BEATRIK – Viaggio crepuscolare di emozioni black metal

Pubblicato il 07/12/2004 da


Qualcuno magari già li conosce e custodisce gelosamente il loro prezioso vinile dal titolo “Journey Through The End Of Life”, di cui ora è stata finalmente stampata la versione, più facilmente fruibile, su cd. Diamo il giusto spazio ad un’oscura creatura proveniente dall’underground italiano che sembra attraversare l’annata migliore di black metal di sempre. Il black metal crepuscolare, unito ad un tocco sentimentale, suonato dai Beatrìk è davvero unico e siamo certi che la band troverà il giusto supporto dagli amanti del genere della penisola  in primis.

CIAO SMARA, INIZIAMO CON L’INEVITABILE CENNO BIOGRAFICO DELLA BAND…
“Ho composto le prime canzoni dei Beatrìk nell’autunno del ’98 A quel tempo non avevano i testi, anche se le song non erano pensate per essere solo strumentali. Un anno dopo ho incontrato Berserk che mi ha concesso di adattare qualche suo testo alle mie composizioni. Nell’estate del 2000 è uscito il primo demo intitolato ‘Flames’, in cui io mi occupavo dell’esecuzione di musica e testi. Nel 2001 è uscito il secondo demo-tape ‘The Infernal Wolf Is Still Hunting’ con la stessa line-up del precedente. In quel periodo ho incontrato un paio di ragazzi che mi hanno offerto il loro aiuto. Con Vidharr alla batteria e Ferghus al basso ho registrato il primo full-length intitolato ‘Journey Through The End Of Life’, uscito nel dicembre 2002 per Serpens Caput Prod. su vinile. Questo stesso lavoro è recentemente uscito in versione CD grazie alla svedese Total Holocaust Rec. Dal 2002 in poi ho composto altre canzoni e le ho provate e perfezionate con Vidharr alla batteria, entrato definitivamente nella line-up. Queste sei nuove song le stiamo registrando proprio in questo periodo, e saranno contenute nel nuovo full-length, in uscita nel 2005”.

COME MAI LA SCELTA, SE SCELTA FU, DI PRODURRE “JOURNEY THROUGH THE END OF LIFE” PRIMA SU VINILE CHE SU CD?
“In realtà, fino a qualche mese fa non avevo previsto di rilasciare la versione CD. Sicuramente sono sempre stato molto affascinato dal vinile e credo che il Black Metal di culto debba uscire principalmente in questo formato. Ho sempre visto l’ascolto del vinile come una specie di rito, specialmente quando si tratta di musica particolarmente piena di atmosfere oscure come per esempio quella di Manes, Strid, Darkthrone, primi Carpathian Forest, ecc. Questa è la ragione per la quale ho preferito prima il vinile al CD”.

COME SIETE ENTRATI IN CONTATTO CON LA TOTAL HOLOCAUST RECORDS SVEDESE? SEMBRA UN’ETICHETTA CHE LAVORA DAVVERO BENE…
“Un giorno ho pensato di contattare la THR per chiedere se fossero interessati a rilasciare il CD del nostro lavoro. Il giorno dopo mi avevano già dato la loro disponibilità e in poco tempo abbiamo organizzato tutto per la stampa. Sicuramente le uscite THR hanno degli artwork molto curati. Anche col nostro lavoro credo che abbiano fatto un lavoro eccellente. Poi ha un’ottima distribuzione che copre capillarmente l’intera Europa ed il nord America. L’unica cosa che non condivido in pieno è la sovrabbondanza di uscite che, dal punto di vista musicale, non sempre sono di ottima qualità”.

LA POSSIBILITA’ DI PRODURRE PER UNA LABEL STRANIERA VI METTE NELLA CONDIZIONE DI PRESENTARVI ANCHE AD UN PUBBLICO INTERNAZIONALE. COME CREDETE SARANNO LE REAZIONI?
“Diciamo che, anche al tempo dell’uscita dell’LP, la maggior parte delle copie venivano distribuite all’estero, quindi da questo punto di vista la cosa non cambia di molto. Ora, con la versione CD, potremo raggiungere un maggior numero di persone, anche quelle che non hanno un giradischi, e non credo che le reazioni e i giudizi saranno molto diversi che in passato. Semplicemente il nome della band circolerà un po’ di più”.

