Da sempre molto attenta alla scena metal del nostro Paese, metalitalia.com non si è lasciata sfuggire l’opportunità di scambiare quattro chiacchiere con una delle realtà emergenti del panorama prog metal italiano. Da potenziali alfieri di questo genere, gli Ashent si contraddistinguono per una notevole maturità musicale caratterizzata dalla sapiente miscela di generi che ci propongono nei loro lavori. Di seguito vi riportiamo la lunga chiacchierata che i disponibilissimi Onofrio e Daniele, rispettivamente chitarrista e drummer della band, ci hanno concesso; una gustosa opportunità per parlare della loro musica ma non solo…
CON “DECONSTRUCTIVE” SIETE AL VOSTROTERZO ALBUM; COS’E’ CAMBIATO RISPETTO AI VOSTRI PRECEDENTI LAVORI?
Onofrio: “Ciao Erik! In realtà, “Deconstructive” è solo il nostro secondolavoro sulla lunga distanza. Abbiamo prodotto un EP di 4 canzoni nel 2003, ma inostri album effettivi sono “Flaws of Elation”, uscito nel 2006 per l’italianaLucretia records, e Deconstructive, rilasciato il 20 Marzo 2009 dall’etichettafinlandese Lion Music. Considerando che “Flaws of Elation” incorporava alsuo interno i 4 brani del demo (ri-arrangiati e ri-registrati con una line-upin parte diversa), non si può non parlare che di 2 album. Analizzando il contenuto musicale di”Deconstructive”, posso affermare che si tratta di un album molto complesso e vario,attraverso il quale ci siamo lasciati la possibilità di sperimentare nuovesoluzioni a livello di songwriting. “Flaws of Elation” era un album più diretto edomogeneo, che basava la sua proposta su canzoni votate all’impatto, per quasitutta la sua durata. Ed infatti, all’epoca fu da molti definito come un albumdi techno-thrash molto melodico e raffinato, con delle forti tinte progressive,più che un vero e proprio album prog. “Deconstructive” è invece dotato di piùsfaccettature: abbiamo coltivato i vari aspetti del nostro soundestremizzandoli ulteriormente e così, le parti aggressive sono diventate ancorapiù spinte e le sezioni melodiche messe ancora maggiormente in risalto. Ogni brano ha acquistato probabilmente indinamismo, grazie ad una maggiore libertà compositiva: rispetto al passato,credo abbiamo saputo spostare l’ago della bilancia su sonorità più prettamente prog, pur rimanendo decisamente piùduri rispetto ai classici standard del genere.”
IL PROG ITALIANO NEGLI ULTIMI MESI HA PRODOTTO LAVORIDI NOTEVOLE LIVELLO, E PROPRIO QUI A METALITALIA.COM ABBIAMO AVUTO MODO DIRECENSIRLI; COSA CI PUOI DIRE A PROPOSITO DELLA SCENA PROGMETAL ITALIANA?
Onofrio: “La scena italiana è in buona salute. Tuttoil metal tricolore, e non solo il prog in realtà, sta attraversando un periodomolto florido dal punto di vista artistico. Dopo alcuni anni dove si è stati maggiormenteorientati allo sterile sfruttamento di filoni fortunati, finalmente si èproceduto a fare il salto di qualità, puntando sulla personalità e l’effettivavalidità della proposta. Onestamente, credo ci siano decine di bandpromettenti e meritevoli di ritagliarsi una fetta di visibilità all’internodella scena internazionale. All’estero se ne stanno accorgendo: gli albumitaliani suonano freschi, ispirati, e professionali. E non sono pochi i casi di etichette straniere chestanno iniziando a valorizzare una scena decisamente sottovalutata, soprattuttoin casa.”
E DI QUELLA INTERNAZIONALE?
