Inutile girarci attorno: il ritorno degli At The Gates è sinora l’evento extreme metal dell’anno. I fan della band svedese attendono da quasi due decenni il successore del seminale “Slaughter Of The Soul” e presto verranno accontentati: la stesura di “At War With Reality”, questo il titolo del come-back, sta per essere ultimata e presto il materiale verrà registrato e consegnato alla Century Media Records, che sembra intenzionata a pubblicare il lavoro tra ottobre e novembre 2014. Inoltre, non possiamo evitare di ricordarvi che gli At The Gates prenderanno parte alla prossima edizione del Metalitalia.com Festival, che avrà luogo il 17 maggio presso il Live Club di Trezzo sull’Adda (MI). Orgogliosi di avere un headliner di tale calibro e, naturalmente, curiosissimi di sapere cosa stia bollendo nella pentola dei cinque di Gothenburg, abbiamo telefonato a Tomas “Tompa” Lindberg per farci raccontare tutto il possibile sulle loro prossime mosse…
AVETE APPENA DIVULGATO UN VIDEO DALLO STUDIO NEL QUALE STATE CURANDO LA PRE-PRODUZIONE DEL NUOVO ALBUM. COME STANNO ANDANDO LE COSE?
“Molto bene, direi. L’atmosfera è molto rilassata. Io e Anders ci siamo visti o sentiti quasi ogni giorno dall’estate scorsa per lavorare su questo album e ora non stiamo facendo altro che mettere in pratica tutte le nostre idee. Ovviamente non è la prima volta che ci troviamo a lavorare in uno studio, quindi sappiamo bene dove mettere le mani. Credo che arriveremo molto preparati al momento delle registrazioni vere e proprie”.
NON AVETE ANCORA RIVELATO IL NOME DEGLI STUDI IN CUI REGISTRERETE E DEL PRODUTTORE CHE VI SEGUIRÀ…
“Esatto. Per adesso è ancora un segreto, non vogliamo che si sappia tutto subito. Probabilmente annunceremo questi dettagli nel prossimo aggiornamento”.
POSSIAMO ALMENO SAPERE CHE TIPO DI PRODUZIONE AVETE IN MENTE?
“È forse un po’ troppo presto per dirlo. Credo che avremo un’idea precisa una volta terminata questa ultima sessione di pre-produzione. Stiamo ancora levigando certi brani. Inoltre, il produttore potrebbe rivelarsi molto influente una volta in studio e quindi le nostre idee di base potrebbero anche cambiare un po’. Personalmente mi piacerebbe che il disco godesse di suoni al passo coi tempi ma organici al tempo stesso. Non amo i dischi super-prodotti, dove la batteria sembra suonata da un computer e dove non puoi sentire il tocco dei vari strumentisti. Come dicevo, è presto per fare dichiarazioni di questo tipo, ma almeno io ho una vaga idea di come voglio che il disco suoni”.
STATE INIZIANDO A SENTIRE LA PRESSIONE? NON CREDO CI SIA BISOGNO DI SOTTOLINEARE CHE SI TRATTA DI UN DISCO ATTESISSIMO…
“La pressione c’è, ma non ci sta infastidendo. Se siamo qui adesso, a parlare di un nuovo album degli At The Gates, è perchè siamo convinti di avere del materiale molto valido. Siamo da sempre assai critici nei nostri confronti: abbiamo standard davvero alti. Tornare dopo quasi vent’anni con un disco scadente o incerto non avrebbe senso. Abbiamo da tempo altre valide valvole di sfogo musicali: se il nostro solo fine fosse stato quello di incidere un po’ di nuova musica, lo avremmo fatto sotto un nome diverso o con uno dei nostri altri gruppi. Se gli At The Gates stanno tornando è solo perchè abbiamo effettivamente composto del materiale degno di questo nome”.
SORGE SPONTANEA LA DOMANDA SU COME SUONERÀ IL SUCCESSORE DI “SLAUGHTER OF THE SOUL”…
“Potrei risponderti che suonerà At The Gates, ma non credo che questa affermazione ti soddisferà (ride, ndR). Siamo consapevoli del fatto che negli anni ‘Slaughter Of The Soul’ sia diventato una sorta di istituzione nel panorama thrash e death metal, ma non credo che ‘At War With Reality’ sia una sua esatta copia. Certamente nel nuovo album troverete le ritmiche forsennate, il riffing slayeriano, ecc, ma c’è anche di più. Abbiamo sempre pensato che ‘Slaughter…’ fosse un pochino monotematico e che non rappresentasse al 100% il suono degli At The Gates. Negli altri album puoi sentire delle costruzioni più progressive e un’atmosfera malinconica che per diverso tempo è stata uno dei nostri primi marchi di fabbrica. Nelle nuove canzoni abbiamo cercato di mescolare l’anima aggressiva di ‘Slaughter…’ con questi altri elementi del passato. C’è anche altro, si tratta sicuramente di un passo in avanti per noi, ma credo che per ora sia il caso di descriverlo così”.
