Sono stati lontani più di cinque anni, ma è come se non se fossero mai andati. Questa almeno è l’impressione che abbiamo avuto ascoltando “Four By Four”, album di ritorno dei Babies che, contrariamente a quanto avviene spesso e volentieri a seguito di pause più o meno lunghe, ci restituisce una band in gran forma, come e più di quella che avevamo lasciato nel 2008. In attesa di saggiarne il ritrovato stato di forma anche dal vivo, abbiamo fatto il punto della situazione con un loquace Nicke, palesemente carico e pronto a riprendere con i suoi Babies lo scettro dello swedish rock ‘n roll…
SONO ORMAI UN PO’ DI ANNI CHE MANCATE DALLE SCENE…COME CI SI SENTE A TORNARE DOPO TUTTI QUESTI ANNI?
“Siamo veramente carichi! L’estate sta andando benone, stiamo prendendo parte a molti festival, le reazioni dei fan sono ottime, siamo veramente felici del nuovo disco…insomma, ci stiamo divertendo un sacco, che poi è il motivo principale per cui ci siamo presi una pausa, per capire veramente cosa volevamo fare da grandi, e per ora sta andando tutto come avevamo previsto”.
IMMAGINO QUINDI LA SCELTA DI STACCARE LA SPINA SIA DOVUTO AL LOGORIO DELLA VITA ON THE ROAD..
“Eravamo arrivati ad un punto in cui non ci stavamo più divertendo come un tempo, e probabilmente se fossimo andati avanti non sarebbe venuto fuori un buon lavoro, o forse addirittura avremmo rischiato di scioglierci. Non voglio dire che non andassimo più d’accordo, ma ognuno di noi aveva i suoi problemi personali da gestire al di fuori della band; io per primo, avevo bisogno di staccarmi un attimo dai Babies e dalla scena rock ‘n roll in generale per portare avanti il mio progetto solista e capire cosa avrei voluto fare per il resto della mia vita. Questo fondamentalmente è il motivo per cui ci siamo presi una pausa di cinque anni, ma ora è venuto il momento di dimostrare al resto del mondo che i Backyard Babies sono tornati e possono coesistere con altre cose, siano essi progetti paralleli o famiglie”.
CHIARO, ANCHE SE IN REALTA’ TU E DREGEN SIETE RIMASTI COMUNQUE ATTIVI MUSICALMENTE ANCHE IN QUESTI ANNI
“Siamo rimasti nel music business, ma abbiamo avuto modo di lavorare con persone diverse, in contesti diversi, eccetera. Nel caso di Dregen poi è vero che comunque la musica è in qualche modo vicina allo stile dei Babies, mentre per quanto mi riguarda ho cambiato proprio genere”.
CREDI CHE IN QUALCHE MODO QUESTE ESPERIENZE ABBIANO INFLUENZATO IL NUOVO ALBUM, O SIETE RIPARTITI ESATTAMENTE DA DOVE AVEVATE LASCIATO?
“Credo abbiano aiutato, ma in un altro senso. Nel momento in cui siamo ritrovati, avevamo messo subito in chiaro come il nuovo album avrebbe dovuto essere il più Backyard Babies di tutta la nostra discografia, quindi da questo punto di vista i progetti solisti sono stati utili come valvola di sfogo, se no avremmo rischiato di fare un album più sperimentale, il che probabilmente non sarebbe stata la cosa migliore”.
QUAL E’ STATA LA MOLLA CHE VI HA RIPORTATO INSIEME?
“Di sicuro non è stata la voglia di viaggiare (risate, NdA). Direi che sicuramente la cosa che mi è mancata di più è stata l’affetto dei fan, quella sensazione di ‘amo la vostra band’ che abbiamo costruito in tutti questi anni di concerti, e di cui iniziavo a sentire la mancanza. In realtà comunque non ci siamo mai sciolti, semplicemente ci siamo presi una pausa, ma abbiamo sempre promesso ai nostri fan che saremmo tornati, per riprendere quel discorso che abbiamo cominciato e portato avanti insieme negli ultimi 20-25 anni. Non escludo in futuro ci possano essere degli altri periodi di pausa, se pure probabilmente più brevi di questo, ma state pure certi che i Backyard Babies non spariranno”.
