ATREYU – E tornarono a riveder le stelle

Pubblicato il 18/11/2009 da

 

Dopo un paio di album non all’altezza della loro fama, meritatamente conquistata con lo strepitoso "The Curse", erano in molti a dare per spacciati gli Atreyu, precocemente avviati sul viale del tramonto della scena core; e invece il quintetto di Orange County, grazie al nuovo "Congregation of the Damned", è riuscito a mettere stavolta d’accordo fan vecchi e nuovi. A svelarci il segreto del ritrovato successo è il chitarrista Travis, tanto ispirato alla sei corde quanto poco loquace ai nostri microfoni…

 

 

CIAO TRAVIS, BENVENUTO SU METALITALIA.COM! INIZIAMO SUBITO PARLANDO NUOVO ALBUM, LA CUI USCITA E’ ORMAI IMMINENTE: QUALI SONO LE VOSTRE ASPETTATIVE A RIGUARDO?
"Abbiamo aspettative molto elevate verso questo disco, abbiamo speso mesi interi per registrarlo e crediamo di aver fatto davvero un buon lavoro, ma ora che finalmente sta per vedere la luce siamo emozionati e curiosi di vedere la reazione dei nostri fan".

RISPETTO A "LEAD SAILS AND A PAPER ANCHOR" IL NUOVO ALBUM SEGNA UN PREPOTENTE RITORNO ALLE SONORITA’ DI "THE CURSE": E’ STATA UNA SCELTA VOLUTA AL MOMENTO DI ENTRARE IN STUDIO? E COME MAI AVETE OPTATE PER QUESTO RITORNO AL PASSATO?
"Il nostro intento come band è sempre quello di guardare avanti e non indietro, perchè vogliamo continuare a crescere e non ci piace l’idea di ripeterci. Stavolta però prima di entrare in studio abbiamo voluto recuperare tutti gli elementi che hanno contribuito a forgiare il nostro sound, tanto nel passato recente che in quello remoto, e abbiamo cercato di far confluire tutto ciò nel nuovo disco, per comporre qualcosa che fosse al 100% Atreyu".

QUAL E’ IL SIGNIFICATO DI UN TITOLO COME "CONGREGATION OF THE DAMNED"?
"Non si tratta di un concept o qualcosa di particolare, credo semplicemente che Alex abbia voluto rappresentare con questo titolo lo stato attuale dell’umanità, uno stato in cui tutti sembrano voler pensare più a sé stessi che agli altri, tutto qui".

E INVECE COSA CI PUOI DIRE A PROPOSITO DEI TESTI DI TRAVIS? SEMBRANO ESSERE NON LONTANI DAI TONI PIU’ CUPI DI "THE CURSE", ANCHE SE DEPURATI DA QUELLA COMPONENTE VAMPIRESCA CHE AVEVA CONTRADDISTINTO I VOSTRI ESORDI…
"Sì, all’epoca il tema dei vampiri ci sembrava divertente, ma ormai sono passati cinque o sei anni e questo genere di cose non ci interessa più, anche se ultimamente sembra essere tornato prepotentemente di moda".

DIETRO IL BANCO DEL MIXER VI SIETE AVVALSI DEL CONTRIBUTO DI BOB MARLETTE E RICH COSTEY, COME VI SIETE TROVATI A LAVORARE CON LORO?
"Siamo davvero soddisfatti del lavoro svolto da Bob, ci ha preso per mano fin dal primo giorno della pre-produzione e da allora non ci ha mollato un attimo, seguendoci in tutte le fasi delle registrazioni: è diventato il sesto membro della band, e possiamo dire di esserci trovati davvero bene con lui".

HO PARTICOLARMENTE APPREZZATO CANZONI COME "STOP! BEFORE IT’S TOO LATE AND WE’VE DESTROYED IT ALL" E "GALLOWS", TI VA DI RACCONTARCI QUALCOSA SUL LORO PROCESSO DI COMPOSIZIONE?
"Sì, come dicevo prima abbiamo cercato di recuperare un po’ di quell’aggressività che aveva caratterizzato ‘The Curse’, e queste due canzoni sono nate esattamente con questo spirito".

