Ci sono stati molti cambiamenti in casa Atreyu nel corso del recente periodo. Cambiamenti strutturali che hanno visto il cantante e fondatore Alex Varkatzas abbandonare la barca, lasciando le redini del comando all’altro decano Brandon Saller. La band di O.C. aveva cominciato già da un po’ una parabola che li ha portati a strizzare l’occhio ad un certo tipo di stadium rock, ma con l’ultimo arrivato “Baptize” la situazione si è maggiormente stabilizzata su queste coordinate. Il disco si è rivelato comunque solido, mostrandoci una band che sa ancora come scrivere pezzi validi, con un pizzico di ruffianeria. Siamo riusciti a rintracciare proprio Brandon al telefono per farci raccontare come questi cambiamenti siano stati vissuti in casa Atreyu, e cosa aspettarci dal nuovo corso della storica band metalcore californiana.
CIAO BRANDON! E’ UN PIACERE AVERVI QUI CON NOI SU METALITALIA. TI ANDREBBE DI RACCONTARCI QUALCOSA SUL VOSTRO NUOVO ALBUM “BAPTIZE”? COME LO DESCRIVERESTI A QUALCUNO CHE NON VI CONOSCE?
– Ciao e grazie a voi. Cazzo! Che domanda difficile (ride, ndR)! Beh, sicuramente che è il miglior disco di sempre. Scherzi a parte, è piuttosto ostico descriverlo a parole, dato che gli Atreyu sono sempre stati una band di difficile catalogazione. Io trovo ci siano dei grandi momenti di hard rock, di metal, degli inni pop, insomma tutto quello che un fan degli Atreyu si aspetta.
POSSIAMO QUINDI CONSIDERARE QUESTO VOSTRO NUOVO DISCO COME UN’EVOLUZIONE ORGANICA DEGLI ATREYU, A PARER TUO?
– Assolutamente. Se avete prestato attenzione al percorso artistico della band dagli inizi ad oggi, abbiamo sempre provato con ogni nuova uscita a proporre cose nuove, tentando di coinvolgere e sfidare l’ascoltatore medio con qualcosa che non si aspettava. E sicuramente ti posso dire che “Baptize” va nella stessa direzione.
DOPO SVARIATI ASCOLTI, ABBIAMO NOTATO COME ABBIATE INTRAPRESO UNA SVOLTA EVOLUTIVA MAGGIORMENTE INCENTRATA SUL LATO MELODICO E POP DEI PEZZI. POSSIAMO CONSIDERARE QUESTO UNA SORTA DI ANTIPASTO DI QUELLO DEL PROSSIMO FUTURO DEGLI ATREYU?
– Onestamente, non si sa mai cosa aspettarsi da un nuovo disco degli Atreyu (ride, ndR). Siamo molto spontanei, e tutto dipende da come ci sentiamo in quel preciso momento. C’è indubbiamente un focus maggiore sulla melodia in questo disco, ma ci sono anche dei momenti molto pesanti, a dirla tutta. Nel recente periodo, la melodia è diventata molto importante per noi, soprattutto nell’ultima decade, ed è sicuramente un approccio che continueremo ad avere.
QUESTO È IL VOSTRO PRIMO DISCO SENZA ALEX (SCREAMER E FONDATORE, NDR.) ED IL PRIMO CON UN NUOVO BATTERISTA A TEMPO PIENO, KYLE ROSA. IN CHE MODO QUESTI AVVICENDAMENTI HANNO INFLUENZATO LA SCRITTURA DEL DISCO?
– Non molto, a dire il vero. Abbiamo scritto la stragrande maggioranza del disco prima che Alex se ne andasse, solo qualche pezzo è stato scritto dopo. Personalmente mi sono occupato di più dei testi questa volta, ma per quanto riguarda la scrittura del materiale, tutto è rimasto identico. Siamo un gruppo unito e coeso che fa le cose come insieme.
IN CHE RAPPORTI SIETE RIMASTI CON ALEX DOPO LA ROTTURA? LA SEPARAZIONE È AVVENUTA A CAUSA DI DIVERGENZE ARTISTICHE O C’È DELL’ALTRO?
– Possiamo dire che ci sono state una serie di ragioni che hanno portato Alex ad allontanarsi. Adesso però siamo entrambi molto contenti con quello che stiamo facendo, con il nostro percorso con le rispettive band e così via. Gli auguro il meglio.
TORNANDO AL DISCO, QUALI SONO LE TUE TRACCE PREFERITE E PERCHE’?
