“Ciao a tutti voi metalheads lettori di Metalitalia.com! Gli Arthemis nascono nel 1994 come heavy-thrash metal band! Ci sono stati alcuni cambi di line-up fino ad arrivare all’attuale formazione stabile, solida, che vede Alessio Garavello (voce/chitarra), Andrea Martongelli (chitarra), Matteo Galbier (basso), Paolo Perazzani (batteria). Durante la nostra carriera abbiamo avuto modo di dividere palchi con numerosi nomi importanti del Metal come Malmsteen, Hammerfall, Blaze (ex-Iron Maiden), Within Temptation, Cradle of Filth e preso parte a molti festival (Evolution, Metalcamp, Badia Rocks, ecc.), anche in Germania, come supporter di grandi nomi della scena metal europea, a volte come vera e propria band di artisti come George Lynch (ex-Dokken), Glenn Hughes, Ian Paice (ex-Deep Purple), Andy Timmons, Richie Kotzen, e molti altri; amiamo la vita on the road… ora stiamo lavorando col nostro management e con la Scarlet Records per un tour europeo di supporto al nostro nuovo album ‘Black Society’”.
OK, SIETE DA POCO USCITI CON “BLACK SOCIETY”, UN LAVORO MOLTO BEN FATTO A MIO AVVISO. SIETE SODDISFATTI DEL RISULTATO OTTENUTO? VUOI DESCRIVERCELO BREVEMENTE PRIMA DI ENTRARE NEI DETTAGLI?
“Certo, siamo più che soddisfatti del nostro ultimo album ‘Black Society’. Giunti al nostro quinto lavoro, abbiamo deciso di dare una grande svolta alla nostra musica tirando fuori quelle che sono le nostre vere radici musicali e di metterle a servizio dei nostri fan. ‘Black Society’ è un album in pieno stile Arthemis ma ha sicuramente una marcia in più rispetto ai nostri dischi precedenti… è fottutamente caldo, granitico e… live!”.
HO NOTATO LA PRESENZA DI VARIE INFLUENZE ALL’INTERNO DEL NUOVO DISCO, DAL POWER CLASSIC, AL PROG, ALL’HARD ROCK FINO AL THRASH DEL VOSTRO RIFFING. DA DOVE NASCE QUESTA VARIETA’ DEL VOSTRO SOUND?
“Hai perfettamente ragione! Le nostre influenze hard rock e thrash-metal provenienti da band come Black Sabbath, Metallica, Anthrax, Megadeth, Slipknot, Skid Row, Winger, Tesla, Malmsteen, Europe, Ozzy Osbourne, Queen, si sono miscelate perfettamente in questo disco e sicuramente chi apprezza le suddette band saprà trovare le stesse atmosfere all’interno di ‘Black Society’. Non ci vogliamo dare limiti e non vogliamo riproporre sempre la solita cosa in ogni album; siamo in continua evoluzione musicale pur mantenendo il nostro stile integro. Crediamo in ciò che suoniamo e scriviamo, e questo ci basta per andare sempre avanti senza paura”.
IN CHE MODO CREDI CHE “BLACK SOCIETY” DIFFERISCA DAI PRECEDENTI ALBUM DELLA BAND?
“La differenza più rilevante tra ‘Black Society’ e tutta la nostra discografia precedente consiste in un vero e proprio ritorno alle origini. Un po’ come accadeva per i pezzi che scrivevamo agli inizi (i primi due anni e mezzo dalla formazione della band facevamo cinque ore di sala prove tutti i giorni, domenica inclusa… roba da pazzi!!), siamo tornati a scrivere le canzoni principalmente jammando in sala prove, contribuendo tutti alla composizione del nuovo album. Senza dubbio ‘Black Society’ ha un sound più maturo ed energico, che ci rappresenta al 100%. Per questo dobbiamo anche ringraziare lo studio engineer BB Nick Savio dei Remasters Studio di Vicenza, che ha svolto un ottimo lavoro in fase di produzione dandoci modo di tirar fuori il sound, la nostra vera identità che stavamo cercando di esprimere musicalmente in tutto e per tutto”.
OK, INDICACI ALLORA QUALCHE PEZZO DEL NUOVO LAVORO CHE RITIENI POSSA RIASSUMENRE MEGLIO IL VOSTRO SOUND.
“Sicuramente ‘Fright Train’ , ‘Black Society’, ‘Electri-Fire’, ‘Angels In Black’ rappresentano al 100% la band Arthemis: melodia, cattiveria, atmosfere dark, attitudine spudoratamente rock, energia, carica esplosiva. Queste quattro song riescono a dare a chiunque una visione perfetta di ciò che la nostra band rappresenta. Questi sono i nuovi Arthemis! L’ispirazione ed il concept dell’album ‘Black Society’ sono rappresentati e chiaramente identificabili in tutti gli episodi che accadono attualmente nella nostra vita e le lyrics di ogni singola canzone sono lo specchio di essa; raccontano ogni retroscena della nostra società attuale, aspetti negativi e positivi, ma il messaggio racchiuso all’interno di ogni song è certamente positivo”.
