AVANTASIA – Intervista a Tobias Sammett

Pubblicato il 05/09/2002 da

Il successo del primo capitolo dell’opera Avantasia è stato un qualcosa di soprendente! Arrivato alla top 40 della classifica tedesca, Tobias Sammet – leader degli Edguy nonché mastermind del progetto – ha ottenuto un successo inimmaginabile, ed oggi il giovane cantante torna sul mercato con il secondo ed ultimo episodio della sua metal opera. Forte dei “vecchi” amici, Michael Kiske, Kai Hansen, David Defeis e tutti gli ospiti dell’album (più le new entries Bob Catley ed Eric Singer), Avantasia sigla il suo epilogo con una musica più sinfonica e matura rispetto al passato, senza mai mostrare il minimo segno di debolezza o cedimento. E’ proprio l’allegro Tobias, disponibile e scherzoso come sempre, ad illustrare a Metalitalia.com la sua ultima fatica, confermando, alla fine, la sua ferma intenzione di tornare a dedicarsi totalmente agli Edguy.
TOBIAS, COME PRIMA COSA VORREI SAPERE COME E’ NATO E COME SI E’ SVILUPPATO IL PROGETTO AVANTASIA.
“Bene, questo progetto è nato… fammi pensare… è abbastanza difficile da dire, diciamo che la prima idea di costruire un concept album è nata nel periodo in cui ero impegnato x scrivere “Vain Glory Opera” con gli Edguy, e si è ulteriormente sviluppata nel 1999 quando mi trovavo in tour con gli Hammerfall… è stato proprio in quel periodo che ho scritto la storia x il concept, anche se alcuni elementi della stessa erano già nella mia mente da diverso tempo. Ad ogni modo, è sempre stato un mio sogno… e, sin da quando nelle sessioni di registrazione di “Savage Poetry” (risalente al 1995, nda) avevo scartato alcune canzoni perchè non le ritenevo adatte per gli Edguy, questa idea era sempre nella mia mente; quindi, dopo qualche anno, mi sono ritrovato a risentire quelle canzoni e mi sono detto: “Ok, potrebbe essere ciò di cui ho bisogno per realizzare il mio sogno!” e così ho preso quei pezzi ed ho cominciato a lavorarci sopra, modificandoli per adattarli a ciò che avevo in mente fino a costruirci sopra una storia, e da lì in poi tutto è venuto da sè…”.

PUOI PARLARMI DEI MUSICISTI OSPITI SU QUESTO ALBUM?
“Anche questo è sempre stato un mio sogno, io volevo fortemente lavorare con alcune di queste persone, altri invece erano amici che volevo partecipassero in qualche modo a questo progetto… ti posso fare qualche nome, per esempio Henjo Richter dei Gamma Ray, Alex Holzwarth dei Rhapsody e Markus Grosskopf degli Helloween in particolare, visto che fino al ’97 ho suonato il basso e mi ispiravo a lui, ed ero felice di pensare di averli come ospiti su un progetto basato su una mia idea. Per molti di loro è bastata una telefonata… erano molto felici di lavorare a questo progetto, io gli davo una linea di fondo basata sulla mia idea e loro la sviluppavano come meglio credevano; ci sono stati invece altri musicisti, come Kai Hansen, Michael Kiske e Davide De Feis con cui ho avuto notevoli difficoltà a mettermi in contatto…”.

A PROPOSITO DI MICHAEL KISKE, COME TI SEI TROVATO A LAVORARE CON LUI?
“E’ stato sempre un mio sogno lavorare con Michael Kiske, fin da quand’ero ragazzo; ricordo benissimo l’influenza che lui ha avuto su di me e ti dirò, è stato quando ho sentito per la prima volta “Keeper Of The Seven Keys II” che ho deciso che sarei diventato un cantante! Comunque, nonostante sia stato difficile contattarlo, quando finalmente sono riuscito a parlargli non è stato un problema convincerlo a partecipare… è bastato chiederglielo! Mi ha semplicemente detto: “Ok, mandami il materiale e vedrò se mi piace, anche se questa ormai non è più la musica che mi appartiene”; i pezzi che gli ho mandato gli sono piaciuti molto, e così ha accettato”.

