Non capita tutti i giorni di festeggiare venticinque anni di carriera, specie se provieni da un paese refrattario alla musica estrema come la Spagna e suoni da sempre un death metal marcissimo e senza compromessi. Gli Avulsed ci sono riusciti, superando a testa alta innumerevoli difficoltà, sopravvivendo alle varie mode del momento e cementando uno stile lungi dal potersi definire rivoluzionario, ma che resta ancora oggi sinonimo di passione, concretezza e amore incondizionato per il genere. “Deathgeneration”, maxi-raccolta pubblicata lo scorso novembre, ci ha fornito l’assist per contattare lo storico leader Dave Rotten e fargli qualche domanda su questo quarto di secolo di attività, vissuto (citando il titolo di un loro vecchio album) come ‘eminenti nella putrescenza’.
APPENA FONDATA LA BAND AVRESTE MAI IMMAGINATO DI RAGGIUNGERE I VENTICINQUE ANNI DI CARRIERA?
“Non pensavamo che saremmo riusciti a durare cinque anni (ride, ndR)! A conti fatti volevamo solo suonare la musica che più ci piaceva. Quando ci siamo formati eravamo un gruppo di ragazzi accomunati dalla passione per death metal, non c’erano progetti sulla lunga distanza. E’ straordinario essere arrivati fino a questo punto e non aver perso un briciolo di quell’entusiasmo”.
COM’E’ NATA L’IDEA DI RI-REGISTRARE I VOSTRI CAVALLI DI BATTAGLIA? ERAVATE STANCHI DEI CLASSICI BEST OF/COMPILATION?
“Avremmo voluto festeggiare il nostro ventesimo anniversario, ma cinque anni fa non era stato possibile concretizzare la cosa. Va da sé che non potevamo assolutamente perdere quest’occasione! In tutto questo tempo abbiamo suonato più e più volte le canzoni incluse nella tracklist, inoltre abbiamo cambiato leggermente stile e subito diversi avvicendamenti di line-up… l’intento era quello di mostrare al nostro pubblico come suonano oggi quei brani”.
“DEATHGENERATION” E’ STATO RESO POSSIBILE DA UNA COMPAGNA CROWDFUNDING. QUAL E’ STATO IL VOSTRO APPROCCIO A QUESTO NUOVO MODO DI PRODURRE MUSICA? PENSATE DI ADOTTARLO NUOVAMENTE IN FUTURO?
“Volevamo fare qualcosa di veramente speciale. E l’utilizzo di una campagna di crowdfunding era l’unico modo per farlo. A dirla tutta, non ci sono molte differenze con i preordini, per questo vi abbiamo fatto uso. Bisogna sfruttare gli strumenti che hai in ogni momento. Non ti so dire se ricorreremo ancora al crowdfunding in futuro, non ci sono piani al riguardo. Pubblicheremo un live CD/DVD fra qualche mese e non utilizzeremo questo strumento (l’intervista ha avuto luogo a gennaio, ndR)”.
L’ELENCO DEGLI OSPITI SU “DEATHGENERATION” E’ IMPRESSIONANTE E DA’ SICURAMENTE UN TOCCO IN PIU’ ALLA RELEASE. PARLATECI DI QUESTA SCELTA, IMMAGINIAMO SIANO TUTTI AMICI DELLA BAND…
“’Deathgeneration’ è una celebrazione dei venticinque anni di storia degli Avulsed, per cui volevamo fare qualcosa di diverso, qualcosa di speciale. Per alcuni assoli di chitarra abbiamo chiamato Alberto Marín, Victor Blanco e Miguel Barez, ragazzi che nel corso della nostra carriera ci sono sempre stati vicini, mentre per le voci abbiamo contattato alcuni grandi cantanti della scena death metal, importanti sia a livello di influenze che – ovviamente – di amicizia. E’ stata un’esperienza fantastica, e credo che il risultato finale sia all’altezza dei nomi coinvolti”.
IL SOUND DEGLI AVULSED E’ SEMPRE STATO PIUTTOSTO IBRIDO, A META’ STRADA TRA EUROPA E STATI UNITI. NON PENSATE CHE CON UNO STILE PIU’ ‘STANDARDIZZATO’ LA BAND OGGI GODREBBE DI MAGGIORE POPOLARITA’?
