BENIGHTED – Matti da legare!

Pubblicato il 15/01/2008 da


La carriera dei Benighted, pur essendo passata abbastanza sotto silenzio nel nostro paese, è ricca di album più che buoni e meritevoli di essere scoperti. A partire dall’omonimo esordio i francesi sono sempre stati sinonimo di buona musica: i primi due lavori molto più legati ad un brutal death tecnico ma canonico, poi la svolta di “Insane Cephalic Production”, il boom di “identisick” e l’ulteriore crescita di “Icon”. Con una simile discografia era inevitabile che il nome dei ragazzi prima o poi superasse la barriera delle alpi ed arrivasse anche da noi. Una ulteriore peculiarità di questa originale band è che i testi dei vari album sono dei concept sulle patologie mentali che colpiscono gli individui: questo argomento si sposa particolarmente bene con la musica schizoide dei nostri ed è inoltre trattato con estrema competenza dal cantante Julien Truchan, lavoratore nel campo della psichiatria. E’ proprio il cantante il nostro interlocutore nella seguente intervista: Julien trattiene a stento l’entusiasmo per le critiche positive ricevute negli anni e sembra decisamente conscio del fatto che in futuro i Benighted possano davvero diventare uno dei gruppi di punta della scena brutal mondiale. Lasciamo a lui la parola.


PER PRIMA COSA CI PIACEREBBE SAPERE COSA AVETE FATTO NEL LASSO DI TEMPO CHE VA DALL’USCITA DI “IDENTISICK” FINO AD OGGI…

“Abbiamo suonato parecchio in giro per promuovere ‘Identisick’ e abbiamo dovuto affrontare la separazione con Fred, che è sempre stato il nostro batterista. Abbiamo avuto la fortuna di trovare Kevin abbastanza rapidamente: lui ha imparato subito le nuove canzoni ed ha portato nei Benighted una ventata di energia. La sua motivazione, unita alla sua capacità di suonare in maniera estrema, ci ha aiutato a crescere sia dal punto di vista esecutivo che da quello compositivo. Ormai è da marzo del 2006 che suona in tutte le nostre date, è un batterista formidabile. Poi abbiamo iniziato a scrivere ‘Icon’, terminandolo in sei mesi ed abbiamo firmato un contratto con la Osmose Productions dopo otto anni sotto Adipocere”.

COME E’ STATO ACCOLTO “IDENTISICK” LO SCORSO ANNO?
“Quell’album rappresenta un grande passo nella nostra carriera ed il suo impatto sulla scena estrema ci ha sorpreso. Le recensioni ed i vari commenti sono stati estremamente positivi, tanto che abbiamo ricevuto mail di complimenti da tutto il mondo. Penso davvero che la nostra reputazione abbia iniziato a crescere grazie ad ‘Identisick’. ‘Icon’ spingerà gli stessi limiti che avevamo raggiunto ancora più lontano: Questo è solo l’inizio, ora le cose si fanno serie”.

ANCHE “ICON” HA RICEVUTO PARECCHIE RECENSIONI POSITIVE: QUANTO CONTANO PER VOI QUESTE COSE?
“Ai nostri occhi non è una cosa così importante, poichè noi suoniamo innanzitutto ciò che ci piace: comunque fa sempre molto piacere sapere che ciò che fai è apprezzato da molta gente. E’ elettrizzante vedere che ad ogni concerto i ragazzi sono sempre di più, questo era il nostro primo obiettivo come band: sul palco diamo il massimo e sputiamo l’anima e se il pubblico alla fine è esausto quanto lo siamo noi, vuol dire che abbiamo ottenuto ciò che volevamo”.

COME SI SONO SVOLTE LE FASI DI COMPOSIZIONE E DI REGISTRAZIONE DEL NUOVO “ICON”?
“L’intero album è stato composto dopo l’uscita nei negozi di ‘Identisick’. Durante le lavorazioni siamo sempre stati attenti a creare delle tracce brutal, groovy e varie. Ogni singola canzone è stata composta quasi istintivamente e senza porci dei limiti per quel che riguarda la sperimentazione musicale. Siamo molto orgogliosi del risultato finale: ‘Icon’ contiene le tracce più potenti che abbiamo mai scritto ed ognuna è facilmente riconoscibile. Siamo tornati nei Kohlekeller Studio dove avevamo già registrato i nostri due precedenti lavori: le registrazioni sono durate tre settimane e la produzione è ottima, con un sound caldo e organico che dona alle nuove tracce una sorta di dimensione totale che è esattamente quello di cui avevano bisogno”.