SEMPRE A PROPOSITO DI "STOP! BEFORE IT’S TOO LATE AND WE’VE DESTROYED IT ALL", COSA SI CELA DIETRO QUESTO TITOLO COSI’ LUNGO?
"Anche qui dovrebbe risponderti Alex, comunque credo il titolo faccia riferimento allo stato in cui si trova il mondo e a tutto quello che l’umanità sta facendo per peggiorare le cose, è una sorta di monito a fermarsi prima che sia troppo tardi".

SIETE STATI TRA I PRECURSORI DELLA SCENA EMO E METALCORE, MA AL TEMPO STESSO NON AVETE MAI TRADITO LA VOSTRA PASSIONE PER L’HARD ROCK DEGLI ANNI ’80, PER CUI ANCHE ETICHETTARVI NELL’UNA O NELL’ALTRA CATEGORIA NON E’ IMPRESA SEMPRE FACILE…
"Non ci sono mai piaciute le etichette, noi cerchiamo semplicemente di fare musica che piaccia a noi e a chi ci ascolta, poi se qualcuno la vuole etichettare come metalcore o come hard-rock ben venga, a noi non interessa".

RICORDO CON PIACERE UNA VOSTRA COVER DI "YOU GIVE LOVE A BAD NAME" DEI BON JOVI: AVETE MAI PENSATO AD UN ALBUM DI SOLE COVER DEGLI EIGHTIES?
"No, stavolta niente cover; abbiamo registrato quindici pezzi e ne abbiamo inclusi solo dodici, quindi ci avanzano tre pezzi da utilizzare per future occasioni, mentre per quanto riguarda le cover abbiamo preferito concentrarci sul processo di scrittura senza lasciarci distrarre da altro".

SUL FRONTE LIVE COSA CI DOBBIAMO ASPETTARE NEL FUTURO PROSSIMO? E QUANDO AVETE IN MENTE DI VENIRCI A TROVARE NELLA CARA VECCHIA EUROPA?
"Abbiamo cominciato da un paio di giorni il tour in USA, che andrà avanti fino a Novembre; poi ci prenderemo un mese di ferie per permettere al nostro cantante, ormai prossimo a sposarsi, di poter partire per la luna di miele. Credo quindi che verremo dalle vostre parti all’inizio del prossimo anno, e sinceramente non vedo l’ora: l’Europa è talmente diversa dagli Stati Uniti da rappresentare sempre una scoperta per noi!".

E QUAL E’ LA TUA CAPITALE EUROPEA PREFERITA, TRA QUELLE CHE AVETE AVUTO MODO DI VISITARE FINO AD ORA?
"Mi sono molto divertito a Milano, l’unica volta che ci siamo stati abbiamo avuto modo di farci due passi e devo dire che come città è veramente bellissima".

PER L’USCITA DI "LEAD SAILS AND A PAPER ANCHOR" AVETE PRESTATO PARECCHIA ATTENZIONE ALL’ASPETTO PROMOZIONALE, ARRIVANDO A CREARE UN PUZZLE ON-LINE PER IL PRIMO SINGOLO E DEI VIDEOGIOCHI PERSONALIZZATI PER CIASCUN MEMBRO DELLA BAND; AVETE IN PROGRAMMA QUALCOSA DEL GENERE ANCHE IN QUEST’OCCASIONE?
"No, per ora direi niente sorprese particolari, se non per quanto riguarda il contenuto musicale dell’album, a nostro modo di vedere il più vario della nostra carriera".

COME ORMAI TUTTI SANNO IL VOSTRO MONICKER RIMANDA AL LIBRO, E AL RELATIVO FILM, "LA STORIA INFINITA": TI VA DI RACCONTARCI IL MOTIVO DI QUESTA SCELTA?
"Anche qui non c’è un motivo particolare, ovviamente avevamo tutti visto il film e all’epoca di pensare al nome della band qualcuno di noi suggerì questo nome e ci piacque perchè suonava bene, tutto qui!".

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