BEJELIT – La Luce In Fondo Al Tunnel

Pubblicato il 11/06/2012 da

Tra le band tricolori considerabili al periodo attuale come ‘emergenti’, vanno di sicuro citati i novaresi Bejelit. Come e più di molti altri infatti il gruppo di Arona rappresenta l’archetipo di quelle band giovani che, prima di poter parlare di strada pronta per il successo, hanno dovuto affrontare numerosi ostacoli.  Il loro percorso musicale si è rivelato infatti assai tortuoso negli anni, con eventi quali split dalle label o dai compagni a rendere difficili le cose. Ma, come ci dicono i membri stessi della band in questa intervista, non tutto il male viene per nuocere; e se anche queste difficoltà hanno rischiato in passato di schiacciare il gruppo dei fratelli Capone, ora più che mai contribuiscono a determinarne il buono stato attuale, che vede una band piena di energia e di voglia di reagire. Buona occasione questa per approfondire la voglia di ‘emergere’ di cui la band ci parla, attraverso le parole di Giulio Capone (batteria) e Marco Pastorino (chitarra solista)…   

ALLORA, DOPO LE PRIME IMPRESSIONI RICEVUTE DURANTE IL PREASCOLTO DI DICEMBRE… COME E’ STATO ACCOLTO “EMERGE”?  SIETE SODDISFATTI? LEGGENDO LE RECENSIONI USCITE SU VARI MEDIA, DIREI CHE “EMERGE” SEMBRA AVER AVUTO UN DISCRETO SUCCESSO…
Giulio: “L’album è stato accolto ottimamente, sia dagli addetti ai lavori che da coloro che ci seguono da sempre. Quest’ultimo fatto rappresenta per noi però l’aspetto più importante, dato che sicuramente si è registrata una piccola svolta stilistica rispetto al precedente ‘You Die And I…’, soprattutto a livello di ‘mood’, potremmo dire. Siamo comunque assolutamente soddisfatti di come sia riuscito ‘Emerge’, e non potremmo essere più felici sul modo come esso è stato accolto! Sembrerà strano, ma siamo anche piuttosto felici del fatto che in molte recensioni i pareri si siano rivelati discordanti su diversi brani. Che alcuni brani abbiano colpito nel segno più di altri è una cosa fisiologica, ma stavolta in ‘Emerge’ pare che non siano state trovate le temute ‘skip track’, quei filler che rappresentano battute a vuoto sull’album…”.

PERALTRO, AVETE ANCHE DECISO DI CALARE L’ASSO VINCENTE SUBITO DOPO LA PUBBLICAZIONE DEL DISCO, PER BATTERE IL FERRO FINTANTO CHE ERA CALDO… UN TOUR CON I RHAPSODY OF FIRE! COME SIETE ARRIVATI A QUESTO DEAL? CI RACCONTATE QUALCOSA AL RIGUARDO?
Marco: “Ovviamente, siamo orgogliosi di avervi potuto dare questa news! Poco dopo la registrazione di ‘Emerge’, abbiamo cercato subito di organizzare un tour promozionale all’altezza dell’album in tutta Italia con anche l’obiettivo, perché no, di cercare di agganciarci ad un qualche prestigioso tour europeo. Le date a supporto di Rhapsody Of Fire sono arrivate dunque proprio nel momento giusto! Siamo stati anche decisamente fortunati, visto che esse coincidevano perfettamente con la nostra data di rilascio europeo. Personalmente io ho sempre reputato i Rhapsody Of Fire essere un orgoglio assoluto per il nostro paese; e noi Bejelit siamo quindi a nostra volta più che orgogliosi di poterci accompagnare a loro per queste date”.

E, IN SINCERITA’, COSA VI ASPETTATE ORA DA QUESTO TOUR? L’ATTESA È MOLTO ALTA?
Giulio: “Siamo davvero molto carichi e non vediamo l’ora di trovarci finalmente on the road! In realtà comunque ci aspettiamo di fare quello che abbiamo sempre fatto, senza lasciarci assolutamente intimidire dall’importanza dell’evento: vogliamo dare il massimo, con la speranza di  lasciare un segno anche su coloro che non ci hanno mai sentito prima. Questa sarà la prima grande avventura per i Bejelit, e siamo convinti che sia giunta nel nostro momento migliore, avendo noi con ‘Emerge’ raggiunto oramai un sound che reputo più maturo rispetto a prima”.

