AUTOPSY – Sempre affamati

Pubblicato il 15/06/2014 da

Gli Autopsy non si fermano più. La loro reunion ci ha già regalato una lunga serie di nuove pubblicazioni, fra album, EP e raccolte, e il nuovissimo “Tourniquets, Hacksaws and Graves” rappresenta ad oggi la cosiddetta ciliegina sulla torta: un disco che, nonostante sia arrivato fra noi a solo undici mesi dal precedente “The Headless Ritual”, ha confermato un’ispirazione innata e messo in mostra quella capacità di scrivere brani coinvolgenti che è ormai merce sempre più rara nel moderno panorama death metal. Nemmeno il leggendario Chris Reifert sa darci una spiegazione in merito… lui urla e pesta sulla sua batteria come ha sempre fatto ed è forse questa straordinaria spontaneità ad essere il vero segreto della seconda giovinezza Autopsy: i Nostri non si prendono troppo sul serio e compongono con lo spirito di un gruppo di ragazzini. Tante altre formazioni, vecchie e nuove, dovrebbero imparare qualcosa dai quattro californiani…

autopsy - band - 2014

“THE HEADLESS RITUAL” È STATO PUBBLICATO MENO DI UN ANNO FA E SIETE GIÀ TORNATI CON UN NUOVO ALBUM! QUAL È IL SEGRETO DIETRO TANTA PRODUTTIVITÀ? QUESTE CANZONI SONO STATE SCRITTE DURANTE LE STESSE SESSIONI?
“Sì, ci sono varie canzoni che erano quasi pronte già all’epoca di ‘The Headless Ritual’. Alcune necessitavano solo di piccoli ritocchi per essere registrate. Non abbiamo fatto altro che proseguire e completare il lavoro iniziato all’epoca. D’altra parte, se ci sentiamo pronti a pubblicare qualcosa e sappiamo di avere qualcosa da dire, perchè aspettare?”.

“TOURNIQUETS…” POTREBBE ESSERE IL VOSTRO MIGLIOR ALBUM “POST-REUNION”. CHI È IL RESPONSABILE DI QUESTE COMPOSIZIONI?
“Eric ed io abbiamo scritto la maggior parte della musica, ma anche Danny e Joe hanno proposto alcuni pezzi. In questa band chiunque è libero di contribuire alla realizzazione di un nuovo album. A livello lirico, Eric è il responsabile di ‘Forever Hungry’ e di ‘King of Flesh Ripped’, mentre io ho scritto tutti gli altri testi. Wes Benscoter si è infine occupato della copertina: è riuscito a trovare qualcosa di perfettamente calzante con il nostro piccolo universo di atrocità”.

IL COSIDDETTO “SUONO AUTOPSY” APPARE COME INGREDIENTE NELLO STILE DI NUMEROSE DEATH ED EXTREME METAL BAND. È INDUBBIO CHE SIATE FRA I CARDINI DELL’INTERO MOVIMENTO DEATH METAL. COME SIETE ARRIVATI A CONCEPIRE UN SIMILE SUONO?
“Non so risponderti con precisione, noi ci siamo sempre limitati a suonare la musica che più ci divertiva. Quando abbiamo iniziato avevamo numerose influenze e abbiamo semplicemente rielaborato queste ultime secondo il nostro gusto. Non sottovaluto nemmeno l’ispirazione ricevuta da film, libri, fumetti e tanta altra arte. Siamo sempre stati persone dalla mentalità aperta”.

CREDI CHE SIA POSSIBILE DISTINGUERE FRA “BELLA” E “BRUTTA” MUSICA?
“No, per fortuna la musica è un ambiente libero, che si sottrae a questo tipo di distinzioni. Tutto si rimette al gusto personale, a ciò che ognuno di noi prova ascoltando qualcosa. È un viaggio personale, dove non esistono regole. Il segreto è ascoltare quello che si vuole senza preoccuparsi di ciò che pensa il resto del mondo”.

IL METAL COME GENERE MUSICALE È OGGI MOLTO PIÙ ACCETTATO RISPETTO AGLI ANNI IN CUI VOI AVETE INIZIATO. L’AUDIENCE SI È INGRANDITA DI MOLTO E ANCHE IL BLACK METAL PIÙ ESTREMO PUÒ OGGI VANTARE UN SEGUITO NUMERICAMENTE IMPORTANTE. PENSI CHE QUESTA SITUAZIONE ABBIA INFLUITO SULLA MUSICA CHE LE METAL BAND DI OGGI PROPONGONO?
“Non penso che questo seguito più grande stia generando un qualche tipo di influenza sulla musica. Per me il metal resta una sorta di rifugio per tante persone più o meno emarginate e per coloro che hanno un forte desiderio di guardare oltre certui standard preconfezionati. Certo, il numero di ragazzini che si avvicinano al metal è aumentato, ma per me ciò è solo un bene: prima o poi schiatteremo tutti, servono forze fresche che portino avanti la nostra torcia”.