QUINDI PER I PROSSIMI DIECI ANNI POSSIAMO ASPETTARCI CINQUE ALBUM E RELATIVI TOUR?
“Un attimo, un album alla volta (risate, NdA)! E’ presto per pensarci, comunque penso che almeno per il prossimo anno ci concentreremo sulla promozione dell’album, con un bel tour europeo e la partecipazione ad altri festival la prossima estate, e poi si vedrà. Molto dipenderà anche da quella che sarà la reazione del pubblico al nuovo disco, al tour, e via discorrendo, ma è ancora presto per dirlo”.
ANCHE SE E’ PRESTO PER DIRLO (L’INTERVISTA SI E’ SVOLTA A INIZIO LUGLIO, NdA), QUALI SONO LE PRIME REAZIONI AL NUOVO DISCO?
“I fan per ora hanno avuto modo di sentire solo una canzone, mentre le reazioni degli addetti ai lavori sono più o meno le stesse in tutti i paesi, in particolare tutti hanno avuto l’impressione di una band che si diverte di nuovo insieme, e questo mi fa piacere perché davvero il songrwiting e le registrazioni sono state tra le più rapide della nostra storia”.
IL DISCO E’ PROBABILMENTE IL PIU’ CORTO CHE AVETE MAI REGISTRATO…AVETE LASCIATO FUORI QUALCOSA, O SEMPLICEMENTE NON VEDEVATE L’ORA DI TORNARE?
“Non c’era nessun piano preciso, ma alla fine sono uscite fuori nove canzoni di cui otto abbastanza corte, ed è andata bene così. Non credo avrebbe avuto senso cercare di allungare il disco tanto per il gusto di farlo, e poi credo che di questi tempi tornare con un disco molto diretto sia la cosa migliore, visto anche che si ascolta sempre più musica in streaming. Inoltre molti dei miei album preferiti (a parte ‘Appetite For Destruction’, il mio preferito in assoluto) durano più o meno mezz’ora, quindi va benissimo così!”.
MI HA MOLTO INCURIOSITO IL TITOLO DELL’ALBUM…CHE SIGNIFICATO CELA?
“Siamo quattro membri che si aiutano gli uni con gli altri, esattamente come le quattro ruote motrici di una 4×4 spingono tutte la macchina in cima alle montagna; al tempo stesso, se una delle quattro è in panne, le altre tre portano comunque anche la quarta in cima. Lo trovo un bel titolo, una metafora efficace”.
UNA TRACCIA IMPORTANTE E’ SICURAMENTE LA PRIMA, SCELTA ANCHE COME PRIMO SINGOLO, “TH1RT3EN OR NOTHING”…
“E’ la prima traccia che abbiamo registrato, e abbiamo subito deciso che avrebbe dovuto essere il primo singolo. E’ un pezzo molto Babies, con delle ritmiche molto groovy, e con un testo che si sposa molto bene con il concetto di ritorno e via discorrendo. Credo sia fondamentale cominciare bene, ricordando alla gente qual è il nostro stile, e da lì in poi l’album può viaggiare spedito”.
DI CONTRO, LA CONCLUSIVA “WALLS” SI DISCOSTA ABBASTANZA DAL RESTO DELL’ALBUM, CON UNA VENA MOLTO PIU’ DARK E UNA LUNGA CODA STRUMENTALE…
“All’inizio è nata come una traccia hard-blues, poi si è un po’ modificata, e Dregen se n’è uscito con questa lunga outro…Credo sia una traccia importante per molti motivi, non ultimo il fatto di poter dimostrare alle nuove generazioni l’importanza della spontaneità. Voglio dire, quando l’abbiamo registrata ci siamo divertiti un sacco – io ho suonato la chitarra di Dregen, lui se ne è uscito con questi effetti particolari, e via così -, e il fatto di averla inclusa nell’album ha reso questa traccia ancora più particolare, al punto che un sacco di gente me ne sta parlando. Se l’avessimo lasciata fuori, per paura di ‘sporcare’ la canzone, sarebbe uscito un disco sicuramente più noioso. Inoltre a tutti noi piace quest’atmosfera più oscura, in stile ‘metal Pink Floyd’, quindi siamo contenti che abbia fatto colpo”.
