I fan dei Biohazard aspettavano da tempo immemore “Reborn In Defiance”, album composto dalla lineup originale che ha fatto tornare i bulli di Brooklyn ai fasti del passato, rileggendo in chiave moderna il loro suono e la loro attitudine. Abbiamo raggiunto Billy Graziadei per far luce sulla notizia dell’abbandono di Evan Seinfeld, squarcio forse irreparabile avvenuto prima dell’uscita del disco nei negozi, ed analizzare la situazione attuale del gruppo. Il platinato frontman, segnato da un’infanzia dura, allenato dalla leggendaria famiglia Gracie al Ju Jitsu e con un passato artistico turbolento, dimostra di saper incassare e voler guardare avanti, forte di un entusiasmo incrollabile…
OGNI FAN DEI BIOHAZARD E’ RIMASTO SCONVOLTO DALL’APPRENDERE CHE EVAN HA LASCIATO IL GRUPPO NEL GIUGNO 2011. SONO STATE DETTE POCHE PAROLE A RIGUARDO: VUOI CHIARIRCI ULTERIORMENTE LA SITUAZIONE?
“Quando Evan ha lasciato (è passato quasi un anno ormai) ero sconvolto e sorpreso anche io! Abbiamo passato molti anni insieme, abbiamo realizzato della grande musica e completato dei tour davvero incredibili in tutto questo tempo. Quando ci siamo praticamente sciolti nel 2003 ero fiero e felice di quello che avevamo conseguito come Biohazard. Andammo tutti per la nostra strada, io rimasi nel mondo della musica aprendo uno studio di registrazione, e formai un paio di nuovi gruppi (Suicide City a New York e Endrah in Brasile). Una volta in tour coi Suicide City realizzai che una cosa che volevo fosse fatta coi Biohazard era riformare la lineup originale. Ricevetti una chiamata, nel 2008, che mi comunicava che Bobby ed Evan avevano pranzato assieme: quello fu l’inizio. Successivamente ci incontrammo tutti, diventammo amici di nuovo e partimmo per un tour insieme. Il risultato fu che durante i soundcheck, nel backstage e sul tour bus cominciammo a scambiarci la nostra musica… questo portò a Reborn In Defiance, il nostro nuovo album. Nel momento in cui stavamo ancora lavorando al completamento del disco cominciammo a non sentire più Evan con la stessa frequenza, fino ad un momento in cui quasi scomparve dalla faccia della terra. A un certo punto ci chiamò e ci disse che non voleva più far parte del gruppo. Ha avuto e ha tutt’ora delle questioni serie che riguardano la sua vita personale, lo rispetto molto e voglio che restino private. Gli auguro ogni bene e spero riesca a trovare quello che sta cercando. Lui ha fatto la sua scelta e noi la nostra, che è continuare coi Biohazard”.
QUALE FU LA TUA PRIMA REAZIONE ALLA DECISIONE DI EVAN?
“La mia prima reazione fu lo shock, eravamo sul punto di finire quello che pensiamo essere uno dei migliori album della nostra carriera… ma mi ricordai di quando i miei genitori divorziarono: fu devastante per me e i miei fratelli… poco dopo mia madre si ammalò e combattè il cancro più che potè, ma alla fine morì. Ogni sera mi coricavo sperando che le cose potessero tornare come prima, ma non accadde mai. La vita tiene in pugno le tue carte, quelle capitano capitano. Sono felice di aver vissuto le esperienze che abbiamo vissuto, e amo dove sono arrivato oggi. Non sai mai cosa potrà accadere domani”.
LE PORTE SONO ANCORA APERTE PER LUI?
“Di nuovo, spero che trovi quello che sta cercando. Non ho nulla di male da dire su di lui. Sono felice della nostra condizione attuale… stiamo spaccando in tour. Il nostro nuovo bassista Scott Roberts spacca… porta il suo alla band al 100%. E’ un grande performer e cantante, e merita il posto nei Biohazard più di chiunque altro. Il suo background è sia nell’hardcore che nel metal, calza a pennello! Ora c’è una nuova persona che vola per il palco a cui devo stare attento a non scontrarmi! Quando siamo stati in Europa per la prima metà del tour Scott è stato ospedalizzato in Belgio. Il concerto era sold out, circa 3000 figli di puttana agitati e urlanti… eravamo sul punto di cancellare lo show perchè i dottori non riuscivano a capire cosa non andasse dopo tutti gli esami che gli avevano fatto. Mezz’ora prima dell’inizio Scott firmò le carte per uscire dall’ospedale, corse al locale e distrusse il palco. Finito lo spettacolo fu di nuovo trasportato all’ospedale, dove rimase per tutto il giorno successivo. Ha dimostrato di che pasta è fatto, senza mai andare fuori tempo. Chiunque altro avrebbe cancellato L’INTERO TOUR, ma non Scott… 100% hardcore metal fino all’osso!!! Dovete rispettarlo!”.
