BIGELF – In viaggio con la mente

Pubblicato il 19/03/2014 da

“Into The Malestrom” esce a ben sei anni di distanza dall’ultima fatica firmata Bigelf. La formazione americana negli ultimi anni ha vissuto una serie di problemi interni che hanno decretato un significativo cambio di line-up. Sul nuovo disco, oltre al chitarrista Luis Maldonado, appare nientemeno che l’ex Dream Theater Mike Portnoy, ormai onnipresente sul mercato a causa delle sue innumerevoli collaborazioni. La formazione ricostruita non ha sofferto particolari patologie, ma è riuscita a sfornare un lavoro in grado di reggere il confronto con le ispirate produzioni passate. Di questo è conscio anche il leader della band, Damon Fox, che ai nostri microfoni racconta chi sono i Bigelf del 2014.

bigelf - band - 2014

DAL 2011 AD OGGI I BIGELF SONO RIMASTI IN SILENZIO. OGGI VI RIPRESENTATE CON LA LINE-UP STRAVOLTA ED UN NUOVO DISCO NEI NEGOZI. COS’E’ SUCCESSO IN QUESTO LUNGO PERIODO DI TEMPO?
“Devi sapere che dopo l’uscita di ‘Cheat The Gallows’ abbiamo sostenuto un’intensa attività live. Siamo andati in tour con grandi band come Dream Theater, Porcupine Tree ed abbiamo preso parte a diversi festival. Alla fine sentivamo il bisogno di riposare un po’. Nel frattempo è successa una serie di eventi sfortunati che ci hanno colpito. In primis ci siamo separati dalla vecchia casa discografica, per trovare dimora presso un’importante etichetta come la Inside Out. Inoltre ci sono stati alcuni problemi finanziari all’interno della band. Capisci che non ci chiamiamo Dream Theater e una band come la nostra fa girare davvero pochi soldi, motivo per cui era difficile per tutti fare della musica un vero lavoro full time. Sentivo in un senso di infelicità all’interno dei Bigelf, alla fine ci siamo parlati, abbiamo cercato di chiarire e questo periodo oscuro  ha manifestato il suo culmine con la dipartita del chitarrista e del batterista”.

DURANTE QUESTO BRUTTO PERIODO TI E’ MAI PASSATA PER LA TESTA L’IDEA DI CHIUDERE CON I BIGELF E RIPROPORTI IN UNA VESTE DIVERSA?
“No, mai, non ho mai pensato di sciogliere i Bigelf, perché sentivo e sento tutt’ora che la band ha ancora molto da dire”.

COME SEI ARRIVATO AD ASSOLDARE MIKE PORTNOY ALLA BATTERIA?
“In quel periodo stavo cercando qualcuno capace di riportare nei Bigelf la giusta energia e positività, e il nome di Mike ovviamente mi girava in testa, ma credevo fosse solo un sogno sperare di averlo con noi. Suonando di spalla dai Dream Theater ho potuto conoscere bene Mike e sono rimasto in contatto con lui anche dopo la sua dipartita dalla band. Nel periodo oscuro che ho attraversato con i Bigelf, Mike mi ha sempre spronato a non arrendermi ed a continuare a lavorare sulla mia musica. Quando ho avuto i pezzi pronti, gli ho chiesto se voleva sentirli e se voleva provare a suonarci sopra. Da quel momento è passato un po’ di tempo perché, come tutti sanno, Mike è un batterista molto impegnato e soprattutto ricercato dalle grandi band. Qualche mese dopo siamo riusciti a trovarci, abbiamo suonato insieme i nuovi pezzi e da lì è nato tutto”.

COME TI SEI TROVATO IN STUDIO CON UNA FORMAZIONE NUOVA DA FAR CARBURARE?
“Ogni volta che mi ritrovo a lavorare ad un nuovo disco dei Bigelf inizio a scrivere materiale molto vario, canzoni molto diverse fra loro. Di solito non mi fossilizzo su un unico tipo di sound, nei pezzi dei Bigelf si può trovare rock, pop, stoner, progressive, psichedelica, tutto in un singolo brano! Tra il 2010 ed il 2012 ho composto diverso materiale, mi sentivo molto ispirato ed ho cercato di inserire qualche elemento di novità nella mia musica. Il contributo di Mike Portnoy alla batteria ci ha permesso di ottenere un sound molto potente in fase ritmica ed anche Luis Maldonado alla chitarra ha fatto un ottimo lavoro. La band era molto affiatata, così io mi sono potuto concentrare sulla chitarra ritmica, mentre il resto è stato eseguito benissimo dagli altri”.

