AYREON – Le origini del tutto

Pubblicato il 25/04/2017 da

Arjen Anthony  Lucassen non delude mai, ancora una volta il musicista/compositore/produttore olandese è tornato a farsi sentire con un disco che sfiora la perfezione. Quattro anni di attesa hanno premiato i fan più pazienti perchè “The Source” conferma lo status degli Ayreon che, volenti o meno, oggi sono una delle realtà più solide ed importanti della scena progressive a livello mondiale. Arjen Lucassen ai nostri microfoni si è dimostrato come sempre una persona umile, disponibile e molto propensa al dialogo, insieme abbiamo sviscerato l’ultimo nato che, in realtà, rappresenta il prequel di tutta la saga firmata Ayreon.


ANCORA UNA VOLTA HAI FATTO ATTANDERE I TUOI FAN UN PERIODO ABBASTANZA LUNGO, SONO PASSATI INFATTI QUATTRO ANNI DAL PRECEDENTE DISCO DEGLI AYREON.
“Vedi, i dischi degli Ayreon sono molto complessi e mi portano via talmente tanta energia che non potrei davvero essere più veloce nelle composizioni. Nel periodo di pausa tra un disco e l’altro preferisco dedicarmi ad altri progetti. Un disco degli Ayreon comporta un lavoro mostruoso di composizione, di arrangiamenti, di gestione dei vari ospiti e quando tutto è finito io mi ritrovo letteralmente prosciugato delle mie energie, per questo non potrei mai rimettermi subito al lavoro su un altro album”.

“THE SOURCE” SI PRESENTA COME UN ALTRO CONCEPT ALBUM, MA AMBIENTATO ALL’INIZIO DELLA TUA SAGA.
“Il concept ovviamente è legato alla storia del progetto Ayreon ed in particolare si tratta di un prequel che racconta proprio l’inizio di questa chiamiamola saga. Gli avvenimenti narrati su ‘The Source’ possono essere collocati prima del disco ‘01011001’. La storia inizia sul pianeta Alpha dove gli abitanti stanno affrontando gli stessi problemi ecologici e politici che noi viviamo sulla Terra. I computer vengono istruiti per risolvere questi problemi e, dopo una lunga analisi, le macchine arrivano alla conclusione che il problema vero del pianeta è proprio l’umanità. Da qui il loro intento di interrompere tutti i supporti vitali, perché le persone sono ormai totalmente dipendenti dalla tecnologia, e di eliminare il problema alla radice. La razza umana a questo punto per salvarsi decide di colonizzare un altro pianeta. Questa, molto riassunta, è la trama che potrete leggere nelle canzoni di ‘The Source’”.

LA TRAMA DI THE SOURCE NON E’ POI COSI’ LONTANA DALLA REALTA’, MOLTI SCIENZIATI INFATTI PREVEDONO CHE IN POCHI DECENNI L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE POTREBBE PRENDERE DEFINITIVAMENTE COSCIENZA.
“Assolutamente sì, sono molto interessato a queste tematiche e leggo molti articoli scientifici sull’argomento. Gli scienziati prevedono che attorno al 2050 l’intelligenza artificiale sarà del tutto sviluppata. A questo punto è molto interessante speculare su cosa potrebbe succedere alla razza umana quando l’intelligenza artificiale sarà attiva. Ovviamente su ‘The Source’ ci sono un sacco di riferimenti a ciò che sta avvenendo attorno a noi”.

TU CHE DA SEMPRE AFFRONTI QUESTE TEMATICHE, HAI UN’OPINIONE POSITIVA SULL’AVVENTO DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E DI UNA POSSIBILE COSCIENZA INCULCATA NELLE MACCHINE?
“E’ difficile fare previsioni, probabilmente in questo caso la verità sta nel mezzo, ci potranno essere aspetti negativi ed altri positivi. Io adoro la tecnologia, adoro la scienza, ma non vorrei mai perdere il controllo di tutto ciò che avviene attorno a me, l’uomo deve comunque essere sopra a tutto. Nel mio studio di registrazione io lavoro con le tecnologie più moderne, uso molto i social network per rimanere in contatto con i miei fan e penso che non è tanto un problema di come la tecnologia si svilupperà nei prossimi decenni, ma dell’uso che ne verrà fatto”.

