AVANTASIA – Burning Down the Opera

Pubblicato il 20/02/2008 da
Torna alla carica l’instancabile Tobias Sammet, frontman degli Edguy e mente/braccio del progetto Avantasia, nel quale riveste il ruolo di compositore, bassista e ovviamente cantante. Giunto al terzo capitolo con il nuovo “The Scarecrow”, il progetto Avantasia brilla di nuova luce grazie all’apporto degli immancabili ospiti, capaci di donare al lavoro un inestimabile valore dal punto di vista esecutivo. In un lussuoso hotel milanese, Metalitalia.com ha incontrato per voi Tobias…

PRIMA DI PARLARE DI “THE SCARECROW”, VUOI DIRCI QUALCOSA SULL’OPERAZIONE COMMERCIALE CON LA QUALE AVETE PUBBLICATO BEN DUE EP PRIMA DELLA PUBBLICAZIONE DEL FULL LENGTH?
“La mia paura era che questa operazione causasse confusione tra i miei fan. Insomma, così tante pubblicazioni in poco tempo potrebbero avere risultati controproducenti. Ma col passare del tempo ho capito che le cose si sarebbero messe nel migliore dei modi. Tutti sono soliti pubblicare dei singoli in concomitanza con la pubblicazione di un album, o almeno lo erano nei tempi gloriosi in cui la gente comprava ancora dei CD (risate amare, ndR). ‘Lost In Space’ può essere visto come un singolo, ma dal mio punto di vista è da vedere come una parte integrante di ‘The Scarecrow’. I miei fan hanno potuto godere di un ottimo prodotto, con bonus track decisamente migliori dei soliti riempitivi, e con il bel video di cui vado fiero”.
DI COSA PARLA ESATTAMENTE “LOST IN SPACE”?
“Alcuni miei fan si sono un attimo inquietati quando hanno appreso di questo singolo. Temevano che mi fossi messo in testa di pubblicare un concept di fantascienza incentrato sullo spazio. Niente di tutto questo, ragazzi! ‘Lost in Space’ è solo una metafora, rappresenta chi si sente totalmente perso, senza alcun punto di riferimento. Questo elemento si lega al prossimo episodio del concept, che sarà pubblicato presumibilmente tra un paio di album. Ora mi voglio prendere una pausa e concentrarmi sugli Edguy. Tornando al pezzo, per descrivertelo meglio ti devo introdurre il concept dell’album. Un giovane ragazzo cresce con un distorto senso di percezione, diventando totalmente isolato dal resto del mondo, emozionalmente parlando. Per difendersi da questo problema, trova il modo di individuare un sostituto dell’amore e dei sentimenti nel mondo dei suoni. Percepisce i suoni in modo molto più estremo degli altri esseri umani, e questo gli dà grandi emozioni. Si innamora della musica, e diventa un compositore. Da quel momento le tentazioni per lui aumentano, e ad un certo punto il ragazzo non sarà più capace di resistere, come Faust. ‘Lost in Space’ è il punto in cui non sa dov’è, cosa ha fatto, cosa è diventato”.
I MUSICISTI AL TUO FIANCO SONO CAMBIATI RISPETTO AI DUE CAPITOLI PRECEDENTI. VOLEVI PROVARE NUOVE SOLUZIONI?
“Il cambiamento più grande dal mio punto di vista è stato il mio avvicendamento al basso. E’ uno strumento che amo molto, e Markus Grosskopf (Helloween, ndR) sui precedenti lavori ha fatto un ottimo lavoro, ma ora ho voluto cimentarmi in questa impresa, e ti devo dire che è stato molto divertente. Per quanto riguarda la batteria, Eric Singer è stata per me la scelta migliore. Aveva suonato già su un pezzo di ‘Avantasia 2’, e già avevo avuto modo di constatare quanto fosse variegato il suo stile. E’ un ottimo batterista metal, e non fa distinzioni tra speed, power, true, false, hollywood metal; si concentra sulla canzone, e la suona esattamente come si conviene, senza troppi paraocchi. E’ bello ascoltare come un batterista del suo calibro interpreta i pezzi, totalmente in modo differente rispetto a quanto avrebbe potuto fare Alex Holzwarth, il nostro ex batterista, molto più concentrato sul lato ‘progressive’ della musica. La chitarra è stata affidata questa volta a Sascha Paeth, per un motivo molto semplice: quando ci siamo ritrovati io e lui ad arrangiare l’album, ovviamente è stata la sua chitarra a finire sui demo, per cui sarebbe stato stupido chiamare Henjo Richter (Gamma Ray, ndR) ed imporgli semplicemente di copiare quanto fatto già ottimamente da Sascha. Henjo è stato ingaggiato solo per suonare alcuni assoli, su cui ha avuto totale libertà espressiva”.