VUOI DESCRIVERCI LE TEMATICHE E I CONTENUTI DI “BLACK SOCIETY”?
“Il concept di ‘Black Society’ dipinge una realtà concreta di ciò che oramai invade le menti caotiche di tutti i popoli del mondo attuale. L’avidità, l’egoismo, la sete di denaro, l’egocentrismo, il cinismo. Il petrolio sulla cover di ‘Black Society’ rappresenta la società attuale e tutto ciò che ci soffoca e non ci fa capire cosa in realtà stia succedendo attorno a noi; esso rappresenta la ricchezza materiale e con essa tutti i vizi che la circondano. La mano che tenta di uscirne rappresenta la speranza e la voglia di non essere più vittime di questa condizione ma di reagire e mandare questo messaggio a più gente possibile combattendo l’indifferenza. Certamente la cover e soprattutto le lyrics di ‘Black Society’ vi faranno entrare in questo mondo e vedere, capire, pensare”.
CHI SI OCCUPA DELLA STESURA DELLE MUSICHE E/O DEI TESTI? COME NASCONO LE VOSTRE CANZONI, DAL SONGWRITING FINO ALLA REGISTRAZIONE?
“Il processo compositivo in casa Arthemis è sempre stato molto libero e non identificabile come un vero e proprio standard. Si parte da una melodia di voce o talvolta da un tempo di batteria o un riff di chitarra per poi ottenere la song definitiva in poche ore. Negli ultimi due anni ci siamo concentrati sulla composizione mantenendo approcci diversissimi direi, dalla registrazione di provini nei nostri home studios all’improvvisazione in sala prove, in cui spesso ogni song veniva ultimata in tempi record, per poi essere terminata direttamente in studio; ogni componente della band ha dato proprio contributo in fase di songwriting ed è per questo che il nostro stile risulta essere vario ed ampio ma, allo stesso tempo, compatto ed identificabile come Arthemis. Per quanto riguarda le lyrics, solitamente io ed Alessio ci occupiamo di questo, parliamo di cosa vorremmo esprimere e diamo un titolo a cosa vorremmo fare, poi ecco la musica in base alla tematica da noi decisa ed infine le lyrics definitive e tutti gli arrangiamenti in studio a seguire”.
PARLACI DEL CAMBIO DI ETICHETTA DALLA UNDERGROUND SYMPHONY ALLA SCARLET RECORDS. SIETE SODDISFATTI DI COME STANNO ANDANDO LE COSE CON LA NUOVA LABEL? SENTIVATE L’ESIGENZA DI UN CAMBIO IN QUESTO SENSO?
“La nuova partnership con Scarlet sta dando grandi soddisfazioni ad entrambe le parti; andiamo d’accordo come persone, soprattutto ed anche sul piano professionale, promozionale e sicuramente amplierà notevolmente gli orizzonti in casa Arthemis; quando si tratta di promuovere la nostra musica andando in tour, creare nuovi album, mantenere il contatto coi fan prima di tutto, noi siamo sempre operativi, ready to roll”.
TORNIAMO UN ATTIMO AL PASSATO. TI VA DI DARCI UNA BREVE DESCRIZIONE DEI VOSTRI PRIMI QUATTRO ALBUM?
“‘Church Of The Holy Ghost’ è il nostro primissimo album, registrato nel 1999 quando avevamo appena finito il liceo, autoprodotto e senza molti copia ed incolla… di questo album c’è da dire solamente una cosa: è cattivo, e rappresenta la nostra voglia di emergere, la fame, sebbene ci sia qualche imperfezione e la produzione non sia il top, rappresenta un punto importantissimo della nostra carriera; avevamo stampato 1000 copie che sono state vendute subito…
‘The Damned Ship’ segna uno sviluppo compositivo notevole ed è stato l’album che ci ha fatto entrare pesantemente nel mercato giapponese; più speed-metal e veloce e con una produzione ottima, spacca, è il nostro primo album uscito su scala europea–giapponese e ci ha fatto conoscere parecchio.
‘Golden Dawn’ è decisamente più cattivo, oscuro apparte qualche episodio; molto più orientato verso il nostro background speed–thrash metal e sul ‘twin guitars-work’ e più vario (contiene anche la song “Arthemis”, che secondo me è una delle nostre migliori canzoni di sempre).
‘Back From The Heat’ è sicuramente l’album che più ha segnato ed introdotto il prossimo futuro della band, evidenziando molto di più le nostre radici hard rock ma, pur conservando grinta e furia, l’impatto live che la band ha sempre dimostrato di avere.
