Dopo avere ben impressionato con il debut album “Abhorrent Manifestation”, gli Ascended Dead negli anni appena successivi alla pubblicazione di quel feroce debut album avevano pressoché fatto perdere le loro tracce, limitandosi a poche date live e al confezionamento di uscite senza grandi pretese. Ci sono voluti sei anni per vederli tornare con un nuovo full-length, ma si può dire che l’attesa sia stata ampiamente ripagata: il recente “Evenfall of the Apocalypse” è infatti l’opera più completa dei death metaller statunitensi, quella che li vede fondere le loro classiche influenze (Necrovore, Morbid Angel, Incantation…) con un carattere più personale, all’interno di canzoni che questa volta tendono anche a prendere vie più tortuose, dove elementi come melodia e atmosfera non sono necessariamente un tabù. Parliamo della nuova fatica e delle ambizioni del gruppo di origine californiana con il cantante/chitarrista Jon Reider.
AVETE FONDATO LA BAND PIÙ DI UN DECENNIO FA. IL TEMPO VOLA. VI IMMAGINAVATE DI RESTARE IN ATTIVITÀ COSÌ A LUNGO?
– Devo dire che non ci abbiamo mai pensato troppo. Ci siamo sempre concentrati solo sulla nostra musica, restando fissi sui nostri obiettivi. Poi siamo stati fortunati nel vivere questi ultimi anni, nei quali un certo tipo di metal è tornato a essere discretamente popolare in tutto il mondo. Ci siamo sentiti ben supportati a ogni appuntamento.
QUANDO AVETE INIZIATO, CHE TIPO DI IDEOLOGIA O VISIONE DOVEVA ACCUMUNARE I MEMBRI DEL GRUPPO?
– Sin dal principio è stato importante che tutti noi fossimo d’accordo su che tipo di band dovevamo essere. Non saremmo mai stati aperti a compromessi. Il sound, le canzoni, l’immagine e tutto ciò che ruota attorno a questi elementi dovevano essere parte di un concept ben definito. Credo che sia evidente ascoltando la nostra musica e vedendo come ci poniamo.
IL VOSTRO GENERE MUSICALE, UN DEATH METAL PER CERTI VERSI LEGATO ALLE ORIGINI DEL MOVIMENTO, PUÒ DA ALCUNI VENIRE CONSIDERATO DATATO. VOI IN CHE TERMINI PENSATE ALLA VOSTRA MUSICA? COSA CERCATE DI OTTENERE QUANDO COMPONETE NUOVA MUSICA?
– Credo che sia una questione sollevabile con qualsiasi genere di band oggigiorno. Ovunque tu ti ponga, è difficile comporre musica che sia davvero originale e che al contempo abbia gusto e il giusto spirito. Il ‘problema’ sta altrove, secondo me; a prescindere dall’essere più o meno derivativi, bisogna cercare di comporre musica che sia ispirata e che riesca a trasmettere il giusto feeling, all’interno di grandi canzoni. Questo è ciò che davvero conta, a mio avviso.
SIETE COMUNQUE ATTIVI IN UN MOMENTO IN CUI QUESTO GENERE DI DEATH METAL È BEN RECEPITO. VI GUARDATE ATTORNO QUANDO COMPONETE? VI SENTITE IN COMPETIZIONE CON ALTRE BAND?
– No, come dicevamo, abbiamo avviato questa band ormai una decina di anni fa e già allora la nostra musica si muoveva su certe coordinate. Non ci sentiamo influenzati dallo stato attuale della scena death metal: continueremo a suonare con la stessa attitudine che avevamo nei nostri primi giorni.
PENSI CHE IL DEATH METAL DEBBA ESSERE PRESO COME UNA SORTA DI EVASIONE DAL QUOTIDIANO, UNA FORMA DI INTRATTENIMENTO ALL’INTERNO DELLE NOSTRE VITE, OPPURE LO VEDI COME QUALCOSA DI PIÙ SERIO, COME IL MANIFESTO DI UNA REALTÀ PSICOLOGICA PIÙ OSCURA?