SUONERAI IL BASSO ANCHE DAL VIVO? SEI UN FRONTMAN IRREQUIETO, COL BASSO SARESTI ‘ZAVORRATO’…
“Hai ragione, ed è per questo che non suonerò il basso nel tour. Sascha ha cercato di convincermi, ma non c’è stato niente da fare. L’ho fatto per cinque anni con gli Edguy, ed è questo il motivo per cui ho smesso! Forse lo prenderò giusto per un pezzo, dove non dovrò cantare molto. Ma solo per mio divertimento”.
CI PUOI DIRE QUALI CANTANTI TI SEGUIRANNO ON STAGE?
“Al momento purtroppo no. Stiamo ancora trattando i vari termini, e non possiamo rivelare alcun nome fino a quando non avremo confermato definitivamente il tutto. Dovrebbero essere cinque cantanti, ed alcuni sono apparsi sull’album. Vediamo chi riesco a convincere”.
SPERO CHE TRA QUESTI CI SIA JORN LANDE…
“Gliene ho parlato, e lui mi ha assicurato che potevo contare su di lui. Ti posso rivelare altri nomi a cui ho proposto la cosa, come Andrè Matos, Michael Kiske, Eric Singer, Sasha Paeth. Ma mi raccomando, non dirlo a nessuno… (certo, Tobi, certo…, ndR)”.
TORNIAMO ALLA TUA MUSICA. MI VUOI DIRE QUANTO TI CI VUOLE PER COMPORRE UN PEZZO? IO CREDO CHE TI BASTI POCO…
“Non ho una formula precisa per comporre, per cui mi è difficile individuare una canzone tipo di cui parlarti. Può capitare che mi venga in mente una melodia, un testo, un ritornello, un riff, un tempo di batteria. Da queste basi poi ho modo di creare la canzone. E’ bello veder nascere una canzone, arrangiarla. Per esempio il pezzo ‘The Story Ain’t Over’ è nato in un paio d’ore. Si è trattato solo di trovare i giusti accordi per la melodia di base. Poi il resto è venuto da sé. Molti dei miei pezzi nascono nell’arco di qualche ora, ma ci sono le eccezioni, come in ogni cosa”.
E L’ARRANGIAMENTO COME LO GESTISCI?
“Non mi piace pianificare le cose, mi piace vedere il processo creativo come un qualcosa di artistico, nel vero senso della parola. A volte registro alcune parti sul mio registratore portatile, poi corro da Sascha, ed insieme a lui cerco di trovare un filo conduttore che possa unire alcune delle mie idee. Allora cominciamo ad aggiungere la batteria, gli altri strumenti, ed ecco che il pezzo prende vita. Ecco che cominciamo ad incollare i vari pezzi, così sull’ispirazione, senza scrivere e pianificare nulla”.
MA DIMMI LA VERITA’, TI SARESTI MAI ASPETTATO UN SUCCESSO SIMILE PER IL TUO PROGETTO AVANTASIA?
“Assolutamente no. Sai, una parte di me, la più romantica, sperava che il progetto avrebbe avuto successo, essendo fatto col cuore. Ma sappiamo che non è sempre così, purtroppo. Sono stato felice di vedere come l’interesse nei miei confronti da parte dei fan e dei media sia cresciuto così tanto, e così in fretta. All’epoca, cercando un contratto discografico, proprio la Nuclear Blast mi aveva respinto, non essendo affatto convinta delle mie potenzialità. Sono passato quindi alla AFM, e dopo gli ottimi risultati i ragazzi della NB si sono dovuti ricredere, mi hanno chiesto di poter pubblicare il nuovo album, ed eccoci qui”.
L’EVOLUZIONE MUSICALE DEL PROGETTO AVANTASIA CORRISPONDE TUTTO SOMMATO A QUELLA DEGLI EDGUY. NON SI MISCHIANO LE DUE COSE?
“In genere cerco di tenere ben divisi questi due mondi. Avevo composto un pezzo per ‘The Scarecrow’ che a conti fatti si stava rilevando troppo ‘happy’; ho deciso quindi di lasciarlo in disparte e lo riprenderò sicuramente quando comincerò a lavorare al nuovo Edguy, dove le sonorità più solari sono ben accette. Con gli Avantasia voglio divertirmi, ma voglio che la musica si attesti su sonorità più oscure”.
QUESTA ESTATE SARETE HEADLINER AL WACKEN OPEN AIR FESTIVAL, UNA RESPONSABILITA’ DAVVERO ENORME, NON TROVI?
“Sicuramente. Sono orgoglioso dell’occasione che ci è stata proposta, ma non sento poi così tanta pressione. E’ il sogno di ogni musicista essere headliner del più grande festival metal del mondo, ed io voglio prendermi tutte queste emozioni, senza preoccuparmi troppo. Faremo un ottimo spettacolo, saremo in ottima forma. Non c’è né tempo né bisogno di aver paura”.
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