IL TITOLO DELL’ALBUM FOTOGRAFA PERFETTAMENTE, A MIO AVVISO, IL MOOD CONTENUTO NELLA MUSICA. SEI D’ACCORDO? VUOI SPIEGARCI A COSA E’ DOVUTA LA SCELTA DI QUESTO TITOLO?
“Ho scelto questo titolo perché, come giustamente hai detto anche tu, credo che possa riassumere bene il contenuto sia musicale che lirico delle canzoni. Riassume uno degli argomenti a me più cari, la fine della vita, appunto. Inoltre credo che si leghi molto bene anche all’artwork e in particolare al fronte copertina”.

I VOSTRI TESTI SI RIFERISCONO ANCHE AL RAPPORTO UOMO-FINE ESISTENZIALE. COME VI PONETE DAVANTI A QUESTO PROBLEMA?
“I testi che scrivo sono prevalentemente legati al rapporto tra l’uomo e i momenti che precedono, accompagnano e seguono la morte, il tutto attraverso sensazioni quali la tristezza, la malinconia, la paura, la disperazione. Vorrei inoltre precisare che le lirycs dei Beatrìk non inneggiano ne invitano al suicidio, come sembra essere stato tanto di moda nell’ultimo periodo. Io mi limito solamente a descrivere delle sensazioni riguardanti la fine della vita, molto spesso in maniera autobiografica. Questo genere di argomenti mi ha sempre interessato molto e mi dà continuamente delle ispirazioni sia per i testi che per la musica”.

IL VOSTRO TIPO DI BLACK METAL NON E’ SEMPRE DISPERATO E TIRATISSIMO, MA HA ANCHE PARTI MOLTO CADENZATE E PIENE D’ATMOSFERA: E’ QUESTO IL TIPO DI BLACK METAL CHE PREDILIGETE? COS’HA IN PIU’?
“Sì, certo, le parti lente e d’atmosfera sono molto importanti all’interno della musica dei Beatrìk. Sono esse che riescono a descrivere meglio, dal punto di vista musicale, le sensazioni e gli stati d’animo contenuti nei testi. Nei primi anni di vita della band si preferivano le parti veloci e brutali mentre, col passare del tempo, le composizioni dei Beatrìk si sono spostate progressivamente verso atmosfere e ritmi più lenti e disperati”.

IL VOSTRO PREGIO E’ QUELLO DI NON RICORDARE DIRETTAMENTE NESSUN’ALTRA BAND BLACK METAL CHE SOLITAMENTE FUNGE DA CATALIZZATORE A MOLTE BAND ODIERNE. QUALI SONO PERO’ I GRUPPI AI QUALI SI DEVE IN UN CERTO SENSO LA VOSTRA FORMAZIONE COME MUSICISTI?
“Molta gente ci ha spesso paragonato al Burzum dei primi lavori, forse per colpa di una cover del Conte contenuta nell’LP. Probabilmente qualche similitudine esiste anche se in realtà Burzum non è mai stato tra le mie band preferite. Le radici della mia formazione musicale si possono ricercare sicuramente nelle band scandinave del periodo ’92-’96, in particolare norvegesi. Nomi quali Manes, Darkthrone, Strid, Satyricon, Mayhem, ecc. sono stati davvero importanti per me. Comunque non faccio di certo lo zerbino di altri rubando terminologie e nomi che non appartengono alla mia cultura o peggio ancora cantando in norvegese. Al giorno d’oggi si vedono fin troppe band che non hanno niente da dire, sotto tutti i punti di vista. Credo che ognuno debba cercarsi un proprio percorso sia musicale che concettuale anche se non credo sia facile, ma neanche doveroso, essere particolarmente originali”.

