AT THE ALTAR OF THE HORNED GOD – Il richiamo della foresta

Pubblicato il 21/07/2020 da

Non capita spesso di imbattersi in produzioni musicali profonde e piene di spiritualità come “Through Doors Of Moonlight”, affascinante debutto discografico della one-man band At The Altar Of The Horned God. Dopo molti anni di militanza nell’underground metal spagnolo, il suo padrone Heolstor sembra avere le idee molto chiare circa il suo ruolo e la sua posizione nel vasto panorama artistico dei nostri tempi, proponendosi quale sciamano spirituale pronto a scatenare le sensazioni più pure ed arcaiche dell’animo umano per accedere, finalmente, ai versanti più oscuri della Psiche e della mente dell’Uomo. Un compito delicato ed ambizioso, svolto dal musicista e pensatore iberico nella maniera più naturale possibile secondo una ispirazione assolutamente sincera e coinvolgente. Unire musica rituale e black metal non è certo una novità, come egli stesso afferma, ma del tutto caratteristico è invece il modo in cui viene fatto nelle canzoni del debut, un lavoro poliedrico ed intriso di mistica spiritualità che viene sviscerato minuziosamente dallo stesso Heolstor nelle righe che seguono.

AT THE ALTAR OF THE HORNED GOD E’ UN NOME NUOVO NEL PANORAMA MUSICALE UNDERGROUND: CON QUALI PAROLE IL SUO UNICO CREATORE PRESENTEREBBE LA SUA ORIGINE E IL SUO SVILUPPO?
– At The Altar Of The Horned God è stato creato secondo il mio desiderio di tributare, sia musicalmente che a livello spirituale, due correnti musicali che sono sempre state una costante nella mia vita: old-school black metal e musica ambient/ritual. In realtà, non c’è niente di nuovo nel fondere questi due stili, ma ho cercato di farlo secondo una prospettiva differente, enfatizzando cioè la parte ritualistica ed atmosferica e lasciando solamente in secondo piano la componente prettamente metal. Allo stesso tempo però, le succitate parti più meditative sono state affrontate con un attitudine da metal estremo, motivo per cui credo che molti ‘metallari’ abbiano apprezzato il disco in tutta la sua interezza e non solo nelle parti direttamente black metal. Per quanto riguarda la composizione, trattandosi di una one-man band è stato tutto abbastanza semplice; ho iniziato componendo e registrando alcune demo ed una volta raccolto abbastanza materiale dimostrativo ho inviato il tutto a I, Voidhanger Records, ovvero l’unica label a cui abbia mai pensato per poter pubblicare questo disco. Fortunatamente, sono riuscito ad impressionare positivamente l’etichetta e a siglare un contratto per l’album con loro. A quel punto sono entrato in studio ed ho registrato il tutto in maniera accurata, basandomi su tutto il materiale grezzo che avevo creato nei due mesi precedenti.

ARRIVIAMO QUINDI A “THROUGH DOORS OF MOONLIGHT”, ALBUM DI DEBUTTO CHE ABBIAMO APPREZZATO MOLTO QUI A METALITALIA.COM: QUALI SONO LE SENSAZIONI CHE TI HANNO GUIDATO NELLA SUA SCRITTURA E QUALI ERANO LE INTENZIONI FINALI CHE TI ERI PREPOSTO QUANDO HAI INIZIATO A LAVORARE A QUESTO ALBUM?
– Il mio obiettivo principale con questo album (e in realtà con questo intero progetto artistico) era ed è quello di creare un’atmosfera capace di portare l’ascoltatore verso un passato remoto e mitico, dove le foreste coprivano la Terra e la paura dell’ignoto albergava nell’animo degli uomini. Volevo rievocare gli ormai dimenticati spiriti e Dei della foresta, e dare vita a quell’unione di reverenza e terrore che provarono i primi esseri umani che hanno osato avventurarsi nelle oscure densità del mondo antico.

