ATROCITY – Alla ricerca di Atlantide!

Pubblicato il 26/06/2004 da

Il nuovo “Atlantis” ha sorpreso non poco il sottoscritto, che negli ultimi anni ricordava gli Atrocity alle prese con cover pop anni Ottanta e metal semi industriale. Il nuovo album invece, un ambizioso concept sui misteri di Atlantide, vede la band cimentarsi con del metal aggressivo di chiara estrazione death, arrangiamenti e orchestrazioni ricercate e tanta melodia! Un lavoro molto buono che fa risalire notevolmente le quotazioni di questo gruppo, da troppo tempo assente dalla scene con un disco all’altezza della propria fama. Metalitalia.com ha avuto modo di contattare il frontman/leader Alex Krull (neo sposo della bella Liv Kristine) e i chitarristi Matze e Tosso…. eccovi il resoconto della chiacchierata!

CIAO RAGAZZI! PRIMA DI TUTTO VORREI FARVI LE CONGRATULAZIONI PER IL VOSTRO NUOVO ALBUM, TROVO CHE SIA IL MIGLIORE DAI TEMPI DI “BLUT”! VI ANDREBBE DI PRESENTARE “ATLANTIS” AI NOSTRI LETTORI E DI DIRCI COME E’ VENUTO ALLA LUCE?
Alex: “Sin dall’inizio ho avuto in mente di creare un concept album come facemmo per ‘BLUT’, l’album sui vampiri, nel 1994. Iniziare il songwriting è stato come dare il via ad una grande avventura. Come per ‘BLUT’ ci siamo entusiasmati tantissimo nella stesura. Io ho speso tanto tempo nel preparare i testi e il concept generale… ero così immerso in questa opera che credo che ascoltando il disco i lettori potranno percepire tutta la mia passione! Ho letto moltissimi libri e quando ero in luna di miele con Liv in Irlanda ho trascorso diverse ore sulla costa a scrivere i testi. Una volta terminato il lavoro ho dato agli altri tutto ciò che avevo scritto e quelli che sarebbero stati i titoli dei brani. Credo che sia molto stimolante avere a che fare con una storia così particolare, è come avere in mente la colonna sonora di un film… e noi siamo i direttori! Volevamo che la storia di Atlantide fosse narrata in un’atmosfera oscura e mistica allo stesso tempo: su di essa circolano molte leggende, roba che va dalla pura scienza all’occultismo. In tutti i periodi della nostra storia sono esistite persone che credevano ad Atlantide… è davvero molto interessante! Volevamo mantenere le emozioni e le atmosfere delle storie che si narrano e dar vita a un disco molto epico, fare in modo che l’ascoltatore potesse immaginarsi laggiù. Quando parliamo di antiche battaglie suoniamo parti furiose, quando intervengono gli dei la musica si fa più epica e così via. Credo che tutto questo non sarebbe potuto venir fuori in modo migliore: prima di iniziare a comporre è stato essenziale poter contare su un concept già scritto dettagliatamente”.

PERCHE’ AVETE SCELTO PROPRIO IL MITO DI ATLANTIDE PER REALIZZARE IL CONCEPT?
Alex: “Atlantide è una storia incredibile, il più grande mito della terra, il mito dei miti! Possiede tantissimi elementi affascinanti: la culla dell’umanità, antica mitologia, spunti mistici e occulti… inoltre molte comuni leggende sono connesse ad Atlantide e al destino del suo impero! La prima volta che ho avuto a che fare con il nome di Atlantide è stato diversi anni fa, ancora quando ero un ragazzino. La mia fidanzata dell’epoca aveva la matrigna che sosteneva di essere originaria di Atlantide e di essersi reincarnata. Ovviamente pensavo che non fosse molto a posto di mente ma in ogni caso questo mi portò ad interessarmi a questo mito. Durante gli anni ho cercato di informarmi sempre di più, leggendo libri e partecipando a convegni. L’idea di basare un album su Atlantide è dunque una vecchia idea… ho però aspettato che i tempi fossero maturi per dar finalmente vita a questo progetto e quando l’ho illustrato agli altri tutti si sono dimostrati entusiasti. Si tratta di una storia molto attuale, davvero coinvolgente! E’ qualcosa che può davvero mettere in crisi certe religioni, spiegare molte cose! L’alluvione che distrusse Atlantide potrebbe essere la medesima descritta nella Bibbia o quella di cui parlavano anche gli Aztechi o tante altre popolazioni. Gli Aztechi chiamavano il loro paradiso perduto ‘Aztlan’ e alcune tribù africane parlavano di una certa ‘Atlantioi’, l’isola sommersa. L’album comincia spiegando alcune leggende su Atlantide e descrivendo l’impero e il suo rapporto con gli antichi dei della mitologia greca. Raccontiamo l’intera storia dell’impero, dalla nascita alla caduta sino al suo destino, mettendo in risalto a dovere tutte le varie atmosfere. In ‘Clash of the Titans’ per esempio parliamo della più grossa battaglia mai combattuta mentre in ‘The Sunken Paradise’ o in ‘Aeon’ sono palpabili la disperazione e la tristezza di coloro che stanno fuggendo dal continente distrutto. Sul cd è possibile trovare una sezione multimediale con tutti i testi e tante informazioni extra su ogni brano. C’è poi il video di ‘Cold Black Days’, che è molto significativo! E’ davvero un prodotto curatissimo!”.