SPESSO, TRA BAND HEADLINER E SUPPORTER, SI VEDONO SIMPATICHE COLLABORAZIONI SUL PALCO. I KAMELOT FANNO SPESSO SALIRE QUALCUNO DaLLE BAND DI SUPPORTO IN OCCASIONE DI QUALCHE PEZZO AMATO DAI FAN…  E COSÌ FANNO ANCHE MOLTE ALTRE BAND. DOVESTE VOI ESEGUIRE CON I RHAPSODY OF FIRE UN LORO PEZZO, IN COSA SPERERESTE? AVETE UN SOGNO NEL CASSETTO, A RIGUARDO?
Marco: “Sicuramente qualcosa dai primi due album dei Rhapsody (il monicker ai tempi era solo Rhapsody e non Rhapsody of Fire, ndR). Penso che suoneremmo quegli album addirittura integralmente, se ci fosse la possibilità! (ride, ndR). Scherzi a parte, personalmente adoro le collaborazioni tra band. Ricordo con piacere che nell’ultima data del tour che facemmo con i Secret Sphere a supporto di Gamma Ray e Freedom Call, che quest’ultimi salirono sul palco per suonare un pezzo con noi. Fu per noi un’emozione pazzesca, così come per tutto il pubblico, che rimase colpito e divertito della simpatica gag. Vedremo cosa ci riserveranno queste date italiane… Chissà, magari tra tutti noi riusciremo a tirare fuori qualcosa di carino”.

UNA DELLE TANTE NOVITÀ IN SENO ALLA BAND È IL CHITARRISTA MARCO PASTORINO… CI RACCONTATE DI COME È NATA L’IDEA DI INTRODURLO IN PIANTA STABILE NELLA BAND?
Giulio: “Siamo amici con Marco da tempo, e dopo alcune date in cui ci ha aiutati, con l’abbandono del precedente chitarrista solista, la cosa è venuta assolutamente naturale. Ci siamo accorti subito durante queste date che l’alchimia tra noi funzionava, e che Marco incarnava proprio l’ideale di compagno che stavamo cercando, potendo dare lui un ottimo contributo sia a livello di songwriting che di dedizione alla band!”.

BENE, VENIAMO QUINDI A “EMERGE”, OSPITE D’ONORE DI QUESTA CHIACCHIERATA… ALBUM CHE RISULTA SICURAMENTE PIÙ ENERGICO E POSITIVO DEL SUO CUPO PREDECESSORE. DALLE VOSTRE STESSE PAROLE APPRENDIAMO CHE: “PRIMA DESCRIVAVAMO UNA SITUAZIONE CUPA E SENZA USCITA, MENTRE IN ‘EMERGE’ PUOI TROVARE LA VOGLIA DI USCIRE, DI FARE MEGLIO, DI ‘EMERGERE’, APPUNTO”. DA DOVE ARRIVA QUESTA NUOVA ENERGIA?
Marco: “Le esperienze che la band ha sperimentato sulla sua pelle negli ultimi anni hanno contribuito a farci alzare la testa. Abbiamo imparato molto da quanto ci è capitato e ora vogliamo dimostrare di poter dare tutto quello che abbiamo in noi. Stiamo davvero dando l’anima nella promozione della band, del disco e delle sue canzoni, tramite i live, la pubblicità, etc. Durante le sessioni di registrazione di ‘Emerge’ ci siamo resi conto presto di avere nelle mani un buonissimo prodotto, però senza coraggio e voglia di fare, voglia di intraprendere nuove avventure insomma, esso sarebbe rimasto ‘semplicemente’ un buon disco, e nulla di più. Invece abbiamo tirato fuori tutto, siamo riusciti ad ottenere energie freschissime ed un entusiasmo nuovo che ha unito la band in maniera totale. Ed ora eccoci qui, ancora con questa voglia di ‘Emergere’!”.