– È un qualcosa che proviene dall’interno, un sentimento che cerchiamo di sfogare, ma ovviamente la speranza è anche quella di invocare tramite la nostra musica qualcosa di esterno/al di fuori del mondo. Con Ascended Dead, speriamo di invocare tutte queste cose. Dopo tutto, l’esistenza è oscura, sia nella natura umana che nell’universo.
RICORDI QUALE SIA STATO IL DISCO CHE TI HA FATTO SCOPRIRE IL DEATH METAL O IL METAL IN GENERALE?
– Per buona parte della mia infanzia, la musica era sostanzialmente qualcosa che si ascoltava in auto o come sottofondo. Poi ho ascoltato i Metallica per la prima volta e da quel momento sono diventato un ascoltatore attivo, diventando letteralmente ossessionato con tutto ciò che fosse metal, ma anche musica in generale. Quei primi ascolti mi hanno aperto le porte verso Slayer, Possessed, Venom, primi Sepultura e moltissimi altri. Le band che mi hanno portato a imbracciare una chitarra e a voler comporre e suonare musica mia sono state Metallica, Possessed e Death.
“ABHORRENT MANIFESTATION” ERA UN ALBUM ESTREMAMENTE INTENSO E VIOLENTO. CON “EVENFALL OF THE APOCALYPSE” SEMBRA CHE ABBIATE VOLUTO AMPLIARE LEGGERMENTE I VOSTRI ORIZZONTI PERÒ. SI SETE PIÙ MELODIA E LE CANZONI ‘RESPIRANO’ DI PIÙ.
– Sono d’accordo. Il primo album era più unidimensionale e si concentrava soprattutto sulla creazione di un suono e di un’atmosfera. Con il nuovo lavoro abbiamo invece cercato di scrivere canzoni nel senso classico del termine, cercando più elementi distintivi.
IL PRIMO ALBUM RISALE ORMAI A SEI ANNI FA. SI PUÒ DIRE CHE VI SIATE PRESI IL VOSTRO TEMPO PER COMPORRE. È STATO DIFFICILE LAVORARE A QUESTO NUOVO DISCO?
– Non direi che sia stato difficile, ma certamente l’intero processo ci ha portato via tantissimo tempo. Abbiamo buttato via materiale a sufficienza per riempire altri due o tre album: siamo stati davvero esigenti nel corso della composizione. Al tempo stesso, durante il Covid è stato più semplice restare a casa e concentrarsi sulla musica, sviluppare nuove idee senza interferenze esterne. Una volta completato il materiale, registrarlo e definire gli ultimi dettagli è stato facile.
PERSONALMENTE HO APPREZZATO QUESTO APPROCCIO PIÙ DIVERSIFICATO, QUASI ‘ATMOSFERICO’ IN CERTI TRATTI.
– Sì, penso che sia un album che cresce con gli ascolti. Non so se possa essere considerato il nostro capitolo migliore, ma senz’altro è l’opera che più mi soddisfa fra quelle che ho registrato.
OLTRE A COMPORRE MUSICA PER LA TUA BAND, TI CONCENTRI SULL’ASCOLTO DI DISCHI ALTRUI? SEI UNO CHE SI TIENE AGGIORNATO?
– Amo scoprire nuove cose e rivisitare dischi del passato, ma devo dire che più passa il tempo e più mi capita di farlo con generi lontani dal metal. Per qualche ragione, trovo più difficile appassionarmi alle nuove uscite metal. Forse con l’età preferisco restare su ascolti familiari in questo campo.
SARETE IN TOUR IN EUROPA A BREVE: FARETE TAPPA IN ITALIA E AL FAMOSO KILL-TOWN DEATH FEST DI COPENHAGEN. AVETE ALTRO IN PROGRAMMA PER IL PROSSIMO FUTURO?
– Speriamo di avere modo di suonare dal vivo il più possibile nei prossimi tempi. E al tempo stesso contiamo di registrare un nuovo album senza fare passare altri sei anni. “Evenfall…” ci ha lasciati soddisfatti e non vediamo l’ora di riassaporare una simile esperienza.