Se è vero che la prova del terzo album è sempre la più difficile per un gruppo, allora non ci resta che elogiare lo sforzo compositivo degli Ascension, autori in questa prima metà di 2018 di un’opera destinata a scardinare le certezze di un pubblico impigritosi e assuefatto dal contenuto dei tanti, troppi prodotti preconfezionati che circolano sul mercato. “Under Ether” ha riproposto la formazione tedesca nelle vesti di faro del black metal contemporaneo, ma non come sarebbe stato lecito aspettarsi dopo la densità sonora dell’apprezzato “The Dead of the World”. Un incedere asciutto che sa di piena consapevolezza nei propri mezzi; una produzione insolita e dalla spiccata personalità; atmosfere oniriche e disturbanti: questi i fondamenti su cui oggi gli Ascension costruiscono la loro scalata ai vertici del genere, per un risultato finale di rara compattezza e magnetismo. Metalitalia.com può dirsi orgogliosa di riportare il pensiero e le parole di questo progetto.
“UNDER ETHER” SEGNA UN IMPORTANTO PUNTO DI SVOLTA NELLA VOSTRA CARRIERA. DA DOVE ARRIVA QUESTO CAMBIAMENTO? E’ STATO VOLUTO OPPURE LA CONSEGUENZA DI UN PROCESSO SPONTANEO?
– Prima di tutto, la creazione di ogni nostro nuovo disco è accompagnata da mesi e mesi di duro lavoro, e solitamente si protrae finché non ci reputiamo del tutto soddisfatti del risultato. Quindi ciò che stringiamo tra le mani alla fine è sempre come volevamo che fosse. Non c’è nulla di spontaneo o di ‘accidentale’ nella nostra musica. Per rispondere all’altra parte della tua domanda, non saremmo propensi a vedere “Under Ether” come un punto di svolta. Alcune sue caratteristiche sono diverse da quelle dei dischi che lo hanno preceduto, è vero, ma come ti dicevo si è trattata di una decisione assolutamente intenzionale. In fondo, nessuna delle nostre opere è una copia carbone dell’altra. “Under Ether” offre una prospettiva diversa della stessa immagina, proprio come facevano “Consolamentum” e “The Dead of the World”. Almeno per noi. Forse per l’ascoltatore potrebbe essere diverso.
SECONDO VOI, COSA DIFFERENZIA MAGGIORMENTE IL NUOVO DISCO DAI SUOI PREDECESSORI? COME VEDETE OGGI “CONSOLAMENTUM” E “THE DEAD OF THE WORLD”?
– La differenza più ovvia riguarda sicuramente la produzione. Per “Under Ether” abbiamo optato per sound molto organico. La batteria suona naturale, senza trigger, quasi del tutto priva di effetti. Anche il suono della chitarra si distingue in maniera evidente dal passato. I nostri album seguono un’agenda artistica precisa; questo vale per i testi, il songwriting, l’artwork e i suoni. Volevamo creare qualcosa che fosse pulsante, febbrile e disturbante. Una sorta di incubo ad occhi aperti. Doveva semplicemente suonare in quella maniera. Allo stesso modo, “Consolamentum” e “The Dead of the World” vanno visti come dei microcosmi a pieno titolo, di cui siamo ancora estremamente orgogliosi. Due fratelli altrettanto amati dai loro genitori.
“UNDER ETHER” PRESENTA UN SUONO INSOLITO, ANCHE E SOPRATTUTTO DAL PUNTO DI VISTA DELLA PRODUZIONE. SEMBRA QUASI DI ASCOLTARE UN ALBUM ROCK DEGLI ANNI ’70, TANTO E’ CALDO E ORGANICO… SIETE D’ACCORDO? CHE RUOLO HA AVUTO V. SANTURA IN QUESTO APPROCCIO?
– Sebbene “Under Ether” sia un disco profondamente radicato nella tradizione black metal, per quanto concerne la produzione ci siamo tenuti a distanza dagli standard moderni e dagli approcci più convenzionali. Parlare di rock settantiano potrebbe non essere del tutto preciso, ma hai ragione nella misura in cui si attinge da aree d’influenza inaspettate per il genere. V. Santura ha contribuito alle registrazioni vocali, al missaggio e al mastering dell’album. Non c’è molto altro da dire, se non che è un ingegnere molto competente e che ha di nuovo aiutato la nostra visione a prendere vita. Qualcosa come “Under Ether” può nascere soltanto se tutte le persone coinvolte sanno cosa stanno facendo.
SONO RIMASTO INCURIOSITO DA ALCUNI TITOLI, COME QUELLO DI “GARMONBOZIA” (UN CHIARO RIMANDO ALL’UNIVERSO DI DAVID LYNCH), DI “THALASSOPHOBIA” O DI “VELA DARE”… ESISTE UNA CONNESIONE TRA GLI EPISODI DELLA TRACKLIST O E’ SOLTANTO UNA RACCOLTA DI TANTE STORIE DIFFERENTI?
– “Under Ether” non è un concept album nel senso proprio del termine, ma un legame tra le canzoni che lo compongono esiste sicuramente. Come accennato poco fa, ogni nostra opera è un microcosmo, e ogni cosa al suo interno è collegata. Crediamo tuttavia che spetti all’ascoltatore trovarne il significato e i segreti nascosti, così come individuare la connessione esistente tra i dischi pubblicati finora.