Onofrio: “Credo che ci siauna sorta di fase di transizione influenzata, in parte, anche dai problemi delmusic business. Esiste una forte spinta alrinnovamento, ma questa attitudine è in genere portata avanti da artisti e bandche rimangono ai margini, non riuscendo ad emergere, se non in casi isolati. Ora che la barca dellevendite affonda, le label si stanno aggrappando con le unghie a proposte piùtradizionaliste, cercando di grattare ilfondo del barile, sfruttando il grandi nomi degli anni novanta e quelle giovaniband che riescono ad emulare con gran mestiere i nomi più famosi. Fortunatamente il pubblicoprog è da sempre stato in grado di premiare le proposte più particolari edinnovative e negli ultimi anni abbiamo assistito all’esplosione o alconsolidamento di band e artisti come Pain of Salvation e Devin Townsend. L’affermarsi di questerealtà ha permesso di smuovere parecchio le acque, e di ridare slancio ad unascena che si stava fossilizzando parecchio, col rischio di assistere ad unosgradevole immobilismo. Spero vivamente che iltracollo finanziario della SPV, non finisca per affossare il settore più vivacee creativo del nostro amato genere. Ultimamente sono rimastoveramente colpito da band come Dark Suns e Frost*, che stanno portando avantiun discorso molto personale ed artisticamente evoluto, e a livello piùmainstream, ho apprezzato parecchiogli ultimi 2 album dei Mastodon, intelligentemente contaminati di venatureprogressive e atmosfere settantiane.”
OGNIVOLTA CHE UNA BAND METAL SI CIMENTA CON UN LAVORO DI MATRICE PROG, CRITICA EFANS CITANO INEVITABILMENTE I SOLITI NOTI, VEDI DREAM THEATER E SYMPHONY X; NEL VOSTRO CASO, QUALI SONO LE BAND CHEPIU’ VI HANNO INFLUENZATO?
Onofrio: “A dire la verità, nel nostro caso, questotipo di paragoni sono stati relativamente pochi. Fortunatamente, la maggior parte di coloro chehanno avuto la possibilità di ascoltare l’album, ha saputo cogliere l’improntapersonale della band, basata sulla commistione di sonorità talvolta distanti esull’esigenza di esprimere emozioni attraverso un proprio linguaggio. Poi è chiaro che, se un album viene recensitodistrattamente da ragazzi poco avvezzi a un certo tipo di sonorità, oall’interno di contesti nei quali il prog viene trattato poco, certi nomifiniscano sempre per saltare fuori: per qualcuno basta avere un cantante convoce pulita e un tastierista in formazione per essere paragonati ai soliti nomi più affermati. Onestamente, credo che la musica estrema abbiasempre avuto un peso rilevante nel mododi concepire e comporre i nostri brani (sia quella scandinava, sia quellaamericana) unitamente ad una certa propensione a sfruttare atmosfere sognantied evocative proprie del prog-rock.”
Davide: “Vedi, l’accostamento con due nomiimportanti come Dream Theater e Symphony X credo sia diventato comune per tuttequelle band che cercano, suonando progressive di garantire un prodottoprofessionale e capace di affacciarsi senza timore nei circuiti musicaliinternazionali. Sostanzialmente le due band citate, hanno “rinfrescato” il mododi fare metal, elevando la qualità della proposta musicale a livelli mairaggiunti precedentemente. Di conseguenza vengono visti un po’ come i padrinio numi tutelari di ogni gruppo facente parte dello stesso filone artistico. Apprezziamo entrambe le band, ma il nostro backgroundaffonda le proprie radici altrove. Musicalmenteparlando i nostri riferimenti sono da ricercasi altrove: nel progressive deglianni ’70(sia estero che italiano), soprattutto per la ricerca sonora in fase diarrangiamento; nel metal estremo , nelle sue più svariate sfaccettature, per lapesantezza di certe scelte ritmiche; nel metal classico e nel rock, per lamelodia; e nel’avantgarde, per la voglia di non ingabbiare mai le nostre ideedentro schemi preconfezionati e schiavi di preconcetti legati al concettostorico di metal. Se dovessimo farti dei nomi credo che nonsbaglierei se ti indicassi come gusto comune della band i seguenti nomi: Opeth,Death, Cynic, Iron Maiden, Megadeth, Arcturus, Pain of Salvation, DevinTownsend e i nostri grandi Novembre. Inoltre, ognuno di noi ascolta tonnellate di musicadi ogni genere, dalla classica al jazz, dal cantautorato all’eletronica, dalrock-blues alla fusion, al pop.”
