AUGUST BURNS RED – I guardiani del metalcore

Pubblicato il 08/04/2020 da

Gli August Burns Red sono tornati, e lo hanno fatto con un botto fragorosissimo.  La band di Lancaster continua imperterrita, continuando a crescere di album in album, e l’ultimo arrivato “Guardians” ne è la ulteriore conferma. Un lavoro di prima qualità, dove i metalcorer statunitensi battono colpo su colpo, andando a regalarci uno dei lavori più interessanti della carriera recente del quintetto, come potete notare dalla relativa recensione. Con queste premesse, eravamo molto curiosi di scambiare quattro chiacchiere con la band, nella persona di Dustin Davidson, bassista storico della band, il quale è stato simpaticissimo e cordiale nella nostra conversazione telefonica avuta il mese scorso.

CIAO DUSTIN. ABBIAMO AVUTO MODO DI ASCOLTARE QUESTO “GUARDIANS” IN ANTEPRIMA, E DEVO DIRTI CHE SIAMO RIMASTI MOLTO COLPITI DALLA FRESCHEZZA DELLE TRACCE E DALLA VOSTRA VOGLIA DI SPINGERE ANCORA AL MASSIMO. TI VA DI DARCI UN’OPINIONE PERSONALE SU QUESTO DISCO, E SUL COME, SECONDO TE, DIFFERISCA DA QUANTO FATTO VEDERE IN PASSATO?
– Ciao a voi, e grazie mille per le belle parole. Innanzitutto, sono convinto che questa sia la nostra opera più pesante prodotta finora. So che si tratta un po’ di un clichè che ogni band utilizza prima di presentare un disco, ma è davvero così (ride, ndR). La reputo una progressione naturale del nostro sound, ed oltretutto, questo è stato il nostro lavoro più corale a livello compositivo. Tutti hanno contribuito in maniera più o meno equa al risultato finale, alcuni di noi con i testi, altri con pattern e strutture musicali, riff ecc., il che è stata davvero una bella cosa, oltre ad essere successo per la prima volta nella nostra storia. Le canzoni colpiscono forte, abbiamo optato per un’accordatura più bassa del solito in alcuni pezzi, e crediamo si senta. Come sempre, abbiamo messo della parti più sperimentali sparse qua e là, ma non come, ad esempio, in “Found In Far Away Places” dove avevamo un sacco di interludi.

AVETE OPTATO PER “DEFENDER” COME PRIMO SINGOLO DELL’ALBUM, E NE AVETE GIRATO UN VIDEO IN STILE GRAPHIC NOVEL. CHI HA AVUTO L’IDEA E COME SI E’ SVOLTO IL TUTTO?
– Il fumettaro è Brent (Rambler, uno dei chitarristi, ndR), è un grandissimo fan, ne colleziona a palate, ed è stato lui ad avere l’idea di utilizzare un tema di questo tipo per il video. Ed è stato anche più facile da girare, perché noi non dovevamo esserci fisicamente. Mi e’ piaciuto molto il concept di questo “difensore” che prende i suoi poteri da tutti noi per combattere il male.

POSSIAMO CONSIDERARLO UN PO’ COME IL CONCEPT CHE DA IL TITOLO ALL’ALBUM?
– Per quanto riguarda il titolo, sì. “Guardians” è un omaggio a tutte quelle persone che proteggono gli altri, siano esse persone presenti nella tua vita o completi sconosciuti. La scelta del titolo ha avuto una gestazione un po’ particolare. Il pezzo “Lighthouse” presente sul disco, originariamente, si chiamava “Guardians”. Ci siamo sentiti per telefono quando l’album era già ultimato, e non riuscivamo a trovare un nome che ci mettesse tutti d’accordo. Ad un certo punto, non ricordo chi di noi disse “Perché non ‘Guardians’”?, e da quel momento abbiamo deciso di andare per questa strada. L’album di per sé non ha un concept preciso a livello di liriche però, l’abbiamo sempre trovata una soluzione piuttosto limitante a livello creativo.