IL DISCO PRESENTA UNA SPIRITUALITA’ FORTE, PENETRANTE, CHE AVVOLGE LA MUSICA E DONA ALLE CANZONI UN CARATTERE ARCANO E MISTERIOSO: QUALI SONO LE DOTTRINE E LE CORRENTI FILOSOFICHE CHE SEGUI E CHE HAI INSERITO ALL’INTERNO DI “THROUGH DOORS OF MOONLIGHT”?
– In realtà, le mie personali tendenze filosofiche e spirituali non hanno molto in comune con quanto ho cercato di fare negli Altar Of The Horned God. Io, dopotutto, sono solo un figlio del mondo moderno e nonostante tutti i nostri inutili tentativi, non riusciremo mai a riportare in vita il mondo antico. Io guardo alle foreste e a tutta la natura desolata ed incontaminata come le vere cattedrali del mondo, luoghi dove uno possa finalmente tornare ad unirsi alla sua parte interiore e a connettersi con la natura, scoprendo il proprio posto su questo pianeta. La vera saggezza e l’illuminazione possono essere trovate nella Natura stessa, basta sedersi in silenzio ed ascoltare. Non c’è niente di più puro della gioia vibrante e del terrore vivo che provoca il passeggiare da soli nella notte buia del bosco, con quella paura indefinita che può rivelarsi come una porta per la nostra parte inconscia. Accedere a questa parte interiore può essere molto difficile a causa dei numerosi filtri esterni che noi, o il mondo intorno a noi, abbiamo costruito nel tempo ma sono proprio queste emozioni crude ed ancestrali di timore e reverenza ad aiutare efficacemente nel rimuovere via queste false costruzioni e rivelare finalmente quello che siamo in realtà.

LE CANZONI DEL NUOVO ALBUM CONTENGONO PREGHIERE, ODI ED INVOCAZIONI A DIVINITA’ ANCESTRALI LA CUI ORIGINE SI PERDE CON LA NASCITA DELL’UMANITA’ STESSA: POSSIAMO IN QUESTO SENSO CONSIDERARE “TDOM” COME UN LAVORO RELIGIOSO? COSA VUOI DIRE QUANDO DEFINISCI LA TUA MUSICA COME RITUALISTICA E DEVOZIONALE?
– E’ religioso dal momento in cui consideri queste preghiere e invocazioni agli antichi archetipi della Natura come sinceri ed onesti. Non si tratta di canzoni pagan metal che auspicano un ritorno ad un passato non raggiungibile, ma di inni ad un lato della nostra stessa Psiche nascosto ma ancora accessibile se concediamo a Noi stessi la possibilità di farlo. Sono canzoni devozionali e spiritualistiche dedicate alle sensazioni più atavistiche e primordiali possibili, sensazioni che possono aprire delle porte e rivelare le Divinità che stanno dall’altra parte.

SEMBRA CHE OGNI CANZONE RAPPRESENTI UN TASSELLO PRECISO NELLA VISIONE GENERALE DI UN DISEGNO ESOTERICO PIU’ GRANDE ED INCONOSCIBILE: POSSIAMO CONSIDERARE QUINDI LA TUA CREAZIONE UN CONCEPT ALBUM O PREFERISCI CHE OGNI TRACCIA MANTENGA LA SUA PRECISA INDIVIDUALITA’ RISPETTO ALLE ALTRE?
– Immagino gli At The Altar Of The Horned God come una concept band per cui sì, “Through Doors Of Moonlight” deve essere considerato a sua volta come un concept album. Tutte le canzoni sono state create con uno specifico obbiettivo in mente e posizionate nella tracklist esattamente dove avrebbero dovuto stare, al fine di condurre l’ascoltatore in un viaggio aurale all’interno delle profondità recondite della foresta mitica.

MUSICALMENTE INVECE SI TROVANO MOLTI STILI DIFFERENTI UNITI SOTTO LO STESSO TETTO: E’ PRESENTE INFATTI IL BLACK METAL, LA MUSICA AMBIENT E SVARIATE ALTRE CORRENTI OTTIMAMENTE UNITE TRA LORO: CI SONO DELLE INFLUENZE PRINCIPALI, DEGLI SPECIFICI ARTISTI DEL PASSATO CHE TI HANNO ISPIRATO NEL CREARE LA MUSICA DI AT THE ALTAR OF THE HORNED GOD?
– Ho avuto da subito la chiara idea di inserire all’interno del progetto delle influenze che derivassero dai primi Arckanum e dai Dead Can Dance: sulle prime non ero sicuro che il risultato mi avrebbe soddisfatto, ma sono felice che alla fine sia stato così. Io ho semplicemente eseguito quel che l’album chiedeva fosse fatto momento dopo momento partendo dalla composizione fino alla sua registrazione. Gran parte del materiale musicale, così come per la voce, è stato improvvisato sul momento, cercando di imprimere sul nastro le sensazioni pure e inalterate che stavo provando in quell’occasione. Posso affermare che aldilà della direzione artistica e spirituale generale che pervade il progetto, molto poco era stato premeditato o pianificato a tavolino.

