AXEL RUDI PELL – Nell’occhio della tempesta

Pubblicato il 18/01/2014 da

“Into The Storm” è il nuovo album di Axel Rudi Pell che segna la fine del lungo sodalizio con il batterista Mike Terrana,  che ha lasciato il posto ad un altro pezzo da novanta, Bobby Rondinelli (Black Sabbath, Rainbow, Blue Oyster Cult). Musicalmente il chitarrista tedesco porta avanti il suo stile senza nessun cambiamento degno di nota, la cui formula vincente va cercata nella buona fattura dei brani. Cordialissimo e disponibile come sempre, Axel Rudi Pell si lascia andare in una bella chiacchierata in cui ci svela la genesi di “Into The Storm”, ma non solo.

axel rudi pell - band - 2014

AXEL, PARLACI DELLA REALIZZAZIONE DEL NUOVO DISCO.
“Io scrivo canzoni tutto l’anno, quando vado in giro porto sempre con me il mio fido smartphone con registratore vocale. Quando mi ritrovo a suonare la chitarra da qualche parte e vedo che sto trovando un buon riff, accendo subito lo smartphone e registro tutto al momento. Questo procedimento avviene durante tutto l’anno, ad esempio se sono al supermarket e mi viene in mente una melodia, la registro cantandola sul telefonino. Successivamente, sviluppo queste idee nel mio studio per dar vita a canzoni vere e proprie.  Non mi siedo apposta in studio a registrare una canzone, il processo compositivo mi accompagna tutto il giorno, aspetto solo che arrivi una buona idea e la registro. Anche ‘Into The Storm’ è nato in questo modo”.

IL BATTERISTA MIKE TERRANA, DOPO TANTI ANNI INSIEME ALLA BAND, HA DECISO DI LASCIARE. COSA E’ SUCCESSO?
“Non è successo nulla di grave, Mike semplicemente non poteva più seguirmi in tour. Sai, le nostre date vanno schedulate con un discreto anticipo e quando ci siamo ritrovati a programmare il nostro tour, ho contattato tutti i miei musicisti per chiedere loro la disponibilità. Inizialmente Mike si è reso disponibile e la nostra booking agency ha così pianificato tutto il tour del 2014. A date confermate, Mike è arrivato dicendo di non poter più essere della partita perché già impegnato con il tour di Tarja Turunen. A questo punto ho pensato fosse il caso di interrompere la collaborazione con Mike Terrana, perché le cose non funzionavano più. Questo è l’unico motivo che ci ha portato alla separazione, tra me e Mike non scorre cattivo sangue, i nostri rapporti sono rimasti buoni”.

C’E’ QUINDI LA POSSIBILITA’ CHE MIKE TERRANA TORNI MAGARI NEL TUO PROSSIMO DISCO?
“Non credo. Una volta che si va fuori dalla band, si rimane fuori per sempre. Questo è il mio modo di vedere le cose. Per questo mi sento di escludere il ritorno di Mike”.

IL NUOVO BATTERISTA E’ BOBBY RONDINELLI, CHE HA SUONATO INSIEME A BLACK SABBATH, RAINBOW E BLUE OYSTER CULT. COM’E’ NATA LA COLLABORAZIONE TRA DI VOI?
“Quando è stato chiaro che Mike Terrana avrebbe lasciato la band, ho iniziato a fare un lista di batteristi famosi per trovare un sostituto. Da questo elenco ho dovuto effettuare ulteriori scremature perché diversi batteristi erano già impegnati in altre band. A lista ultimata, la prima posizione era occupata proprio da Bobby Rondinelli, lui ha suonato nei Rainbow e nei Black Sabbath ed io adoro il suo stile, il suo modo di suonare la batteria. Ricordo che Bobby venne a suonare nella mia città attorno al 2006 con la sua band, era di supporto a Glenn Hughes. Andai a vedere il concerto e con grande soddisfazione vidi che suonava sempre alla grande. Ebbi anche modo di parlare un po’ con lui, ma non ci scambiammo i contatti. Fortunatamente ho un amico che negli anni Ottanta lavorava per i Rainbow, era una sorta di assistente di Ritchie Blackmore. Lui riuscì a recuperare la mail di Bobby e me la passò. Ovviamente gli ho scritto subito. Ricordo che Bobby rispose che conosceva il mio nome, ma non aveva sentito mai nulla della mia musica. Gli inviai alcuni link a video su YouTube, Bobby rimase entusiasta e accettò di far parte della band”.

COME TI SEI TROVATO A LAVORARE IN STUDIO CON LUI?
“Io e Bobby siamo cresciuti ascoltando le stesse band, entrambi adoriamo i Led Zeppelin e i Rainbow, Bobby ci ha pure suonato, per cui c’è stata subito una forte sintonia fra di noi. Non ho dovuto praticamente spiegare nulla a Bobby su come suonare, gli bastava ascoltare il pezzo una volta e sapeva già esattamente come doveva fare”.

ANCORA UNA VOLTA I TUOI TESTI SONO IMPRONTATI SU TEMATICHE FANTASY…
“Sì, come ben sai sono un grande fan di Ronnie James Dio e adoro questo tipo di tematiche. I pezzi di ‘Into The Storm’ non parlano di vita reale, ma di argomenti fantasy nei quali magari si può trovare qualche stralcio di vita quotidiana, ma nulla di più”.