ANCORA UNA VOLTA, L’ARTWORK E’ ASSOLUTAMENTE MAGNIFICO. IN CHE MODO LA MITOLOGIA CLASSICA HA ISPIRATO L’OPERA DI DAVID GLOMBA? E COME QUEST’ULTIMA SI RELAZIONA AL CONTENUTO DEL DISCO?
– Da un punto di vista artistico, ci rifiutiamo di spiegare in maniera esaustiva i concetti alla base del risultato finale. Mettiamola così: il titolo dell’album è più che un legame apparente con l’anestesia, e c’è un aspetto mitologico in tutto questo che David ha colto immediatamente. Ha svolto un lavoro fantastico, e siamo orgogliosi di averlo avuto a bordo nella realizzazione di “Under Ether”.
COME PENSATE VERRA’ ACCOLTO DALL’AUDIENCE BLACK METAL “UNDER ETHER”? FINORA HA DIMOSTRATO MOLTA APERTURA MENTALE NEI VOSTRI CONFRONTI…
Sembra ci siano davvero delle persone che capiscono e apprezzano l’arte degli Ascension. Certo, non tutti rimangono entusiasti dei nostri sforzi, ma non è mai stato quello il nostro obiettivo. Siamo guidati dai poteri che parlano attraverso di noi, e preferiamo rompere i confini piuttosto che stare in una zona di comfort per compiacere il gusto degli altri. Siamo sempre stati affascinati dalla musica che ci fa pensare, che ci cambia in qualche modo. E questo è quello che vogliamo offrire, nel migliore dei casi.
CHE TIPO DI EMOZIONI VORRESTE SUSCITARE CON LA VOSTRA MUSICA? GLI ASCENSION POSSONO ESSERE VISTI COME SINONIMO DI CATARSI O DI QUALCHE ALTRO SENTIMENTO SPECIFICO?
– L’essenza degli Ascension non può essere ridotta a questo. Tutto il nostro lavoro riguarda la vita e la morte, e di conseguenza i suoi effetti sono molteplici. Esploriamo territori al di là della banale percezione umana: questo può essere intrigante e piacevole per alcuni, aberrante e terrificante per gli altri.
COS’E’ PER VOI IL BLACK METAL? PENSATE CHE ESISTA UN GIUSTO APPROCCIO PER VIVERE E SUONARE QUESTO TIPO DI MUSICA?
– Esistono sicuramente molti punti di vista riguardanti il black metal, soprattutto al giorno d’oggi, quando anche gruppi che incorporano ideali umanistici o politici vengono inseriti nel filone. Questi pagliacci in vena di crust e di drone non sono nemmeno radicati nella cultura heavy metal. Disprezziamo questa assurdità. Il black metal è e sarà sempre la musica del diavolo, un veleno per il quale non esiste antidoto. Il suo scopo è quello di connettersi a poteri superiori, che stanno ‘oltre’, e non dovrebbe essere legato a nessuna convenzione umana. Non daremo consigli su come viverlo.
SE DOVESTE FARE UN RAFFRONTO CON UN’ALTRA OPERA D’ARTE (UN FILM, UN DIPINTO, ECC.), A COSA PARAGONERESTE “UNDER ETHER” O – PIU’ IN GENERALE – LA VOSTRA MUSICA?
– Così su due piedi ti direi all’opera “Under Ether” di David Glomba (ride, ndR). Beh, è una domanda strana. Forse è possibile tracciare un parallelismo fra la nostra musica e una di quelle scene di guida notturna girate da David Lynch. Un misto di incertezza, brivido, bellezza, convinzione, oscurità…
AVETE INTENZIONE DI INTRAPRENDERE QUALCHE TOUR PER PROMUOVERE L’ALBUM? QUANTO E’ IMPORTANTE PER VOI LA DIMENSIONE LIVE?
– Stiamo giusto pianificando le nostre prossime mosse. Per cui sì, a breve torneremo sui palchi. Ogni cosa deve essere però rivelata tempo debito. In generale, ci sono cose più importanti per noi che suonare dal vivo quando si parla degli Ascension. Dici comunque bene: questo aspetto della musica aggiunge una nuova dimensione alla band, e siamo molto curiosi di sapere come le nostre ultime creazioni si adatteranno a tutto questo.
NEGLI ULTIMI MESI, LA SCENA BLACK METAL E’ STATA SPESSO OGGETTO DI CRITICHE E BOICOTTAGGI, SPESSO CAUSATI DAI COMPORTAMENTI E DALLE IDEOLOGIE DI ALCUNI MUSICISTI… COSA NE PENSATE? VEDETE UNA SPIEGAZIONE O UNA SOLUZIONE A QUESTI ATTRITI?
– Al giorno d’oggi circolano troppe convinzioni errate sul black metal, conseguenza delle dimensioni generali che ha raggiunto. Sempre più persone desiderano esserne coinvolte, senza però essere disposte a vederne e accettarne la natura. Il black metal ha sempre messo in discussione tutto, letteralmente. Le discussioni morali in questo ambiente vanno oltre la nostra comprensione. L’unica soluzione è difendere la propria posizione e combattere. Molto semplice.