ATREYU – Orange County Rokk

Pubblicato il 12/10/2007 da

Venduti. Gli Atreyu sono dei venduti, perché non sono più come prima. A ben guardare però, anche Iron Maiden (Seventh Son Of A Seventh Son), Def Leppard (Hysteria), Metallica (Black Album), Dimmu Borgir (dal secondo album in poi), e chissà quanti altri sono stati considerati tali. Lungi da chi scrive considerare gli Atreyu alla pari dei gruppi appena citati, il fatto è che l’evoluzione sonora dei ragazzi di O.C. a chi scrive è piaciuta parecchio, quanto il criticato (spesso a priori) “Lead Sails Paper Anchor”. Ne parliamo con la mente sullo sfondo della formazione, quel Brandon Saller che siede sì dietro le pelli, ma che è anche polistrumentista, compositore e fautore dei ritornelli melodici che hanno fatto la fortuna di questi ragazzotti tanto moderni nell’estetica quanto puntati verso gli eighties nei riferimenti sparsi. La parola a Brandon…

INNANZITUTTO CONGRATULAZIONI PER L’OTTAVA POSIZIONE NELLA BILLBOARD CHART…
“Grazie mille, niente male come risultato!”.

NELL’ULTIMO ALBUM ALEX HA DOVUTO CANTARE NEL VERO SENSO DELLA PAROLA: E’ STATO UN CAMBIAMENTO DIFFICILE?
“E’ stata una sfida maggiore per lui più che per noi altri, ma la pressione non ha fatto altro che spronarlo nella maniera giusta, quindi grazie alle prove e allo studio con un insegnante di canto ha avuto i risultati sperati. Mi ha confidato che nemmeno lui pensava di arrivare a tanto”.

D’ALTROCANTO A TE E’ TOCCATO CANTARE PIU’ DEL SOLITO…
“Non penso di aver cantato più che nel nostro precedente album, in ogni caso mi occupo delle parti melodiche da sempre quindi nessuna novità all’orizzonte, e zero difficoltà nel ricoprire il ruolo di cantante occasionale”.

DIETRO ALLA BATTERIA TI SI VEDE POCO: HAI MAI DESIDERATO ESSERE UN FRONTMAN?
“Assolutamente no! Alex è un gran frontman, lascio a lui il compito molto volentieri. Mi trovo così bene dietro la mia batteria…”.

IL CANTATO TUO E DI ALEX E’ MOLTO PIU’ OMOGENEO IN ‘LEAD SAILS…’, A VOLTE E’ DIFFICILE CAPIRE CHI STA CANTANDO NEL DETERMINATO MOMENTO. AVETE LAVORATO ASSIEME PIU’ CHE IN PASSATO?
“Come ti ho detto prima la sua sfida si è affinata anche attraverso il lavoro di gruppo: se mi chiedi se il lavoro è stato maggiore o diverso rispetto al passato ti rispondo che in queste session di registrazione abbiamo dato il 100%, come sempre”.

IL NUOVO ALBUM SI STACCA DAGLI STANDARD DEL METALCORE, QUANDO AVETE REALIZZATO CHE ERA NECESSARIO SPOSTARVI ALTROVE?
“Metalcore, screamo, emocore, postcore, non sono altro che alcune delle etichette che ci hanno appiccicato assieme a quelle di metal, o anche nu-metal. Sembrerà banale, ma non ci siamo mai definiti in altro modo che rock, abbiamo sempre tentato di essere noi stessi, distanziandoci da ciò che c’era attorno… si vede che stavolta ci è riuscito particolarmente bene!”.

VI SIETE PRESI MOLTO TEMPO PER SCRIVERE PRIMA DI ENTRARE IN STUDIO O VI SIETE TRASFERITI LI’ DIRETTAMENTE DALLO SPORTELLO DEL TOUR BUS?
“Ci siamo presi un paio di mesi di pausa, durante i quali si è abbozzato qualcosina, poi siamo stati in studio sei mesi. Non molto lungo come break”.

AVETE TROVATO DIFFICOLTA’ NELLA STESURA DEL MATERIALE?
“Sì e no, la sfida era difficile, ma allo stesso tempo, avendo allargato ulteriormente i nostri limiti, ci siamo sentiti più liberi di sperimentare, riuscendo a scrivere in maniera più rilassata. Di certo avevamo un obiettivo sul calendario e ci siamo impegnati per pubblicare l’album entro una certa data, ma non erano confini immodificabili, abbiamo avuto molta libertà”.

IL PRODUTTORE JOHN FELDMANN HA PORTATO QUALCOSA DI NUOVO NEL VOSTRO SUONO?
“Non nel suono ma nell’entusiasmo: è stata la prima volta in cui il produttore si impegnava quanto noi della band in studio, e il risultato è udibile”.

LA NUOVA FORMULA, PIU’ MELODICA RISPETTO AL PASSATO, E’ STATA CONCEPITA PER CONQUISTARE IL GRANDE PUBBLICO?
“Da un lato scriviamo sempre per la nostra soddisfazione personale, dall’altro tentiamo di piacere il più possibile al nostro pubblico, è una cosa di cui bisogna necessariamente tener conto: ti dico tranquillamente di sì, che c’è di male?”.

COME E’ STATO COINVOLTO JOSH TODD DEI BUCKCHERRY? E’ STATO SORPRESO DALLA VOSTRA RICHIESTA?
“L’abbiamo semplicemente contattato attraverso alcuni amici in comune. La passione per il rock degli anni ’80 di molti membri degli Atreyu non è un mistero! Josh ha accettato subito e si è reso davvero disponibile, la collaborazione è venuta dannatamente bene”.

OGNI ALBUM CHE PUBBLICATE C’E’ QUALCUNO CHE VI ACCUSA DI ESSERVI VENDUTI: TI TOCCANO QUESTE INSINUAZIONI?
“Per nulla. Non posso sentirmi in colpa di aver scritto l’album che volevo scrivere. Un vero fan cresce assieme alla band, se ne perderemo alcuni sono sicuro che saremo capaci di guadagnarne di nuovi. ‘Lead Sails Paper Anchor’ ha sì delle melodie vincenti, ma ha anche dei riff che spaccano il culo. Dormo sonni tranquilli”.

PER CHIUDERE, UNA DOMANDA PERSONALE: PERCHE’ HAI UNA LAMETTA TAUATA SUL POLSO?
“L’ho fatto come tributo agli HIM, gruppo per cui stravedo da tempo. Cinque o sei anni fa io e un mio vecchio amico, con cui condivido questa passione esagerata, ci siamo fatti tatuare entrambi questa lametta con un cuore al centro disegnata sulla parte stampata di ‘Razorblade Romance’. Non sono un depresso con manie da suicida!”.

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