A PROPOSITO, IL VOSTRO SINGER RICORDA MOLTOJAMES LABRIE…
Onofrio: “Steve è certamente un cantante moltodotato vocalmente e da una parte paragoni illustri fanno sempre piacere,rendendo giustizia alle notevoli capacità vocali di un ragazzo che ci metteanima e corpo in quello che fa. Certo, un po’ ci viene anche da sorridere, pensandoche il nostro cantante è stato paragonato, con toni per carità sempre moltopositivi, ai cantanti più diversi (singer degli Stryper, Elegy, Cohed andCambria, Vanden Plas, TNT, e molti altri): insomma, paragoni importanti chefanno piacere, ma che ci fanno pensareche in fondo ognuno sente cosa vuole sentire. Ovviamente, noi rispettiamo pienamente qualsiasigiudizio e parere. Personalmente credo che Steve abbia una timbromolto personale e che il suo stile vocale e il modo di usare le armonizzazioni e i cori siano moltolegati alla scena hard-rock degli anni ottanta. Nel contesto della nostra musica, che è invece piùmoderna, la combinazione risulta molto particolare.”
NELNOSTRO PAESE, INUTILE NASCONDERLO, IL METAL VIENE SPESSO RELEGATO A GENERE DINICCHIA; SECONDO TE E’ PIU’ DIFFICILE EMERGERE IN UN CONTESTO SIMILE?
Onofrio: “Qui in Italia, non è difficile emergere, èpraticamente (quasi) impossibile. Mancano le infrastrutture: le etichette sonopochissime e, fatte le dovute eccezioni, sono molto piccole. Suonare dal vivoè impraticabile perchè gli “spazi” doveesibirsi sono ridotti a tal punto da mettere in difficoltà persino i grandi promotersnel momento di organizzare i festival con “nomi grossi”. Le radio e le tv musicali ignorano completamente lanostra amata musica e così le band già affermate, non trovando sbocco neicanali a loro più consoni, sono costrette a navigare nei circuitidell’underground, intasandoli involontariamente e rendendo impossibile allerealtà più giovani di emergere. Il pubblico generalista più ampio èfondamentalmente legato ai soliti 10-15 grossi nomi da festival e oltre quelli non va. Il pubblico più informato continua invece ad esseremolto esterofilo: un mediocre gruppo tedesco o scandinavo sarà sempre meglio diun buona band italiana, perchè la band italiana fa concorrenza a quellaemergente dell’amico-cugino-fidanzato-etc. In Francia, in Spagna, in Germania, in Svezia nonsi assiste certo alle guerre tra poveri e alle battaglie sui forum che sivedono qua da noi. Il quadro è desolante, tuttavia c’è un datopositivo da sottolineare: artisticamente parlando, non c’è mai stato tantofervore come in questi ultimi anni.
Davide: “Sicuramente in Italia ci sono ancora grossiostacoli e preconcetti che tarpano le ali alla scena metal nazionale. Mentre in altri paesi, come nel nord europa o neglistates, il metal è stato sdoganato ed è diventato a tutti gli effetti un generemusicale per le grandi masse, grazia anche alle televisione e alle radio,nonchèal cinema (vedi le numerose colonne sonore affidate a gruppi metal), nelbelpaese continua ad essere adocchiato come la musica del diavolo, deidisadattati, che cercano emozioni forti o un simbolo di protesta. Credo che da noi, ed è triste dirlo,la mentalitàbigotta o di finto perbenismo che alza una barriera dinanzi alla nostra musica,sia in parte dovuta ad una forte clericizzazione delle masse. La strumentalizzazione di vicende come quella delleBestie di Satana poi, non fa altro che aggiungere benzina al fuoco. E’ triste a volte vedere le facce attonite econtrariate di certe persone quando gli dici che suoni metal; sembrano quasidire “perchè, il metal è musica?”. Non sanno quanta dedizione,impegno, fatica e sudore vengono investi in questa grande passione. Tutto ciò poi si riflette nella difficoltà ditrovare contesti nei quali suonare dal vivo. Fortunatamente però, come contropartita c’è stataun’evoluzione dell’approccio degli addetti ai lavori (musicisti, tecnici,etc..) nei confronti del metal; finalmente oggi anche il metal è diventato unogenere che fa parte dei programmi di studio delle accademie musicali e vienericonosciuto, da chi convive quotidianamente con la musica in senso lato, comeuno stile musicale ben definito.”