GLI AUGUST BURNS RED SONO UNA “SELF MANAGED BAND”. COME GESTITE LO STRESS E LE DIFFICOLTA’ CHE L’AUTO PROMOZIONE PUO’ PORTARE?
– Beh, sono principalmente Brent e JB (l’altro chitarrista, ndR) che si occupano della band e del management, ed anche quando avevamo dei manager alle spalle erano sempre comunque loro in prima linea nella gestione del gruppo, ed è questo il motivo che ci ha portato qualche anno fa alla decisione di proseguire da soli in autonomia, senza dover dare conto a nessuno altro. Sono assolutamente consapevole di quanto questa possa essere una cosa difficile da gestire in certi frangenti, e che porti via un sacco di tempo, però alla fine ne vale assolutamente la pena, la nostra esperienza a riguardo è stata totalmente positiva, ne siamo molto orgogliosi.

QUAL E’ IL TUO PEZZO PREFERITO DEL DISCO E PERCHE’?
– Beh, ti posso dire “Extinct By Instinct”. Il pezzo contiene un interludio di un minuto circa che spezza la tensione, un crescendo sincopato molto ritmato, e quelle sono le mie parti preferite da scrivere, questo tipo di dinamiche, e vedere come si evolvono all’interno della forma canzone. Sono molto contento di come sia venuta il pezzo, e del risultato finale, soprattuto perché all’interno di “Guardians”, come detto, ci sono pochi episodi di questo tipo.

QUAL E’, INVECE, IL TUO PEZZO PREFERITO DA SUONARE LIVE DELLA VOSTRA INTERA DISCOGRAFIA?
– Wow, mi hai colto alla sprovvista qui (ride, ndR). Ti direi “Provision”, la prima canzone di “Rescue & Restore” del 2004. Anche “Everlasting Ending” è molto divertente da suonare dal vivo.

COME VI SENTITE IN PREVISIONE DEL VOSTRO IMMINENTE TOUR AMERICANO CON I KILLSWITCH ENGAGE?
– Oh, non vediamo l’ora. Chi più, chi meno, siamo stati tutti fan dei KsE ad un certo punto delle nostre vite, e ci siamo chiesti perché non fare un tour insieme, dato che la cosa avrebbe avuto tantissimo senso. Siamo contenti che il momento sia finalmente arrivato.

TROVI CHE IL METALCORE STIA ATTRAVERSANDO UNA FASE DI RINASCITA NEL RECENTE PERIODO?
– Ti direi proprio di sì, soprattutto grazie all’Australia. Non sei d’accordo? Ci sono un sacco di band che stanno venendo fuori, scrivendo album pazzeschi all’interno del genere. Io, ad esempio, non ascolto tantissimo metal ormai, mi piace prendermi delle pause nel mio tempo libero, essendo un musicista metal a tempo pieno, ma per adesso sto ascoltando tantissimo l’ultimo disco dei Polaris. Una bomba davvero, ed è proprio quello di cui il genere ha bisogno! Quando ascolto quell’album sento delle soluzioni che non avevo mai sentito prima, mi carica un sacco. E sono queste le sensazioni che la buona musica dovrebbe saperti dare.

COME VI SENTITE ALL’IDEA DI SUONARE I NUOVI PEZZI LIVE TRA QUALCHE GIORNO (L’INTERVISTA SI E’ SVOLTA A MARZO, POCO PRIMA DEL TOUR NORD AMERICANO CON I KILLSWITCH ENGAGE, NDR)?
– Davvero non vediamo l’ora! I pezzi presentati finora, “Defender” e “Bones”, hanno avuto davvero un ottimo riscontro, e se riuscissimo ad ottenere una frazione di questa positività in sede live ne saremmo contentissimi.

NON SONO MOLTE LE BAND DELLA SCENA RIMASTE AD ALTI LIVELLI PER COSI’ TANTO TEMPO. VE LO SARESTI MAI ASPETTATI QUANDO AVETE COMINCIATO?
– Nemmeno nei nostri sogni (ride, ndR). Ogni giorno che passa è difficile crederci, ma siamo ancora qua. Dobbiamo tutto ai nostri incredibili fan, che sono rimasti al nostro fianco per così tanto tempo, nonostante tutto. E la cosa bella è che non abbiamo alcuna intenzione di fermarci. Siamo qui e vogliamo restarci, nonostante l’età ed il tempo che è passato.

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