AUTOPSY – Life After Death

Pubblicato il 06/08/2011 da

Se, come tutti pensavate che gli Autopsy fossero letali solamente nel loro ristretto campo di competenza, ebbene vi sbagliavate! L’ultimo lavoro “Macabre Eternal” infatti va oltre quello che é il classico old school death metal e cerca di ridisegnare i confini musicali di una band che dopo venticinque anni di carriera ha iniziato ad evolvere il proprio sound. Il mitico Chris Reifert ai nostri microfoni ovviamente nega questa evoluzione, riconducendo tutto al puro e semplice death feroce ed incompromissorio. E’ innegabile però che, sebbene si rimanga in ambito estremo, alcuni passaggi melodici o molto tecnici siano una sostanziale novità per i nostri. Eppure il lavoro riesce a convincere in virtù di un songwriting molto efficace e di una enorme potenza che si sprigiona dai microsolchi del cd. Lasciamo comunque che sia lo stesso Reifert a guidarci all’interno del nuovo lavoro targato Autopsy.

PS: le foto presenti nell’intervista sono proprietà di Raymond Ahner.

“MACABRE ETERNAL” E’ SENZA DUBBIO IL VOSTRO LAVORO PIU’ AMBIZIOSO DI SEMPRE.COME E’ STATO COMPOSTO E QUANTO TEMPO VI HA TENUTI IMPEGNATI IL SONGWRITING?
“L’album suona come dovrebbe suonare un lavoro degli Autopsy, ma senza riciclare vecchi riff o vecchie idee. Non so con precisione quanto tempo ci sia voluto per scrivere il tutto. Credo che per l’album e per l’EP ‘The Tomb Within’ ci sia occorso più o meno un anno di tempo”.

NEL NUOVO LAVORO CI SONO DELLE INFLUENZE MELODICHE ANCHE PIUTTOSTO DISTANTI DAL VOSTRO STANDARD: COME VI E’ VENUTO IN MENTE DI UTILIZZARLE?
“Alle mie orecchie il tutto suona molto death metal, abbiamo solamente utilizzato delle vie differenti per esprimere cose che facciamo da sempre. Ogni brano è un piccolo mondo a sé stante e volevamo essere sicuri che tutto suonasse completo”.

LE PARTITURE PIU’ DEATH-ORIENTED SONO INVECE DIVENTATE PIU’ MALVAGIE ED ACIDE: LO AVETE FATTO VOLUTAMENTE PER COMPENSARE IL MAGGIORE APPEAL MELODICO?
“No. Abbiamo scritto i brani in modo che suonassero come dovevano suonare, molto semplicemente. Quando scriviamo non stiamo ad esaminare accuratamente quanto fatto, ci concentriamo solo sul fatto che quello che esce dalle nostre penne debba essere del materiale letale targato Autopsy”.

PERO’ LE NUOVE CANZONI SONO GENERALMENTE PIU’ COMPLESSE CHE NON QUELLE DEL PASSATO; E’ FORSE UNA CONSEGUENZA DELLA VOSTRA CRESCITA COME MUSICISTI?
“Ti rispondo di no anche stavolta. Scriviamo solo cose che riteniamo degne di essere pubblicate sotto il monicker degli Autopsy, proprio come abbiamo sempre fatto in passato. Personalmente credo che sul nuovo album ci sia il solito mix fatto di velocità, rallentamenti, impatto diretto, il tutto sempre in un’ottica malata ed heavy. Anche in precedenza abbiamo utilizzato riff complessi, come quelli di ‘Hole In The Hand’, ‘Slaughterday’ o ‘Voices’, ma ci piacciono anche cose più semplici e rock and roll. In definitiva volevamo creare brani che avessero feeling, non dei blast beat con sopra dei riff sparati a cazzo (ride, ndR)”.

DUE BRANI IN PARTICOLARE HANNO ATTIRATO LA NOSTRA ATTENZIONE, OVVERO “BRIDGE OF BONES” E “SADISTIC GRATIFICATION”, ENTRAMBI MOLTO PARTICOLARI. COSA CI PUOI DIRE DI QUESTE CANZONI?
“Sono brani malati, pesanti, da incubo, molto doomy… dell’ottimo materiale, direi. Adoro come sono uscite. Al momento sono estremamente fiero di tutto il lavoro”.

