L’intervista con i Biohazard è cominciata abbastanza male: la band si trovava infatti a Parigi e il volo che li avrebbe condotti a Milano è stato cancellato all’ultimo momento. Si è dovuto quindi aspettare l’aereo successivo, che però sarebbe atterrato a Torino, costringendo i musicisti a raggiungere il capoluogo lombardo in taxi (non oso pensare alle spese di un viaggio Torino-Milano in taxi, ndJR). Con un ritardo abissale vengo contattato e, nonostante si percepisca che i ragazzi sono stanchi, l’intervista procede in maniera simpatica, cordiale ed esauriente. Dopo i vari problemi che la band ha dovuto affrontare, in particolare il cambio di label, ora sembra convinta delle proprie potenzialità. Il non fidarsi di enti esterni ha portato ad un’auto-produzione per quanto riguarda il nuovo “Uncivilization”, fatto sta che i risultati, almeno a livello di sound, sono sicuramente qualcosa di positivo. Ne sono convinto io e ne sono convinte anche le parole del cantante/bassista Evan Seinfeld.
COSA AVETE FATTO DURANTE IL PERIODO INTERCORSO TRA IL VOSTRO ULTIMO ALBUM E LA REALIZZAZIONE DI “UNCIVILIZATION”?
“Venivamo da un periodo abbastanza positivo, perché il nostro album era andato bene e durante i nostri concerti c’era sempre molta gente! I fans ci hanno sempre supportato e dimostrato tutto il loro supporto costantemente nel tempo. Purtroppo i nostri problemi sono sorti con la nostra vecchia label, la Mercury, aveva come unico scopo quello di trasformarci in un successo commerciale e di farci comporre canzoncine da passare poi in radio. Noi eravamo, e siamo tuttora, contrari a questo tipo di politica, ci piace fare la nostra musica senza farci influenzare da nessuno. Abbiamo così deciso di prenderci un periodo di pausa, venivamo da un tour veramente strepitoso, siamo passati anche per l’Europa e nella maggior parte dei posti in cui ci siamo esibiti abbiamo fatto sold-out. In questo periodo di pausa ci siamo dedicati a comporre e registrare nel nostro studio un sacco di nuovo materiale. Con i rapporti incrinati in tal modo però, abbiamo deciso di licenziare il nostro manager e di lasciare la Mercury. Nonostante tutto ciò abbiamo suonato in Giappone e siamo riusciti a fare il tutto esaurito! Successivamente ci siamo dedicati a cercare una nuova label che fosse adatta a noi e l’abbiamo trovata nella SPV, poiché è una casa discografica indipendente, ha una distribuzione indipendente, ma soprattutto ha la mentalità da indipendente. Non c’è stata la minima pressione dalla SPV, siamo stati liberi di comporre i brani di ‘Uncivilization’ senza dover fare i conti con il mero business commerciale.”
A QUESTO PUNTO NON POSSO CHE FARVI I COMPLIMENTI PER “UNCIVILIZATION”, IN PARTICOLARE MI HA COLPITO LA PRODUZIONE.
“Le registrazioni e la produzione del nuovo disco sono opera nostra. Questa volta volevamo essere sicuri del prodotto finale, nulla doveva sfuggire al nostro controllo e alla nostra visione dei pezzi. L’intera batteria è stata registrata nei nostri studi, era nostra intenzione quella di produrre un album davvero aggressivo e capace di suscitare forti sensazioni all’ascoltatore. A disco finito posso dirti di essere pienamente soddisfatto, ‘Uncivilization’ rappresenta il meglio dei Biohazard, perché è un disco sincero e carico di quel feeling che i fans adorano. Il segreto di un album è il sentimento che riesce a trasmettere, molte proposte, nonostante si possano anche trovare nelle classifiche, sono fredde, costruite apposta per la gente che si accontenta del dischetto commerciale. ‘Uncivilization ha feeling, sfido chiunque ad affermare il contrario.”
CONCORDO PIENAMENTE E SONO CONTENTO CHE LA VOSTRA SCELTA CORAGGIOSA DI AUTO-PRODURVI SIA RIUSCITA NEL MEGLIO DEI MODI.
“Vedi, quando hai a disposizione una buona struttura e tecnologie adeguate e si ha una chiara idea di come i pezzi dovrebbero suonare, non credo ci siano problemi. Perché mai pagare un esterno? Preferiamo lavorare di più noi e investire nelle registrazioni i soldi che abbiamo risparmiato, non pagando un produttore famoso.”
DALL’ASCOLTO DEL VOSTRO DISCO HO VISTO CHE LE SPERIMENTAZIONI, PIUTTOSTO CHE SUI BRANI, SONO STATE COMPIUTE PROPRIO SUL SOUND E SULLA PRODUZIONE, CONFERMI?
“Sì, le canzoni indubbiamente continuano a possedere il marchio di fabbrica dei Biohazard, mentre diversi suoni che trovi sul disco sono stati usati per la prima volta in assoluto. Abbiamo voluto sperimentare sul sound, senza però snaturare la nostra identità.”
ANCHE PER QUANTO RIGUARDA I TEMI TRATTATI VEDO CHE SIETE RIMASTI FEDELI AI VOSTRI PRECEDENTI DISCHI.