– Fammi pensare. Amo moltissimo “Catastrophe”, uno dei nostri singoli, a causa dell’energia che sprigiona, un pezzo metal con un ritornello pop sorprendente, ed ha anche uno dei breakdown più duri che abbiamo mai scritto. Mi piace molto anche “Stay”, uno dei pezzi più emozionali che abbiamo mai scritto, con un’anima molto anni ’80 però. “Sabotage Me” è un’altra delle mie preferite, ha un sound molto particolare, ed inoltre vede anche la partecipazione di mia moglie in veste di cantante. E per finire, la titletrack. E’ un pezzo sul quale torno sempre, amo il suo riff, il ritornello ed il testo in generale.
ABBIAMO VISTO CHE AVETE COLLABORATO CON ALCUNI PESI MASSIMI DELLA SCENA METAL AMERICANA QUALI MATT HEAFY DEI TRIVIUM E JACOBY SHADDIX DEI PAPA ROACH. COME SONO AVVENUTE QUESTE COLLABORAZIONI, E GRAZIE A CHI?
– Tutto è partito da noi. Quando stavamo scrivendo “Untouchable” in studio, abbiamo subito pensato quanto fosse perfetta per Jacoby, sia per il testo che per lo stile vocale che il pezzo ha. Un giorno, mentre eravamo con i Papa Roach, per puro caso, Jacoby mi ha chiesto se avessimo bisogno di qualche feature per il nuovo album, ed io ho subito colto la palla al balzo. Per quanto riguarda l’altro pezzo, “Oblivion”, che ha un sound abbastanza teatrale e lugubre, volevamo una voce diversa, e per il taglio della canzone abbiamo subito pensato a Matt dei Trivum, con i quali siamo grandi amici da tempo. Sono molto contento delle collaborazioni che abbiamo avuto su questo album, credo abbiano dato quella marcia in più che ci serviva.
QUAL È LA TUA OPINIONE SULLA SCENA METAL ATTUALE? C’E’ QUALCHE BAND CHE APPREZZI PARTICOLARMENTE?
– Guarda, io trovo che al momento la migliore band in circolazione siano i Gojira. Quello che fanno è una cosa davvero unica e pazzesca, il batterista è fenomenale, come tutti gli altri del resto, sono assolutamente in cima alla mia lista. In ambito diciamo meno metal, sono un grande fan dei Beartooth e dei Dragged Under.
HAI ALTRI PROGETTI IN CANTIERE AL MOMENTO A PARTE GLI ATREYU?
– Scrivo musica in continuazione, ed ho sempre qualcosa tra le mani, ma al momento non c’è nulla di concreto in uscita. Gli Atreyu sono il mio focus principale al momento.
LA PANDEMIA CI HA COLPITO TUTTI PRATICAMENTE OVUNQUE, E I MUSICISTI COME VOI SONO STATI TRA LE CATEGORIE PIÙ COLPITE A CAUSA DEL LOCKDOWN, NON AVENDO AVUTO LA POSSIBILITÀ DI SUONARE PER MOLTISSIMO TEMPO. COME AVETE IMPIEGATO IL TEMPO IN QUESTO PERIODO, PRODUZIONE DELL’ALBUM A PARTE?
– E’ stato un periodo assolutamente terribile per tutti, è innegabile. Io personalmente ho cercato di stare il più possibile con la mia famiglia, il che è stata per certi versi una benedizione. Poi, ho cercato di mantenere uno stile di vita sano, di tenermi in forma e mangiare bene, cercando di avere tutto questo come priorità della mia vita. In più ho cominciato a fare streaming su Twitch, una cosa molto divertente devo dire, che mi ha portato ha connettermi maggiormente con tutta un porzione di fanbase di cui non avevo idea. Tutto questo mi ha permesso di dare sfogo alla mia creatività in questi mesi.
COM’È STATO IL RESPONSO CHE AVETE RICEVUTO FINORA ALL’USCITA DEI PRIMI PEZZI DI “BAPTIZE”?
– Onestamente, il responso è stato pazzesco. Siamo in giro da davvero moltissimo tempo, e non si sa mai come i fan potranno reagire ai cambiamenti. Ma noi abbiamo deciso di credere nel nostro prodotto, facendo un salto nel buio, per certi versi. Ed è stato davvero splendido ricevere tanti commenti positivi sui nuovi pezzi, ci ha dato un sacco di carica e ci ha premiato per gli sforzi fatti. Speriamo di riuscire a suonare il disco live di fronte ai nostri fan quanto prima.