IL MONDO AVEVA PAURA DEL DEATH METAL QUANDO QUESTO È EMERSO PER LA PRIMA VOLTA. OGGIGIORNO QUESTA MUSICA SEMBRA SEMPRE MENO DESTABILIZZANTE PERÒ. SECONDO TE VI È UN MODO PER RENDERLA NUOVAMENTE PERICOLOSA? È FORSE QUESTO IL MOTIVO PER CUI SIETE TORNATI SULLE SCENE DOPO TANTI ANNI DI ASSENZA?
“Chissà… se ci pensi, Frank Sinatra appariva pericoloso quando è esploso, e lo stesso si può dire di Elvis. La gente ha sempre paura di ciò che è nuovo, non ci si può fare nulla. Non sono il tipo che pensa molto a queste cose: è vero, il rock and roll non è più una novità e non è più pericoloso, ma se una nuova band lo suona bene, allora non ho problemi ad ascoltarla. Lo stesso vale per il death metal. Lo shock iniziale non esiste più, ma se un gruppo sa come suonare questa musica è solo la benvenuta. Per quanto riguarda il nostro rientro, credo che gli Autopsy all’epoca avessero davvero bisogno di sparire per un po’. Dovevamo ricaricare le batterie. Io però personalmente non sono mai stato con le mani in mano: con gli Abscess e altri progetti ho sempre continuato a suonare. Il silenzio non è mai stata un’opzione sinora”.

PENSI CHE SIA POSSIBILE TORNARE A SUONARE METAL CON UNO STILE DIVERSO DA QUELLO PER CUI SI È DIVENTATI LEGGENDARI NELL’AMBIENTE?
“Quello è un terreno minato. Posso solo dirti che gli Autopsy non avevano intenzione di tornare per proporre qualcosa di diverso dal passato. Gli Autopsy possono esistere solo suonando musica vicina alla nostra visione originale del metal. Comunque, non posso parlare per tutti: magari per altre band la cosa sarebbe più facile o persino più naturale. Alla fine dei conti, questo è il bello di far parte di una metal band: puoi dettare le tue regole oppure distruggere completamente queste ultime e fare quello che ti pare”.

TI SENTI CAMBIATO COME PERSONA E MUSICISTA DOPO TUTTI QUESTI ANNI DI ATTIVITÀ?
“Dipende dai punti di vista. Vita, cibo, bevande, stili musicali, modi di vedere il mondo… tutto sommato credo che il mio cervello funzioni sempre nella stessa maniera, ma sicuramente il tempo ha influito e oggi i miei gusti e le mie idee sono un pochino diversi rispetto al passato. Credo di essermi sempre adattato al trascorrere del tempo riuscendo a rimanere me stesso”.

SEGUI ANCORA LA SCENA METAL? HAI PIÙ O MENO VOGLIA DI SCOPRIRE E ASCOLTARE NUOVI GRUPPI RISPETTO AD UNA VOLTA?
“Ho sicuramente più voglia adesso. Ho da tempo un appetito vorace per nuova musica. Non ne posso fare a meno e continuo a comprare più album possibile. È uno dei veri piaceri della vita: comprare un disco, dargli un primo ascolto, affezionart ad esso, cambiare il modo in cui lo si vede con il passare del tempo… sono esperienze impagabili!”.

COME AUTOPSY NON SEMBRATE MOLTO INTERESSATI A SUONARE DAL VIVO ULTIMAMENTE. PRESUMO ABBIATE TUTTI DEI LAVORI “NORMALI”, FAMIGLIE E ALTRI OBBLIGHI…
“Sì, non possiamo permetterci di essere una vera e propria touring band. Siamo andati in tour un paio di volte nei primi anni Novanta, ma da allora le occasioni di vederci live sono sempre state scarse. Per noi questa è la situazione ideale: abbiamo delle vite ‘normali’ e queste ci mantengono ‘sani’ e attaccati alla realtà. Siamo persone impegnate e i nostri lavori ci permettono di suonare e comporre senza che ciò diventi una sorta di obbligo per pagare le bollette. Sì, potremmo magari calarci nella parte e intraprendere la solita routine album/tour/album/tour, ma tutto questo non sarebbe affatto Autopsy”.

QUAL È IL POSTO PIÙ STRANO IN CUI AVETE TENUTO UN CONCERTO?
“Non so perchè, ma agli inizi ci è capitato spesso di suonare in vecchie sale da bowling abbandonate! Quello è stato un periodo divertente: alternavamo show al bowling a show nelle case dei nostri amici. Erano sempre dei party selvaggi”.

COSA NE PENSI DI...

Peaceville Records: “Sempre con loro dal 1988!”.

Death: “Sono più che mai orgogliso di averne fatto parte. Ero un fan e ho avuto modo di suonare con loro. Si è trattato di un’esperienza incredibile, che mai dimenticherò”.

Morbus Chron: “I nuovi Autopsy. Come non amarli? Death metal suonato col cuore”.

Death-core: “Blagghh!”.

Rogga Johansson e le sue mille band: “Non l’ho ancora incontrato personalmente, ma è senza dubbio una persona che vive per questa musica. Impossibile pensare qualcosa di negativo nei suoi riguardi”.

CONOSCI DELLE BAND ITALIANE? IN CASO AFFERMATIVO, QUALI SONO LE TUE PREFERITE?
“Non ho una conoscenza approfondita del vostro panorama, ma mi piacciono Rhapsody of Fire, Fingernails, The True Endless e Necrodeath al momento. Inoltre tanti anni fa ascoltavo Black Prophecies, Bulldozer, Schizo, Mondocane… e non dimentichiamoci dei Goblin! Se avete suggerimenti su altra ottima musica italiana non esitate a mettervi in contatto! Supportate la resistenza underground!”.

4 commenti
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