BLACK ANVIL – Nero su nero

Pubblicato il 28/10/2014 da

L’ultimo “Hail Death” ha rappresentato un vero e proprio punto di svolta per i Black Anvil, sin lì protagonisti di una buona carriera sotto le vesti di pura black metal band (con un passato remoto hardcore!), ma mai in grado di effettivamente farsi notare al di fuori di certi circoli underground. La nuova opera ha tuttavia rotto con parte di questo passato, sposando un approccio al songwriting ben più sciolto e imprevedibile, atto a mescolare sonorità prettamente anni Ottanta con strappi più estremi di chiara marca black-death. Nella nostra recensione siamo persino arrivati a citare i Metallica dei tempi d’oro, soprattutto per la maniera in cui il gruppo newyorkese è solito strutturare le sue canzoni. Paul Delaney, bassista/cantante del quartetto, non prende tuttavia in considerazione alcun paragone, preferendo parlare essenzialmente della propria musica e dell’attitudine senza compromessi che da sempre caratterizza il gruppo. Risposte un po’ piccate, ma anche tanta onestà nelle sue risposte…

black anvil - band - 2014

PER MOLTI MUSICISTI IL NUOVO ALBUM È SEMPRE QUELLO PIÙ SPECIALE. VEDI “HAIL DEATH” ALLA STESSA MANIERA?
“Sì, ‘Hail Death’ è un album veramente speciale per noi. Arrivo anche a dire che è il disco che più mi soddisfa tra tutti quelli che ho realizzato in carriera. Credo che sia lo stesso per tutti i membri dei Black Anvil. Non so nemmeno come spiegare tutta l’energia e l’amore che abbiamo cercato di instillare in questo album: dire che mi soddisfa è un eufemismo. Lo abbiamo composto in un periodo piuttosto difficile per noi, ma siamo riusciti a fare quadrato contro le avversità e a far sì che il nostro legame non venisse intaccato da nulla. Siamo legati fra noi in una maniera che va ben oltre la band. Se domani dovessi morire, credo che mi sentirei realizzato”.

È ORMAI NOTO CHE ALCUNI DI VOI PROVENGANO DALLA HARDCORE BAND KILL YOUR IDOLS. COME È NATA L’IDEA DI FONDARE UN GRUPPO COME I BLACK ANVIL?
“Abbiamo sempre avuto l’idea di avere un side project più estremo. In passato la mancanza di tempo ci ha impedito di concentrarci a dovere su questa idea, ma credo che alla fine ciò sia stata una buona cosa. Ora abbiamo effettivamente voglia e passione per i Black Anvil. Certo, essere più giovane di dieci anni non mi dispiacerebbe, ma oggi siamo su un altro livello come musicisti. La cosa assurda è che a qualcuno non piace l’idea che un tempo facessimo parte di una hardcore band… che cazzata, è come se io ti dicessi che non puoi ascoltare Kool G Rap e scrivere per MetalItalia allo stesso tempo. Uno cresce e fa nuove esperienze: oggi stiamo seguendo il nostro cuore e i nostri desideri, non ci importa di altro”.

QUANDO STAVATE FORMANDO I BLACK ANVIL PENSAVATE CHE I MEMBRI DEL GRUPPO DOVESSERO ANCHE ADERIRE AD UNA PARTICOLARE IDEOLOGIA, OLTRE AD AVERE GUSTI MUSICALI IN COMUNE?
“Ci siamo trovati sulla stessa lunghezza d’onda sin dal principio: non ci siamo nemmeno posti questo problema. Siamo un gruppo satanico, i nostri testi spiegano la nostra visione del mondo. Sono lì per essere letti e per far sì che vi aiutino a capire chi siamo e da dove veniamo”.

SIN DALL’INIZIO LE INFLUENZE DI BAND COME HELLHAMMER E CELTIC FROST SONO RISULTATE ABBASTANZA EVIDENTI NEL VOSTRO SOUND. COL PASSARE DL TEMPO PERÒ AVETE ALLARGATO DI MOLTO IL VOSTRO RAGGIO DI AZIONE. NEL NUOVO “HAIL DEATH” CERTE ATMOSFERE RIMANDANO PERSINO AI PRIMI METALLICA…
“Credo che oggigiorno l’influenza primaria sia rappresentata da noi stesso. Ovviamente suoniamo heavy metal, quindi penso sia normale che alcuni spunti riportino alla mente altre band. Abbiamo una nostra formula e credo che ogni singolo elemento di essa possa essere stato influenzato dall’ascolto di un determinato gruppo. Ma non è questo il punto: noi guardiamo prima di tutto a noi stessi, a quello che abbiamo fatto in carriera e cerchiamo di non ripeterci. Non avrebbe senso replicare i primi album all’infinito. Ad alcuni pare strano sentire nei nostri pezzi delle ‘gang vocals’ o altre soluzioni, ma, alla fine dei conti, stiamo solo cercando di suonare la musica che vorremmo ascoltare”.