“Certo, noi adoriamo trattare tematiche che descrivono la società, il mondo i cui viviamo e i modi per renderlo migliore. Nel disco, una volta letti i testi, si potranno trovare tante tematiche, ad esempio invitiamo a combattere per ciò in cui si crede, senza farsi influenzare da nessuno…diciamo un po’ quello che abbiamo fatto noi nel momento della separazione con la Mercury. I Biohazard credono soprattutto nella libertà e sono contro qualsiasi forma di costrizione o influenzamento. Parliamo inoltre dell’amore e della stima reciproca che c’è fra noi e i nostri amici-fans, un rapporto biunivoco destinato a rimanere saldo nel tempo perché noi non tradiremmo mai i nostri sostenitori e viceversa. Chi non si comporta sinceramente, non potrà considerarsi nostro amico e sarà trattato di conseguenza. E ancora condanniamo tutte le cospirazioni che accadono nei governi, della poca trasparenza che avviene all’interno delle macchine politico-amministrative. Tutti questi filoni, come avrai notato, riconducono al tema dell’essere sempre onesti e sinceri, questo è molto importante per noi.”
QUESTO CONCETTO DI SINCERITA’ SI RITRASMETTE ANCHE SUL DISCO, SPECIE DOPO TUTTE LE VICISSITUDINI CHE VI SONO CAPITATE…
“Dici bene, ed è per questo che considero ‘Uncivilization’ il nostro miglior disco di sempre. E’ libero al 100% da qualsiasi influenza esterna, quello che senti proviene dritto dal nostro cuore, e dalla nostra ispirazione più libera. In un altro verso però, il nostro miglior album potrebbe essere il nostro debutto, in quanto rappresenta il coronamento dei nostri sogni. Molti ragazzi, inoltre, lo adorano, probabilmente perché è il più hard-core della nostra carriera, il più grezzo e diretto. Sai, quando si è giovani e si ha la possibilità di fare un disco, tutta la rabbia repressa esplode e si riversa sulla musica. In quel periodo, te lo assicuro, di rabbia ne avevamo da vendere eheh!”
COME E’ NATA LA COLLABORAZIONE CON TUTTI GLI OSPITI PRESENTI SUL DISCO?
“E’ nata in maniera assolutamente naturale, la maggior parte degli ospiti che suonano sul disco sono amici di vecchia data, pensa che Pete Steele dei Type O’Negative lo conosco da oltre dieci anni, poi sono in buoni rapporti con i ragazzi dei Sepultura e tutti questi amici hanno suonato tranquillamente sul disco, nonostante si pensi chissà cosa. Fra amici si fanno queste collaborazioni in tutta libertà, è una sorta di modo per divertirsi e suonare insieme. Certo, con alcuni i rapporti sono più professionali, ma non abbiamo riscontrato nessun problema di sorta.”
SAI GIA’ SE POTREMO VEDERVI QUI IN ITALIA?
“Attualmente stiamo pianificando il tour mondiale, attualmente abbiamo programmato solo le date in Germania, ma ti assicuro che faremo il possibile per riuscire a toccare anche l’Italia.”
COME MUSICISTA TI RITROVI MEGLIO NELLA DIMESIONE LIVE O DA STUDIO?
“Credo che un musicista necessiti di saper lavorare su entrambi i fronti: in studio si può dar vita alle proprie idee e creare cose nuove e in continua evoluzione, mentre la dimensione live è la prova che mette in luce la capacità di esecuzione dei pezzi e l’abilità di coinvolgere gli spettatori. Personalmente mi trovo meglio nella dimensione live, perché lì non ci sono attrezzature che tengano, noi suoniamo quello che componiamo, ci piace quando i ragazzi sono presi dalla nostra performance, inoltre è un modo di costruire un dialogo con la gente. Non esiste studio che riesca a riprodurre l’energia di un concerto dal vivo, proprio non ci piove.”
VOI AVETE SEMPRE CERCATO DI FONDERE IL SOUND HARD-CORE CON IL METAL. COME CONSIDERI LA NUOVA SCENA NEW METAL, CHE SPESSO SEMBRA RIPETERE LE VOSTRE INTUIZIONI?
“Ci sono molte band valide al giorno d’oggi e credo che molte siano riuscite a prendere le nostre idee, rielaborandole però in maniera personale. Questo mi fa piacere, sarebbe troppo scontato e umiliante il ridursi a copiare pari pari dalle altre bands.”
DA FANS DEL VECCHIO METAL, COME GIUDICHI LA SVOLTA DI MOLTE VECCHIE GLORIE, JUDAS PRIEST IN PRIMIS, VERSO UN SOUND MODERNO?
“I Judas Priest sono una delle mie band preferite in assoluto, insieme a Led Zeppelin e Ac/Dc. Credo che loro più di tutti gli altri abbiamo inventato il metal. Spero non si siano snaturati troppo, perché adoro i loro vecchi dischi, anzi li ho tutti. ‘Painkiller’ è stato un capolavoro, insieme a vecchie glorie come ‘British Steel’ o ‘Defenders Of The Faith’. I miei preferiti sono i primi, in particolare ‘Sin After Sin’, ‘Stained Class’ e tutti i vecchi lavori.”
PERO’ NON MI HAI ANCORA DETTO SE TI PIACCIONO I NUOVI “JUGULATOR” E “DEMOLITION”…
“Guarda, ‘Jugulator’ non mi ha esaltato, non mi è piaciuto moltissimo. ‘Demolition’ devo ancora ascoltarlo, quindi non ti so dire.”
DOPO AVER PARLATO DEI BIOHAZARD MUSICISTI, MI DICI QUALCOSA DI VOI COME PERSONE?
“Siamo tutte persone abbastanza normali, forse un po’ eccentriche e selvagge in certi momenti, ma nulla più. I adoro il football americano e il basket, pratico surf e snow-board e mi piace andare in moto. Ci piace divertirci come tutti, non c’è niente di eccezionale.”
SIAMO COSI’ GIUNTI AL TERMINE, HAI QUALCOSA DA DIRE?
“Farò di tutto per venire in Italia, perché adoro il contatto con i fans di qualsiasi paese. Spero che ‘Uncivilization’ venga apprezzato da tutti e…che altro aggiungere se non un ringraziamento per questa intervista.”