NON TROVI IRRITANTE CHE NELLE INTERVISTE PROMOZIONALI HAI SEMPRE DA RISPONDERE A QUELLE DUE/TRE DOMANDE DI RITO? PER ESEMPIO SONO PRONTO A SCOMMETTERE CHE LE PRIME DUE DOMANDE CHE TI HO RIVOLTO TI SONO STATE POSTE DA QUASI TUTTI QUELLI CHE TI HANNO INTERVISTATO…
“Dunque, a questa domanda è difficile rispondere… la risposta è da cercare non solo in quali domande ti fanno, ma anche in come te le fanno, ma comunque per me non rappresenta un problema in quanto io non prendo mai un’intervista come qualcosa di assolutamente serio a cui devi rispondere in modo stereotipato… e poi è anche interessante notare come, ogni volta che rispondi alla stessa domanda, salti fuori qualcosa di nuovo, un aspetto dei fatti che non avevi mai analizzato prima; e poi, come ti ho già detto, risiede tutto nel modo in cui tu interpreti una determinata domanda”.

GIA’, E’ INTERESSANTE NOTARE COME OGNI VOLTA ALLA STESSA DOMANDA SI RISPONDA IN MODO DIVERSO…
“Sì, è assolutamente normale, non è come quando ti siedi davanti ad un computer e lasci finire a lui la risposta… è naturale un processo del genere”.

CAMBIANDO ARGOMENTO, PRIMA DI PARLARE DEL TUO NUVO DISCO TORNIAMO AL DEBUT DEGLI AVANTASIA: L’ALBUM E’ STATO BEN ACCETTATO SIA DAL PUBBLICO CHE DALLA CRITICA, MA TU CHE NE PENSI? SEI SODDISFATTO DEI RISULTATI CHE HAI OTTENUTO? CHE COSA TI ASPETTAVI?“Che cosa mi aspettavo… nulla in particolare, come ti ho già detto era semplicemente un sogno che avevo in testa da tempo, e quindi non avevo particolari aspettative. Ad ogni modo, quando ti metti a lavorare a qualche progetto non sai mai cosa potrebbe venirne fuori; comunque il risultato finale è stato sicuramente molto più grande di quello che avrei
voluto fare e questo mi ha reso naturalmente molto orgoglioso! Per esempio non avrei immaginato di riempire il mio album con le collaborazioni di così tanti artisti, e questa cosa mi ha dato grande soddisfazione”.

GIA’, IMMAGINO… COMUNQUE CREDO SIA STATA ANCHE E SOPRATTUTTO IL DIVERTIMENTO CHE TI HA COINVOLTO IN QUESTO PROGETTO!
“Guarda, io ti posso dire che ogni cosa che faccio la faccio per divertimento… è così anche per gli Edguy, tu capisci, non potrei andare avanti a fare qualcosa che non mi diverte solamente perchè lo “devo” fare, non avrebbe senso! Quando la gente mi chiede: “Perchè hai messo insieme questo nuovo progetto?” oppure “Perchè lavori con questa band?” io rispondo semplicemente che lo faccio prima di tutto per me stesso, per divertirmi, ed anche per fare nuove esperienze!”.

PARLIAMO DEL NUOVO DISCO, IN PARTICOLARE DEI TESTI: PUOI DIRMI QUALCOSA SUL CONCEPT, IN PARTICOLARE SU COME CONTINUA DOPO LA PRIMA PARTE?
“Questo è davvero difficile da dire, credimi…”.

BASTANO POCHE PAROLE!
“Ok, hai sette ore di tempo?”.