COMUNQUE, “HAIL DEATH” È SICURAMENTE IL VOSTRO ALBUM PIÙ DINAMICO E MELODICO. SAPEVI CHE SAREBBE VENUTO IN QUESTA MANIERA?
“Sapevo che sarebbe stato un lavoro diverso, se paragonato ai precedenti. Questo sì. Come dicevo, per noi è importante evolversi e non ripetersi. Perchè mai dovrei pubblicare qualcosa di molto simile a quanto ho fatto in precedenza? Credo che questo album abbia portato i Black Anvil su un nuovo livello. Se ascolti bene, certe parti sono molto più crude e minimali di tanta musica rilasciata in passato, ma gli arrangiamenti sono ben più curati. È questo che fa la differenza. Con questo album ci siamo sentiti liberi di fare ciò che più ci andava, senza alcun tipo di condizionamento”.

AVETE PRESTATO ATTENZIONE ALLE CRITICHE DA QUANDO IL DISCO È USCITO? PARE CHE AD ALCUNI VECCHI FAN QUESTO APPROCCIO PIÙ “SOFT” NON SIA ANDATO GIÙ…
“Chiunque pensa che ci siamo rammolliti deve rinsavire. ‘Hail Death’ è il disco più malvagio che abbiamo realizzato, persino nei suoi momenti più melodici. Certa gente non ha idea di cosa siano i Black Anvil nè di chi fossero i Kill Your Idols: alcuni ancora tirano in ballo le nostre presunte ‘radici hardcore’. Qualcuno riferendosi al nuovo album parla di ‘gang vocals’, quando alla fine si tratta essenzialmente di voci pulite. Per un paio di interventi di voce pulita diventiamo un gruppo hardcore? Sapete che la voce nei Kill Your Idols era solo urlata? Di che state parlando? Alla fine nessuno si rende conto che questi cori sono lì per un motivo, ovvero per dare ulteriore forza a quelle parole del testo. Non capirò mai coloro che si ostinano a paragonarci alla nostra vecchia band: mi sta bene che la nostra musica non piaccia, ma trovo ridicole certe critiche e certi paragoni. Non hanno semplicemente senso. Certe recensioni sembrano scritte col pilota automatico”.

AVETE TROVATO COMPLICATO SCRIVERE UN DISCO TANTO RICCO? VI È STATO UN MOMENTO IN CUI VI SIETE TROVATI BLOCCATI A LIVELLO CREATIVO? PENSI CHE SIA DIFFICILE SPICCARE NELLA SCENA BLACK-DEATTH DI OGGI?
“No, non ci siamo mai sentiti poco ispirati, altrimenti credo che avremmo rimandato la pubblicazione. Penso che questo gruppo cesserà di esistere non appena sentiremo la nostra ispirazione affievolirsi. Come dicevo, non stiamo necessariamente cercando di forgiare uno stile nuovo: il nostro scopo è quello di soddisfare il nostro desiderio di creare musica che non abbiamo mai suonato. La nostra prima influenza è appunto rappresentata da noi stessi. Personalmente credo che al momento nessuno suoni come noi: andiamo avanti per la nostra strada e credo che molti se ne stiano accorgendo”.

PENSI CHE NEW YORK POSSA ESSERE CONSIDERATA UN’INFLUENZA DEI BLACK ANVIL?
“Ah, New York City. Mentre scrivo sento le sirene della polizia. Mi viene da ridere perchè, a ben vedere, non abito nemmeno in un quartiere considerato pericoloso. Tuttavia, un anno fa, quando stavamo componendo la maggior parte del disco, mi trovavo nella peggiore zona di Brooklyn. Faceva schifo, ero sempre costretto a guardarmi le spalle. Ma alla fine va bene così: queste cose ti fanno crescere più sveglio. Nessuno di noi proviene da posti ricchi e tranquillissimi: sappiamo stare al mondo. Potrei raccontarti mille storie su cosa avveniva fuori dai concerti quando ero più giovane, ad esempio. Ho visto le peggiori cose solo prendendo la metropolitana. Vicino a casa mia hanno appena aperto un negozio della American Apparel: ora la via è piena di luci, ma ricordo bene che quell’edificio sino a qualche tempo fa era pieno di gente che si faceva di crack. Insomma, sì, New York è un’influenza: siamo una black metal band, ma direi che abbiamo un approccio ‘stradaiolo’, una cosa che oggi non riscontri spesso nella musica. Sappiamo cosa sia il pericolo. Non voglio dire che siamo quei tipi che vanno in giro a pestare la gente a colpi di mazza da baseball, però è pur vero che ne abbiamo una nel nostro van, per ogni evenienza”.

PRESUMO CHE ORA CERCHERETE DI PROMUOVERE “HAIL DEATH” CON DEI CONCERTI. PENSI CHE RIUSCIRETE MAI A VENIRE IN EUROPA?
“Sì, in estate abbiamo tenuto un concerto speciale, proponendo il nuovo disco per intero, ma la vera campagna inizierà in autunno. Contiamo di arrivare dalle vostre parti nei mesi a venire”.

0 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.