MI PIACE MOLTO ANCHE L’ARTWORK, UNA SORTA DI RITORNO COI PIEDI PER TERRA DOPO CHE ERAVATE SALITI SUL TETTO DEL MONDO CON IL VOSTRO PENULTIMO ALBUM…
“Hai ragione, è una buona chiave di lettura (risate, NdA). Devo dire che piace molto anche a me, anche perchè è tutto fatto a mano, non ci sono trucchi digitali: il ragazzo che ha fatto la foto ci ha messo un paio di giorni a dipingere il teschio per terra, ma ne è valsa la pena!”.
VISTO CHE A BREVE PARTIRETE CON IL NUOVO TOUR, AVETE GIA’ UN’IDEA DELLA SCALETTA?
“Non ancora, visto che per ora nei festival stiamo portando una sorta di best of. Non so ancora che canzoni porteremo dal nuovo album, di sicuro ci sarà materiale vecchio e nuovo, così come qualche sorpresa, ma ancora nulla è deciso. Di sicuro non vedo l’ora di tornare a suonare dalle vostre parti, ho degli ottimi ricordi degli show da voi”.
ESCLUDENDO L’ULTIMO, QUAL E’ IL TUO ALBUM PREFERITO DEI BABIES?
“MmmmH, direi ‘People Like People Like Peopke Like Us’, più che altro per il suo potenziale inespresso. Credo avrebbe potuto essere un album migliore se avessimo speso più tempo in studio a registrare e lavorato con dei produttori diversi, e me ne rendo conto ogni volta che suoniamo canzoni come ‘Roads’ o ‘Dysfunctional Professional’, che rendono molto meglio dal vivo che su disco”.
SE TI GUARDI INDIETRO, CHE RICORDI HAI DEI VOSTRI ESORDI, ORMAI VENTICINQUE ANNI FA?
“Credo il ricordo migliore – e, col senno di poi, la nostra fortuna -, sia stata quella voglia e ‘ingenuità’ che ci ha fatto andare avanti anche quando sembrava davvero non ne valesse la pena, là dove invece qualcuno più ‘furbo’ di noi avrebbe probabilmente mollato il colpo. Sicuramente ho dei bei ricordi della gente che abbiamo conosciuto, tanto che ancora oggi ho molti amici conosciuti in quelli anni, così come dei concerti e dei fan incontrati in giro per il mondo, che poi come dicevo sono la molla che ci ha spinto a tornare on the road”.
GUARDANDO INVECE AVANTI, ORA CHE SIETE MUSICISTI NAVIGATI, VEDI TRA LE NUOVE LEVE QUALCUNO CHE ASSOMIGLIA A VOI 20-25 ANNI FA?
“Direi di no: ci sono sicuramente un sacco di band in gamba, anche più preparate di quanto fossimo noi, ma d’altro canto non vedo nessuno che ci ‘somigli’. Nel nostro tour porteremo un paio di band svedesi molto brave, Heavy Tigers e i Junkstars, che vi consiglio di ascoltare”.
DOMANDA OFF TOPIC: SO CHE SEI UN FAN DI STAR WARS, QUINDI E’ D’OBBLIGO CHIEDERTI COSA TI ASPETTI DAL NUOVO EPISODIO…
“Come tutti quelli della mia generazione sono un grande fan di Star Wars, e credo di aver visto ‘Il Ritorno Dello Jedi’ un centinaio di volte (risate, NdA)…Per il nuovo capitolo onestamente non so cosa aspettarmi, ma sicuramente farò in modo di andarlo a vedere al cinema, e spero sia divertente come ci si apsetta da questo genere di film; un po’ come è stato per l’ultimo ‘Mad Max’: un paio d’ore di sano divertimento, dove staccare il cervello e godersi gli effetti speciali”.
GRAZIE PER ESSERE STATO CON NOI, A TE LE ULTIME PAROLE..
“Ci vediamo presto in Italia, per il momento grazie a tutti per il supporto e per averci aspettato, ed ora prepariamoci ai prossimi vent’anni insieme!”.