PRIMA PARLAVI DELLA GRANDE MOLE DI LAVORO CHE SI NASCONDE DIETRO AD UN DISCO DEGLI AYREON. MI PARLERESTI ALLORA DEI LAVORI SU “THE SOURCE”?
“Anche per ‘The Source’ i lavori sono durati circa un anno, come sempre ho iniziato con la musica registrando le mie idee. Successivamente ho riversato tutto su computer, ho cancellato le parti che non mi piacevano ed iniziato a lavorare sul restante materiale per sviluppare le canzoni vere e proprie. Poi mi sono dedicato alla scrittura della storia e alla scelta dei cantanti da contattare per il disco. Come sempre ho pensato alle voci che potessero rappresentare al meglio la storia, per ogni canzone avevo precisamente in testa chi avrebbe dovuto cantare”.

IL CAST DI CANTANTI VEDE DEI TUOI VECCHI AMICI CHE GIA’ HANNO PARTECIPATO AI PRECEDENTI DISCHI DEGLI AYREON INSIEME A NUOVI INGRESSI, NON DEV’ESSERE STATA UNA SCELTA FACILE.
“Come dicevo prima, lascio che la musica mi ispiri sulle voci da scegliere. Solo quando ho terminato la stesura delle parti musicali inizio la mia ricerca. Ovviamente ho in testa già molti artisti perfetti per le mie canzoni, devo poi tener conto della disponibilità degli musicisti perché magari alcuni hanno già altri impegni schedulati. Una volta scelti scrivo le parole, non lo faccio prima. I testi infatti li adatto per la singola voce che ho in mente, quindi per un determinato cantante scrivo in un certo modo, per un altro cambio alcune cose”.

LE VOCI PRESENTI SUL DISCO SONO MOLTO DIVERSE FRA LORO, PENSO A JAMES LABRIE E HANSI KURSCH. IN QUALCHE CASO TI SEI TROVATO IN DIFFICOLTA’ NELL’ADATTARE I TUOI TESTI ALLE VOCI?
“No, questa volta posso vantare su disco alcuni tra i migliori cantanti metal al mondo e fortunatamente li conosco molto bene. Non cercavo principalmente degli screamer, per ‘The Source’ volevo cantanti che avessero una voce molto particolare che si riconoscesse subito”.

“THE SOURCE” INIZIA CON IL BRANO PIU’ LUNGO E COMPLESSO DEL DISCO, “THE DAY THAT THE WORLD BREAKS DOWN”. DI SOLITO CI SI ASPETTEREBBE UN’OPENER PIU’ CORTA, MAGARI ANCHE PIU’ COMMERCIALE, TU INVECE HAI SCELTO L’OPPOSTO…
“Io in realtà non ho scelto nulla, è semplicemente accaduto così. A volte faccio dei piani, ma non parlo mai con loro, lascio che tutto nasca e si sviluppi in modo molto naturale. Credo che questa canzone sia perfetta per aprire il disco in quanto mostra subito un sacco di cose, dalle influenze musicali, allo stile Ayreon, alla varietà dei testi, al gran numero di cantanti coinvolti, qui ci sono tutti. Questo brano è uno specchio, uno spaccato di tutto ciò che il disco contiene. Se ad un fan piace ‘The Day That The World Breaks Down’, allora piacerà anche l’intero disco”.

