ARMORED SAINT – Liberi di suonarvele di santa ragione

Pubblicato il 20/10/2015 da

Passano gli anni ma degli Armored Saint non ne abbiamo mai abbastanza. Loro stessi non ne hanno abbastanza dell’heavy metal e ne propongono sempre una versione fresca e aggiornata, per nulla nostalgica e proiettata verso il futuro. “Win Hands Down” è uno dei dischi migliori ascoltati nel corso del 2015 e, come hanno confermato le sfavillanti performance live di quest’estate, il gruppo è in forma smagliante, con ancora molta strada da percorrere davanti a sé. Abbiamo avuto il piacere di avere uno stringato scambio di battute con il batterista della storica formazione losangelina e qui vi riportiamo fedelmente quanto è uscito dal nostro scambio d’opinioni con uno dei due fratelli Sandoval, Gonzo.

Armored Saint - immagine band - 2015
AVETE LASCIATO PASSARE CINQUE ANNI FRA “LA RAZA” E “WIN HANDS DOWN”. POTREMMO DIRE CHE QUESTA PAUSA È DOVUTA AL FATTO CHE ORAMAI LAVORATE SULLA MUSICA DEGLI ARMORED SAINT SENZA ALCUNA PRESSIONE E SIETE LIBERI DI COMPORTARVI COME MEGLIO VI PARE IN RELAZIONE ALL’ATTIVITÀ DELLA BAND?
“È una chiave di lettura corretta, nonostante mi piaccia restare sempre impegnato. Per questo spero che per il prossimo album ci voglia molto meno di quanto è accaduto stavolta”.

QUALI SONO GLI ASPETTI DEL VOSTRO SOUND SU CUI VI SIETE FOCALIZZATI PER IL NUOVO ALBUM?
“Ci siamo focalizzati sullo scrivere delle buone canzoni, è stato eseguito un ottimo lavoro di scrittura dei nuovi pezzi. Per quanto riguarda il mio strumento, la batteria, devo confessare che imparare le parti che mi riguardano è stata una bella sfida, ho cercato di portare un feeling quasi progressive rock al nostro ‘arsenale’. Le chitarre stesse sono state registrate con molta cura e la prova vocale di John è una delle sue migliori di sempre. Sono anche molto soddisfatto di come sono venute le lyrics”.

SAPPIAMO CHE DI NORMA IL GROSSO DEL LAVORO VIENE DIVISO FRA JOHN BUSH, CHE SI OCCUPA DEI TESTI, E JOEY VERA, RESPONSABILE DI BUONA PARTE DELLA MUSICA. QUAL È IL CONTRIBUTO DEGLI ALTRI MEMBRI DEL GRUPPO?
“Tutti noi diamo una mano al songwriting, anche se pure in questa occasione Joey e John si sono sobbarcati la parte principale del lavoro. Phil e Jeff hanno dato un contributo determinante per “With A Head Full Of Steam”, ma tutte le canzoni risentono in parte delle idee e dell’esperienza maturata da tutti i musicisti della formazione. I chitarristi hanno suonato degli ottimi assoli e io credo di aver registrato le migliori parti di batteria della mia carriera, sia per quanto riguarda i pattern che per il suono stesso del mio strumento”.

PER LA “LA RAZA” AVETE UTILIZZATO UN PROCESSO DI REGISTRAZIONE ANALOGICO, PER CREARE UN SOUND CALDO E MOLTO ‘VERO’, UNA SORTA DI RISPOSTA A MOLTE PRODUZIONI MODERNE CON UN USO ECCESSIVO DI OVERDUB E ALTRI AIUTI POSSIBILI NEGLI STUDI DI REGISTRAZIONE DI OGGI. AVETE LAVORATO IN MANIERA SIMILE PER “WIN HANDS DOWN”? LA RESA SONORA È ABBASTANZA SIMILE A QUELLA DEL PREDECESSORE.
“I due dischi sono molto diversi, anche se il processo che ha portato a quello che puoi sentire è stato abbastanza simile per questi due album. Entrambi credo abbiano un suono perfettamente adatto alle singole canzoni”.

PARLANDO DEI PATTERN DI BATTERIA, NELLA RECENSIONE HO AFFERMATO CHE POTREBBERO ESSERE QUELLI DEI LIVING COLOUR SE SUONASSERO METAL CLASSICO. PENSO SIATE SEMPRE STATI DIFFERENTI DAGLI ALTRI GRUPPI HEAVY METAL, AVETE SPESSO INCORPORATO, SOPRATTUTTO IN “LA RAZA” E QUEST’ULTIMO DISCO, UN FORTE GROOVE DI MATRICE SOUL, FUNKY, BLUES. SEI D’ACCORDO?
“Sono d’accordo ed è vero in particolare per “Win Hands Down”. Abbiamo gettato un ponte fra molti stili diversi in quest’album, abbiamo espanso il tipico Armored Saint-sound”.