C’E’ CHI HA CRITICATO PESANTEMENTE LO STILE DI VITA ‘DA ROCKSTAR’ DI EVAN, COSI’ COME LA SUA CARRIERA NELL’INDUSTRIA DEL PORNO: QUESTE CRITICHE HANNO AVUTO UN INFLUSSO NEGATIVO NEL GRUPPO? SEI FELICE CHE ORA IL DISCORSO SIA LONTANO DAI BIOHAZARD?
“La vita è fatta di scelte, e sono fiero delle scelte che ho fatto nella mia. Ovviamente tutti commettiamo errori, io ho imparato dai miei e posso dire di essere diventato una persona migliore per questo. Sono più forte di quanto lo ero ieri, ma non quanto lo sarò domani! La vita è troppo breve per preoccuparsi di quello che fanno le altre persone. La filosofia dei Biohazard è quella di passar sopra alla merda, senza rimanerne inghiottiti… viste le mie esperienze infantili sarei potuto facilmente cadere vittima di angoscia, rabbia, disperazione (a volte accadde quasi), ma essere messo al tappeto non mi ha mai impedito di rialzarmi a combattere, a volte nel senso letterale della parola. Dormo bene la notte e sono fiero di far parte di questa fantastica sottocultura”.
COME FAN DELLA BAND HO AVUTO PAURA SI POTESSE VERIFICARE UNA SITUAZIONE DEL TIPO “ABBIAMO UN NUOVO CANTANTE QUINDI DOBBIAMO RI-REGISTRARE LE PARTI VOCALI DELL’ALBUM”, COME ACCADDE AGLI ANTHRAX. C’E’ STATO UN RISCHIO REALE DI UNA SOLUZIONE DEL GENERE?
“Siamo tornati assieme come la formazione originale dei Biohazard e abbiamo fatto girato il mondo, passando ottimi momenti e facendo ottimi concerti. Quelle ottime vibrazioni hanno condotto a ‘Reborn In Defiance’, album sul quale abbiamo lavorato molto e di cui siamo molto fieri. Ora siamo in tour, dando calci in culo tutte le sere, incontrando vecchi amici e conoscendone nuovi. Date un’occhiata ai nostri video su Facebook e vedrete cosa accade all’interno del gruppo. Non vedo l’ora di tornare in Italia, la terra da cui provengono i miei antenati. Sono fiero di essere italiano e anche se gli altri ragazzi non lo sono, essendo di Brooklyn c’è un po’ d’Italia anche dentro di loro! Tornando alla tua domanda no, abbiamo lasciato l’album com’era, fatto dai membri originali del gruppo. Sarebbe stato facile far venire Scott i nstudio e fargli cantare le parti di Evan, ma una mossa del genere avrebbe rovinato quel feeling speciale che ha assunto ‘Reborn In Defiance’ per la sua storia. Abbiamo già lavorato a nuova musica e sono concentrato sul futuro in questo momento”.
SCOTT ROBERTS E’ STATO CHIAMATO PER I PRIMI TOUR IN SUPPORTO AL NUOVO ALBUM, MA AVETE LANCIATO COMUNQUE UN’AUDIZIONE PER UN NUOVO CANTANTE. CI SONO NOVITA’?
“Scott è il nostro uomo! Come ho già detto calza a pennello col ruolo che cercavamo, e dimostra di amare quello che fa il gruppo. La sua energia dal vivo è pazzesca e contagiosa! Penso queste domande siano vecchie e mi scuso per non aver chiarito le cose prima, è lui il nuovo cantante e bassista dei Biohazard. Guardate il canale YouTube del gruppo per vederlo in azione!”.
VI SIETE PRESI TUTTO IL TEMPO NECESSARIO PER LAVORARE ALLE NUOVE CANZONI, E PENSO CHE IL RISULTATO SIA UN PASSO AVANTI NELLA SCRITTURA DEL GRUPPO. SEI D’ACCORDO?
“Grazie per il complimento! Penso che il tempo passato lontano dagli altri componenti abbia giovato tanto quanto il tempo passato in studio assieme a portare Reborn In Defiance ai livelli che ha raggiunto. Lavorare con altri musicisti nei Suicide City e negli Endrah o in qualunque altra band che ho prodotto nel corso degli anni mi ha aiutato a crescere come artista, musicista, cantante… quindi sì, sono d’accordo”.
MOLTE PERSONE CHE ASPETTAVANO UN ALTRO ‘STATE OF THE WORLD ADRESS’ O ‘URBAN DISCIPLINE’ POTREBBERO RIMANERE DELUSI DA ‘REBORN’. QUAL E’ LA RAGIONE PRINCIPALE PER CUI AVETE SCRITTO L’ALBUM IN QUESTO MODO?