MUSICALMENTE SIETE TORNATI, ALMENO IN PARTE, ALLE VOSTRE ORIGINI DEATH METAL…
Matze: “La maggior parte delle song contengono parti melodiche, voce pulita e numerose orchestrazioni ma è vero che tutte contengono anche parti brutali e aggressive, con growl profondi e riff ultra heavy. ‘Gods of Nations’ e ‘Atlantean Empire’ sono al tempo stesso heavy e melodiche, ‘Superior Race’, ‘Morbid Mind’ o ‘Ichor’ sono invece più uptempo e dirette mentre ‘Reich of Phenomena’, ‘Apocalypse’ o ‘Clash of the Titans’ sono brani epici di cui vado particolarmente fiero. Siamo riusciti a trovare un equilibrio tra tutti i diversi aspetti della musica degli Atrocity e a creare una specie di colonna sonora con molteplici stati d’animo e atmosfere: amore, guerra, orgoglio, solitudine”.

CHI HA CURATO LE ORCHESTRAZIONI E I CORI PRESENTI NELL’ALBUM?
Tosso: “Come sull’album ‘Todessehnsucht’ è stato Matze a occuparsi delle orchestrazioni ‘Wagneriane’ del disco (‘Clash of The Titans’, ‘Reich of Phenomena’). Io ho curato quelle più leggere e melodiche (‘Enigma’ e ‘Sunken Paradise’) mentre le tastiere di ‘Cold Black Days’ sono opera del nostro bassista Chris”.

QUALI PENSATE CHE SIANO I BRANI MEGLIO RIUSCITI DI “ATLANTIS”? IO TROVO FANTASTICHE “REICH OF PHENOMENA” E “ICHOR”…
Matze: “Domanda difficile… fammi aggiungere ‘Enigma’ alla tua lista e avremo tre brani diversi che rappresentano al meglio la musica contenuta nell’album. Un brano heavy ed orchestrale, un midtempo più melodico e un altro che è una via di mezzo fra questi due”.

ANDRETE IN TOUR PER PROMUOVERE IL DISCO?
Matze: “Saremo in tour in Europa tra ottobre e novembre di quest’anno. Ci sono anche piani per andare in sud America ed in Messico ma per ora non c’è nulla di definito. La cosa bella di quest’album è che praticamente ogni cultura può trovare nella sua storia delle relazioni con Atlantide, quindi tramite esso speriamo di poter trovare tanti nuovi amici e amanti della musica in giro per il mondo. Credo che sarà difficile catturare lo spirito di Atlantide nella dimensione live ma faremo del nostro meglio per riproporre fedelmente i nuovi brani. Stiamo curando in questo momento le scenografie da portare sil palco, non vogliamo che nulla venga lasciato al caso. Comunque i nostri vecchi fan possono stare tranquilli, suoneremo pezzi tratti anche dai vecchi album”.

SIETE SULLE SCENA DA TANTI ANNI ORMAI… QUALI SONO I CAMBIAMENTI PIU’ SIGNIFICATIVI ATTRAVERSO I QUALI SIETE PASSATI?
Matze: “Quando ho iniziato a suonare negli Atrocity la band era un hobby che mi appassionava quanto giocare a pallamano dopo la scuola. Presto però le cose sono cambiate, abbiamo avuto un certo successo e ora mi occupo quasi esclusivamente di essa. Trovo stimolante il processo creativo che sta dietro al gruppo: scrivere musica nuova, diversa dalla precedente, discutere con gli altri su cosa vada bene e cosa no, farsi influenzare da input esterni. Non posso più fare a meno di suonare… sono anni che mi sento così e credo proprio che in futuro le cose difficilmente cambieranno per me!”.

QUALI SONO I MOMENTI PIU’ BELLI CHE AVETE VISSUTO IN TUTTI QUESTI ANNI DI CARRIERA?
Alex: “Hmmm, direi la prima volta che abbiamo suonato al Rockfabrik di Ludwigsburg, la nostra città. Questo club è il primo e il più grande di tutta la Germania e suonarci dopo solo due o tre anni dalla nostra fondazione è stata una grande emozione. Non voglio però dimenticare il Wacken 1999: a un certo punto smisi di cantare per qualche secondo giusto per udire il boato di quelle ventimila persone! Un grande momento e uno show fantastico!”.

IL DISCO DEGLI ATROCITY CHE PREFERITE?
Alex: “Al momento è proprio ‘Atlantis’: ha potenza, atmosfere e amo particolarmente il concept!”.

COSA ASCOLTANO GLI ATROCITY IN QUESTO PERIODO? QUALI SONO LE BAND CHE PIU’ APPREZZATE?
Matze: “Cosa c’è nel mio lettore cd in questo momento? Atrocity – ‘Atlantis’, mi dispiace ma è vero! Altre cose che in questo sto ascoltando sono: Nile, Morbid Angel, Belphegor, Richard Strauss, Richard Wagner, Gustav Holst, Deftones, Voivod, Bloodbath e Opeth”.

COME SONO I RAGAZZI DEGLI ATROCITY NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI?
Tosso: “Allora, Alex è come un motore: sempre carico e teso, Chris è la persona che è in grado di far soldi pure rovistando nella spazzatura. Martin è l’uomo più altruista che io conosca, mentre Matze è il più sofisticato di tutti noi: vede le cose da punti di vista assurdi e ha sempre cose strane da dire. Io invece sono il simpaticone del gruppo, trovo sempre da ridere… in ogni situazione!”.

SIAMO IN CHIUSURA, LE VOSTRE ULTIME PAROLE?
Tosso, Alex, Matze: “Grazie a tutti i fan per il loro supporto, vi promettiamo che non dovrete aspettare altri quattro anni per un nuovo album. Ci vediamo in tour!”.

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