostby
Pubblicato il 19/05/2001 da Andrea Raffaldini
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