“Al momento nessuno si è dimostrato deluso. Le canzoni spaccano su CD e anche dal vivo! Siamo cresciuti come gruppo, tutti i gruppi dovrebbero, perchè pubblicare sempre lo stesso album? ‘SOTWA’ e ‘Urban’ sono ottimi album, come lo sono ‘Means To An End’ e ‘Kill or Be Killed’… ma quelli erano dischi che rappresentavano dov’erano i Biohazard ai tempi. ‘Reborn In Defiance’ ha tutto il meglio di ‘SOTWA’, ‘Urban’, ‘Biohazard’ (il self titled), ‘Mata Leao’ ma più 2012. Il groove, il focus personale sui testi, le melodie, la pesantezza, l’hardcore veloce, i breakdown, è tutto là dentro e LO ADORO!”.
PENSI CHE ‘REBORN IN DEFIANCE’ RIDEFINIRA’ LO STILE DEI BIOHAZARD, SCRIVENDO IN MANIERA DIVERSA LA STORIA DEL GRUPPO?
“Ogni album riscrive la storia di un gruppo, in maniera positiva o negativa, siamo solo artisti che esprimono loro stessi. ‘Reborn In Defiance’ rappresenta uno dei nostri picchi creativi, segna il principio di una nuova era. E’ bello sentirsi all’inizio di una nuova era!”.
IL PROCESSO DI REGISTRAZIONE DEL DISCO E’ STATO FACILE COME IL VOSTRO RITORNO SUL PALCO?
“Lavorare con Toby Wright è stato fantastico. E’ un produttore incredibile che ci ha aiutato a concentrarci al 100% sulla scrittura. Non ci siamo ritrovati per fare un album ‘follemente heavy’ o ‘spaccaossa’. Ci siamo fermati e concentrati su una canzone alla volta. Quando eravamo tutti convinti che la canzone in oggetto fosse veramente valida solo allora saremmo passati ad un’altra canzone. Stando in tour abbiamo avuto la possibilità di fare alcune jam e provare nuove idee, e una volta a casa andavamo dritti in studio per lavorarci. Il nostro affiatamento sul palco non è mai scomparso, ed è anche per questo che ‘Reborn In Defiance’ è al livello che abbiamo raggiunto”.
BOBBY HA PORTATO CON SE’ IL SUO TOCCO E IL SUO STILE MOLTO PERSONALE, CHE HA AIUTATO I BIOHAZARD AD EMERGERE DALLA SCENA NYHC. COME PARAGONERESTI IL SUO MODO DI SUONARE CON GLI EX CHITARRISTI DEL GRUPPO?
“C’è un’alchimia particolare tra me e Bobby. Amo suonare con lui, che sia sul palco o altrove. Avere la sua influenza nuovamente nella nostra musica è fantastico. Nella vita non puoi guardare indietro e perder tempo a sperare che le cose fossero andate in maniera diversa, bisogna guardare avanti e rendere eccitante quello che si fa al momento!”.
A TUO PARERE ESISTE, TRA I NUOVI GRUPPI IN GIRO, UNA BAND VICINA ALL’EREDITA’ DEI BIOHAZARD PER ATTITUDINE E VALORI?
“Non posso paragonarci ad altre band. E’ una domanda difficile ma amo la dedizione, la perseveranza e il duro lavoro che nostri amici Hatebreed, Agnostic Front, Sick Of It All, Terror e Madball mettono nella loro musica!”.
PUOI ILLUSTRARCI LA DIFFERENZA TRA LA VOSTRA REUNION E LE RIUNION CHE STANNO COINVOLGENDO OGNI FORMAZIONE DEL PIANETA ECCETTO NIRVANA E PANTERA (PER OVVII MOTIVI)?
“Non si è mai fatto nulla per soldi. Se fosse stato così avremmo pubblicato prima l’album, e saremmo successivamente partiti per il reunion tour. Per noi si tratta di ri-scrivere la storia, mostrare alla gente cos’erano i Biohazard degli esordi. Siamo un gruppo a cui non frega un cazzo, diamo il 110% a ogni concerto, che ci siano 10 o 10000 persone! E’ la musica, le vibrazioni, l’energia, la rabbia, la passione… lo facciamo per questo”.
POSSIAMO DEFINIRE “REBORN IN DEFIANCE” UN OTTIMO TESTAMENTO DEI QUATTRO MEMBRI ORIGINALI DEI BIOHAZARD E DELLA VOSTRA CHIMICA. E’ VOSTRA INTENZIONE CONTINUARE E FARE UN NUOVO ALBUM IN FUTURO?
“Al 100% Sono appena tornato dal tour e sono già in studio a scrivere. Vogliamo pubblicare un nuovo album presto. Restate in contatto con noi su FB! Ci vediamo nel pit!”.