“LA MUSICA E’ UN MEDIUM, NON UN OBIETTIVO”: PUOI SPIEGARE MEGLIO COSA INTENDI DIRE CON QUESTE PAROLE?
– Credo che “fare Musica per fare Musica” sia un prodotto della modernità; in passato infatti, la Musica è sempre stata un elemento chiave in pratiche religiose ed ultraterrene con significati e funzionalità spirituali molto specifici. Essa è un medium per veicolare un messaggio che le parole non riescono ad esprimere. Ha più significato una singola nota posizionata nel punto giusto, che non interi libri. Io credo che abbiamo dimenticato la forza primordiale della Musica e l’importanza profonda della sua influenza sul nostro volere, di usarla come un messaggero o un medium per sondare anfratti della mente che senza di essa non sono assolutamente raggiungibili.

CI PIACEREBBE SAPERE QUALCOSA IN PIU’ SULLE REGISTRAZIONI DEL DEBUT ALBUM: COME SI SONO SVOLTE PRECISAMENTE? HAI VESTITO ANCHE I PANNI DEL PRODUCER O TI SEI AFFIDATO A FORZE ESTERNE PER QUESTO COMPITO?
– Come dicevo prima, ho inizialmente impresso le mie idee in alcune demo che ho poi inviato alla label. Una volta fatto questo, ho radunato tutti i miei appunti e le mie registrazioni secondo alcune schemi generali nella sola durata del volo verso il mio personale home studio. Là ho tutto quel che mi serve per registrare, inclusa la batteria, per cui è stato un procedimento facile e veloce che non ha richiesto poi molto tempo. Dopo aver quindi registrato tutto il materiale ho inviato tutto al The Empty Hall Studio, ovvero lo studio con cui collaboro da anni a causa della grande fiducia personale che ripongo in Simon, il producer, che sa esattamente cosa voglio da lui. Simon è stato incaricato di trovare il suono perfetto per ogni strumento, mixarli insieme al meglio ed eseguire poi il mastering per chiudere nel migliore dei modi questo processo. Ha dimostrato una grandissima sensibilità nel concepire al meglio la musica che avevo creato per l’album e visti i risultati, posso considerarmi onorato di aver collaborato con un artista e producer così talentuoso.

IMPOSSIBILE NON MENZIONARE LA SPLENDIDA COPERTINA DI ORRYELLE DEFENESTRATE-BASCULE, OPERA CHE SI UNISCE ALLA MUSICA IN MANIERA MAGICA: HAI DATO TU ALL’ARTISTA LE LINEE GUIDA SU CUI LAVORARE O GLI HAI LASCIATO CAMPO LIBERO?
– Quando si tratta della mia attività come musicista, devo ammettere che quello della presentazione visuale è un aspetto che tendo sempre a sottovalutare, concentrandomi al massima nella realizzazione di un disco perfetto e pensando solamente alla fine al suo lato estetico. Fortunatamente per me però, questa volta ho avuto l’occasione di lavorare con un’etichetta favolosa che sapeva esattamente che cosa facesse al caso mio, prima ancora che io stesso lo sapessi! Avevamo parlato di possibili collaborazioni con molti artisti, fino a che un giorno Luciano (proprietario di I, Voidhanger Records) mi ha detto di smettere di preoccuparsi avendo trovato l’artista perfetto. Non volle dirmi niente di più al momento, motivo per cui quando qualche settimana dopo ho avuto modo di visionare l’artwork nella sua interezza sono rimasto senza parole. Sapevo di potermi fidare di Luciano, visto che aveva compreso e sposato il concept del progetto fin dalle sue battute iniziali, ma non avrei mai potuto immaginare che avrebbe trovato un artista così perfetto per la cover di “Through Doors Of Moonlight”! Conoscevo già il lavoro artistico di Orryelle grazie alla sua creazione per i Fulgur Press, e averlo avuto a bordo per gli At The Altar Of The Horned God è stato semplicemente favoloso. Generalmente comunque, non mi piace dare direttive troppo rigide quando si tratta di Arte: se dovessimo cristallizzarci solo sulle intenzioni dell’artista creatore, finiremmo per perdere tutte le possibili interpretazioni che un’opera può assumere agli occhi del suo fruitore, cosa deprecabile visto che la vita stessa dell’opera si basa sugli infiniti significati che essa può rivestire nel corso del tempo.