UN ALTRO ELEMENTO RICORRENTE NEGLI ULTIMI DUE ALBUM È L’USO DI RITMICHE DERIVATE DALLA MUSICA LATINO-AMERICANA. “MESS” E “AN EXERCISE IN DEBAUCHERY” ENFATIZZANO MOLTO QUEST’ASPETTO, AD ESEMPIO. QUANTO SONO IMPORTANTI LE VOSTRE ORIGINI, LE VOSTRE CULTURE NATIE, PER CREARE UN SUONO DISTINTIVO COME IL VOSTRO?
“Sì, le canzoni citate hanno un feeling tribale, anche se personalmente interpreto questi pattern come ritmi tipicamente heavy metal mescolati coi profumi di diversi influssi culturali, senza accostarsi a nessuno in particolare”.

COME ACCADUTO PER “LA RAZA”, LA COPERTINA NON È UN COMUNE SOGGETTO HEAVY METAL: QUESTA VOLTA PRESENTATE L’ALBUM CON UN’IMMAGINE IRONICA E SURREALE. COSA VOLEVATE MOSTRARE CON ESSA? QUALE DOVREBBE ESSERE PER VOI IL FEELING GUARDANDO LA FOTO?
“L’immagine non ha un’interpretazione univoca, vuole appunto essere surreale ma senza far passare un messaggio preciso. L’idea è venuta a Joey Vera e alla fotografa che ha poi eseguito il lavoro, Stephanie Cabral”.

NEI TESTI VI CONFRONTATE CON TEMI SERI E IMPORTANTI, COME L’ATTACCO TERRORISTICO ALLA MARATONA DI BOSTON (“IN AN INSTANT”), O L’ATTRAZIONE PER IL PORNO (“AN EXERCISE IN DEBAUCHERY”). COME SCEGLIETE GLI ARGOMENTI DI CUI PARLARE NELLE LYRICS? AVETE QUALCHE METODO PER ADATTARE LE PAROLE ALLA MUSICA E VICEVERSA?
“Dei testi si è occupato interamente John, non saprei darti grandi spiegazioni perché è il suo campo. Ti posso dire che l’’incastro’ fra musica e testi, e l’ispirazione per scriverli, John le trova spesso quando sta guidando con la sua auto”.

IN “WITH A HEAD FULL OF STEAM” C’È UN’OSPITE ALLA VOCE, PEARL ADAY, ED È LA PRIMA VOLTA CHE ACCADE IN UN VOSTRO BRANO. QUALI SONO LE RAGIONI DI QUESTA COLLABORAZIONE? PERCHÉ AVETE SCELTO UNA CANTANTE NON APPARTENENTE ALLA SCENA METAL COME PEARL? IL RISULTATO FINALE È DAVVERO OTTIMO!
“Pearl Aday è una grande amica di tutta la band, in particolare di Joey e John. Il nostro cantante desiderava una collaborazione con una cantante e allora la scelta naturale è stata proprio Pearl, visti gli ottimi rapporti che abbiamo con lei e la sua voce potente”.

NEGLI ULTIMI ANNI NON AVETE SUONATO SPESSISSIMO DAL VIVO. NON PENSI CHE UNA MAGGIORE ATTIVITÀ LIVE AVREBBE PORTATO MAGGIORE ATTENZIONE SULLA BAND? NEGLI ULTIMI ANNI SI È ASSISTITO A UN GROSSO RITORNO DI INTERESSE PER IL METAL CLASSICO.
“Sono d’accordo, negli ultimi anni avremmo forse potuto intensificare la nostra attività sui palchi per avere un maggiore ritorno di popolarità. Stiamo recuperando il terreno perso con i concerti di supporto a “Win Hands Down”. I tour di quest’anno sono sicuramente i più intensi e impegnativi che abbiamo vissuto da molti anni a questa parte”.

AVETE MAI PENSATO, ARRIVATI A QUESTO PUNTO DELLA CARRIERA, DI ORGANIZZARE DEGLI SHOW SPECIALI DOVE CELEBRATE UNA SINGOLA FETTA DELLA VOSTRA STORIA, PROPONENDO PER INTERO, AD ESEMPIO, UN “SYMBOL OF SALVATION” O UN “RAISING FEAR”?
“È un progetto su cui ci soffermiamo a parlare di tanto in tanto, finora se n’è parlato e basta, senza andare oltre qualche chiacchiera tra noi. Uno degli album più papabili ad essere riproposto dal vivo potrebbe essere proprio “Symbol Of Salvation” ”.