IL PIÙ FULGIDO ESEMPIO DEL RIFIUTO DI STARSENE CON LE MANI IN MANO A SUBIRE PASSIVAMENTE UNA BRUTTA SITUAZIONE È RAPPRESENTATO DA “C4”, PEZZO FANTASCIENTIFICO CON TEMA ALIENO… POTETE PARLARCI DEL PEZZO E DEL SUO SIGNIFICATO?
Giulio: “Il protagonista di questo brano si trova in una situazione decisamente particolare, rintanato in una sorta di bunker acquatico dopo che il mondo intorno a lui è stato invaso e distrutto da una forza aliena. Ovviamente lui non è a completa conoscenza della situazione all’esterno ed è combattuto tra un innato istinto di sopravvivenza e la sua voglia di reagire. E’ quindi diviso su due scelte: rimanere apparentemente al sicuro, nascondendosi senza però sapere fino a quando potrà sopravvivere in questa situazione, oppure uscire e ‘fare qualcosa’, qualsiasi cosa. C’è un’analogia con situazioni che ci troviamo ad affrontare più spesso di quanto possa sembrare nella vita di tutti i giorni, ad esempio quando siamo chiamati a prendere delle decisioni su faccende dall’esito incerto. In certi momenti il potenziale esito negativo di una scelta ancora da prendere fa alle volte anche meno paura della prospettiva di rimanere invece con le mani in mano, meri ostaggi degli eventi. La canzone vede infine il protagonista optare per il proprio istinto e reagire, uscendo all’esterno armato fino ai denti, pur sapendo che molto probabilmente soccomberà, ma con la consapevolezza di aver almeno provato a cambiare le cose. Altri testi in ‘Emerge’ hanno una simile impostazione: creano una storia, con un set volendo anche immaginario o fantascientifico, ma raccontano di una situazione comune e quotidiana”.

VISTO CHE SIAMO IN TEMA CON LE LIRICHE… CI PRESENTATE NICK ‘XAS’, COMPOSITORE CHE HA CONTRIBUITO ALLA STESURA DI MOLTI DEI TESTI DI “EMERGE”? COME SI È SVOLTO IL SUO LAVORO?
Giulio: “Come su ogni album dei Bejelit, abbiamo voluto sperimentare qualcosa di nuovo, estendendo questo concetto anche alla stesura dei testi. Nick Xas ha fatto un lavoro eccezionale, dato che, seppure alcuni brani avevano già un testo o una bozza di liriche, la maggioranza ne era del tutto priva. Per alcuni brani avevamo solamente una linea melodica definita da poter utilizzare come modello per la metrica dei testi, ma niente altro. Per la maggior parte del lavoro ci siamo limitati a dare a Nick solo degli spunti e alcune idee su cosa dovevano rappresentare per noi i singoli brani, ma lui ha fatto tutto il resto. Credo che sarà una collaborazione ancora lunga”.

“C4” RAPPRESENTA UN MONDO AGLI SGOCCIOLI, CONQUISTATO DA FORZE ALIENE INVASORI, MA ANCHE “DANCEROUS” CI PARLA DELLA FINE DEL MONDO, IN PARTICOLARE DELL’ULTIMA GRANDE FESTA PRIMA CHE CIO’ AVVENGA. MA IL MONDO STA DAVVERO PER FINIRE? LE SITUAZIONI CHE DIPINGETE SONO RIMASTE SPESSO CUPE, MOSTRANDO TALVOLTA UN PIANETA CHE NON STA REGGENDO IL COLPO…
Marco: “Guardandoci attorno vediamo facilmente situazioni apocalittiche oltre ogni immaginazione.  ‘Emerge’ è stato descritto da molti come un album più solare rispetto al passato, ma è innegabile che le canzoni che hai citato, e anche altre come ‘Darkest Hour’, racchiudano elementi cupi oltre ogni limite. Come sottolineavi, però, ‘Dancerous’, per esempio, vive nella storia più cupa che può essere immaginata, ma con la speranza di diventare invece la giornata più bella che sia mai esistita. Rispetto al passato, abbiamo cercato di mettere positività anche nelle brutte situazioni descritte in questi tredici brani, una sorta di luce alla fine di ogni tunnel. Il pianeta sta indubbiamente attraversando una crisi senza precedenti, ma penso che occorra guardare al futuro con un sorriso stampato in fronte, con la positività nel cuore, cercando di vedere il sole in ogni giornata buia che si presta dinanzi a noi”.

“TRISKELION” CI PRESENTA LA SICILIA, MENTRA “FAIRY GATE”, “THE DEFENDING DREAM BATTLE” E “DEEP WATERS” SONO LEGATE ALLA BELLA TERRA DI ARONA, VOSTRA PATRIA ATTUALE. SENTITE UN FORTE LEGAME VERSO LA TERRA CUI PROVENITE O ABITATE?
Giulio: “In effetti, in ‘Emerge’ convivono due realtà geografiche diverse che fan riferimento a due situazione anche cronologicamente differenti. ‘Triskelion’ parla dell’abbandono della propria terra natia, senza specificarne il motivo ma cercando di rievocarne immagini e ricordi, sia nel bene che nel male. Un tema peraltro sempre attuale! Gli altri brani che hai citato invece parlano di casa nostra, inteso come il lago Maggiore, più che Arona. I primi due testi sono legati ad una leggenda locale,  mentre la terza canzone presenta una testo di Nick Xas riguardante un ipotetico personaggio che si trova a conquistare questa terra per farne la propria casa. Personalmente comunque mi sento molto legato a ‘casa’, quindi sono felice di aver “musicato” il lago, in qualche modo”.