TORNANDO AL VOSTRO ULTIMO LAVORO, UNA CARATTERISTICA IMPORTANTE E’ LACOMMISTIONE DI DIVERSI GENERI APPARTENENTI ALLA MATRICE METAL; COSA CI PUOIDIRE IN PROPOSITO?
Davide: “Come più volte evidenziato nelle recensionidei nostri cd o palesato da noi stessi nelle interviste, il nostro approccio alprogressive è proprio caratterizzato dalla fusione di più stili e generimusicali in un’unica amalgama sonora. Non ci siamo mai posti dei limiti nellacomposizione, nelle scelte in fase di arrangiamento. Nella nostra proposta cipuoi trovare richiami sia a diversi filoni interni al metal, sia a genericompletamente diversi. Questa tessitura sonora è frutto del contributo cheogni singolo membro apporta in fase di arrangiamento; non è scontato che braniche sono nati come mid-tempos diventino pezzi tirati o che pezzi concepiti comecanzoni più estreme vengano ammorbiditi o contaminati con soluzioniinaspettate. Solitamente i brani prendono forma tramite uncontinuo passaggio di testimone tra i componenti della band. Una voltaraggiunta la soluzione che soddisfa tutti, si comincia a provare il brano e arifinirlo. La ricerca e l’evoluzione sono alla base del nostrofare musica e confidiamo di dimostrarlo ancor meglio con il 3° album.”
CI PUOIPARLARE DEI MEMBRI DELLA BAND?
Davide: “Che dire dei membri della band?? Beh, deipessimi elementi, soprattutto il batterista (risate, ndR). A parte gli scherzi, quello che ci accomuna è lasemplicità. Credo che i due punti di forza degli Ashent sianoproprio la semplicità e la coerenza. La semplicità ci permette di manteneredegli ottimi rapporti interpersonali, garantisce lo sviluppo e la coesionemusicale della band e ci tiene con i piedi ben saldi per terra, cosafondamentale se non si vuole far affondare la nave nei momenti in cui si èmessi più duramente alla prova. La coerenza della proposta ci permette di averesempre ben presente gli obiettivi da raggiungere e ci consente di valutare in maniera oggettiva qualisono i passi da muovere per raggiunderli. Ognuno di noi dedica molto tempo e passione agliAshent ed è cosciente del reciproco impegno e del fatto che, affinché lamacchina funzioni bene, ogni ingranaggio deve essere bene oliato.”
COSA VI ASPETTATE DAL FUTURO? AVETE INTENZIONEDI INTRAPRENDERE UN TOUR DI SUPPORTO ALL’ALBUM?
Onofrio: “Per ora l’album sta andando bene.L’etichetta ci ha confermato ottimi dati di vendita e il 95 % delle recensioniva dal “decisamente buono” al “superlativo”. Non possiamo lamentarci: il disco è stato capito ela visibilità della band cresce ogni giorno di più. Riceviamo messaggi diapprezzamento quotidianamente, da persone di tutte le fasce d’età e dalle nazionalità più svariate. Nel futuroprossimo della band, ci sarà sicuramente un tour promozionale in supporto aDeconstructive: puntiamo a suonare in Europa, sperando di visitare più paesipossibili. Stiamo anche iniziando a lavorare alle prime ideeper il terzo album, ma per ora, ogni considerazione al riguardo sarebbeprematura.”
TI LASCIO CAMPO LIBERO PER GLI UTENTI DIMETALITALIA.COM.
Onofrio: “Ragazzi, non smettete di supportare lamusica che amate. L’intero movimento si poggia sulla passione ditutti voi-noi. Grazie a Metalitalia.com per lo spazio che ci haconcesso e per chiunque fosse incuriosito o interessato a conoscere meglio lanostra musica, non posso che consigliare una visita al nostro sito www.ashent.net, o su www.myspace.com/ashentband Stay metal!”.