CURIOSA LA SCELTA DI METTERE SU DISCO LA COVER DI NEIL YOUNG “HEY HEY MY MY”, SEI UN SUO FAN?
“Tutto è nato grazie ad una serie televisiva che adoro, Sons Of Anarchy. In una puntata della terza stagione è apparsa la canzone ‘Hey Hey My My’, suonata da un’altra band, in versione voce e pianoforte. Mi ha colpito parecchio e, prendendo spunto da quell’idea, ho deciso di riarrangiare la canzone e di inserirla nel disco. Quando l’ho fatta ascoltare agli altri ragazzi della band, sono rimasti tutti entusiasti del risultato”.

SO CHE HAI INCONTRATO DIVERSE VOLTE RONNIE JAMES DIO, PRIMA CHE MORISSE. CHE RICORDI HAI DI LUI?
“Ronnie James Dio, oltre ad essere un musicista eccezionale, era una persona davvero sincera e squisita. Abbiamo fatto da band di supporto al tour degli Heaven And Hell in Germania ed ho potuto parlare con Ronnie in diverse occasioni. Alcune sere mi chiamava nel suo camerino ed insieme ci bevevamo una birra mentre si parlava di Rainbow, Black Sabbath e musica in generale. Ronnie trattava tutti in modo molto amichevole, era una persona che non si comportava da rockstar”.

RITCHIE BLACKMORE CONTRO TONY IOMMI: CHI PREFERISCI?
“Entrambi sono due chitarristi fenomenali che hanno creato tanta musica immortale e hanno influenzato moltissimi musicisti. Ritchie Blackmore è stato il primo chitarrista che ho visto in TV, quel giorno lo ricorderò sempre da tanto che mi stupì. Poi, poco tempo dopo, ascoltai un disco dei Black Sabbath e rimasi molto colpito dai riff di Tony Iommi. Adoro entrambi anche se musicalmente sono più vicino a Blackmore”.

NELLA TUA CARRIERA HAI SUONATO CON GRANDI CANTANTI, MA INDUBBIAMENTE OGGI JOHNNY GIOELI E’ UNA COLONNA PORTANTE DELLA BAND.
“Sono d’accordo con te, la voce di Johnny si adatta in modo perfetto alla mia musica, insieme creiamo un’alchimia che ha del magico. Personalmente lo reputo uno dei cinque migliori cantanti hard rock attualmente in circolazione, lui riesce a trasmettere grandi emozioni in qualsiasi cosa si metta a cantare. Non è tutto però, perché Johnny negli anni si è dimostrato una grandissima persona, io lo stimo molto”.

IL SUO CONTRIBUTO AI TESTI E’ SEMPRE LIMITATO VERO?
“Come sempre io compongo musica e testi, ma Johnny non manca di dare il suo contributo. Quando gli mando una canzone da ascoltare, lui mi propone piccoli cambiamenti, un giro melodico diverso e cose del genere per migliorare  i pezzi. Non si limita ad interpretare, ma parte delle linee vocali sono anche merito suo”.

QUESTA VOLTA RIUSCIREMO A VEDERVI DAL VIVO IN ITALIA?
“Purtroppo non so risponderti, al momento abbiamo ricevuto qualche offerta, ma era davvero priva di senso.  Non voglio diventare ricco con i miei concerti, ma nemmeno doverci perdere dei soldi a causa di offerte poco serie. Evidentemente in Italia non abbiamo un seguito così nutrito, è un peccato perché Bobby e Johnny hanno origini italiane ed io stesso adoro suonare in Italia. Spero che in futuro potremo suonare in qualche vostro festival”.

SEGUI L’EVOLUZIONE DELLA SCENA METAL IN GERMANIA E NEL RESTO DEL MONDO?
“Non tanto, gran parte del mio tempo lo dedico alla mia musica e non seguo l’evolversi della scena o le band più giovani. Infatti non so mai cosa dire quando mi chiedono impressioni sulla scena metal, io ne sono fuori perché non ho tempo di seguirla”.

ANCHE TU HAI DECISO DI PUBBLICARE IL TUO ULTIMO DISCO IN FORMATO VINILE. CREDI CI SIA UN RITORNO VERSO QUESTO FORMATO?
“Assolutamente sì, oggi non si parla certo di numeri in grado di sorpassare le vendite dei CD o di musica digitale, ma è innegabile che l’interesse verso il vinile sia aumentato. Credo il merito vada a quello zoccolo duro di fan a cui piace vedere la copertina di grandi dimensioni, oppure ascoltare il suono del vinile. Speriamo che questo trend continui anche in futuro”.

TI ALLENI ANCORA CON LA CHITARRA?
“Raramente. Quando non sono in studio o in tour, difficilmente mi metto a suonare la chitarra per allenarmi. In certi periodi in cui sono molto occupato, tra interviste e attività promozionali, mi capita di non toccare la chitarra anche per due settimane di fila. Capita però che se sento riff interessanti di altre band, provo a rifarli, inoltre prima di partire per un tour mi alleno suonando cinque o sei ore al giorno. Le dita tendono a diventare pigre se non si tengono in allenamento, questo fa parte del lavoro!”.

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