IL VOSTRO SOUND, SPESSO FIGLIO DEL ROCK PROGRESSIVE E PSICHEDELICO DEGLI ANNI SETTANTA, CREDI DI SPOSI BENE CON IL DRUMMING POTENTE DI PORTNOY?
“Mike Portnoy è un batterista che può suonare qualsiasi genere musicale senza problemi. Certamente tutti lo conoscono per il suo background progressive metal formato con i Dream Theater , ma la sua preparazione tecnica ed il suo gusto musicale gli permettono senza difficoltà di cimentarsi anche con un sound più vintage e rock. Quando ho chiesto a Mike di suonare con i Bigelf, ero ben conscio del suo stile differente rispetto al nostro precedente batterista, ma in questo modo la nostra musica ha giovato di un elemento di novità. La potenza di Mike si sposa con la sua tecnica ed il suo tocco anche nei pezzi più psichedelici o legati al rock degli anni Settanta. Credimi, sono davvero soddisfatto di questo sodalizio”.

COME SAPPIAMO, MIKE PORTNOY E’ UN BATTERISTA IMPEGNATO IN DIVERSE BAND – TRANSATLANTIC E THE WINERY DOGS PER FARE UN ESEMPIO. CREDI CHE LA SUA FITTA AGENDA D’IMPEGNI POTREBBE DIVENTARE UN PROBLEMA PER L’ATTIVITA’ LIVE DEI BIGELF?
“Sicuramente Mike è molto impegnato, in questo periodo suonerà con i The Winery Dogs in giro per gli States. Onestamente non so ancora se andremo in tour, dobbiamo valutare diverse cose in merito. Non abbiamo ancora programmato date al momento. Se ci saranno opportunità valuteremo il tutto insieme a Mike. Spero di riuscire a organizzare qualche concerto durante i festival estivi che si terranno in Europa. Consiglio a tutti i fan di tenere d’occhio il nostro sito internet per essere sempre aggiornati”.

COME RICORDAVI, NELLA TUA MUSICA TI PIACE INSERIRE MOLTE SONORITA’ ED INFLUENZE DIVERSE TRA LORO. E’ QUESTO, PER TE, IL SIGNIFICATO DI SUONARE PROGRESSIVE?
“Se parliamo di progressive rock, io penso subito agli anni Settanta, quando fondamentalmente c’è stata una forte commistione tra jazz e rock. Band come King Crimson e Genesis hanno portato il jazz dentro il rock’n’roll, combinando queste influenze con l’organo Hammond e donando alla musica delle atmosfere davvero uniche. Il jazz, a mio parere, è la chiave che ha scatenato il progressive rock in quegli anni. Più in generale per me progressive significa evolvere, io cerco sempre di dare qualche cosa in più alla musica dei Bigelf disco dopo disco, pur mantenendo il nostro trademark. Cerco sempre di mischiare in modi differenti tante influenze musicali.  Spesso molta gente identifica progressive con sonorità stoner o metal, ma la realtà è che la musica stessa, indipendentemente dal genere, può essere progressive, evolve, acquista personalità”.

PUR NON TRATTANDOSI DI UN CONCEPT ALBUM IN SENSO STRETTO, I BRANI DI “INTO THE MAELSTROM” HANNO A CHE FARE CON UNA SORTA DI VIAGGIO NEL TEMPO.
“Esatto, si parla di viaggio nel tempo, non in senso fisico, ma più psicologico. Non pensate che nelle canzoni si parli di una macchina del tempo con cui viaggiare nel presente e nel futuro, bisogna pensare a questo concept dal punto di vista della mente umana. Al giorno d’oggi l’uomo non ha realizzato fisicamente una vera macchina del tempo, ma con la mente può viaggiare ricordando il proprio passato, navigando fra i ricordi di ciò che gli è successo attorno e, infine, proiettarsi nel suo ipotetico futuro. Quindi il punto focale dei testi è un viaggio tra passato, presente e futuro, ma vissuto in modo psicologico, con la mente”.

“THE PROFESSOR AND THE MADMAN” E’ UNO DEGLI EPISODI PIU’ INTERESSANTI DEL DISCO. CE NE PUOI PARLARE?
“Questo brano è il mio preferito del disco. Su disco ci sono tre pezzi che andrebbero tenuti insieme: ‘The Professor And The Madman’,  ‘Mr. Harry McQuhae’ ed ‘High’. Con questi brani voglio ricordare il mio migliore amico ed ex chitarrista dei Bigelf  A.H.M. Butler-Jones, che purtroppo è venuto a mancare nel 2001. Purtroppo si ammalò in tour e queste canzoni vogliono un po’ raccontare i sogni che abbiamo fatto insieme”.

OGGI PER VOI E’ PIU’ DIFFICILE SOPRAVVIVERE CON LA VOSTRA MUSICA?
“Il punto è che paradossalmente guadagniamo di meno prendendo parte a grandi tour rispetto a quando suoniamo da soli, in venue minori, ma come headliner. Quando sei in tour con una grande band come i Dream Theater, i fan acquistano per la maggior parte il loro merchandise. Invece quando suoniamo i nostri concerti abbiamo la possibilità di vendere di più. Il lungo tour insieme ai Dream Theater non ci ha fatto guadagnare molto, perché gran parte degli incassi la reinvestivamo per poter continuare a suonare. Per una band di medie proporzioni come possono essere i Bigelf, è davvero necessario imparare a sfruttare qualsiasi canale di promozione al meglio”.

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