IN PASSATO HAI LAVORATO SIA IN BAND CON ALTRI MUSICISTI CHE IN PROGETTI SOLISTI DOVE TI SEI OCCUPATO DELLA REGISTRAZIONE E DELLA SCRITTURA DI TUTTI GLI STRUMENTI, COME IN QUESTO DISCO. QUALI SONO LE DIFFERENZE PRINCIPALI TRA IL LAVORARE IN UNA BAND O COME SOLISTA, E COME CREDI CHE QUESTO SI RIFLETTA NELLA MUSICA CHE NE VIENE FUORI?
– La differenza principale è la facilità e la maggiore efficienza che porta il lavoro solitario. Si perde certo parte della magia creata dal provare e scambiare idee con altre persone, ma a questo punto della mia vita, dove manca quasi il tempo per respirare a causa dei ritmi frenetici imposti da questa società moderna, è un compromesso che posso accettare. Non sono più nella mia adolescenza, quando avevo tutto il tempo del mondo per suonare in sala prove e provare nuove cose: adesso so perfettamente cosa voglio e lavorare da solo mi permette di raggiungere i miei obbiettivi con grande rapidità e senza ostacoli. Inoltre, tendo ad annoiarmi molto velocemente se un progetto si protrae troppo a lungo senza innovazioni. Adoro la furia primigenia e l’energia innovativa che mi possiede quando lavoro a nuovi progetti per della nuova musica, mi procura un piacere sincero e vivido che non trovo più invece nel provare infinitamente le solite canzoni o dover aspettare di essere tutti insieme per affrontare il processo compositivo. Lavorare da solo comunque si riflette inevitabilmente nella musica; in questo modo, tutto deriva da una mente singola, con la sua particolare visione del mondo. Questo mantiene la prospettiva e gli intenti iniziali puri, per così dire, ma corre il rischio di diventare un’evoluzione potenzialmente noiosa e ripetitiva. Questo è il motivo per cui adoro saltare da un progetto ad un altro, lasciando che l’ispirazione prenda il suo tempo e si ripresenti ristorata e nuovamente prolifica secondo i suoi ritmi.

CREDI CI SIA QUALCHE POSSIBILITA’ DI POTER VEDERE E SENTIRE “THROUGH DOORS OF MOONLOGHT” SU UN PALCO? HAI MAI PENSATO DI TRASPORTARE IL PROGETTO VERSO UNA DIMENSIONE LIVE?
– Sono sincero nel dirti che non mi piace affatto esibirmi live e credo sia quasi impossibile che questo avvenga con gli At The Altar Of The Horned God. Provare e riprovare le stesse canzoni innumerevoli volte (cosa richiesta per una buona preparazione live) è per me opprimente e poco stimolante e non ho più la pazienza per fare questo oggi. Direi quindi che la risposta alla tua domanda è negativa, a meno che non cambi inaspettatamente idea in futuro.

LASCIAMO A TE LO SPAZIO PER CONCLUDERE CON LE PAROLE CHE PREFERISCI E CHE MEGLIO DESCRIVONO L’ESSENZA DI HEOLSTOR E DI AT THE ALTAR OF THE HORNED GOD!
– Ti ringrazio anzitutto per queste domane così stimolanti ed interessanti! Rimane ben poco da dire che non sia già stato detto in questa esauriente intervista. Acquistate l’album se vi è piaciuto, supportare valide realtà come quella di I, Voidhanger Records è fondamentale per continuare a veder pubblicata nuova musica originale di qualità. Fatevi un favore, andate e lasciate che vi perdiate nelle foreste vicino alle vostre città. Ascoltate il suono avvolgente dell’eco della Natura dentro di voi. Ia Pan!

0 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.