Tutti questi album sono accomunati dalle grandissime capacità artistiche dei miei band-mate che sono degli ottimi musicisti, compositori, amici, di rendere ogni nostra canzone unica e personale! Per questo non vogliamo introdurre nessun altro elemento nella band; vogliamo mantenere questa line-up perché è molto più di una semplice band, è la nostra vita…”.
SE POTESTI TORNARE INDIETRO, CAMBIERESTE QUALCOSA IN QUESTI DISCHI O RIFARESTI ESATTAMENTE LO STESSO?
“Lo stesso! Le stesse identiche cose, per quanto mi riguarda. Non rimpiangeremo mai quello che abbiamo fatto in passato… non ha senso; ogni album ha una propria identità e rappresenta la band Arthemis nel tempo, con e proprie idee del momento, i nostri pregi e difetti, che hanno fatto sì che arrivassimo a scrivere un album potente, aggressivo come ‘Black Society’ in cui ci identifichiamo più che mai”.
SIETE MATURATI PARECCHIO SIA COME SONGWRITING CHE COME ESECUZIONE. CHE IMPORTANZA DATE AL LATO TECNICO DELLA VOSTRA MUSICA RISPETTO A QUELLO TEMATICO E/O EMOZIONALE?
“Ci siamo sempre preoccupati di scrivere ‘canzoni’ che potessero trasmettere grandi emozioni, quello che veramente sentiamo e, pur essendo tutti musicisti di professione e gente preparatissima tecnicamente come certamente traspare dai nostri album, all’interno della band non si è mai parlato di: ‘sì… dai, mettiamo questa scala al posto di questa’ oppure ‘facciamo una canzone in 5/4 o cosa…’. Perciò direi proprio che un minimo di aspetto tecnico serve sicuramente, altrimenti si sentirebbero delle gran brutte cose in giro (ride, ndR), ma non del tutto è essenziale. Bisogna concentrarsi sull’ottenere grandi canzoni destinate a rimanere nel tempo, a lasciare un segno e sul fatto di capire cosa riesce meglio a tutti nella band. Facendo lavorare ogni singolo musicista al 100% all’interno della band, si impara a conoscersi musicalmente… band giganti come i Metallica, Beatles, Guns’n’Roses o gli Ac/Dc ne sono la prova tangibile…”.
TU E ALESSIO SUONATE ANCHE NEI POWER QUEST. IN CHE MODO RIUSCITE A CONIUGARE E GESTIRE LE DUE ATTIVITA’, CONSIDERANDO CHE I POWER QUEST SONO COMPOSTI ANCHE DA MEMBRI INGLESI?
“Ehm… i Power Quest sono composti da un inglese, un neozelandese, un americano, tre italiani, per la precisione… e sì, in effetti è abbastanza difficile incastrare tutti gli impegni musicali, ma non impossibile (ride, ndR)… Io e Alessio siamo parte integrante di Arthemis e di Power Quest sin dagli inizi della carriera di entrambe le band ed essendo musicisti di professione non abbiamo problemi a spostarci in aereo, anche da un giorno all’altro; perciò non è poi così problematica la cosa, bisogna semplicemente essere organizzati ed incastrare i tour, le registrazioni, le interviste in modo perfetto. E’ per questo che esistono i manager (ride, ndR). La nostra manager giapponese Chizuka Kakizawa per Arthemis, e la nostra manager tedesca per Power Quest, Manuela Froelich, hanno sempre fatto un ottimo lavoro per organizzare tutto…”.
VUOI ANTICIPARCI QUALI SARANNO LE PROSSIME MOSSE SIA CON GLI ARTHEMIS CHE CON I POWER QUEST?
“UK tour a dicembre per i Power Quest tra cui la partecipazione al famoso Hard Rock Hell Festival, dove saranno presenti anche Thin Lizzy e Black Label Society, Firewind ecc., e tour europeo intorno a gennaio-febbraio 2009. Con gli Arthemis stiamo pianificando il tour europeo di supporto al nuovo album ‘Black Society’, che si terrà nel 2009 subito dopo quello con i Power Quest, e stiamo già scrivendo nuove song per il prossimo album. Non vedo l’ora ovviamente… essere on the road su un tour bus è una delle cose più fiche che esistano al mondo…”.
BENE ANDREA, L’INTERVISTA SI CONCLUDE QUI. GRAZIE MILLE, LASCIO A TE LE ULTIME PAROLE…
“Ciao a tutti voi, lettori di Metalitalia.com, gli Arthemis sono ‘ready to rock’ e il nostro nuovo album ‘Black Society’ – dove troverete delle song veloci, catchy, granitiche – rappresenta al 100% la nostra attitudine inferocita, esplosiva! Non lasciatevelo scappare… See you on stage! A presto ragazzi! Visitate i nostri siti web e lasciateci un commento: www.arthemisweb.com , www.myspace.com/arthemisweb .Vi aspettiamo! Grazie di cuore a te, Ale, e a tutto lo staff di Metalitalia.com per questa fantastica intervista! Let the madness begin!”.