DURANTE L’ASCOLTO TROVIAMO PEZZI COME “EVERYBODY DIES” CHE HANNO UNA VESTE MODERNA, ALTRI COME “SEA OF MACHINES” RICHIAMANO IL PROGRESSIVE ROCK ANNI SETTANTA ED ANCORA, “DEATHCRY OF A RACE” CONTIENE MELODIE DALLA SPICCATA VENA FOLK. QUANTO E’ STATO DIFFICILE METTERE INSIEME TUTTE QUESTE SFUMATURE ALL’INTERNO DELLA TUA MUSICA?
“Devo dirti che per me è stata una cosa molto semplice. La cosa più difficile per me è limitarmi ad un singolo stile. Ricordo che quando ho scritto la musica per il progetto ‘Star One’, mi sono dovuto limitare ad uno stile prettamente heavy metal, credimi se ti dico che un progetto del genere per me è stato molto più complicato da realizzare se paragonato a ‘The Source’. Mi piace essere in grado di amalgamare insieme un sacco di stili musicali, perché rispecchiano me come persona e musicista, io ascolto di tutto ed il mio gusto musicale spazia davvero in lungo e in largo per i più svariati generi. Adoro Beatles, Pink Floyd, Led Zeppelin, Black Sabbath, Rainbow, tutte band che non si possono racchiudere all’interno di un singolo genere musicale. Prendi un disco come ‘Led Zeppelin III’, contiene canzoni folk, blues, heavy rock… io adoro questo tipo di commistioni”.

HAI MAI PENSATO DI RIVERSARE TUTTA LA STORIA DI AYREON IN UN LIBRO?
“Mi vergogno quasi a dirlo, ma credo di non aver mai letto un libro in vita mia. Non avrei il tempo, la concentrazione, la passione per scrivere l’intera storia. Se non riesco a leggere un libro, figurati a scriverlo (ride, ndr)! Inoltre credo che la mia storia non sia forte abbastanza per rimanere slegata dalla musica, i miei testi li vedo associati alla musica, che per quanto mi riguarda è la parte più importante dei dischi che realizzo”.

VIVIAMO UN’ERA IN CUI I DISCHI NON SI VENDONO E SPESSO SONO DIVENTATI SOLAMENTE UNO STRUMENTO PER GIUSTIFICARE L’INIZIO DI UN LUNGO TOUR. TU INVECE TE NE ESCI CON UN’IMPONENTE LAVORO CONTENUTO IN BEN DUE CD.
“Anche in questo caso non c’è stato nulla di programmato, ho semplicemente iniziato a scrivere un disco e mi sono trovato con tante canzoni in mano tutte legate che non potevano essere escluse. C’è da dire che mi trovo nella fortunata posizione di poter vantare un alto numero di vendite, i fan sono leali alla band e comprano i dischi degli Ayreon. Ti dico solo che le prenotazioni di ‘The Source’ sono state le migliori rispetto a tutta la mia discografia passata e le migliori mai registrate dalla mia casa discografica. Grazie ai fan che mi supportano in modo così caldo e costante, posso permettermi un budget in grado di garantirmi una buona produzione, un grande artwork e l’ingaggio di fantastici artisti”.

A FINE DELLO SCORSO ANNO HAI ANNUNCIATO IL PRIMO CONCERTO DEGLI AYREON CHE SI TERRA’ IL PROSSIMO SETTEMBRE. A PARTE “THE THEATER EQUATION”, SARA’ LA PRIMA VERA PROVA DAL VIVO PER GLI AYREON, RICORDO INOLTRE CHE TU HAI SEMPRE DICHIARATO IL TUO DISINTERESSE A SUONARE DAL VIVO…
“Diciamo che la molla che mi ha fatto scattare il desiderio di portare gli Ayreon dal vivo è stata proprio ‘Theater Equation’, perché non fui coinvolto nella realizzazione e nei lavori. I quattro show che tenemmo furono tutti sold out, ho visto gente piangere, altri totalmente esaltati e questo calore mi ha fatto venire la voglia di realizzare un vero concerto dal vivo per gli Ayreon. Suoneremo canzoni da tutti i dischi degli Ayreon, è una cosa che si deve fare. Anticipo subito che sarà un evento unico, io non sono un performer, suonare dal vivo non è la mia vita e mi considero un musicista da studio, per cui non ho intenzione di tenere ulteriori concerti”.

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