A QUALE ALBUM DELLA VOSTRA DISCOGRAFIA ACCOSTERESTI “AT WAR WITH REALITY”?
“Probabilmente a ‘Slaughter….’, perchè è chiaramente il suo diretto successore. Però forse a livello di intenzioni è più vicino a ‘Terminal Spirit Disease’. Non lo so, è sempre difficile rispondere a queste domande!”.
CREDI CHE SIA IL VOSTRO MIGLIOR ALBUM?
“Per me è un ottimo album, degno di far parte della nostra discografia. Onestamente, penso che anche se pubblicassimo un altro ‘Slaughter Of The Soul’, la gente continuerebbe a dire che quest’ultimo è sempre e comunque meglio. Conosco i metallari, sono anch’io uno di loro… noi ragioniamo così: il primo album, o addirittura il demo, sono sempre meglio di tutto quello che è venuto dopo (risate, ndR)!”.
QUANTO HA INFLUITO IL RITORNO DISCOGRAFICO DEI CARCASS SULLA VOSTRA DECISIONE DI COMPORRE UN NUOVO ALBUM?
“Avevamo già iniziato a testare qualche idea quando loro hanno annunciato un nuovo album, ma devo ammettere che non è stato spiacevole farci precedere. Abbiamo potuto vedere che tipo di accoglienza hanno ricevuto, come si sono mossi per la promozione, ecc. È stato stimolante e incoraggiante. Siamo amici da tempo, sapevamo che avrebbero fatto un ottimo lavoro, eppure mi ha stupito ugualmente la cura che hanno posto in ogni singolo dettaglio del loro ritorno”.
I THE HAUNTED HANNO NEL LORO REPERTORIO DEI BRANI PIÙ VICINI AL SUONO AT THE GATES. PENSI CHE POSSANO ESSERE PARAGONATI A QUANTO STATE PREPARANDO ADESSO?
“Credo che i The Haunted nei loro momenti più duri siano sempre stati un gruppo sostanzialmente thrash, con strutture spigolose e arrangiamenti ridotti all’osso. Noi con ‘At War With Reality’ stiamo cercando di fare qualcosa di diverso, più vicino al vecchio spirito degli At The Gates, senza ovviamente rinunciare all’impatto di ‘Slaughter Of The Soul’. Non credo che The Haunted ed At The Gates possano essere paragonati”.
TI PIACCIONO I THE HAUNTED?
“Sì, sono da tempo un loro fan. Trovo inoltre che la nuova lineup sia perfetta per i loro intenti”.
ALMENO ALL’INIZIO NON DEVI AVERLI VISTI DI BUON OCCHIO, PERÒ… LO SPLIT DEGLI AT THE GATES SEMBRÒ PIUTTOSTO POLEMICO, ALMENO DALL’ESTERNO…
“Sì, diciamo che non ci siamo lasciati benissimo. Dopo tutto, eravamo ragazzi, inesperti e impulsivi. Oggi uno split del genere non avverrebbe mai, siamo consapevoli che all’epoca sarebbe stato sufficiente parlare un po’ di più per chiarire le cose e andare avanti. Purtroppo ragionammo d’istinto, come fanno appunto i ragazzi. Anni dopo, quando abbiamo ripreso a parlarci, non siamo nemmeno riusciti a ricordare i motivi per cui avevamo litigato”.
RIMPIANGI QUELLA DECISIONE, INSOMMA…
“Sì e no. Penso che alla fine sia stata un’esperienza utile: ci siamo allontanati, abbiamo avuto modo di esplorare altre sonorità e di maturare come persone e come musicisti. Personalmente in quel periodo ero davvero stanco di suonare death metal: Anders lasciando il gruppo e di fatto sciogliendolo prese la decisione per me e mi diede la sveglia. Da allora ho fatto solo cose in cui davvero credevo, sino a quando la passione per queste sonorità è sbocciata di nuovo”.
“SLAUGHTER OF THE SOUL” È DIVENTATO UN VERO CLASSICO SOLO QUALCHE ANNO DOPO, QUANDO VARI GRUPPI SVEDESI COME I SOILWORK E TUTTA L’ONDATA METAL-CORE STATUNITENSE HANNO INIZIATO A PRENDERLO COME ESEMPIO E A CITARLO DI CONTINUO…
“Sì, non ci aspettavamo una tale esplosione. Fummo noi i primi a rimanere sorpresi. Come ti dicevo, sapevamo che era un bel disco, ma secondo noi gli mancava qualcosa. Invece è diventato un cosiddetto ‘classico’. All’epoca della pubblicazione non lo avremmo mai immaginato…”.
COME VI MUOVERETE TRA AT THE GATES, THE HAUNTED E TUTTE LE ALTRE VOSTRE BAND?