CON IL SENNO DI POI NON PENSATE CHE “MACABRE ETERNAL” PROVI A RINNOVARE UN GENERE COME L’OLD SCHOOL DEATH METAL ANDANDO A PARARE FUORI DAI SOLITI CLICHE’? CHE TENTI DI RENDERE NUOVAMENTE DISTURBANTE E PERICOLOSO IL DEATH?
“Noi facciamo quello che vogliamo fare, ecco tutto. Non ci ribelliamo contro niente in particolare, non vogliamo far rivivere il passato o cose del genere. Cerchiamo di fare quello che sappiamo fare al meglio, questo è quanto. Pensaci, non c’è molto altro che sappiamo fare al di fuori di questo, quindi cerchiamo sempre di comporre del fottutissimo death metal”.

I BRANI SONO PIUTTOSTO LUNGHI RISPETTO AL VOSTRO STANDARD; C’E’ UN MOTIVO PARTICOLARE PER QUESTO?
“Sì, le canzoni sono decisamente più lunghe che non in passato, la gente l’ha notato e ce ne chiede conto in continuazione. Non ci siamo posti limiti di durata, il brano finisce quando deve finire, indipendentemente dalla durata. Ogni canzone è come un mostro e non potevamo permettere che questi attaccassero la terra senza un braccio o una gamba o una qualsiasi altra parte del corpo (ride, ndR)”.

COSA CI PUOI DIRE DEI TESTI?
“Non c’è stata nessuna evoluzione. Per una band come gli Autopsy le liriche devono essere oscure, orrorifiche e folli. Ci sono modi diversi di scrivere di questi argomenti, ma sicuramente non ci siamo messi a parlare di politica o di relazioni sociali (ride, ndR)”.

QUALI SONO LE VOSTRE ASPETTATIVE NEI CONFRONTI DEL NUOVO ALBUM? QUANDO SARA’ UN SUCCESSO PER VOI?
“Per noi è già un successo, in quanto è uscito esattamente come volevamo. Comporlo è stata dura, ma alla fine siamo estremamente soddisfatti di tutto. Io personalmente non ripongo nessun tipo di aspettativa in quanto tale, poiché so benissimo che non si potrà mai sapere come una cosa verrà accolta. Il punto cruciale è che siamo consci del fatto di aver fatto del nostro meglio, il resto lo deciderà l’ascoltatore, nel bene e nel male”.

CHI SI E’ OCCUPATO DELL’ARTWORK? E’ VERAMENTE BELLISSIMO…
“L’artista è Wes Bencoster ed è vero, ha svolto un lavoro fantastico. Oltretutto è un gran bravo ragazzo con il quale è facilissimo lavorare, il che ha semplificato la vita anche a noi”.

AVETE PIANIFICATO DI VENIRE IN EUROPA A SUONARE, FESTIVAL ESTIVI A PARTE?
“Abbiamo programmato qualche data ma nulla più, quindi niente tour per quest’anno. Qualche gig selezionato qua e là per ora, poi vedremo il futuro cosa ci riserverà. Certo che sarebbe grande venire in Italia qualche volta!”.

PER MEGLIO CAPIRE I TUOI ATTUALI GUSTI MUSICALI, CI POTRESTI INDICARE I TRE ALBUM CHE TI SONO PIACIUTI MAGGIORMENTE NELL’ULTIMO PERIODO?
“Merda, non c’è modo che io possa scendere fino a tre (ride, ndR). Ascolto musica in continuazione ed è roba sempre diversa. Credo di avere dei gusti piuttosto strani. Se mi giro a guardare i primi CD che ho sottomano vedo Frank Zappa, Bonesaw e Tower Of Power. Eclettico, direi”.

GRAZIE PER L’INTERVISTA E A PRESTO.
“Grazie a voi per il tempo ed il supporto dedicatoci. Cheers, chunks and insanity a tutti i lettori. Ora vado a riempire la tazza di caffè e poi sotto un altro”.

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