DOPO LA REUNION, AVETE TROVATO UNA BUONA STABILITÀ PER LA VITA DELLA BAND. COME VIVETE OGGI LA MUSICA E TUTTA L’ATTIVITÀ GRAVITANTE ATTORNO AGLI ARMORED SAINT RISPETTO AI PRIMI ANNI DELLA VOSTRA STORIA?
“In questo specifico momento siamo tutti convinti di aver realizzato un grande disco come “Win Hands Down” e siamo felicissimi di poterlo promuovere massicciamente come abbiamo fatto durante tutto il 2015. La fitta programmazione di concerti di quest’anno, inoltre, ci fa sentire più vivi che mai, perché noi siamo prima di tutto una live band! Il passato? Ormai è andato, non ci pensiamo più e, personalmente, l’unico mio obiettivo è quello di essere il miglior drummer possibile per gli Armored Saint”.

QUAL È STATO SECONDO TE L’ALBUM PIÙ IMPORTANTE DEGLI ARMORED SAINT PER LA SCENA HEAVY METAL?
“Te ne elenco tre, in ordine di importanza: “March Of The Saint”,”‘Symbol Of Salvation”, “Win Hands Down” ”.

C’È ANCORA SPAZIO PER LA SPERIMENTAZIONE NELL’HEAVY METAL? QUAL È LA SOLUZIONE PIÙ STRANA CHE AVETE ADOTTATO NEI VOSTRI DISCHI?
“L’heavy metal è per sua stessa natura una forma espressiva senza limiti, proviene dal cuore. L’immaginazione è illimitata: il segreto per scrivere grande musica è aprire il proprio cuore, ascoltarlo, ascoltare la propria anima. Noi stiamo continuando a sperimentare, per quanto possibile, guardiamo sempre avanti, perché questo è lo spirito giusto per suonare heavy metal. Una delle cose più belle che abbiamo provato a inserire nella nostra musica, non per forza un esperimento nel vero senso del termine, quanto qualcosa di cui siamo molto fieri, è l’aver introdotto un assolo di Dave Prichard in un disco tempo un po’ di tempo dopo la sua morte. Qual è questo brano? Non ve lo dico, sarà compito dei vostri lettori scoprirlo!”.

SUPERATO IL PERIODO DI “MARCH OF THE SAINT”, VI SIETE ALLONTANATI DAI PIÙ COMUNI CLICHÈ HEAVY METAL. ANCHE IL VOSTRO MODO DI VESTIRVI E DI COMPORTARVI SUL PALCO È LONTANO DALLE BAND DI ‘CLASSICO’ HEAVY METAL. COSA NE PENSI DI QUEI GRUPPI CHE MANTENGONO UNO STILE ‘DENIM AND LEATHER’ E CONTINUANO AD APPARIRE COME UN ENSEMBLE DEGLI ANNI ’80?
“Abbiamo abbandonato lo stile ‘denim and leather’ per una serie di ragioni, anche se personalmente continua a piacermi molto e mi piace vedere altre band che si pongono in una maniera più tradizionale della nostra. È vero inoltre che per noi tutto l’aspetto visuale è andato presto in secondo piano, a noi interessa quanto suoniamo e nient’altro”.

COSA SIGNIFICA PER VOI L’ESPRESSIONE ‘HEAVY METAL’? COME SI È EVOLUTO QUESTO CONCETTO NELLE VOSTRE MENTI IN OLTRE TRE DECENNI DI MUSICA VISSUTA DAGLI ARMORED SAINT?
“L’heavy metal è musica dura e orgogliosa, riguarda prima di tutto comporre canzoni piene di passione. Come si è evoluto per noi? È cambiato, è una ruota che gira, va avanti, ogni tanto si ripete. L’uso della distorsione e le sue possibilità espressive sono aumentate moltissimo nel corso degli anni, noi siamo attenti a quanto ci accade attorno e cerchiamo di catturare quanto di buono accade nel mondo dell’heavy metal e di riproporlo secondo la nostra interpretazione”.

A LIVELLO DI BAND, QUAL È IL PIÙ GRANDE SOGNO CHE SIETE RIUSCITI A TRAMUTARE IN REALTÀ E QUAL È INVECE L’OBIETTIVO CHE NON SIETE ANCORA RIUSCITI A RAGGIUNGERE?
“Il sogno realizzato è quello di portare la musica degli Armored Saint in Europa e suonare davanti a grandi platee. L’obiettivo ancora da raggiungere è quello di avere la libertà finanziaria, a quello ci stiamo ancora lavorando (ride, ndR)!”.

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