AVETE RAPPORTI CON LA SCENA ITALIANA? COSA NE PENSATE?
“Negli ultimi due, tre anni, in Italia sono uscite diverse band davvero competitive a livello internazionale che stanno facendo rivalutare la nostra musica anche all’estero. Altar of Perversion, Forgotten Tomb, Enthroning Silence, Tenebrae In Perpetuum, Spite Estreme Wind, ma anche altri, stanno facendo un ottimo lavoro, anche se magari non li seguo così da vicino e non conosco tutti i loro lavori. In realtà non seguo molto il resto della scena, né italiana ma neanche estera. Non mi piace il fatto che sbuchino fuori gruppi da tutte le parti, supportati da label che gettano al vento i propri soldi. Viviamo nell’era del consumismo e dell’abbondanza e anche questo mondo, che dovrebbe essere l’élite, ne risente negativamente. Il culto è andato a farsi fottere da un pezzo, dal mio punto di vista”.

AVETE PIANIFICATO L’ATTIVITA’ LIVE FUTURA?
“Ho un concetto del black metal abbastanza fondamentalista, non tanto per quel che riguarda l’aspetto dell’immagine (borchie, capelli lunghi, vestiti neri, foto evil, ecc.) ma soprattutto per quello della coerenza nel comportamento. Fare e andare ai concerti non rientra nella mia visione del Black Metal, così come il non frequentare troppo i pub, il non fare feste, neanche quelle dedicate al metal estremo, ecc. Credo che vedere i Beatrìk suonare dal vivo sarà molto difficile”.

COME MAI LA SCELTA DI QUESTO MONICKER?
“Il nostro nome è tratto dalle antiche leggende pagane della nostra zona. Beatrìk è il nome di un cacciatore infernale, che, accompagnato da centinaia di cani dagli occhi incandescenti, vaga per i nostri boschi in cerca di prede umane. Mi sembrava adatto e anche fuori dai soliti nomi classici”.

SIETE ORIGINARI DEL TRENTINO, UNA TERRA PIENA DI FASCINO. SUBITE L’INFLUENZA DELL’AMBIENTE CIRCOSTANTE? COME QUESTO SI RIFLETTE NELLA VOSTRA MUSICA? AD ESEMPIO TROVO IL VOSTRO TIPO DI BLACK METAL MOLTO ‘NOTTURNO’…PUO’ ESSERE COLLEGATO IN QUALCHE MODO AI LUOGHI IN CUI VIVETE? FORSE MI SBAGLIO…
“Sono molto orgoglioso della zona in cui vivo e probabilmente mi influenza nel mio stato d’animo e di conseguenza nella musica. Sì, la musica dei Beatrìk può essere vista come notturna ma forse la vedo più come crepuscolare”.

AVETE IN CANTIERE UN NUOVO ALBUM? CI VUOI ANTICIPARE QUALCOSA?
“Sì, stiamo registrando il nuovo album, che si intitolerà ‘Requiem Of December’, proprio in questo periodo (ottobre/novembre 2004) e speriamo di trovare una buona label che lo rilasci, magari nei primi mesi del prossimo anno. Abbiamo gia ricevuto alcune proposte piuttosto interessanti ma vorremmo sentire il parere anche di qualcun altro, non appena avremo il master dell’album. A livello concettuale e di testi non si discosterà molto dal precedente ‘Journey…’, mentre per quel che riguarda la musica sarà abbastanza diversa sotto molti punti di vista. Il sound sarà più professionale ma non di certo più piatto e privo d’atmosfera, anzi, trasmetterà meglio le sensazioni di tristezza e disperazione, anche grazie alle nuove song, che conterranno alcune parti davvero lentissime. La voce sarà molto diversa che in precedenza e anche rispetto al classico screaming black e contribuirà in maniera determinante alla creazione di quel sound funereo e disperato che avrà l’album”.

GRAZIE PER LA DISPONIBILITA’. I VOSTRI SALUTI…
“Grazie a te per l’intervista e per il supporto. Ciao!”.

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