In un periodo in cui stanno uscendo davvero ottimi dischi partoriti da formazioni italiane, e perfetto esempio ne è il debutto degli aostani Illogicist, anche i marchigiani Aydra sono tornati sul campo di battaglia, per prendersi le meritate lodi che da tempo gli spettano! Andrea Mastromarco, bassista del quintetto nostrano, ci racconta il passato, il presente ed uno speranzoso futuro di un gruppo che, con il nuovo, freschissimo “Hyperlogical Non-Sense” merita al 100% la nostra attenzione, per una volta, possibilmente, sorda ai richiami del metallo estero… Prego Andrea, a te il microfono…
BENVENUTO SU METALITALIA.COM, ANDREA! TANTO PER COMINCIARE, CREDO CHE IN POCHI CONOSCANO A FONDO GLI AYDRA. POTRESTI RIASSUMERCI LA VOSTRA STORIA?
“Il gruppo nasce nel 1985 come Hydra e, dopo aver registrato alcuni demo orientati verso il power-thrash, cambia nome nel più originale Aydra. Dopo alcuni cambi di formazione ed altri due nastri di death-thrash abbastanza tecnico, nel 1996 il gruppo produce il suo primo mini-cd (‘Psycho Pain Control’). Nel 1999, dopo altri cambi di formazione (lascia la band anche Giovanni Rovatti, chitarrista e membro fondatore) esce il full-length ‘Icon Of Sin’, che vede gli Aydra approdare definitivamente verso sonorità techno-death. Nonostante il disco non abbia mai avuto uno straccio di distribuzione, vende quasi 1000 copie, facendo inoltre ottenere alla band nuovi importanti consensi a livello underground, nonché permettendo al gruppo di conoscere Frank Andiver, produttore di ‘Hyperlogical Non-Sense’”.
PRIMA DI INIZIARE A PARLARE DEL NUOVO ALBUM: COME SI RIESCE A SOPRAVVIVERE PER TANTI ANNI NELL’UNDERGROUND? QUASI VENT’ANNI SONO UN’ETERNITA’…
“Il segreto è provare soddisfazione in quello che si fa, senza farsi condizionare da fattori esterni di qualsiasi tipo, e soprattutto proponendo un genere di nicchia come quello che noi facciamo. Comunque, c’è da dire che della line-up degli Aydra dell’85 non è rimasto nessuno, e questo ha portato ad un’evoluzione del sound della band che ne ha sicuramente facilitato la ‘sopravvivenza’”.
DUNQUE, QUALI SONO LE VOSTRE ASPETTATIVE NEI CONFRONTI DI “HYPERLOGICAL NON-SENSE”? AVETE QUALCHE META PARTICOLARE?
“Le aspettative nei confronti di ‘Hyperlogical Non-Sense’ sono alte, perlomeno per quello che può aspettarsi un gruppo come il nostro. Non è che vogliamo vendere 100000 copie e andare in tour mondiale con i Metallica (anche se non ci farebbe schifo una situazione del genere), comunque ci rendiamo conto che il disco è estremamente valido, probabilmente (lo dico senza superbia) al di sopra della media di gran parte delle uscite degli ultimi tempi. Quindi non vedo perché non dovremmo riuscire per lo meno a renderci un po’ più visibili rispetto al passato, soprattutto da un punto di vista dell’attività live, importantissima per un gruppo come il nostro”.
COME SI SONO SVOLTE LE REGISTRAZIONI DEL DISCO? E COME E’ STATO LAVORARE CON FRANK ANDIVER? IN CHE MODO SIETE ENTRATI IN CONTATTO CON LUI?
“Dunque, parto dalla fine. Frank lo abbiamo conosciuto al MEI di Faenza nel 2002; lui ci conosceva per ‘Icon Of Sin’, che gli era piaciuto tantissimo. In quell’occasione, gli abbiamo fatto ascoltare un promo di quattro pezzi nuovi, che lo ha talmente impressionato da decidere di farci registrare un disco nei suoi studi. Le registrazioni si sono poi svolte tra settembre e ottobre dello scorso anno presso il suo studio (lo Zenith) a Lucca, mentre i mixaggi sono andati avanti fino a Pasqua di quest’anno; questo perché sia noi che Frank volevamo un prodotto che ci soddisfacesse al 100%. Ad ogni modo, quando siamo entrati in studio, i pezzi del disco erano completamente finiti, anche se, in fase di registrazione, soprattutto dietro i consigli di Frank, abbiamo deciso di riarrangiarne alcune parti. Lavorare con Frank è stato veramente stimolante: grazie alla sua esperienza è riuscito a portare al massimo le nostre potenzialità, ed oltretutto è riuscito a trovare dei suoni potentissimi ma allo stesso tempo incredibilmente definiti, quindi estremamente adatti alla nostra proposta musicale”.