“Può essere. Non lo sappiamo e, a dirla tutta, non ce ne preoccupiamo affatto. Ciò che conta veramente è che gli Avulsed sono sempre stati sinonimo di puro death metal. Suoniamo quello che ci piace, e naturalmente abbiamo le nostre influenze. Alcune sono riconducibili alla vecchia scena svedese, altre a quella finlandese, altre ancora a quella americana, ma siamo sempre riusciti ad amalgamarle secondo un nostro stile. Credo ci sia anche un tocco spagnolo nella nostra musica. Non pensiamo mai ‘facciamo qualcosa di più americano o europeo’, badiamo solo a noi stessi”.
NEGLI ULTIMI ANNI IL VOSTRO NOME E’ TORNATO A CIRCOLARE CON FREQUENZA NELL’UNDERGROUND. INDUBBIAMENTE QUESTO E’ UNO DEI PERIODI PIU’ FORTUNATI PER LA BAND, MA QUALI SONO STATI I MOMENTI PIU’ DIFFICILI? C’E’ QUALCHE ALBUM DELLA VOSTRA DISCOGRAFIA CHE RITENETE SOTTOVALUTATO O POCO CAPITO?
“Sai, in venticinque anni di carriera è normale avere degli alti e dei bassi. E’ un discorso che non vale solo per noi, ma per qualsiasi altro gruppo di veterani. Da qualche anno stiamo attraversando un ottimo periodo di forma, non posso negarlo. Suoniamo dal vivo con regolarità e giriamo non-stop per l’Europa e per il mondo con la nostra musica. Penso che ‘Yearning for the Grotesque’ sia stata un’occasione sprecata, più che altro a causa di una scarsissima promozione, ma resta pur sempre un grande album da cui attingiamo ancora brani per le nostre setlist. La cosa importante comunque è essere ancora qui, dopo un quarto di secolo di attività”.
CHE RICORDI AVETE DEI PRIMI ANNI DELLA BAND? NON ERANO IN MOLTI A SUONARE DEATH METAL IN SPAGNA IN QUEL PERIODO…
“C’erano grandi band in Spagna in quel periodo. Molte si sono sciolte, altre si sono riformate diversi anni dopo. Era tutto molto più ‘do it yourself’, artigianale e – per certi versi – ingenuo. Ogni cosa veniva percepita come nuova ed eccitante, dai demo alle fanzine… bei ricordi”.
LA DIMENSIONE LIVE E’ SEMPRE STATA FONDAMENTALE PER GLI AVULSED. QUAL E’ IL POSTO PIU’ STRANO IN CUI VI E’ CAPITATO DI SUONARE?
“Abbiamo suonato ad una festa di nozze, sul ponte di una nave, in un parcheggio… venticinque anni di concerti significano moltissime situazioni strane (ride, ndR)”.
QUAL E’ LA PIU’ GRANDE SODDISFAZIONE CHE VI SIETE TOLTI CON QUESTA BAND?
“Gli Avulsed hanno sempre e solo significato death metal, la musica che amiamo e che più ci piace. Suoniamo quello che vogliamo e abbiamo l’assoluto controllo della nostra carriera. Grazie a questa band abbiamo girato il mondo senza mai smettere di divertirci. Siamo orgogliosi e soddisfatti al 100% di tutto questo”.
DOPO TUTTI QUESTI ANNI, COSA SIGNIFICA PER VOI SUONARE DEATH METAL?
“Il death metal è la nostra vita. Significa poter fare in ogni momento ciò che ci rende felici. Non dobbiamo preoccuparci dei trend o delle mode passeggere… suoniamo quello che ci piace, punto, sentendoci liberi di esprimere la nostra passione e la nostra creatività. Lo abbiamo fatto per venticinque anni, e continueremo a farlo finché potremo”.
ORA CHE AVETE RAGGIUNTO IL TRAGUARDO DEI VENTICINQUE ANNI, CHE PROGRAMMI AVETE PER IL FUTURO? QUANDO POTREMO SENTIRE UN NUOVO ALBUM DI INEDITI?
“Come detto prima, la nostra prossima release sarà un live CD/DVD. Lo abbiamo registrato lo scorso novembre a Madrid, la nostra città natale. E’ ormai pronto e verrà pubblicato in primavera. Nel frattempo suoneremo live il più possibile; abbiamo in programma un tour europeo ad aprile e diverse apparizioni ai festival. Stiamo anche cominciando a scrivere il nostro prossimo album, quindi… avanti così per altri venticinque anni”.