VERAMENTE NON CREDO, AH AH AH!
“Ok (ride)… allora vediamola semplicemente in questo modo: “The Metal Opera I” si può considerare più concentrata sull’aspetto storico della storia, su come essa si sviluppa, mentre la seconda parte si concentra nell’esaminare il mondo spirituale dei personaggi in questione. I personaggi imparano ad avere visioni diverse della vita e del suo significato; imparano a sviluppare nuovi punti di vista su se stessi, sulla natura, sulla filosofia, e diventano più saggi giorno dopo giorno. Vogliono esplorare questa sorta di “mondo invisibile” con tutti i suoi contenuti e diventarne padroni, sviluppando man mano che passa il tempo una sempre maggiore sete di conoscenza. Ecco, quest’album descrive esattamente questo: le sensazioni nell’esplorare questo nuovo mondo e nel provare nuove esperienze, conciliandole con la loro vita nel mondo reale”.

ORA DIMMI COME LE TUE COMPOSIZIONI VENGONO ALLA LUCE: SEI UNO DI QUELLI CHE HANNO UN RIGIDO SCHEMA COMPOSITIVO O FAI LE COSE IN MODO PIU’ RILASSATO?
“Dunque… be’, di base io parto sempre con un’idea (ride)!”.

MI SEMBRA OVVIO, EH EH!
“(Ride) In ogni caso, a parte questo, io parto da un’idea che non mi sforzo di tirare fuori, ma che semplicemente appare nella mia mente… è solamente qualcosa che fluisce dalla mente, può essere un testo, una melodia, o anche solo poche note che ronzano in testa! Da qui si sviluppa tutto il resto, io metto insieme queste idee come un puzzle e poi cerco
di andare avanti in modo naturale, senza seguire quello che mi dice la razionalità; ritengo che un processo naturale del genere si debba tenere soprattutto nel processo di arrangiamento, senza stabilire tutto a tavolino precedentemente. Alla fine sviluppo tutto in questo modo, non solamente con gli Avantasia ma anche con gli Edguy, e anche gli altri
membri del mio gruppo sono soliti fare ciò… e poi, alla fine del processo, quando la canzone è pronta, ricomincio da capo da un’altra idea! (ride)”.

OGGI TOBIAS SAMMETT E’ UN UOMO CHE SPENDE LA QUASI TOTALITA’ DEL SUO TEMPO TRA SONGWRITING, PROMOZIONE E TOUR O TROVA ANCORA DEL TEMPO LIBERO, PER ESEMPIO PER ESSERE UN ACCANITO ASCOLTATORE DI MUSICA?
“Guarda, nel poco tempo libero che mi rimane amo praticare sport, come per esempio il jogging, mentre per quanto riguarda i miei svaghi musicali… be’, ti dico subito che io non ascolto mai la mia musica (ride), ma naturalmente quando vado in macchina, sono agli studio in certi determinati momenti o sto aspettando qualcosa o qualcuno, mi piace rilassarmi ascoltando buona musica, e non può essere altrimenti… mi piace molto ascoltare ancora gruppi quali Deep Purple, Iron Maiden o Helloween… a proposito di Helloween, ho sentito i Masterplan, il nuovo progetto dei dimissionari Roland Grapow e Uli Kusch, non so se hai presente…”.

SI’, TI DIRO’ CHE E’ UN DISCO CHE ASPETTO CON IMPAZIENZA!
“Be’, spacca come pochi, tu non hai idea di quanto io l’abbia apprezzato… è qualcosa di veramente stupendo!”.

GRAZIE PER QUESTA NOTIZIA, HAI RESO UN UOMO FELICE!
“Sono contento anch’io, hanno realizzato davvero un ottimo disco!”.

OK, VISTO CHE SI PARLA DI GRUPPI E DISCHI MI DICI CHE COSA NE PENSI DELL’ODIERNA SCENA POWER METAL?
“Il discorso è sempre lo stesso, ci sono troppi gruppi, è un dato di fatto… ci sono molte buone band e molte altre cattive; ci sono molti gruppi capaci con grandi musicisti capaci di scrivere buone canzoni, ma magari lo fanno semplicemente come lavoro, non hanno quella “magia” che permette ai gruppi migliori di farsi apprezzare e sopravvivere… e poi ci sono quelle band che effettivamente valgono davvero ma restano solo “di nicchia”, senza riuscire a farsi apprezzare dal grande pubblico, magari per colpa della scarsa promozione, mentre altri gruppi di caratura nettamente inferiore riescono a sfondare tranquillamente…”.