DICCI QUALCOSA DEI TESTI, A PARTIRE DAL TITOLO: “ICON” INFATTI DOVREBBE ESSERE L’ACRONIMO DI “INFINITE CONSCIENCE OF NOTHINGNESS”…
“Come per tutti i nostri album, il tema centrale riguarda le patologie psichiatriche. ‘Icon’ è un concept che parla di una persona e dove ogni canzone rappresenta una sorta di flashback della sua vita e mostra la lenta caduta nelle psicosi allucinatorie croniche. Si parla dei traumi che questo individuo ha subito durante l’infanzia, il modo che ha di rapportarsi alla malattia, i suoi pensieri, i sintomi, le angosce…E l’artwork centra in pieno il significato del concept. L’uomo in copertina sta dinnanzi a quella che per lui è una sorta di icona, perso nella sua delirante visione del mondo esterno. Come hai già detto, ‘Icon’ è anche l’acronimo di ‘Infinite Conscience Of Nothingness’, che è uno dei sintomi più importanti della sua malattia, e fa si che lui sia comunque conscio della vacuità della sua propria esistenza”.

I TESTI INFLUENZANO ANCHE LA STESURA DELLA MUSICA O VENGONO COMPOSTI SUCCESSIVAMENTE?
“I testi sono sempre scritti dopo avere pronta la canzone a livello musicale. In questo modo non sono limitato dalle liriche e non c’è bisogno di trovare partiture musicali che si adattino alla mia voce. Per me è facile essere ispirato dall’atmosfera delle canzoni e trovare qualcosa di adeguato per i testi: in tutto ciò mi aiuta la mia esperienza con la materia psichiatrica per scrivere di cose il più possibili attinenti alla realtà. La nostra musica ben si addice con il concept, essendo molto diretta, brutale, schizofrenica e imprevedibile”.

ASCOLTANDO “ICON” VENGONO ALLA MENTE CEPHALIC CARNAGE E SPAWN OF POSSESSION, ANCHE SE TUTTO SUONA MOLTO ORIGINALE: SEI D’ACCORDO?
“Grazie mille, amiamo molto queste band e il loro approccio tortuoso alla scrittura musicale piuttosto vicino al nostro”.

ALL’INTERNO DELL’ALBUM C’E’ ANCHE DEL MATERIALE PIUTTOSTO MODERNO: CE NE VUOI PARLARE?
“Probabilmente avrai avuto questa impressione ascoltando la parte hip hop di ‘Grind Wit’. Come ti dicevo non abbiamo alcun timore nello sperimentare nuove cose, anche se alcune possono essere sorprendenti per un fan del metal estremo. Le nostre canzoni devono essere sorprendenti e non devono collidere con la nostra identità musicale. I Benighted restano innanzitutto una brutal grinding death band ma non siamo solo quello”.

QUALI SONO LE VOSTRE MAGGIORI INFLUENZE?
“Spesso e volentieri ascoltiamo band quali Napalm Death, Dying Fetus, Aborted e Cryptopsy”.

QUALE E’ STATA LA MOLLA CHE VI HA FATTO DECIDERE DI DEDICARVI ALLA MUSICA ESTREMA?
“Penso che tutti noi abbiamo dentro un certo livello di violenza che deve necessariamente uscire prima o poi. Il metal estremo è il modo migliore che ho trovato per evacuare la rabbia e l’ira annidate dentro di me. I Benighted sono un’entità dove puoi liberare questa energia ed al contempo divertirti. Ci sono tantissimi livelli di lettura in questa musica ed è anche per questo che la amo”.

RACCONTACI QUALCOSA DELLA SCENA FRANCESE: E’ DIFFICILE PROPORRE METAL DALLE VOSTRE PARTI?
“Abbiamo avuto la fortuna e l’opportunità di essere un nome piuttosto famoso in Francia e quindi per noi è abbastanza semplice fare dei tour nel nostro paese. Non credo che sia così per tutte le band però…la cosa sicura è che la scena metal francese al giorno d’oggi va alla grande. Ti posso fare i nomi dei Kronos, Blockheads, Sublime Cadaveric Decomposition, Hacride, Destinity e tanti altri. Presto sentirete parlare anche voi di questi gruppi, ne sono sicuro”.

COME PENSATE CHE SI SIANO EVOLUTI I BENIGHTED DALLA LORO NASCITA?
“Proviamo sempre lo stesso piacere a salire on stage e a suonare la nostra musica. Sono molto orgoglioso del percorso intrapreso fino ad oggi e di ciò che siamo diventati. Ma, come ti ho già detto, il meglio deve ancora arrivare”.

QUALI SONO I PIANI PER IL 2008? VI IMBARCHERETE IN UN TOUR O PARTECIPERETE A QUALCHE GROSSO FESTIVAL?
“Innanzitutto abbiamo pianificato di girare un videoclip per ‘Icon’ all’inizio dell’anno. Poi proveremo ad imbastire un tour europeo, mentre in Francia abbiamo suonato a novembre 2007 con i Kronos e i Recueil Morbide. Inoltre prenderemo parte all’Inferno Fest in Norvegia, l’Houten Death Fest in Olanda e all’Hellfest in Francia: stiamo pianificando ulteriori apparizioni, staremo a vedere”.

ABBIAMO FINITO, LASCIO A TE L’ULTIMA PAROLA…
“Grazie per l’intervista: speriamo ardentemente di poter venire presto in Italia per farvi scoprire le nostre nuove tracce on stage. Grazie anche ai nostri fan italiani che ci hanno supportato e hanno comprato i nostri album”.

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