Ispirazione, creatività, doom, sludge, passione southern, pesantezza, psichedelia, progressive, Mastodon, Neurosis… Tutto questo è accostabile ai Baroness, in uno sfondo necessariamente rosso, come comanda l’ottimo “The Red Album”, che dal roster della sempre attenta Relapse ha lanciato la band di Savannah nel giro dei più chiacchierati. Da realtà di confine, il gruppo è ora coi fari puntati addosso, ma continua ad incedere sicuro degli innumerevoli shows nel circuito indipendente, che in pochi anni la band ha inserito a curriculum. Tentiamo di saperne di più a riguardo facendo due chiacchiere con il bassista Summer Welch…
CI RACCONTI BREVEMENTE LA STORIA DELLA BAND?
“Ci siamo formati nell’estate del 2003. Ai tempi eravamo io (Summer), John, Allen e Tim (chitarra, 2003-2005). Io e John ci eravamo trasferiti a Savannah da un annetto ed eravamo pronti a suonare musica nuovamente. Tim, un vecchio amico del liceo, stava anche lui a Savannah, quindi fu coinvolto immediatamente. Allen viveva a 8 ore di distanza in Virginia, ma lo raggiungemmo in estate e scrivemmo ‘First’ e ‘Second’ in un mese e mezzo. Iniziammo a fare alcuni tour quell’autunno, prima di avere un vero e proprio demo. I nostri primi shows erano fuori città. Non volevamo suonare a Savannah prima di essere completamente sicuri della nostra live performance e di noi stessi. Registrammo una demo di due pezzi con il nostro amico Steve West, e continuammo a suonare con quella registrazione. Per fortuna Pat Mathis della Hyperrealist Records si dimostrò interessato nel pubblicare ‘First’ dopo averci visto a Savannah. Nel 2005 Tim lasciò la band e Brian, il fratello di Allen, si trasferì in città per unirsi alla band”.
QUAL E’ LA TUA RELAZIONE CON LA CITTA’ DI SAVANNAH?
“Molto viscerale. Savannah è una città unica, affascinante e dark allo stesso momento. Vivo qui da cinque anni oramai, ma ogni giorno riserva qualche nuova scoperta”.
COME CI SI SENTE AD AVER FIRMATO PER RELAPSE? QUAL E’ LA FORMAZIONE CHE AMMIRI MAGGIORMENTE DEL ROSTER?
“Siamo amici con molti dei gruppi sotto contratto con la label quindi non ne posso scegliere uno in particolare. La label ci ha supportato nel nostro approccio alla scrittura, ai tour e alle registrazioni. Fino ad ora lavorare con Relapse è stato magnifico”.
AVETE INTENZIONE DI CONTINUARE CON SPLIT ED EP IN FUTURO O VOLETE CONCENTRARVI SUL PROMUOVERE ‘THE RED ALBUM’?
“Non penso faremo altri EPs, ma mai dire mai. ‘First’ e ‘Second’ sono stati entrambi molto apprezzati, ma furono pubblicati per necessità. Ora che abbiamo tempo e supporto possiamo permetterci di concentrarci nello scrivere full-length album. Non abbiamo alcuna fretta di scrivere al momento”.
COME AVETE SVILUPPATO LA VENA PROGRESSIVE NELLA VOSTRA MUSICA? QUANTO PROG ROCK DEI ’70 C’E’ NELLE VOSTRE INFLUENZE?
“Le nostre influenze provengono da tutti gli angoli dello spettro. Traiamo ispirazione dalla musica e dall’arte e da ciò che ci circonda. Se ascolti, puoi discernere da dove la stiamo traendo nel pezzo in particolare. Preferisco non parlare delle band specifiche, ma la risposta è sì, c’è una influenza proveniente dagli anni ’70”.
TROVATE IMPORTANTE TRATTENERE LA VOSTRA ESPERIENZA MUSICALE NELLA FORMA CANONICA DI UNA CANZONE O SENTITE CHE C’E’ BISOGNO DI AMPLIARE LA FORMULA?
“Suoniamo quello che ci viene naturale suonare. Non c’è una formula o una pianificazione. Se il nostro suono cambia nel tempo, è perchè noi come individui cambiamo, crescendo. E’ una progressione naturale, il cambiamento è il benvenuto”.
IL MAESTRO DI CHITARRA STEVE HOKE HA INFLUENZATO GRAN PARTE DELLA BAND, VUOI RACCONTARE QUALCOSA DI QUESTA FIGURA, FONDAMENTALE PER IL VOSTRO SVILUPPO ARTISTICO?
“John, Brian e Tim hanno preso lezioni da Steve Hoke. Non io, tuttavia ho avuto l’opportunità di conoscere Steve e posso dire che la sua conoscenza e il suo insegnamento sono qualcosa di unico. Ci sono molti mucisti talentuosi usciti dalla Lexington/Rockbridge County Virginia e istruiti da Steve. Lui insegna con le palle e col cuore, le persone da lui istruite guadagnano un tocco di soul nel suonare”.
I BARONESS SONO GIA’ STATI PARAGONATI A GRANDI GRUPPI DELLA STORIA DEL METAL: VI SENTITE ONORATI O IMBARAZZATI?
“Non sono sicuro su quali band ti riferisci, ma per quanto mi riguarda non c’è nulla di cui vergognarsi nell’essere paragonati a una band più grande e affermata. Sono onorato di essere messo nella stessa frase con nomi leggendari del metal”.
QUAL E’ L’ELEMENTO PIU’ IMPORTANTE NELLE VOSTRE LIVE PERFORMANCES?
“L’elettricità!”.