QUESTO E’ UN PROBLEMA VECCHIO, PURTROPPO ESISTE DALL’ALBA DEI TEMPI…
“Esatto… e comunque, come ti dicevo, è anche e soprattutto un problema legato alle produzioni… non è difficile oggi per una band produrre un disco e farlo pubblicare; ecco così che un qualsiasi musicista al lavoro sulle proprie idee può voler registrare un demo e dopo pochi mesi la cosa diventa realtà… e poi ogni band può arrivare ad avere un disco di buone canzoni e prodotto bene con gli studios che esistono oggi, ma se non ha quella “magia” di cui ti parlavo prima a nulla serve avere dei musicisti preparatissimi o tecnicamente impeccabili”.

EH LO SO, IN GIRO CI SONO TROPPI DISCHI PRODOTTI BENE, MA SE NON CONTENGONO BUONA MUSICA…
“Io non volevo dire proprio questo, il mio obiettivo non è di giudicare i dischi… non sono un giudice, penso che questa sia una cosa soggettiva. Comunque, ritornando al discorso di prima, ti dico che una volta non era facile arrivare a produrre un disco, non era certo come oggi. Io ho fondato gli Edguy all’inizio degli anni 90, quando il power metal non era tenuto minimamente in considerazione e il grunge si diffondeva come… come…”

…UNA MALATTIA?
“Sì, esatto, una brutta malattia per giunta! (ride) Bene… comunque con gli Edguy, dopo aver faticato per comporre le canzoni necessarie, ho registrato un demo autoprodotto. Nessun contratto discografico. Un anno dopo la storia si è ripetuta, altro demo e nessun contratto discografico. Tu non immagini quanto abbiamo dovuto faticare perché una casa discografica si interessasse a noi e ci pubblicasse un full-lenght… abbiamo davvero dovuto combattere una lunga battaglia per quello che volevamo! Ma ai giorni nostri tu sai meglio di me come vanno le cose, ci sono troppe produzioni… tu sei un giornalista (parole grosse, mooooooolto grosse, nda) e non credo che per te sia piacevole ritrovarti una ventina d’album tutti insieme da recensire, molti dei quali magari ti fanno schifo (un ascolto forzato è comunque ricompensato dal piacere che provo nello stroncare quei dischi, nda), non dev’essere facile!”.

ORA PARLIAMO DI CONCERTI. HAI GIA’ PROGRAMMATO QUALCOSA PER SUPPORTARE IL NUOVO DISCO?
“Con gli Avantasia? No, assolutamente. Questo è nato come un progetto prettamente da studio, preferisco concentrarmi sugli Edguy in fatto di tour… gli Avantasia non sono il mio progetto principale, mi basta fare dischi, ma non ho tempo di andare in tour con loro, devo preparare materiale per gli Edguy, tutto qui”.

QUINDI GIA’ ORA STAI PENSANDO A NUOVI PEZZI PER LA TUA BAND MADRE…“Certo, indubbiamente, ogni volta che ne ho la possibilità mi metto a comporre per gli Edguy”.

VA BENE TOBIAS, L’INTERVISTA E’ QUASI FINITA… PRIMA CHE TI SALUTI, C’E’ QUALCOSA DI PARTICOLARE CHE VUOI DIRE A TUTTI I TUOI FAN ITALIANI?
“Sì, volevo dire che mi dispiace che nel tour precedente con gli Edguy siamo riusciti a suonare solo una volta in Italia, ma spero che nel prossimo tour riusciremo a suonare di più anche nel vostro paese, ricambiando tutti quelli che erano stati delusi dall’unica data di quello
precedente…”.

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