Fin dal nome, i Becerus non fanno nulla per nascondere l’ignoranza e lo humor alla base della loro proposta. Un suono radicato nella scena death metal americana più vorace e primitiva che il duo nostrano, grazie ad un curriculum di tutto rispetto alle spalle (Assumption, Balatonizer, Haemophagus, Undead Creep, ecc.), rielabora con un piglio fresco e autorevole, ben evidente all’ascolto dell’esordio “Homo Homini Brutus” fuori da qualche settimana per Everlasting Spew. Un’opera immediata senza essere semplicistica, brutale ma non per questo parossistica, che arriva giusto giusto in tempo per l’inizio del caldo e la riapertura delle palestre. Per saperne di più, abbiamo quindi deciso di contattare il chitarrista/bassista Giorgio Trombino, il quale ha risposto alle nostre domande con l’ironia e la disponibilità che da sempre lo contraddistinguono…
CIAO RAGAZZI, BENVENUTI SULLE PAGINE DI METALITALIA.COM. PARTIAMO INNANZITUTTO CON LE PRESENTAZIONI: COME, QUANDO E PERCHÈ AVETE DECISO DI AVVIARE I BECERUS?
– Ciao a voi e a tutti i lettori di Metalitalia.com. I Becerus nascono dalla necessità di urlare ancora una volta la nostra totale idiozia al mondo intero! Fra un lockdown e l’altro ho accumulato materiale di stampo, per così dire, ‘floridiano’, e fra maggio e giugno 2020 ho cominciato a mandare delle demo a Mario via mail. Ci conosciamo da molti anni e abbiamo capito subito di avere fra le mani un materiale di rara stupidità.
IL VOSTRO STILE È SICURAMENTE LEGATO AL DEATH METAL AMERICANO DI INIZIO ANNI NOVANTA, MA A DIFFERENZA DI CIÒ CHE CI SI POTREBBE ASPETTARE GUARDA PIÙ CHE ALTRO A FORMAZIONI DI ‘SECONDA FASCIA’ COME BAPHOMET, BROKEN HOPE E MORTA SKULD, O AL MASSIMO AI CANNIBAL CORPSE DELL’ERA BARNES… PER QUALE MOTIVO NON I ‘SOLITI’ DEATH E MORBID ANGEL? COSA VI AFFASCINA DI QUESTE BAND?
– Veneriamo anche Death e Morbid Angel, ma fin dall’inizio e al di là di ogni influenza abbiamo puntato a un suono che fosse insieme obeso, chirurgico, muscoloso e, per così dire, ‘chiuso’. Siamo affascinati da tutto ciò che abbia un aspetto volgare e cafone e riteniamo che il primo death metal americano possegga tutte le carte in regola da quel punto di vista o che, perlomeno, si adatti perfettamente allo stile che inseguiamo.
DICHIARATE ORGOGLIOSAMENTE DI NON UTILIZZARE TESTI, UNA SCELTA NON DEL TUTTO NUOVA IN CAMPO DEATH METAL (BASTI PENSARE AGLI OBITUARY DI “SLOWLY WE ROT”); COME VI SIETE MOSSI IN QUESTA DIREZIONE? CI SIETE ARRIVATI SPONTANEAMENTE O SI È TRATTATA DI UNA MOSSA STUDIATA PER ASSECONDARE IL VOSTRO CONCEPT ‘CAVERNICOLO’?
– Già da fine anni ’90, con i Balatonizer, Mario utilizzava fonemi disarticolati e non linguistici in ossequio alla precisa intenzione di non esprimere assolutamente nulla. C’è anche da dire che il Becer (nostra mascotte raffigurata dal disegnatore americano Dahmer sulla copertina di “Homo Homini Brutus”) è un cavernicolo violento e tritaossa, dunque è facile intuire come un essere così involuto sia anche incapace di esprimersi correttamente. La voce dei Becerus è, a conti fatti, la voce del Becer!
NONOSTANTE LA VOSTRA SIA UNA PROPOSTA INNEGABILMENTE IGNORANTE, NON AVETE LASCIATO LE COSE AL CASO. COPERTINA E PRODUZIONE, AD ESEMPIO, APPAIONO CURATISSIME… CHI SE N’È OCCUPATO? AVETE QUALCHE RETROSCENA SULLA LORO REALIZZAZIONE DA RACCONTARCI?