AVETE DA POCO CAMBIATO UN MEMBRO DELLA FORMAZIONE: COME SI E’ INSERITO ALESSANDRO (MARCELLI, CHITARRA)?
“Ale si è inserito alla grande! Ha fatto un gran lavoro su ‘Hyperlogical Non-Sense’, sia a livello di arrangiamenti, sia di assoli, e credo che contribuirà (anzi, lo sta già facendo) alla stesura dei nuovi brani in maniera decisiva”.
I VOSTRI BRANI SONO RICCHI DI VARIAZIONI E RIFF INCALZANTI: COME NASCE DI SOLITO UNA VOSTRA COMPOSIZIONE?
“Per quello che riguarda il nuovo disco, i pezzi li abbiamo composti io, Mauro (Pacetti, voce, nda) o Francesco (Olivi, chitarra, nda). Solitamente, ognuno di noi porta un pezzo finito, per poi lavorarci tutti assieme. Nella fase di arrangiamento entra in scena Nicola (Raffaeli, batteria, nda), e spesso succede di riadattare alcuni riff al tempo che ha in mente lui. Alla fine il pezzo può anche risultare molto diverso da quello che avevamo in mente io, Mauro o Francesco. Ciò che conta, comunque, è che il brano ci soddisfi pienamente”.
A MIO PARERE, AVETE INFLUENZE SIA THRASH, SIA DEATH: DA QUALE PARTE TENDETE PER LA MAGGIOR PARTE?
“Mah…che ti devo dire? Siamo fan di entrambi i generi, quindi non è possibile stabilire da che parte tendiamo di più; e poi il death metal non è che l’estremizzazione del thrash, quindi…”.
ESISTE UN ELEMENTO, UNA CARATTERISTICA CHE NON DEVE MAI MANCARE ALL’INTERNO DELLA VOSTRA MUSICA, SENZA IL/LA QUALE GLI AYDRA NON AVREBBERO RAGIONE DI ESISTERE?
“Un pezzo degli Aydra deve piacerci; se facessimo musica che non ci piace, non avremmo ragione di esistere”.
PARLIAMO DELLE LYRICS: SONO A SFONDO PSICOLOGICO…MA ESISTE UNA SORTA DI CONCEPT?
“No, non c’è nessun concept. Ogni testo fa storia a sé, anche se sono tutti legati da un filo logico, che è quello della pazzia, che oltretutto è un tema che ci è sembrato calzare a pennello con il genere musicale da noi proposto (in effetti…, ndR)”.
HO TROVATO REALIZZATO DAVVERO BENE IL REMIX DI “PULSE”: E’ STATO SOLO UN ESPERIMENTO OPPURE POTREBBE RIVELARE QUALCHE SOLUZIONE FUTURA?
“’Re-Pulse’, per ora, è solo un esperimento; come su ‘Icon Of Sin’ con ‘No R.M.X.’, abbiamo voluto mettere un remix di un pezzo, e ‘Pulse’ ci è sembrato quello che si adattasse meglio a tale scopo. Per quello che riguarda il futuro non credo che gli Aydra diventeranno mai una sorta di Prodigy-death metal. Però non si può mai sapere…”.
LA VOSTRA PROPOSTA MI SEMBRA ADATTISSIMA DA ESIBIRE LIVE: COME PROCEDE L’ATTIVITA’ DAL VIVO?
“Per ora abbiamo fatto un solo concerto dall’uscita dell’album. Speriamo che con il nuovo anno qualcosa si smuova, anche perché un gruppo come il nostro deve avere come obiettivo principale quello di suonare dal vivo il più possibile”.
UN GIUDIZIO SPASSIONATO SULLA SCENA METAL ITALIANA NEL 2004…
“Io penso che in Italia di gruppi validi ce ne siano parecchi, almeno quanti ce ne sono in Svezia; Infernal Poetry, Illogicist o Gory Blister (e tanti altri) non hanno niente da invidiare a band che vendono centinaia di migliaia di copie. Però se certi giornali ritengono che sia più importante sapere quanti peli ha sul culo James Hetfield piuttosto che dare spazio alle band nostrane (oppure le stroncano senza alcuna ragione), è normale che la situazione rimanga tragica. Fortunatamente ci sono le webzine che, almeno in parte, risolvono il problema”.
BENISSIMO, ANDREA, IL CONCETTO E’ PIU’ CHE CHIARO…GRAZIE PER LA CORTESIA E LA DISPONIBILITA’. UN ULTIMO SALUTO AI LETTORI DI QUESTO PORTALE…
“Innanzitutto, grazie per l’opportunità che ci avete dato. Poi vorrei ringraziare tutti coloro che ci supportano comprando il nostro disco e venendo ai nostri concerti, nonché a tutti quelli che vorranno farlo. Infine, un grandissimo ringraziamento va a Frank Andiver per tutto quello che ha fatto e sta facendo per noi”.