Un flebile, sottilissimo filo di speranza si era fatto largo tra i fan più accaniti quando un paio di anni orsono, per il ventesimo anniversario di “Severed Survival”, gli Autopsy tornarono a comporre un paio di brani nuovi. Ma le dichiarazioni dei membri della band erano inequivocabili: non ci sarebbe stata reunion vera e propria! Ma poi una serie di eventi (descritti nell’intervista qui sotto), uniti al calore che i ragazzi hanno sentito attorno a sé, hanno fatto si che Reifert, Coralles, Cutler ed il newcomer Trevisano tornassero a rispolverare l’antico e mai dimenticato monicker. La prima nuova release della band é l’ep “The Tomb Within”, che se da un lato lascia l’amaro in bocca per l’esiguità del materiale, dall’altro ci riconsegna un combo in gran forma, sempre dedito ad una forma di death metal primordiale e selvaggia. Abbiamo avuto il piacere di parlare con il prime mover Chris Reifert, che si é dimostrato entusiasta della ripartenza e dell’affetto dei fan vecchi e nuovi. A lui la parola.
UN PAIO DI ANNI FA, DURANTE UN’INTERVISTA CON METALITALIA.COM, AVEVATE DICHIARATO CHE GLI AUTOPSY NON SI SAREBBERO RIFORMATI E CHE LA VOSTRA PRIORITA’ ERANO GLI ABSCESS: COSA VI HA FATTO CAMBIARE IDEA?
“Abbiamo cambiato idea soprattutto per il fatto che potevamo farlo (ride, ndR). In realtà nel frattempo sono successe alcune cose: abbiamo pubblicato due nuovi brani l’anno scorso, pubblicati sulla ristampa di ‘Severed Survival’ e ci siamo resi conto che l’interesse per la band era più vivo che mai. Ci siamo accordati per suonare al Maryland Deathfest, al quale poi sono seguite le conferme per il Party.San in Germania e l’Hole In The Sky in Norvegia. Quindi ci siamo messi a scrivere nuovo materiale, per dimostrare che eravamo in grado di offrire al pubblico nuove dosi di marciume e non solo riproporre roba vecchia. Inoltre, prima dello show al Maryland Deathfest, gli Abscess si sono sciolti e da allora ci siamo decisi a dedicarci al 100% agli Autopsy”.
AVETE NOMINATO IL MARYLAND DEATHFEST: CHE ESPERIENZA E’ STATA PER VOI? E COME VI HA ACCOLTO IL PUBBLICO DOPO TUTTI QUESTI ANNI?
“Il Maryland Deathfest è stato incredibile! E’ andata anche meglio del previsto. Sin dal soundcheck il pubblico ci ha sostenuto con delle urla selvagge e per noi la cosa ha significato moltissimo. E’ stato bellissimo vedere ragazzi sotto il palco che ancora non erano nati ai tempi della prima fase di vita degli Autopsy. Vedere dei ragazzini di diciassette anni cantare i nostri brani insieme ai vecchi fan è stata un’esperienza fenomenale”.
IL VOSTRO “NUOVO” BASSISTA E’ IL VECCHIO AMICO JOE TREVISANO: AVETE PROVATO A CHIAMARE QUALCHE VECCHIO MEMBRO DELLA BAND, QUALI FRANK MIGLIORE, JOSH BAROHN O STEVE DIGIORGIO?
“La scelta del bassista è stata solamente una formalità, in quanto noi e Joe abbiamo lavorato insieme dal 1998 con gli Abscess. Joe è perfetto anche per gli Autopsy e può essere tranquillamente considerato un membro della band a tempo pieno ed indeterminato”.
COME MAI AVETE SCELTO DI TORNARE CON UN EP E NON CON UN VERO E PROPRIO ALBUM? COME DESCRIVERESTE LA MUSICA CONTENUTA IN “THE TOMB WITHIN”?
“Si tratta solamente di una questione logistica: avevamo fin troppo materiale per un album, tanto che avremmo dovuto dividerlo in pezzi per pubblicarlo, così abbiamo pensato che un EP sarebbe stato un buon assaggio per mostrare alla gente quello che sta bollendo in pentola. Il lavoro è tipicamente Autopsy. Non è modernizzato in nessun modo e non prende strade differenti da quelle già battute, ma al contempo non è nemmeno un’imitazione del nostro vecchio materiale. ‘The Tomb Within’ è una belva assetata di sangue che vuole cibarsi delle vostre menti”.
TROVI COMUNQUE DELLE DIFFERENZE TRA IL NUOVO MATERIALE E QUELLO PIU’ DATATO?
“Non ci sono cambiamenti drastici, è sempre il buon vecchio death metal malato suonato con lo stomaco. Mettete l’EP sul lettore e sentirete l’odore nauseabondo della tomba”.
QUANTO CI AVETE MESSO A COMPORRE L’EP E CHI E’ ATTUALMENTE IL PRINCIPALE COMPOSITORE ALL’INTERNO DELLA BAND?
“Siamo Eric ed io che ci siamo divisi l’onere delle composizioni ed il tutto è avvenuto abbastanza rapidamente. La cosa che ruba più tempo sono le prove, quando la band si ritrova e butta giù idee fino a che non ottiene un death soffocante e mortale. Abbiamo preso l’intero processo molto seriamente perché non volevamo incorrere nel rischio di deludere qualcuno dopo tutti questi anni di attesa”.
L’ATRWORK DI “THE TOMB WITHIN” E’ DAVVERO BELLO E CALZA A PENNELLO SUL VOSTRO SOUND; CHI SE NE E’ OCCUPATO?
“Grazie mille, non possiamo che essere d’accordo. La cover è stata curata da Matt Cavotta, un artista davvero forte. Fa un sacco di cose fantasy e sapevo che se gli avessi dato la giusta imbeccata se ne sarebbe uscito con qualcosa di perfetto per gli Autopsy. Ai miei vecchi occhi pare l’artwork di un classico”.
STATE PREPARANDOVI PER PROPORRE IL NUOVO MATERIALE DAL VIVO?
“Sono sicuro che alcuni dei nuovi brani troveranno la giusta collocazione nei nostri live set; dovrebbe essere roba divertente da suonare e credo si amalgami piuttosto bene con il nostro vecchio materiale”.
DOPO TUTTI QUESTI ANNI SIETE ANCORA INSIEME ALLA PEACEVILLE: SIETE SEMPRE SODDISFATTI DEL LORO OPERATO?
“Le cose con i ragazzi della Peaceville vanno alla grande: è pazzesco pensare che lavoriamo insieme da oltre vent’anni. Credo che entrambe le parti abbiano fatto qualcosa di buono per avere instaurato un rapporto così duraturo (ride, ndR)”.
GRAZIE PER L’INTERVISTA; CONCLUDETE COME MEGLIO CREDETE…
“Cheers, chunks, beheadings, bloodshed, guts, gore, horror and heavy fuckin’ metal! E ovviamente grazie a voi per lo spazio concessoci. Yyyeearrgghhh!”.