PARLIAMO UN ATTIMO DI BAKERTEAM, LABEL SPIN-OFF DI SCARLET CHE STA FACENDO UN LAVORO MIRABILE DI PROMOZIONE DI VALIDISSIME REALTÀ ITALIANE. COME VI STATE TROVANDO? COSA NE PENSATE DEL LORO LAVORO?
Marco: “BakerTeam si sta muovendo benissimo e si sta creando un nome a livello di tutta la scena discografica internazionale. Uscite come Cadaveria e Gory Blister parlano da sole. Per una label appena nata come questa, c’è stato sicuramente molto movimento, dettato soprattutto dall’impegno che i ragazzi dell’etichetta hanno messo in ogni piccola cosa, dalle interviste alle recensioni, e seguendo ogni piccola news di ciascuna delle band nel roster. Penso che si tratti di un team vincente e spero che insieme riusciremo a togliererci parecchie soddisfazioni”.

GUARDAVO OGGI SU UNA RIVISTA UNA PUBBLICITÀ DI BAKERTEAM E DELLE BAND IN SCUDERIA. C’È MOLTA ATTENZIONE SU GENERE PIÙ ESTREMI, O COMUNQUE SU GENERI DIVERSI DAL VOSTRO (GORY BLISTER, STIGMHATE, RHOPE). NON VI SENTITE UN PO’ ‘AVULSI’ DAL TREND GENERALE? PENSATE CHE PER UN’ETICHETTA NUOVA LA VARIETÀ SIA INVECE UN PUNTO DI FORZA?
Giulio: “Credo che ‘varietà’ sia la parola chiave, sempre e comunque. Non dico di cercare a tutti i costi di coniugare gli estremi, ma avere una proposta varia, sia come band che come etichetta è sicuramente un bene. Chiaramente i Bejelit sono stilisticamente lontani da quelle band che hai citato poco fa, ma tieni però conto che il lavoro di un’etichetta solitamente dovrebbe essere indipendente dal genere proposto dalle proprie band. Bakerteam sta facendo un grandissimo lavoro in questo senso. Penso che la varietà sia decisamente un punto di forza e chissà comunque che non si possano creare collaborazioni interessanti anche tra band così diverse!”.

A QUESTO PROPOSITO… SIETE AMICI CON LE ALTRE BAND DELLA VOSTRA ETICHETTA? CI SARANNO CONCERTI ASSIEME?
Marco: “Siamo amici con quasi tutte le band BakerTeam e Scarlet, The Ritual esclusi, ovviamente (parla della band di Marco Pastorino, loro chitarrista, e di Luca Negro, che li ha accompagnati in tour, ndR). Scherzi a parte, abbiamo trovato, soprattutto nelle band nostre compagne in BakerTeam, molte persone pronte a sbattersi e ad impegnarsi in tutto e per tutto. Gli Adimiron sono un esempio lampante della voglia di ‘emergere’ che è la nostra attuale bandiera. Siamo orgogliosi di portare avanti, tutti insieme, il metal italiano; questo con buona pace dei fantastici Red Rose, una grande band israeliana sempre con Bakerteam!”.

PER CONCLUDERE LASCIAMO LA PAROLA A VOI: COSA ATTENDE I BEJELIT NEL FUTURO, A PARTE OVVIAMENTE IL TOUR? AVETE QUALCHE ANTICIPAZIONE DA DARCI?
Marco: “Beh, ci aspettano alcuni mesi intensi dedicati alla promozione, soprattutto live, che rimane comunque l’arma di promozione più potente ancora ad oggi. Abbiamo molte date confermate nel nostro paese e stiamo confermando anche diversi festival estivi anche all’estero. Non abbiamo intenzione di fermarci. Vogliamo ‘emergere’, vogliamo continuare su questa strada ancora molto a lungo; questo è solo l’inizio!”.
Giulio: “Esatto, di lavoro ce n’è a sufficienza per tenerci impegnati per tutto il 2012! A brevissimo partiremo in tour per supportare l’uscita di ‘Emerge’. Accompagneremo i mitici Rhapsody of Fire in tour europeo e di ritorno avremo ancora un bel po’ di date con diversi compagni!!! Speriamo di vedervi numerosi!!”.

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