“Penso che per tutti noi i prossimi due anni saranno quasi esclusivamente dedicati agli At The Gates, anche se devo premettere che non abbiamo intenzione di passare troppo tempo in tour. Cercheremo di visitare ogni continente, come abbiamo sempre fatto, ma senza vivere su un tour bus per mesi. Abbiamo tutti delle famiglie, dei lavori e, appunto, degli altri progetti musicali. Gli At The Gates saranno la nostra priorità, ma nei limiti del ragionevole”.
SO CHE SEI UN PROFESSORE…
“Sì, insegno al liceo: storia, geografia, scienze politiche… devo dire che ultimamente ho ridotto di parecchio le mie ore, però. Lavorare al nuovo album è stato impegnativo”.
E SO CHE HAI FAMIGLIA…
“Sì, sono un padre. Ma i miei figli non hanno ancora sviluppato i giusti gusti musicali: non so dirti se seguiranno le mie orme. La mia collezione di dischi è però a loro disposizione (ride, ndR)”.
PER ADESSO AVETE ANNUNCIATO UN SOLO TOUR, OLTRE A QUALCHE APPARIZIONE A DEI FESTIVAL…
“Sì, saremo in tour in autunno, attorno alla data di uscita del disco, con Triptykon e Morbus Chron. Abbiamo scelto personalmente queste due band. I primi non necessitano di troppe presentazioni: Tom G. Fischer è una leggenda per tutti noi e dividere il palco con lui e il suo nuovo gruppo sarà un onore. I Morbus Chron, invece, sono secondo me la miglior death metal band svedese al momento. Erano anni che non sentivo musica di questo calibro. Per noi è importante portare in giro e dare visibilità a dei giovani che se lo meritano. Il nostro tour europeo non passerà dall’Italia, ma ovviamente ci vedremo al vostro festival tra qualche settimana…”.
COSA POSSIAMO ASPETTARCI DAL VOSTRO CONCERTO?
“Contiamo di offrire un grande spettacolo, con tutti i nostri classici e qualche brano più ricercato. Mi piace molto suonare in Italia, sono venuto spesso con le altre mie band. Mi piace l’idea di suonare al chiuso, inoltre. Sono abituato a suonare in piccoli posti o comunque in dei locali, tutto sommato li preferisco ai grandi festival all’aperto. Con Lock Up e Disfear, ma anche con i The Great Deceiver in passato, suono e ho suonato quasi sempre in posti intimi. Sono affezionato a questo contesto, dopo tutto sono anche un grande appassionato di punk e hardcore: questi generi di musica rendono al massimo al chiuso”.
QUESTO SARÀ LA VOSTRA PRIMA DATA DA HEADLINER NEL NOSTRO PAESE…
“Credo proprio di sì. Nel 1996 suonammo con i Napalm Death, mentre alcuni anni fa abbiamo preso parte al Gods Of Metal. Questa è la prima volta che suoneremo da headliner in Italia”.
COSA RICORDI DELLE VOSTRE PRECEDENTI ESPERIENZE?
“L’ultima volta, al Gods Of Metal, ho sofferto parecchio il caldo, ma è stato bellissimo vedere la reazione della folla. Dopo tutto, si trattava di uno dei nostri primi concerti dopo la reunion. Delle date nel 1996 ricordo quella di Milano: feci stage diving e persi una scarpa tra il pubblico. Dopo il concerto un ragazzo venne da me con la scarpa in mano: pensavo me la volesse restituire, invece voleva che gliela autografassi. Sono stato costretto a dirgli che non avevo altre scarpe con me e che non poteva tenersela (ride, ndR)”.
PENSI CHE PRESENTERETE UN NUOVO BRANO AL METALITALIA.COM FESTIVAL 2014?
“Una volta ti avrei detto di sì, ma oggigirono c’è questa mania di filmare tutto con gli smartphone. Un nuovo pezzo potrebbe rappresentare un piccolo evento per voi al festival, ma tutti coloro che successivamente vedranno il clip su YouTube potrebbero non avere la stessa impressione. Ci teniamo a presentare la nostra nuova musica nei modi e nei contesti più appropriati. Potremmo sempre cambiare idea, ma per ora non so risponderti con certezza: l’idea di suonare un nuovo brano dal vivo non dispiace ad alcuni, ma ad altri della band non convince granchè”.
CREDI CHE IN FUTURO SUONERETE MOLTI NUOVI BRANI DAL VIVO?
“Perchè no? Non vogliamo diventare una di quelle band di vecchi che vanno in tour a suonare sempre i soliti pezzi. Di certo non dimenticheremo il nostro repertorio degli inizi, ma il nuovo album contiene delle ottime canzoni e sarà un piacere presentarle dal vivo”.
RAGIONATE ORMAI DA BAND NUOVAMENTE AVVIATA…
“Assolutamente. Siamo tornati più maturi e più smaniosi che mai. Ti racconto un aneddoto: l’altro giorno Anders ci ha fatto sentire un nuovo riff e Jonas non è parso molto convinto. Allora Anders ha detto: ‘OK, ve lo farò risentire quando lavoreremo al prossimo album'”.