Il terzo disco degli Auðn mostra ancora una volta una band in gran forma; formazione forse atipica all’interno della cosiddetta scena black islandese, gli Auðn hanno infatti da sempre giocato a rendere il proprio black metal decisamente atmosferico più che freddo e tagliente, giocando coi lati più malinconici delle proprie terre, rispetto alle asperità e le spigolose difficoltà, non senza una sostanziale patina di post-rock che corrobora le composizioni. Se è vero che il loro nuovo album percorre i solchi già tracciati dal suo predecessore, è indubbia la qualità e la classe di questi ragazzi, nonché la loro peculiarità all’interno del contesto; quello degli Auðn , ad oggi, è un nome che ha decisamente iniziato a travalicare i confini del proprio paese. Ne parliamo con Aðalsteinn Magnússon, chitarrista e compositore dei testi del gruppo.
DOPO TRE ANNI DAL VOSTRO ULTIMO DISCO, ECCOCI A “VÖKUDRAMSINS FANGI”. CI RACCONTATE QUALCOSA DI QUESTO NUOVO LAVORO?
– Certo; l’idea era quella di creare qualcosa che rappresentasse chi siamo e come vogliamo suonare. Abbiamo ancora una volta registrato ‘dal vivo’, come avevamo già fatto con “Farvegir Fryndar”, e siamo davvero contenti del risultato; grazie anche alla produzione stellare di Jens Bogren credo che siamo riusciti a fare qualcosa di speciale. L’album è un’ulteriore esplorazione dei temi e dell’immaginario che avevamo iniziato a esplorare nel disco precedente, espandendoci però ancora di più.
DI FATTO COSA È CAMBIATO RISPETTO AL DISCO PRECEDENTE?
– Beh, innanzi tutto abbiamo un nuovo membro in formazione. Più compositori significa anche maggiore produttività; poi ambivamo a una produzione più grande, con una profondità maggiore rispetto a quella che avevamo già iniziato a modellare. Volevamo creare, come Auðn, un suono che fosse davvero solo nostro e riconoscibile.
IL DISCO SI MANTIENE SUL VOSTRO STANDARD QUALITATIVO; MUSICALMENTE SEMBRA SEGUIRE LA STESSA STRADA PERCORSA CON “FARVEGIR FRYNDAR”, USANDO LA STESSA ‘VOCE’ MA PER DIRE, QUESTA VOLTA, QUALCOSA DI DI DIVERSO. TI CI RITROVI?
– Si, sono d’accordo con te. Come dicevo prima, abbiamo voluto sviluppare il nostro sound e continuare un percorso già tracciato, espandendo il repertorio sonoro… Il nostro universo, diciamo, raggiungendo picchi altissimi così come profondissimi bassi, più aggressività e più melodia, che si combinano assieme in quello che vorremo definire come nostro marchio di fabbrica.
NON MANCANO LE VIBRAZIONI POST-ROCK, NELLA VOSTRA MUSICA: SA ESSERE ECLETTICA, CON VARIE ISPIRAZIONI DI GENERE, MA ALLO STESSO TEMPO LA COMPONENTE METAL È PESANTE E VIOLENTA. COSA CERCATE, QUANDO SIETE IN FASI DI COMPOSIZIONE? COME NASCONO LE VOSTRE COMPOSIZIONI, OGGI?
– Veniamo tutti da background musicali piuttosto differenti, diverse influenze, e questo ‘melting pot’ ci porta ad avere delle conversazioni davvero interessanti, anche se spesso degli ancor più interessanti litigi durante le prove! Non si è sempre d’accordo, ma abbiamo imparato ad incastrare le composizioni di ciascuno, gli stili e le influenze, e la cosa ha reso più semplice trovare degli accordi pratici. Per me, personalmente, il ‘la’ per scrivere può arrivare da qualsiasi cosa, un film che sto guardando o un pensiero, che magari parte, si sviluppa e porta ad un sentimento che scatena una storia… Provo a seguire queste emozioni, idee che hanno bisogno di crescere, e costruisco qualcosa attorno. E poi non facciamo altro che legare queste idee musicalmente, per ottenere un risultato.
IL DISCO È ANCORA UNA VOLTA IN ISLANDESE, LA QUAL COSA AGGIUNGE UN CERTO SENSO DI FASCINAZIONE MA CI LASCIA ANCHE UNA BUONA DOSE DI CURIOSITÀ SUI TESTI. CI RACCONTI QUALCOSA, QUALI SONO I TEMI DELL’ALBUM?
– Intrappolato in un incubo perpetuo, cominci a domandarti se la vita che hai vissuto finora sia effettivamente accaduta o no. Questo è il significato iniziale di “Vökudraumsins Fangi”. Ma i temi di ogni canzone spaziano, in realtà, dal folklore islandese alle forze sovrannaturali della natura… Canzoni su depressione, solitudine, abuso, pensieri che uniscono un aspetto psicologico a quello soprannaturale, chiedendosi cosa sia reale o no.