– Ti dirò, è stato quasi automatico congegnare una serie di trovate becere attorno alla musica del progetto. Il logo è stato creato dal nostro caro amico Sandro Di Girolamo. La copertina ha subito una serie di involuzioni fino ad assumere la forma minacciosa e ottenebrata che potete ammirare (si fa per dire) sul risultato finale. Ci tenevamo che avesse quell’aspetto sgraziato, ostile e spietato e che riassumesse l’atmosfera di un pezzo come, per esempio, “Primeval Ignorantia”. Il tracking di chitarre, basso, della batteria del fantomatico Paul Bicipitus e il mix sono stati completati nel mio studio casalingo qui in Veneto, mentre la registrazione della voce di Mario e il reamping sono stati curati da Silvio ‘Spadino’ Punzo ai Tone Deaf Studio di Palermo.
“HOMO HOMINI BRUTUS” ESCE PER EVERLASTING SPEW, UNA DELLE ETICHETTE DEATH METAL DEL MOMENTO NON SOLO IN ITALIA MA ANCHE ALL’ESTERO. COME CI SIETE FINITI IN CONTATTO?
– Conosco Giorgio e Tito da anni perché l’Everlasting Spew è anche l’etichetta del mio gruppo doom/death Assumption. Sono due lavoratori infaticabili, sono stati grandiosi fin dal primo momento, hanno avuto il coraggio di credere nelle nostre idee bovine e, cosa più importante, hanno una vera passione per l’ignoranza musicale. Perfetto!
COSA NON DOVREBBE MAI MANCARE IN UN BUON PEZZO DEATH METAL, SECONDO VOI?
– La brutalità, la capacità di restarti in testa nonostante tutte le contorsioni tecniche e un buon coefficiente di follia.
COMPATIBILMENTE CON L’EVOLVERSI DELLA PANDEMIA, AVETE INTENZIONE DI PORTARE LA MUSICA DEI BECERUS SUL PALCO?
– L’intenzione c’è, eccome! Pensiamo anche di coinvolgere un altro membro per aumentare il coefficiente di cretinaggine del gruppo e compattare la nostra massa sonora in chiave live.
DAL MOMENTO CHE SUONATE ENTRAMBI IN ALTRI GRUPPI, CI SONO NOVITÀ CHE POTETE DIRCI AL RIGUARDO?
– Una tonnellata, come e più di sempre! Il nuovo album Assumption è scritto e in parte registrato, ma attendiamo misure meno restrittive per incontrarci e completarlo in studio in qualche momento di quest’anno. Dopo la fine degli Haemophagus ho accumulato dell’altro death di categoria marcia e c’è già una formazione, un nome e un malloppo di musica scritta su cui lavorare. Nei prossimi mesi uscirà il primo album a nome Bottomless, progetto heavy doom in compagnia della mia ragazza Sara (cantante dei Messa) e di David (compagno di avventure da un vita anche in Morbo, Undead Creep e altri). Ho in cantiere un progetto black metal con un album in pre-produzione già completato, per il quale spero di poter dare presto qualche news discografica. Anche per quanto riguarda il progetto di horror music Dolore ci saranno novità per la seconda metà dell’anno, come la ristampa in CD del primo album, fino ad ora non disponibile in quel formato.
COSA SIGNIFICA SUONARE METAL ESTREMO IN UNA REALTÀ GEOGRAFICA COME QUELLA SICILIANA? PENSATE CHE L’ESSERE CRESCIUTI LONTANI DA POLI PRINCIPALI COME MILANO, BOLOGNA O ROMA ABBIA IN QUALCHE MODO INFLUENZATO IL VOSTRO APPROCCIO ALLA MUSICA?
– La Sicilia ha sempre avuto una scena a nostro avviso grandiosa che, dettaglio malinconico ma realistico, ha saputo trarre un certo giovamento stilistico dalla propria condizione di isolamento. Sinoath, Nuclear Symphony, Sterminio, Schizo, Incinerator, gli stessi Balatonizer: ciascuno di questi gruppi ha o aveva qualcosa di intrigante e non allineato con i trend metallici che si sono avvicendati negli anni. Detto questo, sappiamo bene quanto non sia mai stato facile far partire un tour o gestire la logistica di un gruppo che punti a presentarsi in una scena più ampia. Tutto questo probabilmente richiede il doppio, se non il triplo della dose di volontà e determinazione rispetto a quanto richiesto a gruppi operanti in contesti dotati di strutture, organizzatori e relative figure collaterali.
I CINQUE DISCHI DEATH METAL PIÙ SOTTOVALUTATI DI SEMPRE SECONDO I
BECERUS…
– Non sappiamo se siano sottovalutati o meno, ma di sicuro:
1. Revenant – Prophecies of a Dying World
2. Putrifact – Visceral Devourment (EP)
3. Morgion – Travesty (EP)
4. Pestilence – Spheres
5. Dolmen – On the Eve of War (Demo)