Dopo una carriera in crescendo gli As I Lay Dying hanno fatto ilsalto, diventando gruppo di punta della Metal Blade e prendendosisoddisfazioni enormi come debutto nella Top 10 di Billboard e unanomina ai Grammy Awards. A seguito di una gavetta nemmeno troppoprolungata i ragazzi di San Diego sono oramai degli headliner, prontiad affermarsi, con un album completo e variegato come “An Ocean BetweenUs” e a conquistare una audience sempre più allargata. In occasionedella data italiana all’Alcatraz di Milano abbiamo avuto l’opportunitàdi parlare con il chitarrista Phil Sgrosso, uno dei principalicompositori degli ultimi album del gruppo.
“AN OCEAN BETWEEN US” HA SUPERATO LE PIU’ ROSEE ASPETTATIVE: COME AVETE SCOPERTO DI ESSERE AL NUMERO 8 DELLA BILLBOARD CHART?
“WRATH UPON OURSELVES” E’ LA CANZONE PIU’ BRUTALE DELL’ALBUM, L’UNICA CHE SI DISTANZIA DAL SUONO OMOGENEO DELLA RACCOLTA. VUOI RACCONTARCI COME E’ NATA?
“Volevamo avere un pezzo caotico, e senza perderci in arrangiamenti e rimaneggiamenti abbiamo dato semplicemente il massimo in sala prove. Adam D. ci ha aiutato con la struttura della canzone e ha reso il ritornello quello che è sull’album. Gli assoli sono nati direttamente in studio, in una maniera davvero poco usuale per il nostro iter creativo, ma il risultato è degno di nota”.
LE DICHIARAZIONI PRIMA DEL RILASCIO DELL’ALBUM MIRAVANO A DISTACCARE GLI AS I LAY DYING DAL MOVIMENTO METALCORE, INVECE AVETE ASSUNTO ADAM DEI KILLSWITCH ENGAGE E AVETE AGGIUNTO MOLTISSIMI RITORNELLI MELODICI…
“Parlo personalmente: non è una cosa di cui mi preoccupo, non m’interessa essere dentro o fuori un determinato genere, il mio obiettivo è fare la musica che ci diverte suonare. Non erano pianificati tutti quei ritornelli puliti, naturalmente ci siamo trovati del materiale che si apriva in maniera esaltante nel chorus, e abbiamo optato per inserire dei cori melodici per non sentirci in alcun modo limitati”.
POSSIMAMO AFFERMARE CHE E’ ANCHE MERITO DEL VOSTRO NUOVO ARRIVO JOSH (GILBERT, BASSO E BACKING VOCALS)?
“Sicuramente, Josh è in grado di riproporre le clean dal vivo in maniera del tutto fedele al disco. Avere un’altra voce rende il tutto più dinamico. Spesso anche Tim lo segue in questi ritornelli, e il risultato diventa avvincente”.
VI HA MAI DATO PROBLEMI ESSERE DEFINITI UNA CHRISTIAN METAL BAND?
“Il tutto si limita a qualche commento stupido su MySpace, non facciamo altro che riderci sopra”.
UN SECONDO GRANDE TRAGUARDO E’ STATO LA NOMINA AI GRAMMY AWARDS. TIM HA PERO’ DECISO DI NON PARTECIPARE PER PROTESTA CONTRO L’ACADEMY, CHE CHIEDEVA DELLE SPESE ESAGERATE PER UN POSTO IN PLATEA. LA SUA DECISIONE E’ STATA CAUSA DI TENSIONI ALL’INTERNO DEL GRUPPO?
“Mentirei se non ammettessi che la sua decisione, unita al comunicato apparso su internet, ha creato delle discussioni all’interno della band, ma alla fine è sembrato giusto rispettare la sua scelta. Io ho partecipato alla cerimonia ed è stato bellissimo”.
SEI D’ACCORDO CON LA SCELTA DEI GIUDICI?
“Penso che il premio avesse dovuto essere assegnato ai Machine Head, ‘Aestethic Of Hate’ è davvero brutale, un grande pezzo. Ovviamente nel mio cuore speravo che avessimo potuto vincere noi, il premio agli Slayer è discutibile questa volta”.
I GRAVI INCENDI CHE HANNO COLPITO LA CALIFORNIA DEL SUD HANNO VI HANNO COINVOLTO IN PRIMA PERSONA?
“La mia casa è stata a mezzo miglio dalle fiamme, un’esperienza sconvolgente. C’era fumo dappertutto. Eravamo appena tornati da un viaggio in Thailandia, la notizia ci aveva colto di sorpresa. La casa dei miei genitori è stata evacuata, ma per fortuna l’incendio non l’ha colpita, molte persone hanno perso tutto”.
STAI ASPETTANDO ANCHE TU L’IMMINENTE REUNION DI CARCASS E AT THE GATES?
“Certo che si! Suoneremo a Wacken il loro stesso giorno. Gli At The Gates in particolare sono una delle mie più grandi influenze musicali. Dei Carcass non posso dire la stessa cosa, ma adoro lo stile di chitarristico di Michael Amott. Siamo andati in tour sia con Arch Enemy che con i The Haunted e ho avuto il piacere di conoscerli personalmente, oltre a convincermi appieno di quanto grandi siano come musicisti”.
QUANDO ERI PIU’ GIOVANE ANDAVI AI FESTIVAL?
“No… fino a pochi anni fa c’erano solo Ozzfest, Warped Tour e qualcosa d’interessante al Lollapalooza, il Coachella… ma non sono mai stato a nessuno di questi. A dire il vero quando ero un ragazzino non ero nemmeno un metallaro, a 17 anni dal punk ho cominciato ad ascoltare musica più dura ascoltando i Poison The Well (Phil è del 1985, ndR)”.
LA TUA OPINIONE SUL MERCHANDISE NON UFFICIALE CHE STANNO VENDENDO QUA FUORI?
“E’ una brutta cosa, a volte la situazione diventa davvero spiacevole e si può crearedella tensione. Questa gente si fa i soldi sui nostri fans, vendendo prodotti scadenti. Quella gente non fa musica, non va in tour, venire privati di questo sostentamento è una cosa pesante, soprattutto per le band minori”.