CI SONO PARTI MOLTO ATMOSFERICHE ANCHE IN QUESTO LAVORO, CHE IMMAGINI VOLETE EVOCARE?
– Più che immagini, semplicemente quello che hai detto, un’atmosfera. Se si crea quel sentimento di soggezione, disperazione, pur con una flebile scintilla di speranza alla fine, siamo riusciti in quello che era l’obiettivo primario. Non conosco emozioni più forti di quelle che si provano ascoltando una canzone con la quale si crea connessione, al di là del testo o di cosa tratti, ma quel sentimento che appare quando una canzone ti entra dentro la fa diventare tua. È con questo in mente che scrivo, e spero arrivi agli ascoltatori. Il contenuto non deve essere per forza esplicito e spiegato, secondo me. Un esempio per me sono i Rammstein, che sono sempre stati tra le mie band preferite, non me n’è davvero mai fregato niente di cosa stessero effettivamente cantando, ma il valore emozionale delle composizioni e le atmosfere che si creano sono qualcosa con cui ho sempre connesso istantaneamente, e questo è l’unico messaggio che m’interessa.
GLI ANNI PASSANO, MA COME POSSIAMO VEDERE SI PUÒ ANCORA PARLARE DI UNA SCENA ISLANDESE VIVA E ATTIVA, PER IL BLACK METAL. CREDI CHE QUALCOSA SIA CAMBIATO RISPETTO A QUALCHE ANNO FA?
– Sai che credo di no? C’è un viavai di musicisti che cambiano e creano continuamente nuove band, e ci sono anche i nomi ormai importanti e di un certo peso, come Misþyrming, Sólstafir, Zhrine, eccetera. Noi continuiamo a essere quelli che si fanno i fatti loro, non collaboriamo più di tanto con altri gruppi della scena, a dire il vero. Almeno, non per quanto riguarda il condividere i musicisti. Il cambio più grande, forse, in questi anni, si è visto in una focalizzazione sul black metal, moltissime band dal 2010 fanno quel genere, mentre prima c’erano prevalentemente band death metal.
AD OGGI QUAL È LA TUA ISPIRAZIONE MAGGIORE? INTENDO FUORI DAL MONDO MUSICALE
– Qualsiasi cosa mi colpisca. I film mi danno sempre una scintilla, o anche la musica, dei film… Ho sempre pensato alla nostra musica come adatta ad un approccio cinematografico, nel senso che sono la colonna sonora di una certa emozione, di un certo immaginario. Ma come dicevo, le nostre influenze arrivano da diverse direzioni, di sicuro. Andri, uno dei nostri chitarristi, è un convintissimo fan del black metal, ascolta tantissima musica, per esempio, io invece prendo ispirazioni un po’ da quel che c’è, e poi mi metto a costruirci sopra.
HAI ASCOLTATO QUALCOSA DI BUONO NEL 2020? QUALCOSA CHE CI CONSIGLIERESTI?
– Sono terribile per quanto riguarda lo scoprire roba nuova… Ho ascoltato molto i Drudkh, di recente, ma onestamente non saprei farti il nome di un solo disco uscito nel 2020 che abbia ascoltato…
VOLGIAMO ALLORA LO SGUARDO AL PASSATO: QUALI SONO I DISCHI CHE TI HANNO FATTO DECIDERE DI VOLER SUONARE IN UNA BAND?
– La musica che ascoltava mio padre è stata una grande ispirazione, crescendo, ma se devo far dei nomi direi “Mutter” dei Rammstein e “In the Nightside Eclipse” degli Emperor, grandi influenze e introduzione al black metal.
DUE CANZONI DA OGNUNO DEI VOSTRI DISCHI DA TRAMANDARE AI POSTERI?
– Da“Auðn” : “Þjáning heillar þjóðar” e “Landvættur”, da “Farvegir fyrndar” ti direi “Lífvana jörð” e “Ljósaslæður” e infine da “Vökudraumsins fangi” dico “Einn um alla tíð” e “Næðir um”.
CHE TIPO DI IMPATTO HA AVUTO LA PANDEMIA SULLE VOSTRE VITE? OLTRE L’OVVIO NON SUONARE, TOUR ECCETERA? AVETE CREATO UNA NUOVA ROUTINE, COME BAND? REGISTRATE A DISTANZA, NE STATE APPROFITTANDO PER SCRIVERE…?
– Provare e scrivere, si. Ma al di là della musica, ci siamo concentrati su altre cose, come ristrutturare casa, studiare… Tenersi impegnati, è l’unico modo per andare avanti in questo momento. La musica tornerà quando sarà possibile. Stiamo attenti e cerchiamo di essere prudenti, riusciamo comunque a trovarci per provare e scrivere, quindi la normalità, come band, non ha subito un colpo poi così grande.
È OVVIAMENTE DIFFICILE PIANIFICARE QUALCOSA ADESSO, MA COME VEDI IL FUTURO DELLA BAND?
– Più musica, più concerti. Stiamo crescendo come progetto musicale, e continueremo finché ne avremo interesse; siamo inoltre molto uniti come amici, quindi non prevedo che le possano rompersi troppo facilmente!